News influenza aviaria settembre 06

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psitta
00sabato 2 settembre 2006 11:54
Influenza Aviaria: Indonesia Lancia Campagna Contro Epidemia

Giakarta, 1 set .

(Adnkronos Salute/Dpa) - Parte oggi in Indonesia una campagna nazionale contro l'influenza aviaria. Il Paese vanta infatti il triste record del numero maggiore di vittime umane del virus dei polli: 60 casi accertati di infezione, con 46 morti. Più colpiti le donne e i bambini. L'iniziativa di sensibilizzazione punta a informare la popolazione sul pericolo H5N1 e sulle principali precauzioni per proteggersi dal contagio.

In Indonesia l'influenza aviaria ha assunto le proporzioni di una vera epidemia: le province interessate sono 29 su un totale di 31. Lanciando una campagna a tappeto, il governo ribadisce lintenzione di sfruttare ogni tipo di strumento utile a mettere in guardia i cittadini contro i pericoli dellinfezione. Probabilmente linfluenza dei polli ci accompagnerà per un tempo non breve - spiega infatti Bayu Krisnamurthi, a capo della Commissione nazionale per leradicazione dellaviaria - Dobbiamo quindi essere pronti e preparare i cittadini. La principale difficoltà, sottolinea lesperto, è quella di arrivare a tutte le diverse fasce della popolazione, sia nelle città che nelle aree rurali del Paese.

Krisnamurthi rilancia un appello ai governi stranieri, ribadendo la necessità di una collaborazione internazionale e di più fondi dallestero. Sul costo della campagna non fornisce numeri, ma assicura che per raggiungere 220 milioni di persone limpegno finanziario è per forza enorme. Lallarme aviaria in Indonesia ha toccato il picco massimo in maggio, quando sette membri di una famiglia di Sumatra morirono per lH5N1. Si è trattato del maggior cluster infettivo mai registrato. LOrganizzazione mondiale della sanità non ha escluso che il virus possa essersi trasmesso da uomo a uomo, senza uscire dalla famiglia colpita.

(Opa/Adnkronos Salute)


marco cotti
00giovedì 7 settembre 2006 08:14
News del 06.09.06
virus dell’influenza aviaria
Amira Beccheroni | Articoli | Biologia
6 settembre 2006




Il virus dell’influenza aviaria ha rappresentato un modello imprevedibile e senza precedenti di come una “banale influenza” si possa diffondere in tutto il mondo.

La comunità scientifica è concorde nel ritenere il virus H5N1 come il probabile capostipite del prossimo virus pandemico per il genere umano; per questo motivo la sua evoluzione genetica deve essere strettamente monitorata e studiata in tempo reale.

L’annuncio che ha concretizzato questa presa di coscienza è arrivato sotto forma di lettera aperta pubblicata su Nature: 70 tra i maggiori esperti mondiali del virus H5N1, tra i quali anche sei premi Nobel, si sono uniti per fondare la Global Initiative on Sharing Avian Influenza Data (Gisaid).

Si tratta di un consorzio internazionale, promosso da un’iniziativa tutta italiana, che ha come scopo la tutela e la condivisione dei dati scientifici fino ad ora ritenuti top-secret: il libero accesso ai database permetterà ai ricercatori di tutto il mondo di comprendere meglio i meccanismi di patogenicità e le dinamiche di diffusione dell’epidemia.

L’importanza del network Gisaid sta proprio nel favorire e promuovere, tra ricercatori di tutto il mondo, lo scambio di informazioni relative al corredo genetico dei virus influenzali, salvaguardando in modo particolare le proprietà intellettuali dei Paesi in via di sviluppo.

Infatti, anche se in Italia il virus ha colpito soltanto in modo marginale, molte zone del mondo continuano a risentirne fortemente dal punto di vista sanitario. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), il virus minaccia di mietere oltre 150 milioni di vittime.

L’influenza aviaria è diventata una vera e propria malattia: è arrivata da poco in Africa, dove è alto il rischio che diventi endemica e provochi un disastro umanitario.

Il consorzio internazionale è un importante traguardo, il cui merito va riconosciuto principalmente a Ilaria Capua, direttore dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, centro di riferimento nazionale sull’influenza aviaria e a livello internazionale per l’Organizzazione della Salute Animale (Oie).

La dottoressa Capua, infatti, nel marzo scorso ha lanciato un accorato appello sulla prestigiosa rivista Science nel quale esortava i suoi colleghi a rendere pubblici i loro risultati.

Seguendo il suo esempio, i massimi esperti del settore si sono rifiutati di pubblicare le sequenze geniche del virus negli archivi riservati dell’Oms, per offrirli ad un sito di libera consultazione: GenBank.

La dottoressa Capua ha tenuto a precisare che non si è trattato di una sfida, ma di un forte invito alla riflessione: quando il rischio per la salute pubblica è di proporzioni mondiali è eticamente ingiusto, oltre che pericoloso, limitare il sapere a pochi.

L’iniziativa, senza precedenti, ha minato la mentalità conservatrice di buona parte del mondo scientifico. La riluttanza alla pubblicazione dei dati sull’influenza aviaria aveva soltanto una buona ragione: la preoccupazione di generare inutili allarmismi che avrebbero influito negativamente sull’economia dei Paesi maggiormente colpiti dall’epidemia.

In realtà i dati erano tenuti segreti per altre motivazioni molto meno nobili: in primo luogo, alcuni governi non avrebbero pagato volentieri eventuali royalties a chi fosse riuscito a sintetizzare per primo il vaccino; in secondo luogo, alcuni ricercatori sono da sempre colpiti dalla sete di fama e cercano di pubblicare articoli più o meno sensazionali su riviste scientifiche accreditate.

