Il pacemaker, ossia l’apparecchio stimolatore cardiaco che viene impiantato nei pazienti affetti da disturbi dello stimolo elettrico che regola il battito cardiaco, potrebbe in futuro andare in pensione ed essere sostituito da un tessuto elettroconduttivo per il cuore realizzato a partire da cellule del paziente stesso. Questa tecnica sarebbe adatta soprattutto per i casi in età pediatrica, e soprattutto per i bambini molto piccoli.
Questo progetto, come riferisce la rivista “Le Scienze”, vede in prima linea i ricercatori del Children's Hospital di Boston. Per quanto affidabili, le apparecchiature per la stimolazione cardiaca sono esposte al rischio di guasti. Quest’evenienza si verifica con maggiore frequenza proprio nel caso dei bambini in tenera età, che in questo caso devono essere sottoposti a diversi interventi per il reimpianto. I ricercatori stanno perciò cercando di creare e utilizzare al posto del pacemaker un conduttore naturale che colleghi atrii e ventricoli: la soluzione prescelta è un tessuto ingegnerizzato, realizzato a partire da cellule del paziente stesso, in grado di trasmettere gli impulsi elettrici al cuore e di svolgere quindi la funzione di pacemaker.
In un cuore sano, l’impulso elettrico passa dapprima per gli atrii e giunge poi al seno atrioventricolare. Dopo un breve intervallo di tempo, nel quale i ventricoli si riempiono di sangue, il seno atrioventricolare rilascia l’impulso, determinando la contrazione del ventricolo. In questo modo i battiti degli atrii e dei ventricoli sono sincronizzati. In caso di blocco cardiaco, il segnale elettrico fa fatica a passare dagli atrii ai ventricoli, o non riesce del tutto a compiere questo passaggio. Da qui deriva la necessità di utilizzare un apparecchio stimolatore. I risultati dello studio dell’equipe bostoniana sono pubblicati sul numero di luglio dell’American Journal of Pathology, stanno creando un sostituto biologico del nodo atrioventricolare.
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