Nobel per la medicina a Montagnier, Barré-Sinoussi e Zur Hausen

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lella84
00lunedì 6 ottobre 2008 22:09





ROMA - L'Hiv, responsabile del flagello dell'Aids, e il Papilloma virus, all'origine del tumore della cervice uterina. La scoperta di questi due virus è valsa ai francesi Luc Montagnier e Françoise Barré-Sinoussi e al tedesco Harald zur Hausen il premio Nobel per la medicina edizione 2008. L'istituto svedese ha annunciato oggi da Stoccolma la sua scelta, premiando i tre scienziati europei, fra cui una donna, per le loro scoperte chiave in due campi fondamentali, vere emergenze universali per la salute.

Il premio di 10 milioni di corone svedesi (1,4 milioni di dollari) andrà quindi per metà ad Harald zur Hausen - nato del 1936, professore all'Università di Dusseldorf ed ex direttore dell'Istituto tedesco per la ricerca sul cancro - per le sue ricerche sulle cause del cancro della cervice uterina, primo tumore riconosciuto dall'Oms come totalmente riconducibile ad una infezione. Per l'altra metà a Françoise Barré-Sinoussi, virologa dell'Istituto Pasteur, nata nel 1947, e a Luc Montagnier, classe 1932, professore emerito e direttore della Fondazione mondiale per la ricerca e prevenzione dell'Aids.

I due nel 1983 hanno isolato il virus che causa l'Aids, identificandone la produzione nei linfociti prelevati nei linfonodi di pazienti nei quali l'infezione era all'esordio e nel sangue di pazienti agli ultimi stadi della malattia. Una scoperta definita dal comitato per il Nobel "essenziale per la conoscenza attuale della biologia di questa malattia e per il suo trattamento anti-retrovirale''; e un riconoscimento che segna un importante punto a favore di Montagnier nella lunga disputa che lo ha visto per anni opposto all'americano Robert Gallo per la paternità dell'isolamento del virus.

Il primo pensiero dello scienziato francese, dopo aver ricevuto la notizia del premio, è andato a "tutti i malati, a tutti quelli che sono vivi e che combattono contro la malattia". Se ci saranno i mezzi finanziari necessari a proseguire gli studi, ha annunciato poi il neo-Nobel, "un vaccino terapeutico potrebbe arrivare presto, con i primi risultati entro tre-quattro anni" e sarà destinato ai pazienti già colpiti dalla malattia, per aiutare a tenerla sotto controllo.

"Questo premio lo attendiamo da 25 anni e ci fa particolarmente piacere" dice il professor Vittorio Colizzi, immunolgo ed uno dei maggiori esperti europei di Aids, che ha lavorato con Montagnier. (Ascolta l'audio completo su Repubblica tv) Anche Barbara Ensoli, ricercatrice dell'Istituto superiore sanità (Iss) al lavoro sul vaccino italiano contro l'Aids, si augura che il riconoscimento riporti l'interesse sulla malattia."Spero che questa fantastica notizia possa portare nuova attenzione sull'Aids, dando da un lato nuova linfa, ovvero fondi, alla ricerca scientifica, sia italiana che europea, e dall'altro riaccendendo i riflettori sulla malattia, portando la gente ad alzare la guardia perché, ad oggi, l'unica arma che abbiamo è la prevenzione", ha commentato.

Oggi con il virus dell'Aids vivono nel mondo oltre 33 milioni di persone, fra questi due milioni sono bambini e adolescenti che per il 90% vivono nell'Africa sub-sahariana. Il carcinoma della cervice uterina, invece, fa registrare ogni anno mezzo milione di nuovi casi e 250.000 morti, l'80% delle quali avvengono nel Sud del mondo: è il secondo tipo di tumore maligno più frequente della donna.

Anche il lavoro di zur Hausen ha segnato una svolta, "è andato contro il dogma corrente" ed ha permesso di stabilire che l'HPV, Human Papilloma Virus, è alla causa del cancro della cervice uterina: i suoi studi sono stati infatti i primi ad identificare un virus come causa di un tumore. "La sua scoperta ha portato alla caratterizzazione della storia naturale dell'infezione da HPV, alla comprensione dei meccanismi della carcinogenesi indotta da HPV e allo sviluppo di vaccini per la profilassi contro l'acquisizione del virus" ha riconosciuto il comitato del Karolinska Institute.

L'altra protagonista a conquistare il premio, Françoise Barré-Sinoussi, è l'ottava donna a vincerlo da quando è stato istituito: l'ultima europea ad ottenere il riconoscimento nel 1995 è stata la tedesca Christiane Nusslein-Volhard. Prima di lei lo vinse l'italiana Rita Levi Montalcini, nel 1986.
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