Tour du Mont Blanc

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taglia78
00lunedì 27 giugno 2011 20:44
Inizio dalla fine. Ovvero dal miraggio dell'Ospizio sul colle del Piccolo San Bernardo, domenica nel tardo pomeriggio. Ho avuto modo di osservarlo a lungo, per tutti e tre i chilometri che ho percorso a piedi per raggiungere la vetta, con il Monte Bianco sullo sfondo.

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A dire la verità non è proprio la fine, perchè il giro si è aperto e chiuso ad Aosta. Ma i 55km finali dopo l'ultimo scollinamento sono facili facili, se confrontati con il resto, ovvero i 7500m di dislivello che consentono di completare il giro del Monte Bianco.

Ma torniamo all'inizio, a sabato mattina. Zaino in spalla, inforco il mio muletto (la mia mitica Bianchi che mi ha accompagnato per tre anni). Lascio l'auto a pochi metri dall'inizio della prima salita, il Colle del Gran San Bernardo. E che salita! Gli ultimi chilometri, dopo Saint Remy, li ricorderò per il vento, che ha fatto di tutto per non farmi raggiungere la cima. Durante l'ultima curva, quella che conduce al lago, c'era da appendersi al manubrio per stare in piedi. E poi la discesa. Freddissima, nonostante mi fossi cambiato di tutto punto con abbigliamento quasi invernale.

Lunga sosta a metà discesa, per riprende il controllo delle mie braccia, per poi proseguire verso Martigny, dove ha inizio il Col de La Forclaz. 1000m tondi in 13km. Il tutto sotto il sole del primo pomeriggio. Lo stesso sole che avrei invece voluto vedere sul Gran San Bernardo qualche ora prima.

Breve scollinamento, e si risale per il Col des Montets. Breve e indolore. Si iniziano a vedere i ghiacciai del Monte Bianco, la Mer de Glace su tutti. Supero Chamonix e decido di fermarmi a Les Houches. Avevo pensato di suddividere il giro in tre tappe, quindi 120km e 3300m di dislivello potevano bastare.

All'indomani, domenica, parto con calma, alle 8. L'obiettivo di giornata è raggiungere Bourg St. Maurice, a 120km di distanza e altri 2500m. Il primo problema da affrontare è stato quello di non immettermi in autostrada. Mi ero informato, e avevo preso nota delle indicazioni da seguire. Tuttavia, per almeno due volte prima di Passy, mi sono trovato di fronte al disco rosso con la bicicletta al centro. C'è di buono che per evitare l'autostrada si passa da stradine veramente suggestive, il tutto sotto lo sguardo del Monte Bianco.

Da Passy a Megeve una facile salita, che porta ad attraversare il centro termale di St. Gervais les Bains. Breve discesa, e si inizia a salire sul serio. Se si esclude lo scollinamento, il Col des Saisies è, su entrambi i versanti, una delle zone più belle che si attraversano lungo il giro. Lungo la discesa ritorna a farsi vedere il Monte Bianco, subito dietro il balcone naturale del Col du Joly. Peccato non poterci andare, ma ho pensato che altri 700m di dislivello fossero troppi.

A Beaufort inizia il Cormet de Roselend. Non è un duemila metri, ma poco ci manca. La salita è, nella parte bassa, tutta o quasi in ombra. Un vero sollievo, perchè le temperature si sono alzate di parecchio rispetto al giorno prima. Superato il lago, il paesaggio si apre, ma l'altitudine porta con sé un po' di frescura.

La gamba tiene, siamo a quasi 2500m di dislivello per la giornata, ed inizia a sfiorarmi il pensiero di chiudere il giro in due giorni. Mi dico: "Inizia ad arrivare a Bourg St. Maurice, e poi vedi". Peccato fosse ancora abbastanza presto. Solo le tre del pomeriggio. Troppo presto per non tentare. 30km, 1370m di dislivello. Mi ricordavo fossero 1200m, e che il passo scollinasse poco oltre i 2000m, e non a 2188m, per la precisione. Peccato, perchè quei 170m finali sono stati i più sudati da quando vado in bicletta. La salita è caldissima, ma le pendenze sono tranquille. 5%, 6%, 5%, 5%, 5%, 6%, ... In Francia molte salite hanno un cartello all'inizio di ogni chilometro. Quando stai bene lo leggi. Quando fai fatica hai paura di quello che verrà, e preferisci guardare altrove. Prima sosta al 15esimo, seconda al 23esimo a La Rosiere. Sono in riserva, e ai -3km accosto in una piazzola, scendo dalla bici, e mi sdraio per terra, proprio mentre un francese decide di fermarsi con l'auto a 20cm da me. Lo avrei voluto azzannare.

