La muta falsa dell parocchetto monaco

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=Tesora=
00giovedì 23 febbraio 2006 02:54
Sta in muta da 9 mesi, forse anche di piu'. Almeno da quando lo vedevo in un negozzio. Alle fine ho comprato. Da un mese che sta da me i cambiamenti sono pochi, e' diventato piu' intenso di colore, ha messo le penne nuove sulla testa e sta mettendo ancora, ma la pancia tutta rimasta piumata. Dei acari no c'e l'ha. Alimentazione buona, le vitamine aggiunte. Ha 5 anni di eta'. Cosa posso fare per finire la muta? O piano-piano si finera da sola?
BONALRE
00giovedì 23 febbraio 2006 04:07
Se le piume non crescono potrebbe essere che le ha spezzate con il becco?
Se è così bisogna aspettare la vera muta.
Altre volte ho visto pappagalli che per stress o altre patologie si beccano il piumaggio.
BY
=Tesora=
00giovedì 23 febbraio 2006 11:28
BONALRE, grazie! Non ho fatto pensare prima. Infatti, d'estate scorso quest' papagallo stava in coppia con altro, erano tutti e due nudi. Il negoziante mi ha detto che si hanno autospiumati perche fa caldo :D
BONALRE
00giovedì 23 febbraio 2006 12:33
Tesora,
io non sono un tecnico e neanche conoscitore dei pappagalli ma la logica mi spinge a pensare che 1° i pappagalli sono geneticamente preparati a sopportare alte temperature,escludendo si potrebbe dedurre che questo autospiumamento sia dvuto a stress da piccola gabbia o addirittura allergie date da errata alimentazione.
BY
=Tesora=
00giovedì 23 febbraio 2006 19:05
si, Bonalre, lo so che le cause della autodeplumazione sono tante e il caldo non centra nulla. La risposta del negoziante mi piaciuta, per cio' lo copiata.
psitta
00venerdì 24 febbraio 2006 11:54
mute parziali
Le mute parziali
Lo studioso francese, di ornicoltura, Ms.Viguié attribuisce le mute a squilibri ormonali dovuti all'illuminazione dell'ambiente

Scrive nel “Dictionnaire de la santé des Oiseaux”:

L'uccello di piccola taglia respira, in rapporto al suo peso, un volume d'aria centinaia di volte superiore a quello respirato da un animale più grande e dall'uomo.

Le sostanze tossiche presenti nell'aria dell'ambiente in dosi non avvertibili per noi, avrebbero per lui conseguenze gravi o mortali.


L'INFLUENZA DELLA LUCE SUL CICLO RIPRODUTTIVO

La luce ha un ruolo determinante nella vita dell'uccello delle zone temperate: la durata dell'illuminazione regola il suo ciclo vitale e ormonale. Di fatto non è la durata dell'illuminazione quanto la sua viariazione che agisce in questo senso.

Quando aumenta la durata del giorno, si scatena l'attività sessuale: nidi, accoppiamenti, deposizione. Questo fenomeno è comune a tutti gli animali e negli allevamenti avicoli viene sfruttato per ottenere uova e pulcini durante tutti i mesi dell'anno, da parte di volatili — come i tacchini e le faraone — che non deporrebbero che in primavera.

LA COSTANZA DELLA DURATA DELL'ILLUMINAZIONE PORTA GLI UCCELLI A RIPRODURSI IN TUTTE LE STAGIONI

Troppo spesso gli uccelli da gabbia sono collocati in stanze d'abi tazione in cui l'illuminazione è più condizionata dalle veglie dei proprietari e dalle emissioni televisive che dal ritmo stagionale. Ne deriva, per gli uccelli, un'illuminazione di durata costante, temperata soltanto in estate dalla levata del giorno, sempreché la differenza di 2 ore, sull'apparizione del sole, attenui le differenze nelle famiglie in cui ci si alza presto.

La costanza d'illuminazione porta gli uccelli a riprodursi in tutte le stagioni. Da ciò affaticamento delle femmine, incidenti e arresto della deposizione, mascolinizzazioni temporanee (comportamento, canto, ecc.) e — nei due sessi — mute anormali e parziali, spesso localizzate sulla nuca e nel collo che l'allevatore troppo sovente attribuisce a ipotetici parassiti del piumaggio.

MUTE ANOMALE CHE NESSUN APPORTO PUO CORREGGERE

Oueste mute hanno origine ormonale che nessun apporto vitaminico e di aminoacidi può correggere. Bisogna invece mettere gli uccelli in condizione di luce naturale e attendere spesso la muta generale dell'estate successiva perché le cose si normalizzino.

E' evidente che non tutti gli uccelli hanno lo stesso coraportamento e che certi soggetti possono essere più sensibili di altri alla mancanza di variazione dell'illuminazione. Bisogna in particolare rimarcare che l'ipofisi — la ghiandola su cui agiscono le variazioni luminose — è sensibile a debolissime intensità luminose: in un pollaio industriale è sufficiente, ad esempio, un'illuminazione blandamente debole per cui le ovaiole non abbandonano i propri posatoi.

GLI ELEMENTI Dl UN AMBIENTE IDONEO

Dell'ambiente, oltre che aria e luce, fanno parte anche gli spazi di cui gli uccelli fruiscono, dell' igiene che vi si pratica, dell' acqua di cui dispongono per bagnarsi e per bere che— in questo caso — fa parte dell'alimentazione, tutti elementi che condizionano salute e benessere dei nostri uccelli.


 

                
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