claudio cisco

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gioiaedolore
00giovedì 28 febbraio 2008 04:18
poesia


IL SILENZIO NEL SILENZIO

Erba appena bagnata sulla livida terra,
odore di pioggia da poco caduta
trasporta nell’aria bollicine di sogni
in questo autunno che scorre lento...
Silenti alberi ammutoliti e spogliati
attendono stanchi giovani foglie,
con la nuova stagione arriveranno
in questo autunno che respira lento...
Un colore giallognolo suggestivo e irreale
avvolge ogni cosa di magico incanto,
sfumature di anime invocano il sole
in questo autunno che sbadiglia lento...
Piante e animali stanno dormendo,
la natura è un fantasma che si aggira ramingo,
persino le pietre chiudono gli occhi arrossati
in questo autunno che dorme lento...
Non si avvertono rumori, non si odono lamenti
non c’è più linfa, è sottratta ogni energia
domina il nulla immobile e statico
in questo autunno che tace lento...
Una coltre di nebbia come una nuvola
disegna il paesaggio di malinconica assenza,
una sottile tristezza scende sul cuore
in questo autunno che muore lento...
E in questo bosco solitario e sperduto
dove anche il vento non ha la forza di soffiare,
io perdo me stesso ed i miei pensieri
e nel silenzio io rimango in silenzio.



end

[SM=g8916]
martee1964
00giovedì 28 febbraio 2008 08:03
E in questo bosco solitario e sperduto
dove anche il vento non ha la forza di soffiare,
io perdo me stesso ed i miei pensieri
e nel silenzio io rimango in silenzio.


[SM=g9360]
claudiocisco
00venerdì 26 settembre 2008 16:53
Re: poesia

IL SILENZIO NEL SILENZIO

Erba appena bagnata sulla livida terra,
odore di pioggia da poco caduta
trasporta nell’aria bollicine di sogni
in questo autunno che scorre lento...
Silenti alberi ammutoliti e spogliati
attendono stanchi giovani foglie,
con la nuova stagione arriveranno
in questo autunno che respira lento...
Un colore giallognolo suggestivo e irreale
avvolge ogni cosa di magico incanto,
sfumature di anime invocano il sole
in questo autunno che sbadiglia lento...
Piante e animali stanno dormendo,
la natura è un fantasma che si aggira ramingo,
persino le pietre chiudono gli occhi arrossati
in questo autunno che dorme lento...
Non si avvertono rumori, non si odono lamenti
non c’è più linfa, è sottratta ogni energia
domina il nulla immobile e statico
in questo autunno che tace lento...
Una coltre di nebbia come una nuvola
disegna il paesaggio di malinconica assenza,
una sottile tristezza scende sul cuore
in questo autunno che muore lento...
E in questo bosco solitario e sperduto
dove anche il vento non ha la forza di soffiare,
io perdo me stesso ed i miei pensieri
e nel silenzio io rimango in silenzio.

P R E S E N T A Z I O N E

CLAUDIO CISCO nasce a Messina dove ha sempre vissuto il 18-10-1964. Malinconico e meditativo per natura, rivela sin da piccolo, in trasparenza, una sensibilità profondissima ed una straordinaria vocazione per lo scrivere. Scrittore inquieto dall'animo agitato e tormentato, amante della solitudine, esordisce nel 2004 col suo primo libro COME SONO DENTRO, dove la sua natura romantica e dolce si fonde meravigliosamente con la sua indole malinconica e funerea facendo germogliare liriche di ineguagliabile purezza. Ma la sua ispirazione sempre fervida non ha limiti ne' confini. Decide così di ampliare il suo percorso letterario spaziando nel campo della narrativa. Nasce l'anno dopo il libro COLEI CHE BREVEMENTE FU E CHE MAI IN VITA CONOBBI, nel quale il senso del mistero e la paura della morte si innalzano a vita sospinte dalla forza del sogno e dall'incanto dell'immaginazione, attraverso pagine delicatissime e di commovente bellezza nelle quali impeto del racconto e capacità fabulosa si armonizzano con arte. Libro successivamente modificato leggermente nel testo con due diverse copertine rispetto all'originale. Nello stesso anno sente l'esigenza di fare presa sui lettori e rischia coraggiosamente dando alle stampe il libro IL VECCHIO E LA RAGAZZA, un libro-scandalo che si schiera contro tutte le convenzioni sociali e ogni forma di moralità a difesa d'una libertà d'espressione illimitata e senza freni. Il libro fa molto parlare di se' ma incuriosisce, viene successivamente riscritto dall'autore col titolo LA FINE DELLA CICOGNA in una nuova stesura nella quale vengono aggiunti nuovi concetti. Nel 2006 torna al suo vecchio amore: la poesia, e crea il libro LA MIA ANIMA E' NUDA, dimostrando ancora una volta la sua impossibilità di essere e di realizzarsi in un mondo che nega tanto più crudelmente la felicità, quanto maggiore è la nostra virtù. Spinto dalla sua indomabile e istintiva creatività sempre ricca di idee ed emozioni, prosegue nel 2007 verso la strada della lirica e partorisce il suo quinto libro IL SILENZIO NEL SILENZIO. Una vera rivoluzione è in atto nel poeta. L'accessibilità immediata dei suoi versi, viene sostituita da un'accurata e sofisticata ricerca del vocabolo. La sua solitudine estremamente privata senza sbocchi, si apre di colpo al mondo che lo circonda attraverso tematiche di più ampio respiro. Segno evidente d'un artista, e d'un uomo prima, che sa continuamente rinnovarsi come un istrione della scrittura, capace di sorprendere ogni volta. Sempre nel 2007 raccoglie 40 sue poesie tratte dai libri di liriche scritti in precedenza e dà alla luce il libro SENSAZIONI. Focalizzando sempre più la sua genialità creativa e rinnovandosi continuamente da schemi originalissimi da lui stesso creati, scrive ANIMA SEPOLTA, un'espressione poetica d'avanguardia, alternativa, dove fobie ossessive e fantasmi interiori, esternandosi, si tramutano con sepolcralità in energie negative lugubri e macabre, segni indelebili d'una morte interiore eternamente rassegnata nel misterioso mondo della follia e dell'inconscio. Si cimenta poi in un monologo in prosa surrealista di carattere cerebrale e filosofica APOCALISSE MENTALE. Nel 2008 compone altri 2 libri in versi EROS E MORTE (poesie erotiche e dark) e LA LUNA DI PETER PAN, nel quale il romanticismo predomina velato da una indefinibile tristezza. Nel medesimo anno raccoglie tutte le sue liriche assieme a passi significative delle sue prose e scrive il libro TUTTO SU DI ME. Esterna poi tutto il suo amore per il mare dedicando interamente ad esso il libro di poesie L'ANIMA DEL MARE.

