tom franklin - alabama blues - ed. sartorio

lemieparole
00martedì 19 febbraio 2008 18:03
Per vostra fortuna (e mia) per scoprire libri ho fiuto. Sono entusiasta di questo libro di racconti che ho appena finito : Alabama Blues - tom Franklin - ed. sartorio

E' il primo libro di questo scrittore, che ha un forza e un talento nel raccontare da inchiodarti alla poltrona (al divano per i più fortunati).

Le ambientazioni, i personaggi e il linguaggio ricordano per certi versi Lansdale mentre il modo in cui sono scritti i dialoghi, il raccontare una cosa per parlarne di un'altra mi ha fatto pensare in alcuni momenti a Carver - intendiamoci nessun paragone - solo dei rimandi. Poi non lo dico io, Piliph roth l'ha paragonato addirittura a Faulkner.

Questi racconti ti trasportano come in un crescendo, il primo è forse il meno bello Dal secondo in poi il libro decolla. Una meraviglia.

Un racconto "i bracconieri" è stato inserito fra i migliori cento racconti di sempre.


"Devi arrivare alla resa dei conti virilmente, con un po' d'onore, allontanare un bambino dai binari, restando tu stesso sotto il treno. Lanciarsi su una bomba a mano in battaglia e salvare undici compagni, roba del genere. La pistola alla tempia è una possibilità, ma allora ci vuole un bel colpo di scena."

"Non ho mai avuto una visuale così ampia e profonda, il cielo a ovest incide solchi rossi al di là dei lontani alberi azzurrini. Vedo sull'orizzonte lo svolazzo delle luci delle torri radio e delle ciminiere. Le cime degli alberi che si estendono di sotto sembrano abbastanza solide per camminarci sopra. Sarebbe facile dimenticarsi della vita che conosci là sotto, pensare a essa come fosse il fondo del mare, un luogo dove sagome scure si muovono tra colonne di luce, dove gli insiemi delle cose si spostano come nuvole".

"Ieri sera ho preso l'ascensore col mio Jack Daniel's in tasca. Lunghi e bianchi corridoi d'ospedale. Bigi pannelli di legno su cui far scorrere le dita. Rutto. Mi sono perso. Chiedo e un tipo mi indica la stanza. Sono rimasto lì impalato accanto alla porta. Poi ho bussato e sono entrato. Era più pelle e ossa del solito, una cera ancora più pallida, ma cominciò a chiacchierare come fossimo nella sua veranda e tutto filasse liscio".


per nostra fortuna ha solo 45 anni..io dico che ne sentiremo parlare.


gianni
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