Fortunatamente esistono ancora molti ricercatori etici.

Gisaid ripercorre gli intenti del Progetto Menoma Umano e del Progetto HapMap, ma è l’unico ad essere mosso da un’emergenza sanitaria. Il consorzio apre nuove prospettive sulla gestione veloce ed eticamente corretta di dati scientifici utili alla comunità scientifica.

Sitografia
Lettera aperta di presentazione del consorzio Gisaid
www.gisaid.org/index.html

Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
www.izsvenezie.it

GenBank
www.ncbi.nlm.nih.gov/Genbank/index.html

WHO - World Health Organization
www.who.int

» versione stampabile

[Modificato da psitta 07/09/2006 8.16]

psitta
00venerdì 8 settembre 2006 01:48
News del 8.09.06
Esteri
07 set 07:29
Indonesia: 14enne morto per influenza aviaria
GIACARTA - E' stato il virus dell'influenza aviaria a causare la morte di un ragazzo di 14 anni, decedeuto questa settimana a Makasar, in Indonesia. Lo hanno confermato oggi le autorita' di Giacarta, specificando che gli esami di laboratorio hanno evidenziato la presenza del virus H5N1. La malattia ha causato la morte di 47 persone in Indonesia, il paese piu' colpito dall'influenza aviaria. (Agr)

marco cotti
00venerdì 8 settembre 2006 07:36
News 2 del 8.09.06
TRADUZIONE INFORMALE, DA NON CONSIDERARE COME TESTO UFFICIALE

Sarà sviluppato un nuovo test per il rilevamento dei virus influenzali, in grado di fare diagnosi più rapide, 29 agosto 2006

(L’agenzia delle Nazioni Unite per la salute prepara alcune direttive per la definizione dei casi di infezione da H5N1, al fine di migliorare la comunicazione)

A cura di Charlene Porter
Corrispondente del Washington File

Washington – Il governo degli Stati Uniti ed i ricercatori universitari hanno ottenuto un nuovo metodo per identificare i virus influenzali, che renderà più rapidi i processi di rilevazione, e permetterà ad un maggior numero di laboratori di determinare la provenienza dei virus e la loro pericolosità.

Il 28 agosto, i Centri americani per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) hanno annunciato la nascita di un nuovo test, ottenuto grazie alla collaborazione con gli scienziati dell’Università di Colorado, a Boulder.

Il nuovo strumento, battezzato con il nome di fluchip e consistente in un test basato su microchip, è stato in grado di rilevare 72 ceppi virali influenzali – incluso quello dell’influenza aviaria H5N1– in meno di 12 ore, secondo un comunicato stampa dei centri CDC.

L’identificazione di base del virus per tipo e sottotipo, viene condotta in molti laboratori del mondo sviluppato e di quello in via di sviluppo. Tuttavia, soltanto un numero relativamente ristretto di essi dispone di strutture per la biosicurezza ad alto livello, in grado di determinare se un virus proviene da una fonte umana o non umana, se appartiene ai virus riconosciuti o sta diventando più virulento.

“La capacità di identificare rapidamente ed accuratamente i vari ceppi influenzali, avrà un valore inestimabile per gli sforzi internazionali, impegnati nella sorveglianza dell’influenza aviaria, ha dichiarato il Dr. Antonio S. Fauci, direttore dell’Istituto Nazionale per le Allergie e le Malattie Infettive, che fa parte degli Istituti Nazionali per la Salute, l’organizzazione che ha finanziato la ricerca.

Il numero limitato di queste strutture in tutto il mondo, in grado di svolgere un’intera gamma di esami complessi, ha causato un ritardo costante nella conferma di casi umani di influenza da H5N1.

Possono passare giorni da quando un campione, prelevato da un individuo sospettato di essere stato infettato dal virus dell’aviaria, viene trasportato talvolta da aree remote fino ai laboratori competenti.

L’identificazione accurata di un particolare ceppo virale può influenzare altre decisioni politiche fondamentali per la salute, quali una quarantena o la distribuzione di farmaci anti-virali ad altre persone vulnerabili; pertanto, la tempestività della diagnosi è importante.

I centri CDC ed i ricercatori dell’Università del Colorado stanno cercando di apportare ulteriori miglioramenti ai metodi utilizzati, al fine di ottenere risultati nel giro di un’ora.

DIRETTIVE PER L’IDENTIFICAZIONE DI CASI DI INFLUENZA DA H5N1

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sta preparando alcune direttive che i medici dovranno seguire per l’identificazione di una persona che rappresenta un caso sospetto, probabile o confermato di infezione causata dal ceppo H5N1 dell’influenza aviaria.

L’agenzia delle Nazioni Unite per la salute ha preso questi provvedimenti in data 29 agosto, al fine di garantire l’uso di un linguaggio standard per la comunicazione tra le autorità sanitarie, che devono affrontare lo scoppio dell’epidemia in momenti e luoghi diversi.

Queste direttive definiscono ‘un caso sospetto di influenza aviaria da H5N1’, quella persona che presenta sintomi quali febbre e difficoltà respiratorie, e che è stata, inoltre, a stretto contatto con un individuo contagiato dal virus dell’aviaria, o con uccelli contaminati, oppure che ha consumato pollame crudo o mal cotto, nell’area dove la presenza del virus H5N1 è stata di recente confermata o sospettata.

Un caso probabile di presenza del virus H5N1 presenterà tutti i sintomi di un caso sospetto, ed in più l’evidenza di polmonite acuta ed insufficienza respiratoria.