B I B L I O G R A F I A

-COME SONO DENTRO

-ANIMA SEPOLTA

-APOCALISSE MENTALE

-COLEI CHE BREVEMENTE FU E CHE MAI IN VITA CONOBBI

-IL VECCHIO E LA RAGAZZA

-LA MIA ANIMA E' NUDA

-IL SILENZIO NEL SILENZIO

-SENSAZIONI

-LA FINE DELLA CICOGNA

-EROS E MORTE

-LA LUNA DI PETER PAN

-TUTTO SU DI ME

-L'ANIMA DEL MARE

SITO WEB PERSONALE:

www.attraversandoilsole.co.nr

O P P U R E

www.claudiocisco.blog.tiscali.it

E-MAIL:

gcimitero@tiscali.it

O P P U R E

claudio.cisco@tele2.it




claudiocisco
00venerdì 26 settembre 2008 17:06
Re: poesia

http://img215.imageshack.us/img215/3281/dsc02127li8ot1.jpg
IL SILENZIO NEL SILENZIO

Erba appena bagnata sulla livida terra,
odore di pioggia da poco caduta
trasporta nell’aria bollicine di sogni
in questo autunno che scorre lento...
Silenti alberi ammutoliti e spogliati
attendono stanchi giovani foglie,
con la nuova stagione arriveranno
in questo autunno che respira lento...
Un colore giallognolo suggestivo e irreale
avvolge ogni cosa di magico incanto,
sfumature di anime invocano il sole
in questo autunno che sbadiglia lento...
Piante e animali stanno dormendo,
la natura è un fantasma che si aggira ramingo,
persino le pietre chiudono gli occhi arrossati
in questo autunno che dorme lento...
Non si avvertono rumori, non si odono lamenti
non c’è più linfa, è sottratta ogni energia
domina il nulla immobile e statico
in questo autunno che tace lento...
Una coltre di nebbia come una nuvola
disegna il paesaggio di malinconica assenza,
una sottile tristezza scende sul cuore
in questo autunno che muore lento...
E in questo bosco solitario e sperduto
dove anche il vento non ha la forza di soffiare,
io perdo me stesso ed i miei pensieri
e nel silenzio io rimango in silenzio.

