Zaratan

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Mixer84
00domenica 9 dicembre 2007 14:30
La balena-isola o Zaratan è un leggendario mostro marino, con la forma di una enorme balena o tartaruga. Le sue dimensioni sono tali che i marinai possono scambiarlo per un'isola, e sbarcarci sopra.
Il mito di un mostro marino grande come un'isola, e che poteva essere scambiato per tale dai naviganti, risale almeno alla mitologia norrena (la Saga di Örvar-Odds e il Konungs skuggsjá) e accomuna Zaratan ad altri mostri marini celebri, in particolare il Kraken. Il Kraken tuttavia non viene in genere rappresentato come un pesce, ma come una piovra o un granchio.

Una balena-isola compare nelle Mille e una notte; la incontra Sindbad nel suo primo viaggio. All'incirca alla stessa epoca, ovvero al IX secolo, risale il primo riferimento a questo mostro in un'opera non di fantasia. Al-Jahiz, zoologo arabo, annotava nel proprio Libro degli animali:
« Per quanto concerne lo Zaratan, non ho mai incontrato nessuno che l'abbia visto con i propri occhi. Ci sono marinai che asseriscono di essersi spinti verso certe isole, vedendo valli boscose e spaccature nella roccia, e di essere sbarcati per accendere un gran fuoco; e che quando il calore delle fiamme ebbe raggiungo la spina dorsale dello Zaratan, questo abbia iniziato a immergersi nell'acqua con loro sopra di lui, e con tutte le piante che vi crescevano, fino a che solo quelli capaci di nuotare furono in grado di salvarsi. Questo supera persino la più coraggiosa e fantasiosa delle finzioni. »
Il racconto di Al-Jahziz si ritrova in numerose altre fonti successive. Un episodio praticamente identico viene raccontato dal cosmografo persiano al Qazwini nel XIII secolo nella sua opera Le meraviglie delle creazione; in questo caso, tuttavia, il mostro è indubbiamente una tartaruga.

L'episodio entrò anche a far parte del mito irlandese di San Brendano, narrato nella Navigatio sancti Brendani (capp. IX e XVI). Ludovico Ariosto riutilizzò l'idea nell'Orlando furioso (Canto VI, Stanza 37: Ch'ella sia una isoletta ci credemo).
La navigazione di San Brandano è stata scritta da un autore sconosciuto, ecclesiastico irlandese, che si basò sul patrimonio leggendario della sua terra, inserendovi spunti di derivazione cristiana. Il testo, diffuso in Europa dai monaci sfuggiti alle incursioni vichinghe, fu tradotto per secoli in numerose lingue.
Brandano, abate benedettino irlandese (Clonfert), è un santo, vissuto nel VI secolo: si procurò fama di navigatore fondando monasteri sulle isole tra l'Irlanda e la Scozia. Forse sbarcò, prima di Cristoforo Colombo e dei Vichinghi, nelle terre che poi si sarebbero chiamate America.
Il mito lo trasfigurò, immaginandolo alla testa di una ciurma di monaci, alla ricerca, con un curragh (imbarcazione con intelaiatura di legno ricoperta da tela catramata), di un paradiso terrestre e dei santi situato su un'isola misteriosa.
Brandano lo raggiunge, dopo aver navigato per molti anni in mezzo a balene, pesci che assumono la forma di ciambelle, uccelli parlanti, diavoli e anime di morti che all'avvicinarsi della navicella emergevano dalle profondità marine "... urtavano contro lo scafo, ne addentavano i remi e si sollevavano sull'acqua". Durante il viaggio incontra iceberg, eruzioni vulcaniche sottomarine, il diavolo, Giuda iscariota e una sirena pelosa.
In una di queste avventure sbarcò sulla balena-isola e su di essa accese il fuoco, al che il cetaceo si immerse rapidamente, facendo cadere in acqua tutti i frati. Si salvarono tutti e per questo San Brandano fece notare quanto il Signore fosse misericordioso e li proteggesse dai pericoli, anche se i frati confessarono la loro paura

Numerose altre fonti citano episodi di questo tipo; per esempio, la Historia de Gentibus Septentrionalibus di Olao Magno (1555), il Fisiologo (cap. 17), il Bestiario d'Amore e il Baldus di Teofilo Folengo (libri XVIII-XX). Attorno alla figura di Zaratan come balena gigantesca si svilupparono alcuni dei temi che Hermann Melville avrebbe in seguito ripreso nel suo Moby Dick.
Più recente è la menzione di Zaratan-tartaruga da parte di Peter Prescott, nel saggio Incontri con la cultura americana. Anche Jorge Louis Borges ha incluso lo Zaratan nel suo Libro degli esseri immaginari.

Nel Fisiologo greco si dice che c'è la sua natura è questa: quando ha fame, apre la bocca, e dalla sua bocca esce ogni profumo di aromi, e lo sentono i pesci piccoli e accorrono a sciami nella sua bocca, ed essa li inghiotte. Così anche il demonio e gli eretici, con la seduzione e l'inganno, che sembra essere un soave profumo, adescano i piccoli e coloro che non hanno il senno adulto. L'altra natura del mostro: esso è di proporzioni enormi, simile a un'isola; ignorandolo, i naviganti legano ad esso le loro navi, come in un'isola, e vi piantano le ancore e gli arpioni; quindi vi fanno fuoco sopra per cuocersi qualcosa: ma non appena esso sente caldo, s'immerge negli abissi marini e vi trascina le navi. Anche l'uomo, se si tiene sospeso alla speranza del demonio, questi lo trascina con sé nel fuoco eterno. La balena non compare nel Bestiario latino.

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