La chiesa ricorda i lavoratori...

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(SimonLeBon)
00lunedì 25 maggio 2009 20:53
2009-05-25 20:14
CRISI: BAGNASCO, LAVORATORI NON SIANO FUTILE ZAVORRA
(di Giovanna Chirri)

CITTA' DEL VATICANO - Gli ammortizzatori sociali anti-crisi sono "davvero modesti" e i lavoratori non devono essere una "inutile zavorra". L'immigrazione va governata avendo come primo "criterio" "dignità" e diritti degli immigrati, e non si affronta né solo con "l'ordine pubblico" né prevedendo "sconti in nome di un malinteso multiculturalismo". L'impolitico cardinal Angelo Bagnasco, esprimendo la "sollecitudine" da vescovo verso "il territorio in cui sono piantate le nostre chiese", apre i lavori della 59/ma assemblea generale della Cei e centra due temi sensibili del dibattito politico italiano, con qualche scetticismo sulle soluzioni adottate finora per affrontarli. Dalla crisi, osserva Bagnasco, non siamo affatto usciti, anzi essa "sta producendo i suoi effetti più deleteri sull'anello più debole della popolazione" e questo nonostante la "comprensibile ansia" di chi cerca "i segni di una uscita dal tunnel". Ma, anche in tempo di crisi, i lavoratori non sono "una futile zavorra": il loro "patrimonio di conoscenze e esperienze" sarà la "base da cui ripartire", una volta superata la crisi.

E per superarla, serve un "fisco più equo" e attenzione alla "fascia dei precari", che nell'ultimo decennio ha "fornito un apporto decisivo alla riduzione della disoccupazione" e per i quali "gli ammortizzatori previsti sono davvero modesti". Alla Chiesa, il presidente dei vescovi italiani - che interviene all'indomani delle parole del Papa Benedetto XVI sull'emergenza occupazione - chiede "una prossimità ancora più concreta al mondo del lavoro", e ammonisce: "é improponibile una concezione meramente mercantile del lavoro umano, quasi fosse una qualunque merce di scambio sottoposta alla legge della domanda e dell'offerta". Altro tema sensibile, l'immigrazione: il presidente della Cei apprezza le "significative correzioni" che la Camera ha apportato al ddl sulla sicurezza, ma osserva che "non hanno superato tutti i punti di ambiguità". Come accaduto in altri Paesi, ricorda, "le nostre autorità hanno risposto con la controversa prassi dei respingimenti" ai nuovi arrivi di clandestini via mare, ma nonostante la "sovrapposizione con la campagna elettorale" bisogna, esorta Bagnasco, non perdere di vista "il criterio fondamentale con cui valutare questi episodi, al di là delle contingenze..".

Nelle scorse settimane la Chiesa italiana, non solo ai vertici, si è interrogata proprio sui respingimenti dei clandestini, si sono sentite sfumature diverse, ma uno sconcerto unanime alla vista di persone indifese riconsegnate in nome della legalità e della sicurezza a un destino di esclusione e spregio di ogni diritto. Oggi il presidente dei vescovi ha detto che il criterio "dirimente" deve essere "il valore incomprimibile di ogni vita umana e la sua dignità, i suoi diritti inalienabili". A chi povero o perseguitato si presenta sulle nostre coste è questo il diritto da riconoscere; ci sono poi, ma in seconda battuta, gli altri valori, e Bagnasco li elenca; legalità, affrancamento dai trafficanti, salvaguardia del diritto di asilo, sicurezza dei cittadini, libertà di vivere dignitosamente nel proprio Paese ma anche libertà di emigrare...... Inoltre in vista delle elezioni europee Bagnasco chiede "alla luce delle esperienze non tutte positive degli ultimi anni" che sia "costruita una Europa dei cittadini e dei popoli, non quella delle burocrazie", e che l'Europa sia "generosa all'esterno perché fedele e creativa rispetto alle proprie radici". Infine altre due preoccupazioni per l'Italia: si vigili perché la ricostruzione post-terremoto sia senza "sprechi" né "intoppi" e sulla legge 40 si stia attenti a derive eugenetiche della prassi o della giurisprudenza.
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