P R E S E N T A Z I O N E

CLAUDIO CISCO nasce a Messina dove ha sempre vissuto il 18-10-1964. Malinconico e meditativo per natura, rivela sin da piccolo, in trasparenza, una sensibilità profondissima ed una straordinaria vocazione per lo scrivere. Scrittore inquieto dall'animo agitato e tormentato, amante della solitudine, esordisce nel 2004 col suo primo libro COME SONO DENTRO, dove la sua natura romantica e dolce si fonde meravigliosamente con la sua indole malinconica e funerea facendo germogliare liriche di ineguagliabile purezza. Ma la sua ispirazione sempre fervida non ha limiti ne' confini. Decide così di ampliare il suo percorso letterario spaziando nel campo della narrativa. Nasce l'anno dopo il libro COLEI CHE BREVEMENTE FU E CHE MAI IN VITA CONOBBI, nel quale il senso del mistero e la paura della morte si innalzano a vita sospinte dalla forza del sogno e dall'incanto dell'immaginazione, attraverso pagine delicatissime e di commovente bellezza nelle quali impeto del racconto e capacità fabulosa si armonizzano con arte. Libro successivamente modificato leggermente nel testo con due diverse copertine rispetto all'originale. Nello stesso anno sente l'esigenza di fare presa sui lettori e rischia coraggiosamente dando alle stampe il libro IL VECCHIO E LA RAGAZZA, un libro-scandalo che si schiera contro tutte le convenzioni sociali e ogni forma di moralità a difesa d'una libertà d'espressione illimitata e senza freni. Il libro fa molto parlare di se' ma incuriosisce, viene successivamente riscritto dall'autore col titolo LA FINE DELLA CICOGNA in una nuova stesura nella quale vengono aggiunti nuovi concetti. Nel 2006 torna al suo vecchio amore: la poesia, e crea il libro LA MIA ANIMA E' NUDA, dimostrando ancora una volta la sua impossibilità di essere e di realizzarsi in un mondo che nega tanto più crudelmente la felicità, quanto maggiore è la nostra virtù. Spinto dalla sua indomabile e istintiva creatività sempre ricca di idee ed emozioni, prosegue nel 2007 verso la strada della lirica e partorisce il suo quinto libro IL SILENZIO NEL SILENZIO. Una vera rivoluzione è in atto nel poeta. L'accessibilità immediata dei suoi versi, viene sostituita da un'accurata e sofisticata ricerca del vocabolo. La sua solitudine estremamente privata senza sbocchi, si apre di colpo al mondo che lo circonda attraverso tematiche di più ampio respiro. Segno evidente d'un artista, e d'un uomo prima, che sa continuamente rinnovarsi come un istrione della scrittura, capace di sorprendere ogni volta. Sempre nel 2007 raccoglie 40 sue poesie tratte dai libri di liriche scritti in precedenza e dà alla luce il libro SENSAZIONI. Focalizzando sempre più la sua genialità creativa e rinnovandosi continuamente da schemi originalissimi da lui stesso creati, scrive ANIMA SEPOLTA, un'espressione poetica d'avanguardia, alternativa, dove fobie ossessive e fantasmi interiori, esternandosi, si tramutano con sepolcralità in energie negative lugubri e macabre, segni indelebili d'una morte interiore eternamente rassegnata nel misterioso mondo della follia e dell'inconscio. Si cimenta poi in un monologo in prosa surrealista di carattere cerebrale e filosofica APOCALISSE MENTALE. Nel 2008 compone altri 2 libri in versi EROS E MORTE (poesie erotiche e dark) e LA LUNA DI PETER PAN, nel quale il romanticismo predomina velato da una indefinibile tristezza. Nel medesimo anno raccoglie tutte le sue liriche assieme a passi significative delle sue prose e scrive il libro TUTTO SU DI ME. Esterna poi tutto il suo amore per il mare dedicando interamente ad esso il libro di poesie L'ANIMA DEL MARE.

B I B L I O G R A F I A

-COME SONO DENTRO

-ANIMA SEPOLTA

-APOCALISSE MENTALE

-COLEI CHE BREVEMENTE FU E CHE MAI IN VITA CONOBBI

-IL VECCHIO E LA RAGAZZA

-LA MIA ANIMA E' NUDA

-IL SILENZIO NEL SILENZIO

-SENSAZIONI

-LA FINE DELLA CICOGNA

-EROS E MORTE

-LA LUNA DI PETER PAN

-TUTTO SU DI ME

-L'ANIMA DEL MARE




SITO WEB PERSONALE:
www.attraversandoilsole.co.nr





QUANDO TU DORMI


Quando tu dormi sdraiata al mio fianco, amor mio,

sei il sogno che aleggia,

il vapore sulfureo d’un mondo ignoto,

tu sei scrigno di magie e misteri.

Ed io che, come poeta, sbircio nel tuo respiro

rubando il tesoro silenzioso di quel dolce sonno.






L’ANGELO NERO


L’angelo nero è tornato

a bussare alla mia porta.

È entrato

senza che me ne accorgessi.

Nel silenzio assoluto

dei suoi passi inesistenti,

mi avvolge nel suo manto

fatto di fumo e di tenebre.

Muta creatura

della notte più buia,

mi hai preso

senza che un lamento

venisse fuori dalle mie labbra gelide,

bianche come la cera.

Ora sono anch’io una creatura della notte

una sorta di vampiro

assetato di vita, assuefatto di morte,

faccio parte del tuo mondo allucinante.

Voglio solo fuggire via, nell’oscurità,

spiegare le mie ali di pipistrello

e volare lontano

nella notte che adesso sento d’amare.

Fuori il fiume sta scorrendo,

dentro il fuoco non si spegne

mai un momento,

ed io come ti sento, io ti sento!

E tu, angelo nero,

ormai vivi nell’oscurità della mia anima

come una candela accesa

che va spegnendosi lentamente

ma che non si consuma.




BIMBA


Quella notte, avvolta in una nuvola calda,

una pallida luce nei tuoi occhi

sussurrava mille parole,

nascondeva mille segreti.

Ti guardavo,

ascoltavo il tuo respiro,

sentivo i tuoi pensieri scivolare nel regno delle ombre.

Avrei voluto seguirti anche lì

per proteggerti nel sonno,

tenerti per mano,

stringerti,

ascoltare battere il tuo cuore.

Ma sono rimasto immobile a guardare il tuo viso.

Angelo che socchiudi gli occhi,

nell’istante in cui abbassi le palpebre,

porta nei tuoi sogni

il mio ultimo sorriso per te.