Mi ricompongo ed inizio a camminare. Penso più di una volta se non valesse la pena togliere le scarpe, per fare meno fatica, ma sarebbe stato un segno di resa, perchè non sarei più salito in bici. A posteriori, mi è anche venuto in mente che avevo un comodo paio di scarpe da tennis nello zaino, ma evidentemente non ero molto lucido in quel momento. Arrivo al valico stremato, e non riesco a pedalare nemmeno nel tratto in piano che separa il rifugio francese da quello italiano. Mi fermo in quest'ultimo per chiedere una stanza, che non c'è, perchè avrebbero chiuso il rifugio quella sera. Non mi resta che scendere a La Thuile, dove faccio un timido tentativo di cercare un posto dove dormire. Guardo l'ora e sono le sette meno un quarto. Ci sarà luce fino alle nove, almeno. Tanto vale proseguire per il fondo valle. A Prè St. Didier iniziano gli ultimi 30km. Ho meno di 500 metri di dislivello a mio favore, e spero siano ben distribuiti lungo il percorso, che non conosco. Per mia fortuna c'è poco vento contrario e le contropendenze sono veramente poche. Per chi ha esperienza vissuta del Susa-Susa, il rientro è molto più agevole del tratto Cesana-Susa.

Alle otto raggiungo l'auto. Come sempre, la gioia di aver concluso un'avventura riesce ad appianare la fatica.

Per concludere, due giorni all'avventura interamente passati in bicicletta. Sette ore il primo, dodici il secondo. Ovviamente, di questo tempo, molto l'ho passato anche fuori sella. Oltre ai già citati 3km di passaeggiata in quota, non si contano le innumerevoli soste in negozi di generi alimentari di ogni sorta (dalla bottega di paese al McDonald di Bourg St. Maurice, dove ho dovuto fare rifornimento idrico).

Ammiro chi, come ho letto in altri forum, è riuscito a completare lo stesso itinerario in un solo giorno.


Jack.ciclista
00lunedì 27 giugno 2011 21:27
Re:
taglia78, 27/06/2011 20.44:


Ammiro chi, come ho letto in altri forum, è riuscito a completare lo stesso itinerario in un solo giorno.



Io invece ammiro te per questo splendido weekend !
ceemo
00lunedì 27 giugno 2011 22:31
Bellissimo giro. E nei miei progetti da un pò!

Complimenti vivissimi.

Ma hai fatto tutto in solitaria?
fricius
00martedì 28 giugno 2011 00:09

Visto che abbiamo fatto lo stesso giro ti metto qui il link con le foto.
Il Piccolo San Bernardo alla fine, pur essendo facile è eterno, vero?

IL GIRO DEL MONTE BIANCO
Vedo23
00martedì 28 giugno 2011 01:09
Grandissimo!! [SM=g28002]
Sia per il giro fantastico, sia per il coraggio e la "craponaggine" dimostrata! Pace per la cotta clamorosa, ci stava tutta... [SM=g27988]
Hai fatto qualche foto, o eri talmente poco lucido che ti sei dimenticato anche la macchina fotografica nello zaino? [SM=g27990]

Giorgio
Resta_in_sella
00martedì 28 giugno 2011 08:27
Un giro che richiede coraggio e resistenza notevoli. Tra l'altro sono andato a rileggermi il precedente racconto di Fricius, dello stesso giro, e mi sembra veramente un'esperienza Hors Catégorie. Peccato sia al momento fuori dalla mia portata: io domenica mi sono preso una cotta tipo la tua sull'Albula, ma avevo scalato solo poco più di 3000 m. di dslivello!

Complimenti, a quando le foto?
SuperIannellus
00martedì 28 giugno 2011 09:42
Veramente bello. Secondo me la sofferenza nel conquistare un obiettivo è direttamente proporzionale alla gioia che se ne ricava.

