.tani.
00venerdì 8 dicembre 2006 10:17
Oggi su Yahoo ho trovato questo articolo. Ve lo riporto
Tatiana
Il tema . I consumatori sono ormai abituati ad aerei low-cost, treni low-cost, alberghi low-cost, supermercati hard-discount: arriverà anche per le prestazioni sanitarie l’era del low-cost? Dell’interessante tema si è occupato anche il Forum per la Ricerca Biomedica, un’organizzazione nata nel 1992 per iniziativa dell'Università di Milano, del Censis, di Farmindustria e di alcune industrie farmaceutiche, con lo scopo di contribuire allo sviluppo della ricerca biomedica in Italia, attraverso lo studio e il confronto tra i principali soggetti istituzionali, scientifici e politici del settore.
Le prospettive. “E' chiaro come non sia certamente possibile immaginare la trasferibilità pura e semplice del modello di low cost al sistema di welfare (troppo diversi infatti sono gli aspetti istituzionali, organizzativi, finanziari, nonché la collocazione e le aspettative degli utenti), però è da notare come all'interno del nostro welfare siano già in atto dinamiche che, almeno in parte, richiamano la logica del low cost e come in esso esistano sicuramente spazi d'azione in cui possono inserirsi operatori capaci di proporre prodotti/servizi a prezzi altamente competitivi”, afferma il Forum per la Ricerca Biomedica in un editoriale pubblicato recentemente sul suo sito istituzionale. L’approccio low-cost in Sanità è per ora limitato alla produzione e alla vendita di farmaci generici (malgrado la loro tuttora scarsa penetrazione sul mercato), al ricorso a operatori non qualificati (prevalentemente extracomunitari) per l’assistenza sanitaria domiciliare agli anziani, alla presenza di farmacie on-line (fenomeno però controverso e dai risvolti spesso inquietanti). Appaiono allo stato attuale improbabili altre iniziative low-cost, almeno nel nostro Paese.
Fonte. Forum per la Ricerca Biomedica 2006
Il Pensiero Scientifico Editore