lella84
00sabato 4 ottobre 2008 22:00
Studiare le vicende principali che hanno caratterizzato la presenza dei laici nella societa' italiana. Esaminare il ruolo che personalita' di spicco del mondo laico hanno svolto e, continuano a svolgere, nella formazione del patrimonio culturale e politico dell'Italia. Sono questi gli obiettivi che lo storico Massimo Teodori persegue nel suo ultimo saggio ''Storia dei laici, nell'Italia clericale e comunista'', pubblicato da Marsilio.
Teodori inizia la sua riflessione da un dato imprescindibile. I laici, soprattutto dopo la fine della Seconda guerra mondiale, sono stati schiacciati dalla predominanza dei cattolici e dei comunisti. I cattolici hanno detenuto il potere politico conquistando la maggioranza parlamentare. I comunisti, invece, hanno sviluppato una forte egemonia nel campo della cultura. Lo spazio riservato ai laici, insomma, e' stato sempre molto ridotto e limitato. I cattolici e i comunisti, inoltre, hanno cercato di cancellare dalla memoria condivisa del Paese i gruppi laici di matrice liberale, democratica e socialista.
''Provate a cercare ricerche sul mondo laico e antitotalitario, liberale, democratico, socialista, nell'Italia repubblicana - scrive Massimo Teodori. Con difficolta' troverete lavori che vadano al di la' delle monografie sui singoli aspetti della nostra storia''. Secondo l'autore del volume, al contrario, uomini del calibro di Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Benedetto Croce e Ignazio Silone rappresentano un patrimonio politico che non bisogna disperdere. Hanno contribuito, infatti, a dare vita ad un Paese piu' aperto e libero interpretando lo spirito di un'Italia piu' democratica e civile.