Il tuo viso

si distendeva dolce come non mai

mentre la mia mano scivolava leggera

donandoti sulla guancia l’ultima carezza.

Dormi bimba mia, ti sussurravo piano

per non svegliarti,

e vicino a te provavo a chiudere gli occhi anch’io

come fossi di colpo tornato bambino nella culla,

e insieme attendevamo la nuova alba

mentre nel soffitto, anche quella notte,

brillavano miriadi di stelle.




MIA DOLCE REGINA


Non avrai mai più il suo sorriso

immobile è l’immagine nei tuoi occhi,

il regista ha chiuso il sipario

straziante fine di una lunga sofferenza.

Mia dolce regina, di questo teatro

ascolta gli applausi della platea,

il sentito ringraziamento

per un’esibizione mai stata così vera.

Ora che sei più leggera dell’aria,

non aver paura di volare,

perché non potrai mai più cadere.

Lentamente abbandoni te stessa

e, in un istante lungo una vita,

rivedi tutto ciò che è stato

e che mai più sarà.

Invano tengo stretta la tua mano

mentre le lacrime mi solcano il viso,

tu sei già in paradiso.

Sento ogni giorno la tua mancanza,

ma mi basta alzare gli occhi al cielo

e guardare il sole,

ogni suo raggio mi porta il tuo sorriso.




SILENZI


Suonano rintocchi nella mia mente

fragili oasi di rimembranze lontane

sentieri e odori, ombre e querceti

divine corse infantili.

Di te tutto mi parla,

sei come il vento

l’aria

il dolce canto d’uno scricciolo,

e dipingo la mia anima di ricordi,

il mio pensiero cerca improbabili fughe.

L’eco dei tuoi silenzi

annebbia ogni attimo, ogni vuoto.

Dove sei impalpabile luce

che perenne mi perdo a cercar?






SULLE ALI DELLA FANTASIA


Per tutta la vita ti ho cercata

graziosa adolescente io ti ho sognata

e nel mio cuor già dipinti

v’erano i tuoi quadri pieni di colori e fantasia.

E un bel giorno di primavera

la tua voce lontana l’ho sentita vicina

mia dolce principessina,

finalmente hai trovato il tuo amato principe.

Nel tuo mondo fantastico sono entrato con te

rivivendo le fiabe nei tuoi quadri dipinte

rifugiati insieme come creature senza tempo.

Abbiamo viaggiato nel cielo ricco di luci e colori

accarezzati dal sole e cullati dal vento,

abbiamo cavalcato vicini le ali della fantasia.

In quel mondo bambino tutto brillava

ed era trasparente, ed era luminoso

e come nelle fiabe tutto era possibile.





QUANDO I NOSTRI SOGNI DIVENTERANNO AMORE


Mi lascerò trascinare dal vento

ascoltando la dolce melodia dei gabbiani,

diventerò leggero come una piuma

e navigando tra oceani di nuvole, ti ricorderò.

Con la punta delle dita sfiorerò le stelle,

e mi nutrirò della loro luce,

danzando tra magiche aurore.

Volerò come un angelo immortale

e a cavallo di una stella cometa,

giungerò sino in fondo al tuo cuore.

Sfiorando leggermente le nostre labbra,

ci guarderemo ancora una volta,

ed esalando il nostro ultimo respiro,

ci baceremo all’infinito

trasformandoci in polvere di stelle.

E ci rivedremo in un’altra vita,

quando saremo tutti e due sogni

o quando i nostri sogni diventeranno amore.





OBLIO DI SENTIMENTI


Fra le tenebre di questo mondo

stolti e scellerati ansimano

per il dominio di se stessi

e la soppressione degli altri.

Ma in quest’oceano di maledetti,

magnifica la natura

mi ha concesso l’immensità dei tempi,

l’infinita profondità degli spazi,

la tua divina esistenza

che sola mi aggrada e mi conforta

in quest’oblio di sentimenti.





IL RISVEGLIO


Tu che sei nato in estate

quando la terra è gravida

e l’aria è satura di fragranze e sapori,

di colori vivi e di luce accecante,

forse non ami l’autunno.

Gli uccelli migrano lontano

lasciando la terra desolata

a ricordare nel sopraggiunto silenzio

l’eco delle loro grida nel cielo.

La luce del sole è ormai timida nel comparire,

le nuvole nella notte trasformano la luna piena

in un riflesso opaco.

Ombre scure hanno preso il posto delle case

ed hanno contorni indefiniti e tremanti.

L’anima del mondo si è incarnata altrove

e tu ne erediti le spoglie.

Eppure,

se riuscirai a soffermarti per un istante fra i rami spogli,

ad ascoltare il vento che spazza via le foglie morte,

a lasciarti accarezzare dalla pioggia sottile che rigenera i solchi,

ad amare questa terra nuda e fredda

attraverso le tenebre che l’avvolgono,

ti accorgeresti di un respiro sommesso,

del battito lieve di un cuore che sta riposando.

E se saprai attendere paziente il risveglio,

allora, avrai per te una terra vergine da fecondare

e fiori e frutti riempiranno le tue mani,

e nei tuoi occhi brillerà la luce

d’un giorno senza tramonto.