Secondo le nuove direttive, anche la conferma dei test di laboratorio sulla presenza di un’infezione influenzale provocata dal virus di tipo A - sebbene il sottotipo non venga confermato nemmeno dai test più sofisticati - sarà considerata una prova sufficientemente evidente per definire un caso ‘probabile’.

Sempre secondo le direttive dell’OMS, un caso sarà confermato soltanto dopo aver eseguito l’esame apposito dei campioni, presso un laboratorio riconosciuto.

LIEVE PRESENZA DELL’INFLUENZA AVIARIA NELL’EMISFERO OCCIDENTALE

L’alta patogenicità del virus H5N1 dell’influenza aviaria, è stata rilevata nella popolazioni di uccelli selvatici e domestici in più di 50 paesi, ma non ha ancora fatto la sua apparizione negli Stati Uniti.

In data 28 agosto, il Ministero americano per l’Agricoltura (USDA) ha confermato che alcuni cigni muti selvatici, esaminati all’inizio del mese, non avevano mostrato segni del pericoloso ceppo virale, che ha ucciso circa 200 milioni di uccelli in circa tre anni dalla sua prima apparizione nel sud-est asiatico.

La dichiarazione dell’USDA ha reso noto che, la presenza di ceppi di influenza aviaria a bassa patogenicità negli uccelli selvatici, non costituisce un fatto insolito.

I ceppi a “bassa virulenza” sono molto differenti dagli altri tipi di virus, non circolano così rapidamente, e di solito non hanno effetti avversi sui volatili selvatici.

L’USDA e il Ministero degli Interni stanno lavorando con gli enti statali per condurre esami scrupolosi presso quelle popolazioni di uccelli selvatici considerati come portatori del virus.

Per continui aggiornamenti in merito, si prega di consultare la sezione Bird Flu (Avian Influenza) .

psitta
00martedì 12 settembre 2006 13:28
News del 12.09.06
INFLUENZA AVIARIA. Via libera europeo a due vaccini veterinari
11/09/2006 - 19:31


La Commissione Europea ha oggi dato il via libera a due vaccini per il pollame contro l'influenza aviaria. I prodotti dovrebbero essere pronti per la stagione autunnale-invernale, periodo di maggiore rischio di epidemia per i volatili.

L'utilizzo dei vaccini sarà stabilito dalle autorità competenti dei singoli Stati Membri così come prevede la Direttiva 2005/94/ce del Consiglio del 20 dicembre 2005 relativa a misure comunitarie di lotta contro l'influenza aviaria. In particolare, il Comitato per i medicinali veterinari (CVMP) dell'Agenzia europea per i medicinali (EMEA) ha reagito all'attuale situazione di rischio accelerando considerevolmente la sua valutazione scientifica. Ha raccomandato che questi vaccini vengano autorizzati in circostanze eccezionali e sottoposti a obblighi specifici che devono essere riesaminati annualmente.

"Considerato l'attuale rischio di una ricomparsa dell'influenza aviaria con l'inizio della stagione migratoria - ha dichiarato Günter Verheugen, vicepresidente della Commissione responsabile per le imprese e l'industria - "la Commissione ha ritenuto opportuno approvare l'utilizzo di questi vaccini in circostanze eccezionali". "Inoltre - ha concluso Verheugen - mi rallegro per la grande capacità dell'industria farmaceutica dell'Ue di innovare e rispondere a problemi urgenti così rapidamente".


psitta
00martedì 12 settembre 2006 13:32
News 2 del 12.09.06
Influenza Aviaria: Confrontata Ad Altri Virus, Ecco Perche' Uccide
Roma, 11 set . (Adnkronos Salute) - Sulle tracce dellinfluenza aviaria, per capire perché questo virus è potenzialmente letale. Un gruppo di ricercatori della Oxford University - a lavoro allospedale di malattie tropicali di Ho Chi Minh, in Vietnam - ha confrontato un gruppo di 18 malati colpiti dal temibile virus H5N1, con 8 persone alle prese con la tradizionale influenza. In altre parole un confronto tra ceppi influenzali differenti per fare il punto sullinfluenza che, finora, ha ucciso 143 persone dal 2003, mietendo vittime soprattutto in Asia.

Osservando la carica virale, ovvero la concentrazione di virus nel sangue dei malati, e la risposta del sistema immunitario allinfezione, il team di studiosi ha potuto rilevare che il virus dellinfluenza aviaria innesca una risposta infiammatoria massiccia che, probabilmente, finisce per rendere lH5N1 mortale. Tantè che i marcatori del carico virale segnavano livelli più alti nei pazienti uccisi dal virus. Uninformazione, questa, che un esperto britannico reputa vitale per poter trattare al meglio le persone colpite dal virus. Gli studiosi hanno inoltre osservato che i pazienti colpiti dallH5N1 hanno un alta concentrazione del virus nella gola anziché nel naso. Un aspetto che potrebbe aiutare i medici a diagnosticare più facilmente il virus H5N1 nei pazienti, poiché gli altri ceppi influenzali bersagliano maggiormente il naso.

La presenza di livelli elevati di virus H5N1 nel sangue - spiegano gli studiosi analizzando il sangue dei pazienti - innesca il rilascio delle citochine, proteine che controllano la risposta dellorganismo all infezione.

