Questa volta lascio stare la mia opinione personale sulla pena di morte (sono contraria, anche se - ad esempio - tutte le volte che le vittime sono minori o persone palesemente non in grado di difendersi... mi arrabbio talmente tanto che andrei personalmente a bastonare il responsabile...
).
Rilevo solo un aspetto pratico: ossia la certezza della colpevolezza. Ebbene non c'è certezza.
Se nelle aule dei tribunali c'è il cartello "la legge è uguale per tutti", alla porta d'entrata dovrebbero metterne uno con scritto "o voi che entrate, lasciate qui ogni certezza"...
E non mi riferisco mica solo al penale, ma anche a qualsiasi causa civile, amministrativa, tributaria, di lavoro o quello che volete.
Da un lato il diritto è oggetto - continuamente - di interpretazione. Dall'altro la giurisprudenza cambia orientamento piuttosto frequentemente (la Corte di Cassazione, ad esempio, che dovrebbe indicare una strada da seguire, è spesso in contrasto con se stessa, nel senso che una sezione deicde in un modo e un'altra sezione, nello stesso periodo, decide lo stesso caso in modo diverso).
Infine: siamo giudicati da uomini e donne. Persone come noi, che hanno idee proprie (non necessariamente coincidenti col comune sentire), che hanno vissuto esperienze, che soffrono frustrazioni e che per altre cose possono essere soddisfatte.
Io ho sempre pensato che chi fa il giudice deve essere una persona equilibrata. E in effetti molti sono così. Ma c'è anche chi, magari solo in un determinato periodo, non lo è (... infatti sono persone come tutti noi).
A questo si deve aggiungere che è vero che il nostro ordinamento penale è garantista (per cui una persona è innocente finchè non passa in giudicato la sentenza che l'ha ritenuto colpevole).
Tuttavia... le risultanze istruttorie non sono sempre chiare e - anche quelle - spesso si lasciano interpretare....
Non è affatto certo nè facile dimostrare la propria innocenza, soprattuto nei casi che hanno più presa sulla gente, dove è necessario trovare "il responsabile" per tranquillizzare la collettività.
Si, direte voi... ma il punto non è che io devo dimostrare di essere innocente; è il PM a dover dimostrare che (eventualmente) sono colpevole.
In realtà le due cose sono tra loro legate e la teoria accusatoria del PM deve essere smontata (perchè se non stesse in piedi, non chiederebbe di andare avanti col giudizio...) con una prova contraria rispetto a quello che lui sostiene.
Ma, mi ripeto... se fosse palese che uno è innocente non si arriverebbe necessariamente al processo.
Se invece ci sono incertezze... bè quelle incertezze diventano pericolose anche per chi è innocente.
E sinceramente, stando così le cose, mi sembra eccessivamente rischioso punire uno togliendogli la vita.
E poi... questa è una punizione? Da morto non sentirebbe più niente....