E udirai nuovi sussurri, nuove grida che avranno il tuo nome

e stormi di uccelli che si libereranno per te soltanto

imbastendo danze d’amore

sulle note di una musica scritta per te

dalle acque dei ruscelli.

Ed il vento ti porterà in un viaggio senza fine

accarezzando il tuo sorriso perché non svanisca,

il sole penetrerà le tue membra

per infondere calore e forza

e sarai stordito di profumi inebrianti

che rapiranno i tuoi sensi fino a confonderli.

Allora,

e solo allora, mi incontrerai di nuovo

e guardandomi, non mi riconoscerai.





IL TUO ANGELO BAMBINO


In segreto,

un amore ti dorme accanto,

muto e invisibile,

ha soltanto occhi per guardarti

e mani che non possono stringerti.

Della sua malinconia non ti accorgi

quando lo guardi e non lo vedi,

quando lo accarezzi e non lo senti.

Come un fantasmino si aggira per la stanza

urla a volte per destarti dal sonno ma invano

e poi di nuovo tace

vinto dalla tua indifferenza

più solo e più piccolo di prima.





L’ABISSO


Ho spiato l’abisso dell’anima mia

spalancando gli occhi incredulo

a quel buio senza fine, senza luce.

Ho teso la mano

a toccare il fondo

dove frammenti vagano

in cerca di pace.

Un dolore profondo a fiotti

come magma infuocato

travolge ogni cosa.

Ferite aperte

mai rimarginate

ormai senza più riposo

anelano carezze.

I miei occhi impotenti

ora scrutano tutto il mio dolore,

nel buio piangono lacrime

che brillano di sole.





SPREMI IL MIO SUCCO


Spremi il mio succo ragazza!

spremi tutta la vigna

e beviamo sino ad esserne ebbri

che anch’io sono pazzo di te

e di nuovo ardo di febbre.

Spremine ancora e ancora

e riempi la coppa proibita

per brindare sorella all’aurora

splendida amante della vita.





ERA UN GIOCO


Le rincorse sui prati

quell’acchiapparci

per finire lottando fra l’erba

... era un gioco.

Era un gioco

il mio corpo sul tuo

e trattenerti vinta per terra,

posarti la testa sul seno

aspettando che il respiro

tornasse leggero

... era un gioco.

Era un gioco

la prigionia contro i sassi

del muretto tra i rovi,

il tuo viso offerto nel sole

la dolce schermaglia dei fianchi

... era un gioco.

Ma quel gesto in più,

la mia incontrollata reazione,

la follia che ci prese

e che ci sconvolse la vita,

era un gioco dal quale

non abbiamo più fatto ritorno.




MEDUSA


Chioma di Medusa

ha i suoi tentacoli stesi sul letto.

Salice piangente

sul colle d’illusioni,

la luce dell’alba l’accende

fonde le fronde col cielo infuocato,

disegna l’ombra e il profilo

amaro e sommesso ... dolce e sottile ...

... fiero e slanciato.

Occhi penetranti come fari di luce,

inestinguibili fonti di vita,

pozzi profondi, impercepibile essenza

dolce presagio di un amaro futuro

prova incombente di vita e di morte.





ANIME GITANE


Abitano una terra di confine

piccole Charlot in blue jeans,

crisalidi incantate,

figlie di Veneri avare e rinnegate.

Hanno sguardi intensi e fuggevoli

e corpi sprofondati nei maglioni,

a proteggere anime gitane senza casa.

Vivono il sogno sospeso

di adolescenti cresciute

e di donne mai trovate,

cercando in un volto lo specchio

che rifletta quella parte di esse perduta.





ANIMA INQUIETA


La mia anima inquieta

di naufrago Ulisse,

non ha smesso di navigare;

non ha porto cui fare ritorno,

non ha lidi su cui approdare.

Dolce sirena,

più del tuo canto

mi vince il silenzio.




STELLA DEL MATTINO


Bentornata stella del mattino

ancora dai miei occhi sgorga pianto:

che giorno è questo in cui tu dormi ignara,

mentre io già veglio sui miei fantasmi antichi?

Ti sveglierà l’odore del bosco

e il lento dischiudersi di altri baci.

Avrai suoni e colori anche per oggi.

Io, soltanto la tristezza.




ASCOLTA


Per quel che vale anche tu ascolta

non riesco a sbiadire il volto

disegnato nella mappa della memoria,

contorno scuro

chioma di inchiostro e di seta.

La tua voce rauca richiama

lacrime come di rime sparse.

E ti posseggo solo

con parole che ripeto

magia di nenia o canto,

voce che si incunea

fra i lacci della vita,

su ciglia chiuse.

Dimmi: sei una donna o una strega?

le tue labbra dolce pretesto,

nei tuoi occhi la magia:

una bugia!

La tua malizia mi accende

il corpo mi rendi

e l’anima vendi.

Io ti seguirò

annientandomi,

fino a frantumarmi nella tua follia.





PASSIONI FRA DONNE


Danziamo molto vicine

ma non ci tocchiamo,

una specie di intimità sessuale ben presto

ci costringe a usare le mani.

La notte è calata su noi

ma la musica ci riempie di energia,

è eccitante spingerti su di me,

adoro sentirti mia.