Non a caso alti livelli di queste proteine sono stati rintracciati nelle persone con un alto carico virale, compresi quei pazienti per cui il virus si è rivelato fatale. In questi casi, la presenza imponente di citochine si accompagnava alla perdita di linfociti, ovvero i globuli bianchi, nel sangue periferico. Tanto da portare i ricercatori a supporre che siano proprio questi fattori a danneggiare i polmoni e a condurre, in molti casi, alla morte. Gli aspetti emersi da questo studio - scrivono i ricercatori guidati da Menno de Jong su Nature Medicine - dovrebbero indurre i clinici a prevenire la risposta intensa di citochine, facilitando inoltre una diagnosi precoce per dare subito il via al trattamento. John Oxford, un virologo del Barts and The London Nhs Trust, ricorda come ci siano dei farmaci antivirali - Tamiflu* e Relenza*, per esempio - in grado di ridurre la presenza del virus nellorganismo. Siamo stati fortunati - aggiunge - se questa patologia fosse insorta negli anni 70-80, non avremmo avuto farmaci per fronteggiarla.

(Ile/Adnkronos Salute)


psitta
00martedì 12 settembre 2006 13:32
News 2 del 12.09.06
Influenza Aviaria: Confrontata Ad Altri Virus, Ecco Perche' Uccide
Roma, 11 set . (Adnkronos Salute) - Sulle tracce dellinfluenza aviaria, per capire perché questo virus è potenzialmente letale. Un gruppo di ricercatori della Oxford University - a lavoro allospedale di malattie tropicali di Ho Chi Minh, in Vietnam - ha confrontato un gruppo di 18 malati colpiti dal temibile virus H5N1, con 8 persone alle prese con la tradizionale influenza. In altre parole un confronto tra ceppi influenzali differenti per fare il punto sullinfluenza che, finora, ha ucciso 143 persone dal 2003, mietendo vittime soprattutto in Asia.

Osservando la carica virale, ovvero la concentrazione di virus nel sangue dei malati, e la risposta del sistema immunitario allinfezione, il team di studiosi ha potuto rilevare che il virus dellinfluenza aviaria innesca una risposta infiammatoria massiccia che, probabilmente, finisce per rendere lH5N1 mortale. Tantè che i marcatori del carico virale segnavano livelli più alti nei pazienti uccisi dal virus. Uninformazione, questa, che un esperto britannico reputa vitale per poter trattare al meglio le persone colpite dal virus. Gli studiosi hanno inoltre osservato che i pazienti colpiti dallH5N1 hanno un alta concentrazione del virus nella gola anziché nel naso. Un aspetto che potrebbe aiutare i medici a diagnosticare più facilmente il virus H5N1 nei pazienti, poiché gli altri ceppi influenzali bersagliano maggiormente il naso.

La presenza di livelli elevati di virus H5N1 nel sangue - spiegano gli studiosi analizzando il sangue dei pazienti - innesca il rilascio delle citochine, proteine che controllano la risposta dellorganismo all infezione.

Non a caso alti livelli di queste proteine sono stati rintracciati nelle persone con un alto carico virale, compresi quei pazienti per cui il virus si è rivelato fatale. In questi casi, la presenza imponente di citochine si accompagnava alla perdita di linfociti, ovvero i globuli bianchi, nel sangue periferico. Tanto da portare i ricercatori a supporre che siano proprio questi fattori a danneggiare i polmoni e a condurre, in molti casi, alla morte. Gli aspetti emersi da questo studio - scrivono i ricercatori guidati da Menno de Jong su Nature Medicine - dovrebbero indurre i clinici a prevenire la risposta intensa di citochine, facilitando inoltre una diagnosi precoce per dare subito il via al trattamento. John Oxford, un virologo del Barts and The London Nhs Trust, ricorda come ci siano dei farmaci antivirali - Tamiflu* e Relenza*, per esempio - in grado di ridurre la presenza del virus nell organismo. Siamo stati fortunati - aggiunge - se questa patologia fosse insorta negli anni 70-80, non avremmo avuto farmaci per fronteggiarla.

(Ile/Adnkronos Salute)


marco cotti
00sabato 16 settembre 2006 13:32
News del 15.09.06
AVIARIA / NUOVO CASO
L'Oms rilancia l'allarme aviaria:
'Sospetto contagio da uomo a uomo'
Lente puntata su un caso a Giacarta, dove un 27enne che si è ammalato dopo aver assistito la sorella in ospedale. 'Non ha avuto contatti con volatili infetti'


Giacarta, 15 settembre 2006 - Un uomo 27enne è stato contagiato dal virus H5N1 dell'influenza aviaria, forse dopo essere entrato in contatto con la sorella più piccola colpita dalla malatttia e ricoverata: lo annuncia oggi l'Organizzazione mondiale per la Sanità (Oms).

"L'uomo 27enne non ha menzionato dei contatti con dei volatili malati o morti nei giorni precedenti l'inizio dei suoi sintomi perché ha trascorso la maggior parte del suo tempo all'ospedale (ad assistere la sorella)", indica l'organizzazione in un comunicato.
Lei, 15 anni, ha avvertito i primi sintomi dell'influenza aviaria il 17 maggio 2006. L'infezione è stata confermata. Il fratello si è preso cura di lei per sei giorni consecutivi, poi si è ammalato.

"L'indagine determina che ha avuto dei contatti con la sorella nel corso del suo ricovero - ha proseguito l'Oms, che ha precisato - una trasmissione da uomo a uomo non può essere esclusa".


marco cotti
00mercoledì 20 settembre 2006 00:07
News del 19.09.06
INFLUENZA AVIARIA. OMS preannuncia nuovi focolai nei prossimi mesi
19/09/2006 - 14:59


L'aviaria "non è scomparsa" e sono "presumibili nuovi focolai nei prossimi mesi". Lo ha affermato Roberto Bertollini, Direttore Salute e Ambiente di OMS-Organizzazione Mondiale della Sanità, a margine del convegno organizzato dal Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, "In città senza la mia auto" .

