Parmalat, il pm chiede 13 anni per Tanzi

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lella84
00lunedì 6 ottobre 2008 22:53



MILANO - Tredici anni di reclusione sono stati chiesti dalla Procura di Milano per Calisto Tanzi, ex patron di Parmalat per il crac dell'azienda emiliana, nel processo in corso a Milano. La richiesta è stata formulata dal pm Eugenio Fusco che ha condotto la requisitoria insieme ai colleghi Francesco Greco e Carlo Nocerino. A giudizio dei magistrati della Procura, Tanzi non deve beneficiare di alcuna attenuante.

LE ACCUSE - Nel procedimento milanese Tanzi è accusato di aggiotaggio, ostacolo all'attività degli organi di vigilanza e concorso in falso dei revisori. Per l'ex patron di Collecchio l'accusa ha chiesto di negare qualsiasi attenuante generica. «Questo è un aggiotaggio irripetibile nella sua gravità» ha detto il pm prima di formulare le richieste di condanna per i nove imputati, ribadendo che la Procura nel formulare le sue richieste ha tenuto conto della «particolare gravità del reato di aggiotaggio in questa vicenda».

«DISCRASIA CON LE PENE PATTEGIATE» - Secondo l'avvocato Giampiero Biancolella, uno dei difensori dell'ex patron di Parmalat «esiste una discrasia tra le pene che sono state patteggiate e la pena chiesta per Tanzi». Nel sostenere l'esistenza di tale discrasia il legale si è basato sul «fatto che dalla requisitoria del pm è emerso che la capacità di autodeterminarsi di Parmalat a partire dal 1996 fino al default, è andata via via scemando fino a giungere, in prossimità del crac, al compimento di atti scriteriati non nell'interesse della società ma per soddisfare gli interessi di terzi».

LE ALTRE RICHIESTE - Oltre alla condanna di Calisto Tanzi a 13 anni di reclusione il pm Fusco ha chiesto la condanna anche degli altri otto imputati per il processo di aggiotaggio, falso di revisioni e ostacolo alla Consob. Sei anni è la richiesta per Luca Sala, ex funzionario di Bank of America, cinque anni per Luis Moncada, collega di Sala, tre anni e sei mesi per Antonio Luzi, altro manager di Bank of America. Tre anni e sei mesi per Giovanni Bonici, di Parmalat Venezuela, cinque anni per Luciano Silingardi, banchiere e componente del Cda di Collecchio, cinque anni per Paolo Sciumè, quattro anni per Enrico Barachini, anche loro del consiglio di amministrazione di Parmalat.

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