Malattie reumatiche: anche
le cure termali possono aiutare
Fanghi e bagni sono sempre più «gettonati» e possono giovare soprattutto in caso di artrosi e fibromialgia
Le cure termali sono riconosciute dal Servizio Sanitario nazionale per alcune malattie reumatiche
Fanghi, bagnitermali e cure inalatorie piacciono agli italiani. E lo testimoniano i numeri. Il valore delle medicina termale in Italia non è solo scientifico, ma anche economico: il fatturato del comparto, pari a 734 milioni di euro, è costituito all'82% da prestazioni sanitarie, pari a più di 580 milioni l'anno. Ben 199 milioni si spendono solo per i fanghi e i bagni termali che, tra le varie indicazioni, comprendono anche alcune patologie reumatiche. I numeri della medicina termale in Italia sono stati segnalati a Roma in occasione dell’incontro su “Le terme alleate della ricerca: il ruolo della Fondazione per la Ricerca Scientifica Termale.
INDICAZIONI – «Le patologie reumatiche per le quali il nostro Sistema sanitario nazionale (Ssn) rimborsa le cure termali sono essenzialmente l’atrosi e la fibromialgia – premette il professor Antonio Fraioli, direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina interna E, terapia medica e medicina termale dell’Università La Sapienza di Roma, presso il Policlinico Umberto I -. In caso di osteoporosi possono giovare le cure idroponiche con acque ricche di calcio che però non sono riconosciute dal Ssn. Per quanto riguarda i trattamenti utili i principali sono la fangoterapia, la balneoterapia e l’antroterapia».
TRATTAMENTI - La fangoterapia consiste nell'impiego in terapia del fango termale, termine con il quale si intende una melma, naturalmente calda o riscaldata, derivante dalla commistione di una componente solida inorganica e/o organica, il cosiddetto fango vergine, con acqua minerale ed usata, dopo opportuna "maturazione", nella pratica medica. La balneoterapia consiste, invece, nell'immersione, completa o parziale, del corpo in una vasca individuale o in una piscina contenente acqua minerale portata e mantenuta alla temperatura ritenuta opportuna in rapporto all'indicazione clinica. L’antroterapia consiste, infine, nella cura in grotte: escavazioni naturali o artificiali collegate a sorgenti di acqua minerale ad elevata temperatura. Si distinguono in: "umide" se nell'ambiente giungono i vapori emanati dalla sorgente, "secche" se perviene soltanto il calore. «In caso di artrosi i trattamenti più utilizzati sono fanghi, bagni e talvolta l’antroterapia. A chi soffre di fibromialgia possono invece giovare la balneoterapia e l’antroterapia, per la quale però ci sono meno evidenze scientifiche di efficacia. In entrambi i casi le cure termali vanno viste come un’integrazione alle cure tradizionali, come i farmaci o la fisioterapia – segnala Fraioli -. L’obiettivo oggi è sempre più quello di prevenire la disabilità e non solo di dare un sollievo temporaneo. Per questo è importante che si incentivi l’esecuzione di studi osservazionali nel tempo per vedere come trattamenti termali periodici possano influire sulla patologia».
QUANDO – «Le cure termali si possono effettuare in qualunque periodo dell’anno a patto che la malattia non sia in fase acuta, altrimenti si rischia un peggioramento – puntualizza Fraioli -. L’ideale è fare un ciclo di almeno 12 giorni e non necessariamente una sola volta l’anno. Particolare cautela è fondamentale in chi soffre di malattie cardiorespiratorie o altre patologie croniche che, però, in genere rappresentano una controindicazione relativa».
ARTRITE – Se artrosi e fibromialgia sono le patologie reumatiche per le quali esistono maggiori evidenze di efficacia delle cure termali, qualcosa di sta muovendo anche nell’ambito dell’artrite reumatoide. «In passato si è provato ad utilizzare le cure termali nelle fasi di quiescenza dell’artrite reumatoide, ma i risultati non sono stati eclatanti. Tuttavia questo è un fronte che può essere riaperto con le dovute cautele. E proprio con la collaborazione dei reumatologi stiamo mettendo a punto un protocollo sperimentale per valutare gli effetti della balneoterapia in questi malati con l’obiettivo di prevenire la disabilità» conclude l’esperto.
Antonella Sparvoli
25 agosto 2008
Da:
www.corriere.it/salute/reumatologia/08_agosto_25/reumatismi_fanghi_terme_artrosi_cure_esenzione_76e4692c-7295-11dd-b748-00144f02aa...