Luciano Moggi e figlio condannati

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(SimonLeBon)
00venerdì 9 gennaio 2009 08:34
2009-01-09 06:40
PROCESSO GEA, CONDANNATI I MOGGI

di Francesco Tamburro

ROMA - Sono le prime pene inflitte dalla magistratura ordinaria dopo lo scandalo passato alle cronache come calciopoli. Luciano Moggi, ex re del più popolare sport italiano, è stato condannato ad un anno e sei mesi di reclusione per violenza e minaccia nel quadro dell'attività esercitata dalla Gea World, la società presieduta dal figlio Alessandro fino al 2006 quando, sulla scia del clamore suscitato dalle inchieste giudiziarie, fu sciolta. Insieme con "Big Luciano" è stato condannato dal tribunale di Roma ad un anno e due mesi di reclusione il figlio Alessandro. Nessuna conseguenza pratica per i due imputati poiché sono coperti da indulto i fatti che hanno determinato la loro condanna: le pressioni su Nicola Amoruso (passaggio al Perugia e revoca della procura ad Antonio Caliendo) e Emanuele Blasi (rinnovo del contratto previa revoca della procura a Stefano Antonelli) attribuite a Luciano, e quelle sui russi Victor Budiansky e Ilia Zetulayev (affidamento procura) contestate ad Alessandro. In fin dei conti solo episodi marginali rispetto al quadro tratteggiato dal pm Luca Palamara, il quale aveva parlato apertamente di un'associazione per delinquere che mirava "al controllo del mondo del calcio".

E non è un caso che sia caduta la principale accusa, appunto quella di associazione per delinquere. Tutti assolti gli altri imputati del processo: Franco Zavaglia, Davide Lippi, figlio del ct della Nazionale, Pasquale Gallo e Francesco Ceravolo. Dopo la lettura del dispositivo da parte del presidente della decima sezione del Tribunale di Roma, Luigi Fiasconaro, Luciano Moggi ha lasciato l'aula da un'uscita secondaria ed ha così evitato l'assalto dei giornalisti. Uno dei suoi legali, Marcello Melandri, ha annunciato che impugnerà la sentenza. Amareggiato per l'esito del processo il figlio Alessandro: "Io non ho fatto nulla - ha commentato - i giudici hanno detto che non c'é alcuna associazione per delinquere perché non c'é mai stata alcuna associazione a delinquere. Mi aspettavo l'assoluzione piena per tutti gli imputati, comunque la Gea è stata assolta completamente". Il pm Luca Palamara, rappresentante dell'accusa che aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati, attende il deposito delle motivazioni prima di un giudizio finale.

A suo parere è fondamentale il "riconoscimento che episodi di violenza privata ci siano stati" e lamenta la mancanza di collaborazione da parte dei calciatori interrogati: "Nessun contributo è arrivato da loro perché fanno parte del mondo del calcio", ha detto. "Alla fine la giustizia, rispetto a tutto il processo mediatico, è arrivata" è stato il commento di Zavaglia che però si è detto dispiaciuto per Luciano e Alessandro Moggi. L'inchiesta sul presunto dominio esercitato sul mercato dei calciatori e sul condizionamento delle scelte di alcuni club, così come denunciato da alcune "mosche bianche" in varie epoche e troppo spesso sottovalutato da addetti ai lavori, era partita nel 2006 dopo il trasferimento a Roma, per competenza territoriale, di atti raccolti dalla magistratura di Torino. Tra le persone coinvolte, e poi uscite di scena, anche Chiara Geronzi, ex socia Gea, Giuseppe De Mita e Tommaso Cellini, ex dipendenti della società. Non sono mancati strascichi e fascicoli stralcio aperti in seguito a dichiarazioni fatte in aula. Ne sanno qualcosa l'attuale ct della nazionale inglese Fabio Capello, l'ex dt della Juventus Antonio Giraudo ed Emanuele Blasi, finiti sotto inchiesta per reticenza.

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