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15.11.2006
Nuovi marcatori per le malattie cardiovascolari
I profili individuali potrebbero aiutare a individuare un'efficace prevenzione delle conseguenze peggiori


Grazie all’analisi dei “materiali di scarto” lasciati nel sangue dal metabolismo, un gruppo di cardiologi e genetisti del Duke University Medical Center ha trovato quelli che potrebbero rappresentare nuovi marcatori per misurare la salute cardiovascolare, a completamento delle informazioni che si ottengono dalla misurazione dei livelli di colesterolo e di trigliceridi.
Tali marcatori – secondo quanto annunciato all’annuale sessione dell’American Heart Association tenutasi a Chicago – si dimostrano utili anche come "sistemi di allarme” per le malattie coronariche che possono dare indicazioni sull’opportunità di trattamenti preventivi che impediscano alla patologia di raggiungere livelli pericolosi.
Questa analisi è una delle prime a utilizzare la metabolomica – ovvero lo studio sistematico delle “firme” chimiche lasciate da specifici processi cellulari al fine di comprendere meglio la familiarità dei disturbi cardiovascolari. Nel corso della ricerca, infatti, sono stati misurati i livelli di metaboliti nel sangue di persone nella cui famiglia vi era un’ampia casistica di patologie dell’apparato cardiocircolatorio anche in età relativamente giovane. Grazie a questi dati è stato così possibile stilare il “profilo dei metaboliti” di ciascun individuo. Sulla base di questi profili i ricercatori hanno dimostrato che molti metaboliti hanno una notevole ereditarietà, il che costituirebbe una misura della predisposizione genetica tanto quanto i livelli di marcatori convenzionali come il colesterolo.
"I nostri risultati – ha commentato Svati Shah, che ha guidato la ricerca – potrebbero avere applicazioni cliniche notevoli, superiori a quelle date dalla semplice identificazione dei geni responsabili della suscettibilità a certe patologie.”

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