"I nuovi focolai - ha sottolineato Bertollini - sono possibili «soprattutto nell'estremo oriente» e che, nonostante i media abbiano smesso di interessarsi al fenomeno, il problema sia ancora molto attuale".

2006 - redattore: NZ

marco cotti
00venerdì 22 settembre 2006 11:42
News del 22.09.06
Agricoltura

Inserito il: 21 Settembre, 2006

Influenza aviaria
Disposizioni per prevenire la contaminazione

In questi giorni il Comune di Cremona ha inviato una nota agli allevatori di avicoli per ricordare gli adempimenti da attuarsi al fine della riduzione della possibilit? di contaminazione degli animali dall'influenza aviaria, tenuto conto che in questo periodo vi è il transito degli uccelli migratori.
La Prefettura di Cremona in data 11 agosto 2006 ha inoltrato al Comune una nota redatta dal Ministero della Salute con la quale viene comunicato che l'ultimo incontro dell'Unità Centrale di Crisi per l'Influenza aviaria, tenutosi il 26 luglio 2006, ha evidenziato che la situazione epidemiologica è al momento favorevole, tanto che il Piano di monitoraggio sierologico in atto sul territorio nazionale, non ha riscontrato alcuna positività per il virus dell'influenza aviaria nè negli uccelli selvatici nè, tantomeno, nei volatili domestici negli ultimi cinque mesi.
Nella stessa nota il Ministero ritiene di poter affermare che tali evidenze positive siano anche da ascriversi alle capillari reti di sorveglianza e monitoraggio adottate ed all'osservanza delle disposizioni fin qui emanate, pur tuttavia, con l'approssimarsi del periodo migratorio dell'avifauna acquatica proveniente dai Paesi considerati a rischio, ritiene di richiamare l'attenzione affinch? su tutto il territorio nazionale venga comunque mantenuto un atteggiamento di massima allerta.
Le disposizioni sanitarie da attuarsi sono contenute nell'Allegato 1 del decreto n.2492, emesso dalla Direzione Generale della Sanità della Regione Lombardia in data 8 marzo 2006, avente per oggetto:"Urgenti misure di Polizia Veterinaria contro l'influenza aviaria da adottare in Regione Lombardia".
marco cotti
00lunedì 25 settembre 2006 18:15
News del 25.09.06
nfluenza aviaria
Disposizioni per prevenire la contaminazione degli animali

In questi giorni il Comune di Cremona ha inviato una nota agli allevatori di avicoli per ricordare gli adempimenti da attuarsi al fine della riduzione della possibilità di contaminazione degli animali
dall'influenza aviaria, tenuto conto che in questo periodo vi è il transito degli uccelli migratori. La Prefettura di Cremona in data 11 agosto 2006 ha inoltrato al Comune una nota redatta dal Ministero della Salute con la quale viene comunicato che l'ultimo incontro dell'Unità Centrale di Crisi per l'Influenza aviaria, tenutosi il 26 luglio 2006, ha evidenziato che la situazione epidemiologica è al momento favorevole, tanto che il Piano di monitoraggio sierologico in atto sul territorio nazionale, non ha riscontrato alcuna positività per il virus dell'influenza aviaria né negli uccelli selvatici né, tanto meno, nei volatili domestici negli ultimi cinque mesi.

Nella stessa nota il Ministero ritiene di poter affermare che tali evidenze positive siano anche da ascriversi alle capillari reti di sorveglianza e monitoraggio adottate ed all'osservanza delle disposizioni fin qui emanate, pur tuttavia, con l'approssimarsi del periodo migratorio dell'avifauna acquatica proveniente dai Paesi considerati a rischio, ritiene di richiamare l'attenzione affinché su tutto il territorio nazionale venga comunque mantenuto un atteggiamento di massima allerta.

Le disposizioni sanitarie da attuarsi sono contenute nell'Allegato 1 del decreto n.2492, emesso dalla Direzione Generale della Sanità della Regione Lombardia in data 8 marzo 2006, avente per oggetto:"Urgenti misure di Polizia Veterinaria contro l'influenza aviaria da adottare in Regione Lombardia". L'Ufficio Ecologia del Comune (vicolo delle Colonnette, 4 -tel. 0372 407631) è a disposizione dei cittadini per ogni informazione.
psitta
00martedì 26 settembre 2006 12:28
News del 26.09.06
sei in news/Forli, data 25.09.2006, orario 09:30.

Da giovedì a domenica Forlì capitale dell'avicoltura italiana


FORLI’ - L’avicoltura italiana a Forlì un anno dopo. Per fare il punto, insieme ai produttori, agli esperti scientifici, ai rappresentanti delle istituzioni locali e del Governo, ai professionisti dell’informazione, su un comparto che ha rischiato di non sopravvivere pur essendo tra i più avanzati, completamente autosufficiente, e, grazie alla sua struttura integrata, anche in grado di assicurare la massima garanzia al consumatore.



L’appuntamento ha tra gli obiettivi quello di fornire risposte su quanto accaduto appena un anno fa con l’allarme mediatico dell’influenza aviaria, il crollo dei consumi di carni bianche e la messa a rischio di un’ intera filiera e del suo indotto. Ma può essere il momento giusto anche per disegnare efficaci strategie di mercato e di fidelizzazione del consumatore, per verificare percorsi normativi e fare il punto sul pacchetto di misure di sostegno che prevedono interventi, finanziati al 50% dall'Ue e al 50% dagli stati membri, in favore degli allevatori di pollame e degli altri operatori della filiera.



