La tallonite

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00mercoledì 13 febbraio 2008 00:05

LE TALLODINIE NELL'ADULTO
TRATTAMENTO MEDICO, FARMACOLOGICO, FISICO E CHIRURGICO
di Giuseppe Policriti Divisione di Ortopedia e Traumatologia Presidio Ospedaliero di Belluno
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Il termine tallodinia defi nisce una condizione dolorosa al tallone. Essa può presentarsi uni o bilaterale e talora è responsabile di una notevole invalidità.
Nella ricerca della causa di un dolore sottocalcaneale occorre prendere in considerazione aspetti diversi, che vanno dalla valutazione delle calzature alla ricerca di patologie associate.
Il calcagno presenta molto spesso anomalie morfologiche, che possono essere possibili cause di dolori per conflitto con la calzatura. Da un punto di vista funzionale il calcagno realizza l'appoggio al suolo con la sua tuberosità posteriore che, a fronte di numerose sollecitazioni meccaniche, è protetta da un insieme di meccanismi ammortizzanti del retropiede e dai tessuti molli sottocalcaneali.
Le parti molli comprendono le formazioni muscolo-aponeurotiche a loro volta protette dai tessuti cutaneo e sottocutaneo.
Numerose borse sinoviali sono disposte a favorire lo scorrimento delle strutture tendinee periferiche. Particolare importanza riveste il tendine di Achille, il quale presenta più borse tra il calcagno e la cute.
Diversi fattori di rischio sembrano predisporre alla comparsa di dolore plantare al tallone. Esposti a un rischio particolare di sviluppare tale condizione sono i soggetti adulti sedentari ed in sovrappeso.
Attività sportive caratterizzate da forze di impatto significativamente elevate o traumi contusivi a livello della superficie plantare del piede possono causare danneggiamenti o vere e proprie lesioni dei tessuti molli.
L'invecchiamento di tali tessuti ( cute, grasso sottocutaneo, muscoli e fascia) riveste un ruolo significativo nel determinare l'aumentata incidenza di dolore plantare al tallone con l'avanzare dell'età.
Il tipo di calzatura usato dal paziente riveste un ruolo di una certa importanza nell'insorgenza della tallodinia. Questo fenomeno è frequente nelle donne che indossano scarpe con il tacco alto (6-7 cm.).
Una situazione del genere può essere responsabile dell'insorgenza di una sintomatologia dolorosa al tallone perché nel momento in cui si smette di indossare le scarpe con il tacco alto o il passaggio ad un altro tipo di calzatura, la pressione esercitata sul tallone aumenta come pure la tensione del tendine di Achille e della fascia plantare.
Le più frequenti tallodinie sono in rapporto a patologie delle parti molli (tendini, borse, sinovia e strutture nervose); in altri casi ossee (spina calcaneale, frattura da fatica, osteite, tumori, di sassetto biomeccanico del retropiede, artrosi astragalo-calcaneale, post-traumatiche, da sovraccarico e prolungata immobilizzazione).
Al di là delle più comuni tallodinie plantari legate ad una patologia meccanica, occorre tenere presente quelle di origine dismetabolica (gotta) e reumatica (Sind. di Fiessinger- Reiter, spondilite anchilosante, artrite reumatoide, condrocalcinosi, psoriasi, lupus eritematoso sistemico).
Gli obiettivi del trattamento medico farmacologico e fisico mirano alla risoluzione della tallodinia ed al ripristino della normale funzionalità del retropiede.
In presenza di un dolore alla regione plantare del tallone è utile la sospensione temporanea di attività. sportive e lavorative nell'alleviare la sintomatologia dolorosa.
Una componenete fondamentale del trattamento è costituita da esercizi di stretching (allungamento) del tendine di Achille e della fascia plantare.
Utile risulta l'applicazione di una talloniera in silicone per lo scarico meccanico del tallone.
In alcuni casi possono risultare efficaci l'uso di gambaletti rigidi da indossare durante la deambulazione, oppure delle stecche di immobilizzazione da utilizzare nelle ore notturne. Il gambaletto viene generalmente usato per 3-4 settimane, e le stecche per 6 settimane.
I farmaci antinfiammatori risultano in genere utili per la regressione della sindrome dolorosa.
Possibili alternative, se fallisce la terapia medica antinfiammatoria, sono costituite dall'inezione topica di corticosteroidi per ottenere un rapido sollievo sia nel breve che nel lungo termine.
I rischi associati a qualche infiltrazione con questo tipo di farmaco sono molto bassi. Tuttavia inezioni ripetute (7-8) possono causare l'atrofia del cuscinetto adiposo calcaneale o reazioni dolorose da presenza di materiale estraneo come gli eccipienti del farmaco.
Esistono però delle alternative quali la somministrazione per via topica dei corticosteroidi con gli ultrasuoni e la ionoforesi; tali mezzi fisici consentono la penetrazione del farmaco fino al punto in cui nasce il dolore, cioè nella sede dell'infiammazione.
Un'altra possibilità infine, è costituita dalla somministrazione di bassi dosaggi di radiazioni ionizzanti a livello della regione interessata.
Il trattamento chirurgico viene spesso riservato a quei pazienti nei quali un trattamento conservativo ( farmacologico e fisico) continua da almeno sei mesi senza alcun miglioramento della sintomatologia dolorosa.
Se la tallodinia è dovuta ad una spina calcaneale vi è disaccordo tra i vari Autori sull'opportunità o meno di asportare lo sperone calcaneale.
Minori controversie esistono invece per quanto riguarda il trattamento chirurgico di una compressione di un nervo periferico (tunnel tarsale) oppure per una semplice incisione della fascia plantare o asportazione della parte lesionata in caso di fascite (infiammazione della fascia plantare).
La maggior parte dei casi di tallodinia si risolvono senza alcun trattamento chirurgico. La risposta al trattamento farmacologico e fisico è in genere buono, grazie anche alla tendenza naturale alla guarigione dell'organismo e alla natura autolimitante della patologia.
Le alterazioni dei nervi periferici (neuropatie) da intrappolamento al di sotto del tallone e le tallodinie di origine reumatica e dismetabolica necessitano di una prognosi più cauta rispetto alle altre cause di dolore.
Possiamo quindi concludere che il dolore plantare al tallone rappresenta una molteplicità di aspetti fisiopatologici diversi.
La diversità dei termini utilizzati per descrivere il dolore plantare al tallone (sindrome dello sperone, fascite plantare, sindrome dolorosa calcaneale, dolore sottocalcaneale) sottolinea l'esistenza di diversi tipi di condizioni patologiche che hanno in comune la localizzazione anatomica e la limitazione funzionale.
Quando il dolore interferisce con le normali attività quotidiane del paziente, esso rappresenta un fastidio ed una fonte di preoccupazioni, nonché un problema clinico per il medico.
La maggior parte dei pazienti presenta un miglioramento indipendente dal tipo di trattamento effettuato.
Patologie locali o sistemiche possono giocare un ruolo determinante oppure possono rappresentare una semplice coincidenza. Solo con una raccolta anamnestica ed un esame obiettivo accurato consente di precisare la natura e la localizzazione del dolore.
La valutazione ed il trattamento del paziente sono in genere possibili anche a livello ambulatoriale ed i risultati possono essere molto soddisfacenti.


Da: www.sosed.it

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