McCullin e la camera oscura

Mi è ricapitato tra le mani un vecchio numero speciale bianco e nero di Reponses Photo francese (l' unica rivista che acquisto e conservo) e di (ri)leggere un articolo sul grande reporter Don Mc Cullin.
Oltre a vari aneddoti sulla sua lunghissima storia di inviato di guerra e ad aver scoperto che per i suoi attuali progetti personali sull' Africa usa il medio formato e l' HP5 che hanno sostituito la sua tradizionale accoppiata Nikon F/Tri-x, mi ha particolarmente colpito il fatto che curi personalmente (ovviamente più ora che prima, per motivi di tempo a disposizione) lo sviluppo e la stampa.
Infatti usa la metafora del genitore (il fotografo) che affida la custodia dei figli (le foto) a un' altra persona.......
Sostiene di non essere sicuramente il miglior stampatore del mondo ma di sentire il bisogno di controllare il processo dalla A alla Z per riuscire ad esprimere pienamente il significato che le immagini possiedono per lui.
Anch' io sono molto geloso delle mie foto, e quindi mi trovo decisamente in sintonia con Don, voi che dite in proposito?
Ciao Bruno

Da quando (di recente) sono stato (da Voi) inizializzato alla Camera Oscura ... non frequento più laboratori esterni.

(ho ancora una pellicola VELVIA incompleta nella Rolleiflex , dal viaggio estivo fatto ad AGOSTO)...

Ho necesità di fare molta esperienza in merito, e quindi mi ci dedico praticamente a tempo (libero) pieno.

CONDIVIDO PIENAMENTE !!!!
Tutto il processo fotografico DEVE essere nelle mani del fotografo. Solo così il risultato potrà essere completamente personale.
Quindi [pellicola->sviluppo->stampa chimica] possono essere tranquillamente sostituiti da [sensore->PC->stampa digital]) ma sempre che sia fatto con i propri mezzi e le proprie capacità

Ed imparare a controllare il work-flow digitale è tutt'altro che più semplice dell'argentico.

Diversamente, si rischiamo cocenti delusioni, e comunque ... non si potrà mai dire, fino in fondo, QUESTO LO HO FATTO IO.

softstudio2, 23/10/2011 17.12:

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Tutto il processo fotografico DEVE essere nelle mani del fotografo. Solo così il risultato potrà essere completamente personale.
Quindi [pellicola->sviluppo->stampa chimica] possono essere tranquillamente sostituiti da [sensore->PC->stampa digital]) ma sempre che sia fatto con i propri mezzi e le proprie capacità

Ed imparare a controllare il work-flow digitale è tutt'altro che più semplice dell'argentico.

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Straquoto!
Ciao Bruno

Assolutamente d'accordissimo!
E poi mi diverto da matti a ska errare in co ( molto più che davanti al pc).

Ciao,
Davide

sono d'accordo pure io,che il processo sia tradizionale,digitale o misto chi scatta,sviluppa e stampa dev'essere sempre uno!

Mc Cullin è uno dei miei preferiti...un mito....

Pensate un po che io ho iniziato prima a sviluppare e stampare che a fare foto.
Per me senza CO non c'è fotografia.

Don McCullin è uno di quei fotografi a cui penso spesso ... quando NON riesco ... a fare lo street !!!

Ogni qual volta mi crogiolo, mi adagio, mi compiaccio di fare fotografia riflessiva ... quando sto lì che medito sulla inquadratura, sulla luce, sull'esposizione, sul taglio, sui piani, sulla "previsualizzazione" "insomma .... (praticamente sempre!)...

... allora penso a fotografi come loro, come McCullin, come Capa, come Caron, come Burnet, inviati su terreni di guerra dove non hai certo tempo e modo per tirare fuori i tuoi ammennicoli, rilevare l'esposizione "spot", cercare la migliore inquadratura, aspettare la luce giusta, spostare i soggetti a Tuo piacimento, cambiare magazzini, o lenti, o filtri, magari provando per un medesimo scatto diverse variazioni sul tema, pulire le lenti continuamente perchè ... guai se appare un pelucco !!!!

Tutto questo NON c'è nelle loro foto. E si vede !!!
Ma sopratutto si sente

=Tomash=, 24/10/2011 08.59:

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Pensate un po che io ho iniziato prima a sviluppare e stampare che a fare foto.
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