L’occasione è fornita dagli incontri in programma nel corso delle Giornate Avicole che la Fiera di Forlì organizza dal 28 settembre al 1 ottobre, gettando una sorta di ponte tra le edizioni biennali di Fieravicola, rassegna internazionale dedicata alle carni bianche e alla filiera avicunicola, in calendario per il 2007.



Ancora massima attenzione all’influenza aviaria, tema che sarà affrontato sotto l’aspetto scientifico grazie alla giornata di studio curata dalla Società Italiana di Patologia Aviaria (Sipa). In particolare a verificare il punto della situazione sul virus A/H5N1 sarà il convegno in programma il 28 settembre alle ore 14, nel quale la dottoressa Ilaria Capua dell’istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie nonché Centro di Referenza Nazionale per l’influenza aviaria, relazionerà sulla diffusione della patologia e sui rischi per la sanità pubblica e veterinaria. Il convegno organizzato da Sipa in collaborazione con la Camera di Commercio di Forlì Cesena ha in scaletta anche l’intervento del Dottor Laddomada del Direttorato Generale dell’Unione Europea Salute e Protezione del Consumatore incentrato sulle nuove regole per il commercio dei prodotti avicoli e la relazione della sottoressa Donatelli dell’Istituto Superiore di Sanità.



Alle novità delle recenti normative ambientali è invece dedicato il convegno di apertura della seconda Giornata, il 29 settembre, organizzato da CRPA /Centro Ricerche produzioni Animali di Reggio Emilia), Avitalia (Unione Nazionale fra Associazioni di Prodotti Avicunicoli) e Confcooperative, con la partecipazione dell’Assessore all’Ambiente della Regione Emilia Romagna Lino Zanichelli e del Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Guido Tampieri.

Al centro dell’incontro il DM 7.04.2006 che norma l’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e che avrà un impatto rilevante nel settore avicolo. Il decreto introduce infatti una serie di vincoli ambientali che si aggiungono a quelli derivanti dalle norme sanitarie e da quelle sui rifiuti, vincoli sentiti dagli allevatori come un aggravio pesante destinato a ridurre i già risicati margini di redditività. Soprattutto oggi che l’intero comparto si trova nei panni del sopravvissuto ad una “pandemia” soltanto temuta e immaginata.



Considerazione questa che pone l’urgenza della domanda: Quanto può essere rischiosa la comunicazione del rischio? E quale l’impatto economico di una comunicazione superficiale o sbagliata? Il convegno organizzato dalla Fiera di Forlì il giorno 29 settembre alle ore 15,00 vuol essere proprio l’occasione per approfondire il ruolo di un’ informazione urlata, i contrastanti interessi che possono averla innescata, nonché gli effetti deflagranti che hanno messo a nudo un mercato particolarmente fragile ed emotivo.



Al centro del convegno la presentazione dello studio aggiornato dell’Osservatorio sulla Comunicazione (OssCom), Unità del Gruppo di analisi e comunicazione del rischio alimentare e nutrizionale dell'Università Cattolica di Milano (Fricom), che renderà disponibili i risultati della propria ricerca sul tema della comunicazione del rischio sanitario, comprensivo del monitoraggio sui media a tutto agosto 2006, così da fornire una riflessione più completa su come i principali media italiani hanno affrontato l’emergenza “aviaria”.

Il caso “influenza aviaria” si presenta come una case history esemplare la cui comprensione potrebbe aiutare una futura gestione della comunicazione del rischio alimentare, che comprenda strategie per un suo più efficace “governo”.

Relatori, accanto al professore Pier Marco Aroldi della Cattolica di Milano, l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Forlì Cesena, consulente di agribusiness Gianluca Bagnara, il presidente di Avitalia Gaetano De Lauretis, il giornalista Roberto La Pira che interverrà sull’etica dell’informazione e il ruolo dei media, il dottor Stefano Marangon per una comunicazione sui rischi reali dell’influenza aviaria. Modera il convegno il giornalista Lorenzo Frassoldati. I lavori saranno conclusi dal Ministro delle Politiche Agricole on. Paolo De Castro, che darà conto degli interventi a sostegno del settore e delle politiche messe in campo dal Ministero.


Nel corso delle Giornate Avicole è prevista anche la 28° Mostra nazionale per i riproduttori delle razze cunicole, così come una mostra di colombi una della specie avicole di razza.


marco cotti
00venerdì 29 settembre 2006 08:42
News del 29.09.06
Forli, data 28.09.2006, orario 16:59.
AVICOLA - A Forlì si discute il futuro del settore: domani convegno con Pinza e De Castro

FORLI’ - I rischi di una informazione "urlata" saranno al centro del dibattito alle Giornate Avicole in Fiera a Forlì. Il Ministro delle Politiche Agricole on. Paolo De Castro e il Viceministro al Ministero dell’Economia e Finanze sen. Roberto Pinza saranno a Forlì venerdì 29 settembre per illustrare gli interventi a sostegno del settore e le politiche messe in campo dal Ministero, nel corso del convegno "La comunicazione del rischio e il rischio della comunicazione".

L’incontro vuol essere l’occasione per approfondire il ruolo dell’informazione, i contrastanti interessi che possono avere innescato un allarmismo mediatico senza precedenti, nonché gli effetti deflagranti che hanno messo a nudo un mercato particolarmente fragile ed emotivo, con conseguenze pesanti sull’intero comparto che ha visto contrarre il fatturato da 4.500 a 3.700 milioni di euro e i consumi attestarsi sotto il 50% dei livelli medi di consumo pro-capite di carni bianche del periodo 2000-2005. Solo il mese di giugno ha visto un parziale recupero del 25%: E tutto ciò in un paese in cui il consumo medio pro capite non è mai riuscito a decollare oltre i 20 Kg e che nel 2005 si è fermato su 16,67kg (a fronte di un 18 e mezzo nel 2004 da dati Una) .