Bere dalla tua bocca

ha un significato purificante per la mia arte,

è così inebriante il tuo odore,

sai che hai la voce sensuale.

Sei divina, così aggressivamente tenera,

farò di tutto per raggiungerti in quella sfera magica

delle nostre menti che non sanno spegnersi

nemmeno quando il corpo sa di anima.

Perdonami se non ho parole

per dirti quanto ci tengo alla luce

che vedo nei tuoi occhi,

siamo in pochi

ad averla ancora.

Stringimi, baciami, mordimi, abbracciami!

Non voglio restare sola

ora che tu con un sorriso

cacci via ogni malinconia.

Non posso che cercare

di fare del tutto per renderti mia

perché sei splendida, splendida, splendida

così come sei.




L’ANTIMATERIA DEL CUORE


La persistenza del cuore,

vorrei che questa cenere

ti desse il segno che tu non sai.

Ali di farfalla nella notte,

il viaggio senza fine,

il tuo profondo desiderio della terra australe.

Siamo noi il confine, l’antinomia,

il duro esserci per inerzia.

La materia opaca del corpo

per desolare il desiderio,

solo gli occhi con un cenno vanno oltre.

E mi dicono gli insonni spiriti dei luoghi siderali

che nelle lacrime di Orione c’è l’amore ignoto

come quando sul pontile ti chiesi un bacio che mi desti

ma te lo vidi poi chiudere in cassaforte

come un gioiello di antenati.

Ma sconosco la chiave

che gira a vuoto per questo silenzio di galassie

sparse nel cosmo vagabonde,

sento che l’antimateria del cuore

è labile cometa

visibile nella sua traccia di contigua assenza.




PAGLIACCETTO AZZURRO


Leggevo tempo fa

le tue poesie,

piccolo arcobaleno ribelle,

scheggia di sorriso

e di follia,

fra la stanchezza generale

che invade la gente.

E mentre sfogliavo le tue pagine,

ti vedevo

pagliaccetto azzurro

saltellare fra la rugiada,

nei fiori giocare,

coi fili d’erba

burlati dal sole,

amare la notte,

e poi morire

in un’autostrada di parole.

Quanta tenerezza mi susciti!

il mio mondo alla tua età

era così simile.

Vorrei dirti pagliaccetto azzurro

non smettere mai di sognare

ma non sarebbe giusto, ti farei del male.

Siamo rimasti entrambi su una giostra di colori

forse non riusciremo mai ad imparare a vivere.




AL DI LÀ DELLA SIEPE


Odore di foglie di menta

bagnate in una notte estiva

circondate dalle lucciole

nel giardino della mia infanzia.

Ascolto,

a testa in giù come un acrobata,

l’eco delle tue parole

incontrare i miei pensieri,

sottile momento di comunione

al di là della siepe.




IL MIO DELIRIO


Cosa vedo,

dai miei occhi trapela solo pensiero,

solo erosione che non mi appartiene,

amore che sfugge al mio delirio,

passione che arde

nell’oscurità dei miei giorni.

Vedo potenti fiamme bruciare una casa

eppure non è per me

il chiarore che giunge alla mia vista,

devo lasciare che bruci sola

senza poterla salvare,

però dentro di me un vortice di sensazioni

scuote la mia mente.

Il mio corpo vibra in una danza impazzita,

si agita,

è rovente,

vuole amore,

ma dove cerco, non trovo nulla,

solo gelido inverno.

Mi trapassa,

mi gira intorno,

mi lascia ferite sul corpo,

mi dà dolore.

Ora un fuoco riscalda la mia pelle,

toglie l’antica solitudine,

eccita i miei sensi,

dà pienezza alla mia anima

e mi libera da lei.





MAGICA NOTTE


Mi giungi nell’anima, magica notte!

che hai ridato il sorriso al mio volto,

uno sguardo ai miei occhi.

Ho incontrato i tuoi, unici

perfette lagune di sogni

e tutto il mio corpo vibra

attendendo di immergersi ancora in essi.

E respirare la tua aria

assaporare la tua vita

sarebbe il sogno a cui la mia anima

vorrebbe aggrapparsi

per far divenire tutto

calda estasi.

Tu magica nella tua perfezione di donna,

nelle tue dolci labbra

sulle quali vorrei morire

lasciando i miei sensi in delirio.

Tu o notte,

ipnotica visione

che non voglio dimenticare

lasciami il tuo ricordo,

un tuo momento.

Tenderò le braccia a te

anima che delicatamente ti scopri a me.

Ti toccherò con la mia,

ti avvolgerò con il mio amore,

ti darò pressante passione,

ti offrirò tutto me stesso,

il mio delirio per te.




AQUILA DALLE GRANDI ALI


Salti per il mondo

e in cima in un attimo ti ritrovi,

da quell’altezza sei tu la padrona,

niente potrà più fermarti.

Aquila dalle grandi ali

ti stagli di profilo,

i tuoi occhi

puntano la preda.

Cosa ricordi di te stessa?

forse il fiore che ti generò,

il respiro del fuoco,

l’aria aperta.

A chi somiglia?

della natura sei complice

bocca bellissima.

Non avrò timori,

il sentiero è dritto

e la ghiaia bianca.

L’erba che raccoglierai

sul ciglio ti basterà

e gli anni futuri

ti vedranno fiera

in cima alla montagna.