Complimenti!
taglia78
00martedì 28 giugno 2011 10:31
@ceemo: Sì, l'ho fatto tutto da solo. Avevo provato a lanciare l'idea ai miei compagni di squadra (triathlon), ma non ho ricevuto risposte...

@fricius: ho riletto il tuo racconto. Sapendo ora di cosa si tratta, l'ho apprezzato ancora di più. Una nota sul dislivello. A mio avviso sono molto meno degli 8000m indicati. Il mio polar ne ha indicati 7300 (3300 fino a Les Houches, e 4000 da Les Houches ad Aosta), e di solito sbaglia per eccesso. Anche openrunner tende a sovrastimare.

Vedo di aggiungere qualche foto, anche se la macchina fotografica che avevo con me era il muletto, come la bici, e la qualità è scarsa.

Un consiglio a chi volesse ripetere il giro in due tappe. Arriverete stanchi a Chamonix, ma vale la pena proseguire per un paio d'ore (e altri 700m di dislivello) per raggiungere Megeve. Altrimenti il tappone finale è davvero duro.

In alternativa, su tre giorni, si può sostituire la parte iniziale del Cormet de Roselend con il Col du Prè (ho visto l'altimetria a Beaufort, e ho desistito), fermarsi a Bourg St. Maurice, per lasciare Piccolo San Bernardo + San Carlo per l'ultimo giorno.
fricius
00martedì 28 giugno 2011 19:05
Re:
taglia78, 28/06/2011 10.31:



@fricius: ho riletto il tuo racconto. Sapendo ora di cosa si tratta, l'ho apprezzato ancora di più. Una nota sul dislivello. A mio avviso sono molto meno degli 8000m indicati. Il mio polar ne ha indicati 7300 (3300 fino a Les Houches, e 4000 da Les Houches ad Aosta), e di solito sbaglia per eccesso. Anche openrunner tende a sovrastimare.




X Taglia: il dislivello l'avevo calcolato "a mano" sulle carte, tenendo bene conto anche delle risalitine insidiose per uscire dalla valle di Chamonix e delle contropendenze in valdigne, e mi veniva 7.700, in cui confermo i 3.300 da aosta a chamonix.

L'8.000 è una sovrastima "maiestatis titulis"... [SM=g27985]
Jack.ciclista
00martedì 28 giugno 2011 20:11
Re:
SuperIannellus, 28/06/2011 09.42:

Veramente bello. Secondo me la sofferenza nel conquistare un obiettivo è direttamente proporzionale alla gioia che se ne ricava.

Complimenti!




La prima cosa seria che dici da quando di conosco. C'è da preoccuparsi ??
SuperIannellus
00mercoledì 29 giugno 2011 09:25
Re: Re:
Jack.ciclista, 28/06/2011 20.11:




La prima cosa seria che dici da quando di conosco. C'è da preoccuparsi ??




-Emiliano-
00mercoledì 29 giugno 2011 09:55
GRANDISSIMO!

Complimenti per l'impresa!
Vedo con piacere che, nonostante sia un po' meno presente sul forum, continui "a darci dentro" con la bici!
Bravo!

Emiliano

PS: anch'io, anni fa, sono stato "vittima illustre" del Piccolo San Bernardo francese... [SM=g27995]
taglia78
00mercoledì 29 giugno 2011 20:51
@Emiliano. Quest'anno ho dovuto aspettare il 25 giugno per il primo 2000m. In primavera mi sono divertito partecipando ad alcune gare di triathlon.

Il giro è stato anche un banco di prova per "La Marmotte", che mi attende questo sabato.
-Emiliano-
00mercoledì 29 giugno 2011 20:55
Re:
taglia78, 29/06/2011 20.51:

Il giro è stato anche un banco di prova per "La Marmotte", che mi attende questo sabato.


Urka!
In bocca al lupo per "La Marmotte" [SM=g28002] : l'anno scorso (a mia insaputa [SM=g27995] ) ho affrontato Telegraphe e Galibier insieme alla simpatica carovana (prima di salutare fricius e quindi proseguire in solitaria verso la conclusione della mia Susa-Susa stagionale).
Non ti dico di ammirare il Galibier (so che ci sei già salito), però un'occhiatina al Rochilles quando transiterai da Plan Lachat mandagliela "da parte mia"! [SM=g27988]

Emiliano
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