Al centro del convegno la presentazione dello studio aggiornato dell’Osservatorio sulla Comunicazione (OssCom), Unità del Gruppo di analisi e comunicazione del rischio alimentare e nutrizionale dell'Università Cattolica di Milano che renderà disponibili i risultati della propria ricerca sul tema della comunicazione del rischio sanitario, comprensivo del monitoraggio sui media a tutto agosto 2006, così da fornire una riflessione più completa su come i principali media italiani hanno affrontato l’emergenza "aviaria". Il caso "influenza aviaria" si presenta come una case history esemplare la cui comprensione potrebbe aiutare una futura gestione della comunicazione del rischio alimentare, che comprenda strategie per un suo più efficace "governo".

Relatori, accanto al professore Pier Marco Aroldi della Cattolica di Milano, l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Forlì Cesena, consulente di agribusiness Gianluca Bagnara, il presidente di Avitalia Gaetano De Lauretis, il giornalista Roberto La Pira che interverrà sull’etica dell’informazione e il ruolo dei media, il dottor Stefano Marangon dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie con un intervento sui rischi reali dell’influenza aviaria. Modera il convegno il giornalista Lorenzo Frassoldati.

Apre il programma del 29 settembre il convegno dedicato alle novità delle recenti normative ambientali, organizzato dal Centro Ricerche produzioni Animali di Reggio Emilia, Avitalia e Confcooperative, con la partecipazione dell’Assessore all’Ambiente della Regione Emilia Romagna Lino Zanichelli e del Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Guido Tampieri. Si parlerà dell’utilizzazione agronomica e del conferimento a centri di trattamento, di soluzioni alternative, con o senza recupero energetico e di sostegno pubblico agli adeguamenti normativi.

Le Giornate Avicole che si prolungano fino a domenica 1° ottobre, si articolano in una parte convegnistica in programma il 28 e 29 settembre, e in una parte espositiva allestita per tutte le giornate, dedicata alle razze cunicole, avicole e colombofile, organizzata da Anci-Aia, A.M.A.C e da Apa Forlì. L’esposizione dei soggetti vivi è visitabile tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 18. Sabato sarà in visita alla Mostra cunicola nazionale degli iscritti al registro anagrafico, una delegazione della Repubblica Democratica Popolare di Corea composta dall’ambasciatore Mr. Choe Taek San, da un Ministro e da un funzionario d’ambasciata. Domenica dalle ore 10.30 è in programma la premiazione degli esemplari migliori.
marco cotti
00venerdì 29 settembre 2006 08:44
News 2 del 290.09.06
28 Settembre 2006
INDONESIA
Influenza aviaria: 52esima vittima in Indonesia

È un ragazzo della provincia di West Java. Aumentano i timori per un contagio da uomo a uomo: il fratello è morto 4 giorni fa con sintomi del virus H5N1, ma non è stato possibile analizzare il suo sangue.

Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – Il 52esimo decesso per influenza aviaria in Indonesia accresce le preoccupazioni sul temuto contagio da uomo a uomo del virus H5N1. Le autorità sanitarie hanno comunicato oggi la morte di un giovane di 20 anni a Bandung, provincia di West Java, dove si sono già verificati molti altri casi di aviaria. Il ragazzo è morto per difficoltà respiratorie, ma i medici avevano già accertato che si trattava di influenza dei polli. Suo fratello, di 25 anni, è morto pochi giorni prima, il 24 settembre, con sintomi della stessa malattia. Il suo decesso, avvenuto prima che si potessero prelevare campioni di sangue e analizzarli, è ora nella lista dei casi sospetti.

Nyoman Kandun, alto funzionario del ministero indonesiano della Sanità ha riferito che la sorella 15enne delle due vittime, ricoverata con febbre alta e problemi all’apparato respiratorio, è risultata negativa all’H5N1. Kandun ha aggiunto che per ora non si può parlare di contagio uomo a uomo, visto che su tre solo un caso è stato accertato come aviaria.

Episodi come questo dei tre fratelli sono tenuti sotto stretto controllo da specialisti e autorità: si teme, infatti, che il virus possa mutare in una forma facilmente trasmissibile da uomo a uomo. Gli esperti avvertono che un contagio tra esseri umani, finora mai accertato, potrebbe generare una pandemia con milioni di morti. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, da quando si è manifestata per la prima volta in Asia 3 anni fa, l’influenza aviaria ha ucciso almeno 147 persone in tutto il mondo.
marco cotti
00venerdì 29 settembre 2006 08:45
News 3 del 29.09.06
CIENZA & TECNOLOGIA
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Scienziati americani studiano il virus che nel 1918 uccise 50 milioni di persone
Dal suo meccanismo si possono avere informazioni utili contro future pandemie
Caccia ai segreti dell'influenza spagnola
quei dati serviranno a battere l'aviaria

Caccia ai segreti dell'influenza spagnola
quei dati serviranno a battere l'aviaria


Il virus dell'influenza spagnola
WASHINGTON - Nel 1918 uccise 50 milioni di persone in tutto il mondo. Oggi l'influenza spagnola potrebbe contribuire a salvarne molte di più. Uno studio condotto da un team di ricercatori americani ha ricostruito il virus mortale che durante la Prima guerra mondiale provocò una strage e ne ha studiato l'azione. I risultati dei loro esperimenti potrebbero essere utili per contrastare l'influenza aviaria e possibili pandemie future.