Ed io saprò dove cercarti:

nel tuo nido.




ESTASI LUNARE


Vedo l’inviolabile notte implorare,

mi muoverò lentamente in un arido silenzio

come un gatto protetto dalla sua torpidezza,

cullerò un’infinità di rumori e di fumo

e a stento la notte ritroverà la sua pace.

Vedo un lucente angelo esanime,

infido torcerò gemme colorate

e vagherò nudo, tedioso e inerte

tra i docili fremiti degli antri di donna

e a stento l’angelo ritroverà la sua forza.

Vedo un’incantevole regina piangere,

rifiorirò tra le grinfie dell’amore e della vita

nel perduto e meraviglioso oblio rosso

sussurrando poesie tra le spire d’una stella

e a stento la regina ritroverà il suo sorriso.

Vedo una bambina perdere la sua infanzia,

insidierò ancora l’umidità delle tentazioni,

eviterò l’abbaglio dei cristalli

cancellando anche il sapore della nebbia

e a stento la bambina ritroverà il suo gioco.

Ma nel solenne splendore delle mie visioni

della notte, dell’angelo, della regina

e persino dell’innocente bambina,

attenuerò il lacerante taglio dei ricordi

e danzerò nell’estasi lunare.





ADOLESCENTE LUNA


Erano brevi attimi di buio

interrotti da labbra di neve,

addolciti da profumi d’incenso

e deliziose manie.

Era l’estate appagante

nella sua rossa solitudine

assordante di rumori al sapore di grano.

Ti adoravo mia adolescente luna,

disegnandoti sul mio diario segreto

illuminavi i miei giorni confusi, le notturne paure,

e le memorie ancora acerbe prendevano forza

in una danza eclettica di ondeggianti stelle.

Eri mia, lunghi fianchi sinuosi

distesi su letti d’argento,

e lì riappariva il mare nella sua immensa distesa.

Oggi che i miei giorni si consumano di vecchiaia,

sei ancora mia

attraverso rughe di arrugginite memorie.




CREATURE SAFFICHE


Svelatemi

o Numi del cielo

o amabile Venere

o chiunque abbia creato l’Eros,

svelatemi vi scongiuro

l’arcano mistero di costoro:

son giovanissime dee puttane

e dolci figlie di Saffo?

Ninfette in amore,

amabili creature saffiche

con i loro giovani corpi nudi

attorcigliati e avvinghiati uno sull’altro

fino a formarne un solo.

Anima nell’anima

respiro nel respiro

fiamme di paradiso.

Acerbi potentissimi sensi

scambiatevi lancinanti effusioni,

esplodete di malizia e innocenza.

Brividi, sussulti e fremiti

son lugubri rintocchi di messa funebre,

orgasmi, orgasmi e orgasmi

rosari sussurrati nel silenzio della chiesa.

Grazie potente Zeus

grazie divinità tutte dell’Olimpo

per avermi donato occhi

che possono ammirare

così celestiale visione.

Perdonami Dio della bontà e della purezza

ma io non so rinunciare

alla tentazione di quei corpi.




CHE BELLA SEI


Scorre la pioggia su di noi,

che bella sei!

sembri un cucciolo

infreddolito, stretto nelle tue spalle.

È bello il rumore

dell’acqua sull’asfalto tra pozzanghere di specchi

e aghi di pioggia che cadono giù.

È dolce sentire

il tuo corpo umido

contro il mio, bere dalle tue labbra.

Vedere i tuoi capelli gocciolare

arruffati selvaggiamente

stupendi nel loro disordine.

Che bella sei!

troppo bella per essere tangibile,

per essere mia.

Sento che sei parte di un sogno

ed ho paura di svegliarmi,

vorrei morire dormendo

con te al mio fianco.




IL RESPIRO LENTO DELLA FINE


E odo soltanto

l’impercettibile canto delle farfalle

quelle ebbre di vita nel loro ultimo giorno.

Il respiro lento della fine

ancor più mi strazia le carni,

mi indica il sentiero.

Una spirale di nebbia mi avvolge,

i rovi fermano i miei passi,

in lontananza un pallido sole

allunga le ombre dei cipressi

che come antichi guardiani scandiscono il mio tempo

con le loro lance sugli scudi di bronzo.





L’EFEBO NELL’ANTICA GRECIA


Che splendor mio grazioso giovinetto

quasi femmineo puro tutto ben curato

sii pronto su è giunta l’ora

d’esser da viril uom sodomizzato.

Oh si è bello è natural

e l’accoppiamento sai è gran giusta cosa

eroe e signor diman anche tu sarai

assai degno di fedele sposa.

Che aperte menti pensatrici

avean quei greci valorosi!

oggi mamma mia che tabù sarebbe

s’aprirebber celle per ricchi e per morosi.

Come corri in fretta pazza civiltà

c’è internét altro che lontan caverne

siam del progresso già tutti robots

e al natural piacer addio senza più goderne.

Così Sant’Uomini col mal dentro Sé stessi

san trovarlo ovunque persin dove non sta

e ciò che con durezza sono pronti a condannar

in segreto è praticato in Lor Sacra Autorità.





