NOTA
Francy non prendere per dileggio ciò che seguirà,anzi,ti ringrazio perchè seguendo il tuo bel racconto posso esprimere ciò che mi frulla in testa da un po' ma che non avevo mai scritto non trovandone la chiave adatta a questo forum...ora ce l'ho!
Anche io lo so.
*entrata*
Ogni volta è uguale e differente,ogni volta penso d'esser più forte ma l'anima lavora mentre il cervello pensa,so che tra poco scollegherò una per permettere all'altro di essere lucido ma non è mai semplice...e mai è più facile nonostante non sia più la "prima volta".
*avanzo*
C'è il solito odore nell'aria.Odore di sangue e di morte,di chi lascia un corpo in balìa di altri corpi,di chi offre le proprie membra allo studio utile ai mille che verranno e che dalla sua morte potranno trarre vita,forse.Un corpo come tanti ne ho visti,cereo ed immobile attende la seconda parte del fato,la prima si è già compiuta ed era la più triste,ora arriva lo scempio ma chi lo subisce non si lamenterà semmai lo faranno i suoi cari se non capiranno...e quanti non capiscono! Posso biasimarli? No,naturalmente,tanto che le prime volte passavo interminabili minuti nel cucire ciò che avevo tagliato quasi a scusarmi,quasi volessi redimermi per quel che avevo dovuto fare...il tempo mi ha reso più duro ed ora lascio questa parte a chi è pagato per farla...sono cambiato...si,io lo so.
Le prime volte evitavo di guardare il viso,in parte per rispetto ma essenzialmente per "paura",ogni espressione mi faceva impressione...gioco di parole che rende l'idea: avete mai visto un volto inanimato pensando che all'improvviso possa aprire gli occhi? Sarò scemo ma le prime volte questo temevo e la paura era solo legata all'eventuale sguardo di rimproverò che in quegli occhi avrei letto,una specie di "ma non ti vergogni? Guarda come mi hai combinato!"...si,sono "fuori",io lo so.
*mi avvicino*
Ora è lì,immobile attende le mie lame ma finalmente il coraggio di guardare c'è,l'esperienza me lo ha donato,cerco il volto per dare la dimensione umana ad un evento che saprebbe altrimenti solo di scienza,io voglio di più,io voglio tecnica e cuore in ogni mio gesto,ora lo voglio,ora posso pretenderlo da me e posso "vivere la morte" cercandone un senso,quello del "perchè",della ricerca delle cause in modo da evitare eventuali errori futuri.
Vivere la morte...sembra un non senso eppure io lì ci sono,io vivo ma lui no,io in quei momenti vivo al 1000% in quanto devo compiere atti precisi,netti,dogmaticamente prestabiliti,a quegli atti ne seguiranno altri fino alla soluzione finale,tutto è basato sulla logica ma l'anima è in me,messa da parte per un po' ma sempre vigile,voglio sia con me,silente ma presente.
Non è facile vivere la morte nemmeno così,apparentemente distaccati eppure partecipi dell'essenza di ciò che quel corpo è stato,dell'agglomerato d'emozioni che non escono dalle viscere solo perchè là non sono più,volate via insieme al vero "lui",quello che forse ora mi guarda mentre taglio,prelevo,seziono...non sono solo,lo sento,oltre al corpo qualcosa aleggia e forse mi aiuta a rendere il tutto meno macabro.
Ormai rare sono queste occasioni,il progresso diagnostico e nuovi concetti etici rendono i "riscontri" meno frequenti d'un tempo,come non esserne felici? Felici di cosa poi...in fondo non sono le morti ad esser diminuite ma solo queste meste consuetudini,di che mi rallegro dunque?
Anche io lo so...so che la prossima volta sarà come la precedente,so che mentre gli strumenti volteggeranno su quel povero corpo io lotterò contro me stesso perchè se mai l'anima dovesse vincere ad organi esangui e grumi di tessuti puteolenti si mischierebbero lacrime e questo non deve accadere.Io lo so.