00 17/01/2008 23:05
Nel film "Signorinaeffe" di Wilma Labate la storia d'amore ambientata
nei 35 giorni di sciopero. "Un anno fondamentale per capire quello che accade oggi"
Torino, autunno caldo 1980. Passione e lotta operaia alla Fiat

di RITA CELI


ROMA - E' una storia operaia quella raccontata da Wilma Labate nel suo Signorinaeffe (nelle sale da venerdì distribuito in 70 copie da 01 Distribution), già presentato al Torino Film Festival. Gli operai della Fiat sono i protagonisti del film ambientato nel settembre 1980, quando l'azienda annuncia 14mila licenziamenti e ha inizio uno sciopero che durerà 35 giorni e si concluderà con la marcia dei 40mila colletti bianchi contro i picchetti. Un anno cruciale, poco frequentato dal cinema italiano ma fondamentale, spiega la regista: "Quel periodo è una pietra miliare per comprendere quello che succede oggi nel nostro Paese, anche quando si tratta di eventi incomprensibili o tragici".

TROVACINEMA: LA SCHEDA DEL FILM

La scelta dell'autrice è stata quella di affiancare la lotta operaia con alcune vicende personali che coinvolgono i protagonisti. Con una sequenza finale ambientata ai giorni nostri, girata al Lingotto oggi diventato centro commerciale. Una scelta che ha diviso i presenti alla proiezione per la stampa a Roma, che ha accolto il film con applausi e qualche fischio di chi non ha gradito l'alternanza tra le fratture sindacali documentate con immagini, tg e giornali dell'epoca e le vicende sentimentali di Emma, la signorina effe del titolo.

Il film è sostenuto dalle notevoli interpretazioni dei giovani attori. Emma, Valeria Solarino, è un'impiegata della Fiat che sta cercando di riscattarsi dalle sue origini. E' la figlia minore di una famiglia meridionale trasferita a Torino, dove il padre ha fatto l'operaio a Mirafiori. Emma si sta laureando in matematica ed è legata sentimentalmente a un ingegnere del suo stabilimento, Silvio (Fabrizio Gifuni). Ma nei giorni dello sciopero la giovane conosce un operaio, Sergio (Filippo Timi), di quelli che il padre definirebbe "una testa calda", e se ne innamora. Sabrina Impacciatore si presta con giocosa ironia al ruolo di Magda, la "sorella sfigata" di Emma. Maestra d'asilo come ha voluto il padre, Magda si innamora di Antonio (Fausto Paravidino), anche lui operaio e "testa calda" che trova però tra le sue braccia un valido motivo di riscatto dal grigiore della vita in fabbrica.

Wilma Labate difende con passione la scelta di raccontare la storia al femminile. "Emma è una ragazza di 25 anni, laureanda in matematica che si identifica con l'azienda per cui lavora e procede a passo spedito verso il futuro quando inciampa nella passione di Sergio, un operaio che si trova dall'altra parte della barricata. Una passione che durerà il tempo della protesta. Ma oggi non può esistere una signorina effe, perché la stessa laureanda oggi ha un'identità spezzettata, una prospettiva di più lavori nel migliore dei casi".

"Ho raccontato la storia d'amore tra due giovani, che finisce nello stesso anno in cui ha fine un periodo di passione collettiva" conclude la regista. "Dopo cala il buio: il '68 e gli anni '70 finiscono nel 1980, dopo tutto sembra confuso. Ma il bello del cinema è quello di porre interrogativi, e allora la domanda che rimane sospesa nel finale è: sono finiti gli anni ribelli e cominciano quelli grigi?".

(16 gennaio 2008)


da: www.repubblica.it/2008/01/sezioni/spettacoli_e_cultura/signorinaeffe/signorinaeffe/signorinae...


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