edoardo sanguineti

ezechiele,lupo3
00martedì 18 maggio 2010 19:53
oggi è morto Sanguineti, un grande poeta

mi piace ricordarlo con alcune sue poesie





ho insegnato ai miei figli che mio padre è stato un uomo straordinario:
(potranno
raccontarlo, così, a qualcuno, volendo, nel tempo): e poi che tutti
gli uomini sono straordinari:

e che di un uomo sopravvivono, non so,
ma dieci frasi, forse (mettendo tutto insieme: i tic,
i detti memorabili, i lapsus):
e questi sono i casi fortunati:





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che razza di ragazza verrà fuori, un giorno, da questo breve bruco
femminile, qui, di raso rosa !
(ce la invidiano tutti, intanto: infatti
poppa sodo, per esempio: e di notte, di regola, sta buona):






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parliamo, per piacere, dei piaceri della vita, per una volta (ho detto
alla moglie di Van Rossum, lunedì, verso le 11): (che è una tedesca
di Monaco,
proprio, sotto i 30, credo, bianca di pelle come un bianco d'uovo):

e il primo
piacere è chiavare, certo: e poi, per me, dormire nel sole (come dormivo adesso,
le ho detto, prima che arrivasse lei: a torso nudo come mi vede, e a piedi
nudi, ecc.): e il terzo è bere vino (francese possibilmente, come quello
che abbiamo bevuto sabato con Berio, e anche venerdì, a Rotterdam, e qui):

(e ho concluso che il paradiso è chiavare nel sole, forse, pieni di Saint-Emilion):




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i miei occhi sono bruciati dentro i tuoi occhi, dentro i tuoi pacchi, sono bruciati
come ragni bruciati, come giornali, come giorni:
i miei occhi di felci
e di fieni e di fiati: che sono bruciati come mani bruciate, come vetri
bruciati, come pipe:

i miei occhi che sono bruciati come gli occhi che sono bocche:
che cantano: e ti cantano questa canzonetta, in questo reparto speciale, al San Martino:




tzitzeraz
00giovedì 20 maggio 2010 18:26
grazie Eze di averle postate, si fanno leggere con un mezzo sorriso e un grande senso di rispetto e meraviglia

e per me, che odio le rime, è un grande piacere postare questa ballata di rime, di punteggiatura e canti
"la lunga notte che divento niente" è arrivata, ma le sue parole rimangono tutte e per sempre


Ballata delle donne

Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.

Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.

Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.

Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.

Femmina penso, se penso l'umano
la mia compagna, ti prendo per mano.




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