Diffusasi inizialmente nella penisola iberica, dove fu portata dalle truppe statunitensi, l'influenza spagnola colpì rapidamente tutto il mondo. I sintomi erano tosse, dolori lombari e febbre. Successivamente i polmoni cominciavano a riempirsi di sangue e la morte poteva arrivare in pochissimi giorni. Si stima che, alla fine, i morti per quella che è considerata la più grande pandemia della storia dell'umanità furono 50 milioni.

Nel corso del loro studio, descritto in un articolo della rivista Nature, gli scienziati hanno ricreato il virus H1N1 responsabile della spagnola e hanno contagiato dei topi. E' stato così scoperto che il virus provoca una reazione eccessiva del sistema immunitario, che inizia a distruggere anche le cellule del corpo rendendo gli effetti dell'influenza ancora più gravi. "Pensiamo che la risposta infiammatoria dell'ospite sia resa molto potente dal virus - dice John Kash, professore in microbiologia all'Università di Washington - e che questo lo renda ancor più dannoso".

Il prossimo passo, per i ricercatori, sarà analizzare nel dettaglio le singole fasi della risposta immunitaria. "Riperetemo gli esperimenti in modo da ricostruire quello che viene fatto dal sistema immunitario - Christopher Basler della Mount Sinai School of Medicine di New York - e capire perché, pur reagendo così intensamente, non riesca a combattere l'infezione".

Scoprendo i segreti dell'influenza spagnola, si potrebbero ottenere informazioni utilissime per contrastare altri virus. Gli autori della ricerca pensano in particolare a quello dell'influenza aviaria, da molti indicato come più probabile causa della prossima pandemia. "Le vittime dell'influenza aviaria - aggiunge Paul Hunter, docente dell'Università dell'East Anglia - sono morte nello stesso modo di quelle dell'influenza del 1918. Ed è una morte straordinariamente sgradevole. E' importante studiare la spagnola per capire come agisce l'aviaria. Chiaramente la differenza tra i due virus è che quello attuale non ha ancora sviluppato la capacità di trasmettersi rapidamente da uomo a uomo".

(28 settembre 2006)
psitta
00sabato 30 settembre 2006 13:02
News del 30.09.06
Un progetto internazionale seguirà la diffusione dell'influenza aviaria
[Data: 2006-09-28]


Un nuovo programma operato dall'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite (FAO), avente sede a Roma, utilizza il sistema di posizionamento globale (GPS) per seguire gli uccelli migratori e comprendere come si diffonde l'influenza aviaria. Gli Stati membri dell'UE copriranno il 30 per cento dei costi del progetto.

Quando il virus H5N1 viene rilevato sugli uccelli, interi stormi vengono distrutti per impedirne l'ulteriore diffusione. Gli esseri umani possono contrarre il virus mediante un contatto ravvicinato con volatili infetti e il tasso di mortalità è superiore al 50 per cento. Alcuni ricercatori mostrano preoccupazione per il pericolo potenziale di una pandemia qualora il virus mutasse, diventando trasmissibile tra gli esseri umani. Tuttavia, quando giunge la notizia di uno stormo infetto, in realtà il virus ha già fatto il proprio corso e le informazioni riguardano le prove della prova della sua diffusione. Per comprendere come il virus possa contagiare il pollame allevato in batteria, occorre comprendere i percorsi migratori degli uccelli.

In maggio, nel corso di una riunione la FAO e l'Organizzazione mondiale per la salute degli animali hanno deciso di accrescere la nostra conoscenza del comportamento degli uccelli migratori e soprattutto delle modalità di interazione tra tali uccelli e gli stormi indigeni o commerciali. L'équipe guidata dalla FAO è adesso in Mongolia per applicare dei trasmettitori GPS in miniatura ai cigni migratori e poter così seguire le loro migrazioni invernali.

"Stiamo lavorando per capire quale ruolo possono avere gli uccelli selvatici nella diffusione dell?H5N1", ha dichiarato il dott. Scott Newman, coordinatore internazionale per Fauna selvatica ed influenza aviaria della FAO. "Sebbene con ogni probabilità sia il commercio di pollame e di altri volatili la fonte principale di spostamento del virus, in alcune zone è possibile che vi siano anche implicati gli uccelli migratori".

La FAO, in collaborazione con lo United States Geological Survey, la Wildlife Conservation Society (WCS) e l'Accademia delle scienze mongola, ha scelto di studiare i cigni selvatici per l'elevata mortalità registrata tra i volatili della specie nell'inverno 2005/2006, nel corso della migrazione annuale verso occidente. "Lo studio sui cigni selvatici in Mongolia è testimonianza dell'importanza che la FAO dà alla comprensione della relazione che esiste tra agricoltura, fauna selvatica e salute umana", ha dichiarato il dott. Newman.

A causa delle grandi dimensioni degli stormi di uccelli migratori, finora è stato difficile monitorare con precisione le destinazioni invernali dei singoli uccelli. Le nuove tecnologie hanno consentito ai ricercatori di sviluppare un piccolo trasmettitore GPS a energia solare, da applicare come un piccolo "zaino" ai cigni, che registrerà la loro destinazione. Lo "zaino" si staccherà poi autonomamente, ma non prima di aver raccolto importanti informazioni sui percorsi migratori degli uccelli.

Gli Stati membri dell'UE che contribuiscono al progetto sono Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Regno Unito.

Per ulteriori informazioni visitare:
www.gains.org

Per seguire la migrazione dei cigni selvatici, visitare:
www.werc.usgs.gov/sattrack

Per consultare la relazione della FAO sull'H5N1:
www.fao.org/docs/eims/upload//213477/news_birdflu06_en.pdf

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