2009-08-11 21:15
F1: SCHUMACHER SI ARRENDE, ADDIO RIENTRO IN PISTA
di Vincenzo Piegari
ROMA - A volte ritornano, ma a volte ci ripensano. Roba da far impazzire la macchina del tempo che Michael Schumacher aveva provato a rimettere in moto e che invece per colpa del suo collo, ancora provato dall'incidente in Superbike, forse non ripartirà più. Quel semaforo verde del circuito cittadino di Valencia, negli occhi e nella mente di Re Schumi pronto al via. resterà spento. Almeno per ora. Il tedesco, ai box Ferrari nella veste di consulente, dovrà così accontentarsi di vedere al suo posto sulla Rossa n. 3 dello sfortunato Massa il suo amico e collaudatore di sempre, quel Luca Badoer che ebbe una parte fondamentale nei tanti successi del sette volte campione del mondo. E quello che poteva essere non sarà. L'urlo dei ferraristi pronti a festeggiare ancora una nuova vittoria del tedesco rimarrà strozzato in gola, con in fondo il gusto dolce-amaro dei tempi che furono. A dare la notizia è stato lo stesso Schumi sul suo sito ufficiale, spiegando anche i motivi della rinuncia ad un ritorno sognato da lui, dalla Ferrari e dai suoi tantissimi tifosi. "Ieri sera ho dovuto informare il presidente della Ferrari, Luca di Montezemolo, e il team principal Stefano Domenicali - fa sapere Michael - che purtroppo non sono in grado di sostituire Felipe. Ho realmente provato tutto per rendere possibile il mio rientro temporaneo, ma con mio grande dispiacere questo non è stato possibile. Purtroppo non siamo riusciti a risolvere i dolori al collo venuti fuori al F1-Day al Mugello, anche se abbiamo provato dal punto di vista terapeutico ogni cosa.
Le conseguenze dell'infortunio dell'incidente in moto a febbraio, fratture nella zona della testa e dela nuca, purtroppo sono ancora molto pesanti. Ecco perché il mio collo non può ancora sopportare gli sforzi necessari per guidare in Formula 1". Il collo di Schumacher avrebbe dovuto sopportare picchi di accelerazione equivalenti a 30-35 chilogrammi. E - come spiegato dal pluricampione del mondo - già durante i test con la F2007 al Mugello a fine luglio (in base ai nuovi regolamenti non si possono provare le vetture del Mondiale in corso al di fuori dei Gran Premi) il collo aveva cominciato a dare problemi. "Sono molto dispiaciuto - ha aggiunto Schumi, che domani alle 14 terrà a Ginevra una conferenza stampa per approfondire le ragioni del suo mancato ritorno in Formula 1 - per gli uomini della Ferrari e per tutti i tifosi. Posso solo ripetere che ho provato tutto il possibile". Il primo a rammaricarsi per non poter vedere Schumacher di nuovo al via, nel Gp di Valencia, è stato il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo: "Gli hanno trovato qualcosa che ancora non funziona. E allora, meglio non insistere. Ci mancherebbe. A febbraio aveva avuto quel popò di incidente in moto e anche al Mugello, nei primi giri di 'ricognizione', sentiva qualche fastidio. Con la salute non si scherza". "In questi giorni - ha detto ancora Montezemolo - avevo potuto apprezzare il grande impegno e la straordinaria motivazione che lo animavano e che avevano coinvolto il team e gli appassionati in tutto il mondo. Il suo ritorno avrebbe sicuramente fatto bene alla Formula 1 e sono certo che lo avremmo rivisto lottare per la vittoria".
"A nome della Ferrari e di tutti i suoi tifosi desidero ringraziarlo - ha proseguito - per il grande attaccamento alla squadra dimostrato in questa circostanza. D'accordo con Stefano Domenicali abbiamo quindi deciso di dare a Luca Badoer la possibilità di correre con la Scuderia dopo tanti anni di prezioso lavoro svolto nel ruolo di collaudatore". Sulla linea della prudenza concorda la cancelliera tedesca Angela Merkel: "Penso sia giusto che egli non corra alcun rischio inutile. Ha famiglia e figli. Ci sono certamente anche altre belle cose". Ad avvalorare i motivi della rinuncia di Schumacher a guidare la F60 di Massa il parere di Lorenzo Aulisa, responsabile di Struttura Complessa Ortopedia e traumatologia dell'Università Cattolica di Roma: "Il dolore avrebbe potuto deconcentrare il pilota portandolo a guidare male e a correre non al massimo delle sue possibilità. Non conosco la patologia di cui soffre Schumacher - spiega Aulisa - ma posso immaginare che il trauma dovuto all'incidente di qualche mese fa non si sia completamente riassorbito. I piloti sono sollecitati da iper-accelerazioni talmente elevate che anche un minimo problema può creare molti disagi". Un fattore determinante per la rinuncia potrebbe essere stata l'età.
"A 40 anni il recupero dai traumi è senza dubbio più lungo rispetto a quando se ne hanno 20 - sottolinea ancora l'ortopedico - Per un uomo che fa una attività normale non ci sono rischi a guidare un'auto anche con una contusione non del tutto guarita, ma per un pilota di Formula 1 1a situazione è decisamente diversa".