Un generale serio dopo i quaquaraquà!

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(SimonLeBon)
00domenica 7 dicembre 2008 22:43
2008-12-07 18:56
OBAMA CONFERMA: GENERALE ANTI-RUMSFELD SARA' MINISTRO DEI VETERANI


WASHINGTON - Il generale in pensione Eric Shinseki, che fu un critico delle modalità scelte dal capo del Pentagono Donald Rumsfeld per lanciare la guerra in Iraq nel 2003, sarà il ministro dei veterani di guerra nella prossima amministrazione. Lo ha confermato il presidente eletto Barack Obama, secondo il quale "é la persona giusta per esser certi che possiamo onorare i nostri soldati, quando rientrano a casa". Obama, in un'intervista domenicale al programma 'Meet the Press' della Nbc, ha denunciato la situazione difficile in cui si trovano i reduci di guerra in America e ha sostenuto che è una realtà "che mi spezza il cuore".

Il presidente eletto annuncerà la nomina di Shinseki in una conferenza stampa a Chicago alle 20:00 (ora italiana), dedicata a ricordare l'anniversario dell'attacco giapponese a Pearl Harbor del 1941 e a onorare i veterani di guerra. Shinseki era un generale a quattro stelle e capo di stato maggiore dell'Esercito nel 2003, quando a poche settimane dall' invasione dell'Iraq sostenne in Congresso che erano necessari "centinaia di migliaia di soldati" per controllare il paese, assai più di quelli previsti dal piano varato da Rumsfeld. Il generale nel giro di pochi mesi fu mandato in pensione e le sue critiche sono state citate più volte nel corso degli anni dai democratici contro l'amministrazione Bush. Come Obama, Shinseki è originario delle Hawaii. Il generale ha origini giapponesi ed è il primo asiatico ad entrare nella squadra di governo del presidente eletto.

OBAMA ANNUNCIA IL NEW DEAL DEL XXI SECOLO
Per far uscire l'America dalla peggior crisi economica dai tempi della Grande Depressione, Barack Obama ha proposto un New Deal per il 21esimo secolo: in un discorso diffuso per radio e in video su You Tube il presidente-eletto ha annunciato che metterà in atto il più importante piano di investimenti nelle infrastrutture dai tempi della costruzione delle autostrade negli anni Cinquanta. Con la disoccupazione alle stelle e nessuna prospettiva di uscita dalla recessione, Obama si prefisso di aumentare le possibilità di ingresso in Internet grazie alla banda larga in modo che "ogni bambino possa connettersi in linea".

Impegnandosi al più grande nuovo investimento in strade e ponti da quando alla fine degli anni Cinquanta il presidente Dwight Eisenhower costruì il sistema delle autostrade Interstate, Obama ha promesso anche di rinnovare l'autostrada informatica d'America.

"E' inaccettabile che gli Stati Uniti siano solo al 15/o posto per quanto riguarda l'adozione della banda larga", ha detto Obama. Internet dovrà poi entrare in ogni scuola. L'amministrazione Obama non ha ancora un ministro dell'istruzione, ma il New Deal del presidente eletto punta sull'educazione delle nuove generazioni per far risorgere l'America: la "più vasta modernizzazione della istruzione che abbia visto il paese" si baserà sull'efficienza energetica degli edifici e l'installazione di computer in ogni classe. Le nuove misure includono la promessa di dare a ogni americano accesso elettronico alle proprie cartelle cliniche "come parte di un piano di ripresa economica che non soltanto conserverà posti di lavoro, ma servirà a salvare vite". Obama si prefigge di far approvare il suo pacchetto anti-crisi "immediatamente" dopo l'insediamento del 20 gennaio, e ha chiesto che il Congresso se ne occupi non appena tornerà a riunirsi dopo la pausa elettorale ai primi di gennaio. 'E' urgentissimo: Dobbiamo salvare o creare due milioni e mezzo di posti di lavoro".

Il New Deal di Obama è un mix di lavori pubblici tradizionali per la middle class (rientrano in questa categoria ponti, strade, scuole decrepite da riparare) e di un nuovo impegno federale per creare posti di lavoro nei settori delle tecnologie e dell'ambiente. Il presidente eletto, che sta valutando se creare nella sua squadra di governo la posizione di lo 'zar' dell'energia, erediterà dall'amministrazione Bush una situazione disastrosa sul fronte dell'occupazione: solo in novembre sono spariti 533 mila posti di lavoro, con oltre due milioni di nuovi disoccupati nel corso dell'anno.

Il presidente eletto non ha voluto specificare quanto costerà il suo piano, ma qualche giorno fa, parlando con l'Associazione dei Governatori, si era sentito dire che tra ponti e strade da riparare, il fabbisogno era di 136 miliardi di dollari in progetti già approvati e pronti a partire non appena fossero arrivati i finanziamenti. Secondo i governatori ogni miliardo di dollari spesi sarebbe servito a creare 40 mila posti di lavoro. Domani intanto, nell'anniversario dell'attacco a Pearl Harbor, Obama terrà una conferenza stampa domenicale. Il presidente eletto parlerà del contributo dato dagli americani come suo nonno che hanno servito il paese in guerra.

Dal giorno dell'elezione Obama ha tenuto una serie di conferenze stampa, rompendo la consuetudine che prevede un basso profilo per il presidente eletto fino all'insediamento: finora però si era sempre trattato di appuntamenti legati all'annuncio di nomine o a discutere la crisi economica.
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