Lunedì 25 Aprile
Pasquetta, come da tradizione, va onorata con la classica pedalata fuori porta: sarebbe un peccato non... sfruttare l'energia immagazzinata il giorno prima con uova e cioccolata!
E così, in questo lunedì a metà tra le nuvole e il sole, ecco ancora una volta
Massimo/Maxi78 ed io darci appuntamento per affrontare un itinerario sulla carta assai impegnativo e ricco di sorprese.
L'intenzione del resto, perché negarlo?, è quella di alzare gradualmente "l'asticella" delle difficoltà, man mano che la stagione prosegue.
Il giro si snodava su alcune valli laterali della Fontanabuona, in modo da poter ripiegare in caso di pioggia (eventualità da non escludere del tutto).
Il percorso...
.... e l'altimetria, ravvivata da tanto bel colore viola!
La prima salita di giornata è quella che da Sori porta a Case Cornua, con 9 Km. all'8% di pendenza media. Tanto per cominciare!
Tra una chiacchiera e l'altra,
Massimo rischia di... proseguire il giro con le ruote quadrate, quando ha l'ardire di gettar fango sul mio "faro di vita": Renato Zero non si tocca.... e se questa volta gliel'ho lasciata passare
... non è detto che la prossima volta sarò così magnanima, se ci riprova gli sego il telaio!
Scesi in Val Fontanabuona, attacchiamo la prima novità della giornata: da Cicagna saliamo a Verzi, poco più di 4 Km. con una p.m. del 7,5%.
A Verzi, prima di scendere ad Acqua di Sopra (il primo che fa un commento ironico sul nome della località, data la mia fama "pluviale", lo stendo
: oggi non la prenderemo!) indugiamo per guardare il versante opposto della valle, nel tentativo di capire dove ci porterà la prossima salita: la
"strada invisibile", come l'ha battezzata
Massimo, un po' titubante solo perché GoogleMap ne ignora l'esistenza, ma il ragazzo non sa ancora quali nuovi orizzonti gli si sveleranno di lì a poco.... ma neanch'io veramente lo so e punto tutto sul mio fiuto da esploratrice (speriamo bene, se no sai che accidenti mi tira!!
).
Da Verzi uno sguardo su Lorsica e su... "ma sei sicura che da lì in poi c'è una strada che prosegue?"
Ma questa nuova salita, che da Lorsica (paese storico per la realizzazione artigianale del
tessuto damasco, esportato in tutto il mondo) porta a lambire il Monte Zuccarello, si rivelerà il clou di tutta la giornata, non solo per la sua durezza, ma perché ci ha mostrato un angolo di Liguria nascosto e quasi sospeso nel tempo. Una sottile striscia di asfalto nascosta nel bosco che si inerpica sul fianco della montagna. I pochi tratti al 7% allentano la morsa ai muscoli, altrimenti è tutto un alternarsi di 10, 12, 14%: i dati finali parlano di 7 Km. all'8,6 di p.m., non male!
Incrociando un tale sul ciglio della strada, intento a lanciare ceppi di legna sul suo camioncino, gli raccomandiamo di fare attenzione al nostro passaggio, e lui di rimando "Beh, finora non ho ancora sbagliato mira!!" Speriamo...
Quando il fiato lo permette, commentiamo il fascino di questa strada solitaria, ma il bello viene quando
Massimo esclama, guardando là davanti: "ma possibile che ogni volta che sono con te il nostro bel pezzo di sterrato non ce lo toglie nessuno???" Infatti.. sorpresa!!
Poco prima dello scollinamento e per il primo tratto della successiva discesa l'asfalto si fa terra e sassi.
Non possiamo non fermarci ad ammirare il panorama. Bellissimo e selvaggio il crinale raggiunto. Con evidente orgoglio di ciclo-pionieri guardiamo il punto là in basso dove siamo partiti, e alle nostre spalle, in alto, la vetta del Monte Ramaceto che ci osserva maestoso. Peccato che la giornata grigia opacizzi tutti i colori (e le foto... sigh!).
Sì, adesso che siamo in cima e Verzi è là di fronte a noi, sappiamo che la "strada invisibile" c'è davvero!
E che volete che sia qualche centinaio di metri di sterrato....
Col Monte Ramaceto supervisore della nostra impresa
Scesi nuovamente in Fontanabuona, la successiva salita porta da Calvari al Passo di Romaggi: i Km. questa volta sono 9 e la p. m. al 7,4%. Ma le gambe sono ormai rassegnate
, sanno che oggi non darò loro ascolto, del resto le mie orecchie sono già... costrette al superlavoro
dai discorsi di
Massimo: ogni tanto mi domando se tra una parola e l'altra riesce a rifiatare, visto che la strada sale anche per lui... ma poi penso che, dovendosi adeguare suo malgrado alla mia andatura da lumaca, forse lui la fatica neanche la sente! E un po' mi dispiace che in un giro di questa portata debba rallentare il suo passo (non dimentichiamo che c'è chi ha definito la sua una gamba "da professionista"!
) invece che "testarsi" fino in fondo: ho provato a dirgli di allungare, ma lui non si è mai scollato dal mio fianco.... che lo faccia per generosità o per non ritrovarsi a parlare da solo??
Salendo al Passo di Romaggi la vista si apre sulla ValFontanabuona e spazia fino al Promontorio di Sestri Levante e Punta Manara, lo scorcio preferito da Massimo..
... ma io trovo impagabile la bellissima bastionata rocciosa ad anfiteatro del Ramaceto, anche perché ho negli occhi il senso di vertigine provata quando lassù sulla cima ci sono arrivata (con gli scarponi, naturalmente!).
La foto non rende giustizia, col blu-Emiliano® sarebbe tutta un'altra cosa
Il Lupo... in posa per Cappuccetto Rosso
Dopo aver faticato più del dovuto a trovare un bar aperto (erano ormai le tre e, nonostante uova e colomba del giorno precedente, le nostre pance reclamavano
), ecco l'ultima esplorazione per oggi, il Passo della Crocetta, preso però da una variante a noi sconosciuta che attraversa il paese di Canevale: il leitmotiv di tutta la giornata è stato l'inclinometro quasi costantemente puntato sul 10% di pendenza - quando non di più - e anche questa volta... non poteva smentirsi.
Una volta giunti allo scollinamento, ci mancano ancora 40 km., da percorrere su strade ormai note, con le restanti salite di Ruta e di Megli, ma dopo una giornata così intensa è quasi - ma solo quasi! - come essere a già a casa.
Pasquetta "timbrata" a dovere, non avremmo potuto onorarla in modo migliore, anche se i panorami nuovi si sarebbero meritati il cielo azzurro al posto di tutta questa nuvolaglia.
Ma quello che mi stupisce ancora, dopo tanti anni di chilometri percorsi in bici, è di avere ancora tante strade nuove tutte da scoprire in questo fazzoletto di terra che è la provincia di Genova.
Come sempre grazie al mio socio d'avventure
, con cui la schermaglia delle prese in giro gioca a volte in punta di fioretto a volte di colpi di sciabola
. Irripetibili certi nostri fraseggi, per decenza al... comune senso di intelligenza
. Solo un esempio per farvi capire: "Ma secondo te, non è che lo spostamento dell'asse terrestre, seguito al terremoto giapponese, avrà aumentato l'inclinazione delle salite?", gli chiedo io. E lui "Non vorrei darti una delusione, ma gli Australiani non camminano a testa in giù!"
Alla fine
158 km. e 3477 m. di dislivello. Record personale di dislivello mancato per... 7 metri!
Ciao!