LA SPOSA DEL MARE


Il suo corpo appartiene solo al mare

fedele sposa e amante del potente Nettuno.

Avanza elegante tra schiere di delfini

nel suo abito bianco,

spuma di mare cristallo

come velo d’argento

dal riflesso lunare.

Avanza la sposa sopra le onde,

cadono fiori dal cielo stellato, cielo che si confonde col mare

brezze di vento

alitano accanto,

leggero un profumo di conchiglie si diffonde sulle coste.

È un rito la sua danza

sulle acque in controluce,

lontano si ode un canto.




IO L’HO VISTA


Io l’ho vista

quand’ero ancora adolescente e mi sentivo solo

in quel freddo pomeriggio d’inverno,

nel silenzio,

in quella grotta buia coperta da fronde.

L’ho vista

nella sua nudità d’angelo

librarsi in volo con le sue ali dorate,

mi ha parlato

con la sua voce dolce e suadente.

L’ho vista, lo giuro!

anche se nessuno mi vuol credere,

mi ha detto di non svelare il suo segreto

che da allora è anche il mio.

Nella notte delle stelle cadenti

sono tornato nel punto dove mi è apparsa

ma non ho veduto più nulla

silenzio assoluto anche del vento,

ma una luce brillante si è accesa

subito dopo che sono andato via.




IL CLOWN


Se in questa vita proprio devo fingere

voglio essere un clown

un trasformista multicolore

che diverte il mondo scherzando di sé.

Voglio essere l’arcano numero zero,

l’amico dei bambini,

il nano di corte, il giullare, il folletto.

Voglio essere il folle saltimbanco

che entra in scena,

che rompe gli schemi,

che fa ridere i cuori,

che sa indossare sulla guancia dipinta

una lacrima vera camuffata per finta.

Sarò triste come Pierrot

o forse allegro come Arlecchino,

non so neanch’io quello che diventerò.




LETTERA AD UN AMORE LONTANO

Messina 16-12-1989


È quasi Natale ormai ma non è più festa per me,

ogni giorno è uguale all’altro.

Io lo so che in paradiso

non si può vivere per sempre,

ma nei tuoi occhi l’infinito

libera la mia mente,

se potessi io ti raggiungerei dovunque.

Sei tu

che mi fai sognare, ridere, impazzire.

Sei tu

che mi dai il coraggio di ricominciare.

Con te

ci sarà ancora tutto da scoprire

ed io so già

che la mia vita cambierà colore.

Ma tutto ormai appartiene al passato

e sembra non avere futuro.

Oggi cammino da solo per le strade ricche di addobbi natalizi

straniero anche per me stesso con la sola compagnia di lacrime che sanno di sale,

non so dove vado né se sto vivendo.

Mi sono guardato riflesso allo specchio

la barba lunga, i capelli arruffati

io sono cambiato sai

ma si è abbruttito pure il tempo, non si vede più il sole.

Quando l’aria si trasforma all’improvviso

e la tramontana sale,

è il mio cuore che mi chiede dove sei

e proprio in quei momenti tristi,

mi rendo conto che lunghe distanze

ormai mi separano da te.

Una sottile crescente malinconia

allora mi prende sempre più

e sembra che mi arrivi da lontano il calore della tua pelle,

mi par di sentire il suono della tua voce,

il ritmo regolare dei tuoi respiri sul mio petto.

E mi lascio andare così

alla dolce melodia di questi pensieri

e dentro di me fra mille paure

conservo ancora il tuo fuoco.

Giuliana, io darei qualunque cosa per rivederti un solo istante,

mi chiedo se è lo stesso anche per te.


Con amore, tuo Claudio




SOLO NEL CIMITERO DEI VIVENTI


Solo,

insieme a mitiche creature,

mi cullo su un filo di ragnatela.

Navigo nel mondo

su di una zattera fatta di sogni,

le mie vele idee immorali,

i miei remi i miei peccati.

Solo,

con arti di plastica

che sfiorano il mio corpo,

lo scuotono in convulsi balli tribali,

in un vortice nero perdo me stesso

per ritrovarmi vuoto

senz’anima.

Solo,

sotto la pallida luce

di una sterile luna invernale,

vago per il cimitero dei viventi

che chiamo casa.

Solo,

attraverso la linea di confine,

unico superstite di un’era di scintille e ferro,

passo al di là dello specchio.

Le mie orme si confondono con quelle del mio clone

nell’arido deserto dell’Ade.




ACROBATI


Emozioni sul trapezio della vita,

equilibri instabili di cuori in bilico,

questo è il nostro destino,

essere acrobati

rappresentare ogni giorno noi stessi

ora guitti, ora attori dai mille volti,

capaci sempre di carpire l’ultimo applauso,

sempre pronti a giocare con il fato.

Nella notte offriremo lo spettacolo più bello,

saliremo sul ciglio della luna,

saremo giocolieri delle stelle,

cammineremo in punta di piedi nei sogni dei bambini

e strapperemo loro lo stupore più innocente,

salteremo di cuore in cuore.

Questa è la nostra forza,

questa è la nostra scelta:

essere equilibristi di noi stessi.


gioiaedolore
00domenica 28 settembre 2008 14:48
GRAZIE PER QUESTE POESIE D'AUTORE...
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