La chiesa cattolica: cancro dell'Italia:?:

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®@ffstef@n
00sabato 1 maggio 2010 18:49
 Fonte  Pedofilia nella chiesa: Notizie e video aberranti da tutto il mondo:

Vi presentiamo vari telegiornali e trasmissioni da tutto il mondo che mettono in risalto la difesa da parte della gerarchia ecclesiastica dei numerosissimi preti pedofili. Nella prima parte c'è un video aberrante in cui si vede un prete che abusa sessualmente di un cherichetto.







Pedofilia e violenze sui bambini fatte da preti in Germania e Austria (TG da tutto il mondo)


Vi presentiamo una serie di telegiornali da tutto il mondo che affrontano gli scandali sui preti pedofili e le tiepide reazioni del Vaticano, che da sempre ha coperto e difeso gli autori di questi efferati delitti a discapito delle povere vittime innocenti; prima è stata la volta degli Stati Uniti, poi dell'Irlanda ed ora di Germania, Austria e Olanda. E' inutile che Benedetto 16º ora dica che condanna questi efferati atti mentre in realtà li ha coperti da sempre. Nel testo, infatti, (art.73, pag.23 del documento in latino) parlando di "crimine pessimo", intendendo l'abuso di un bambino o gli atti sessuali con un animale (perchè la Chiesa continua a paragonare, accomunare ed equiparare i bambini agli animali, come ai tempi della Taxa Camerae, a meno che il bambino non sia ancora... nato e lì allora la sua vita diventa sacra e inviolabile), si legge che tale peccato è commesso dal sacerdote "cum impuberibus", cioè "con" il bambino, non "contro". Perchè, prima di tutto, viene la condanna del sesso, anche quando è fatto contro la propria volontà; poi tutto il resto. Inoltre, quando Ratzinger era presidente della dottrina sulla fede, scriveva su documenti ufficiali riservati il comportamento da adottare per evitare lo scandalo, cosa piú importante della difesa della vittima violentata, alla quale hanno rubato l'infanzia. Questa sfaccettatura nella posizione della chiesa cattolica dovrebbe indurre a rifllettere molte persone su ció che realmente sia questa istituzione oscurantista.

 


parliamonepino
00sabato 1 maggio 2010 23:51
La comunicazione telematica è un uragano di informazioni ancora di difficile gestione, ma è senza dubbio lo strumento più potente al mondo per smascherare un enorme montagna di reati fino a ieri nascosti.

[SM=g1635847]
Jon Konneri
00martedì 4 maggio 2010 18:36
Raff questo è un sito di gay e lesbiche , sicuramente e poco credibile
®@ffstef@n
00martedì 4 maggio 2010 20:10
Jon Jon,

Questo tuo palese vuoto intellettivo meriterebbe la censura
ancor prima della mia calma, ma si sa...abbisogna compatirti
poichè la colpa non è tua.


®@ffstef@n
00martedì 4 maggio 2010 20:21
...[ ]

Le religioni


Incuranti di queste difficoltà le religioni attuali vanno avanti per la loro strada, con grave rallentamento del progresso umano. Non a caso i Paesi dove la qualità della vita è più alta sono quelli dove minore è l'ingerenza delle Chiese.

Il limite delle religioni attuali sta nell'aver arbitrariamente proposto soluzioni che la semplice ragione rifiuta (parliamo di ovvi motivi di proselitismo: più prometto e più mi seguono). La razionalità media dell'uomo moderno è decisamente superiore a quella dell'uomo di 1.000 anni fa e le religioni vanno in crisi. Fra 1.000 anni probabilmente le religioni attuali non esisteranno più.

Del resto qualunque credente attuale di fronte a una persona che gli dicesse che crede alla religione degli antichi greci (o romani) cercherebbe di dimostrarle che Zeus (Giove), Era (Giunone), Atena (Minerva) e company sono tutte panzane. Eppure duemila anni fa c'erano persone che impegnavano tutta la loro vita a servire quegli dei, persone che perdevano una parte della loro vita a pregare quegli dei ecc. Buffo, non vi pare?

Se il credente attuale non vuole apparire come un antico greco che credeva che un temporale fosse un'arrabbiatura di Zeus, deve basare la propria fede sulla ragione: o credenti o creduloni.

Molti non saranno ancora convinti. A questo punto, prima di procedere, li invito, per una volta a togliere la testa dalla sabbia e a non comportarsi più da struzzi.

Più volte ho notato che di fronte ad argomenti inoppugnabili il credente butta a capofitto la testa nella sabbia e non vuole più sentire nulla: "Taci tu, che sei il Male!". Comportamento infantile. Quindi, almeno per una volta, non fate gli struzzi!

Sono evidenti tutte le superstizioni che ancora albergano nelle religioni del terzo millennio, basta pensare a tutte le limitazioni alimentari e sessuali delle principali religioni, limitazioni frutto del pensiero "umano" di duemila anni fa.

È abbastanza evidente il male che nei secoli la Chiesa (direi le Chiese, includendo praticamente tutte le principali religioni) hanno fatto e fanno ad altri uomini parlando in nome e per conto di Dio.

Basta riferirsi al presente e colorare il mappamondo di nero dove ci sono conflitti che si basano su scontri di religione. Persino all'interno della stessa religione (protestanti contro cattolici o sunniti contro sciiti) la gente si fa del male in nome e per conto di Dio.

Deprimente.

Il problema è dunque smontare quel parlare in nome e per conto di Dio.

Pensiamo ai
libri sacri delle varie religioni.

Con un minimo di buona volontà è possibile trovare soluzioni molto poco "divine".

Per esempio chi è convinto che la Bibbia sia la parola di Dio dovrebbe spiegarmi (e spiegare a sé stesso) come sia possibile leggere nel Levitico:
Il Signore aggiunse a Mosè: "Riferisci agli Israeliti: "Quando una donna avrà perdite di sangue per le mestruazioni, la sua impurità durerà sette giorni; e chiunque la toccherà sarà impuro fino a sera". oppure "non mangerete la lepre, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, la considererete immonda" e decine di altre frasi simili che nessuna persona di buon senso oggi pronuncerebbe.

Non è più semplice, invece che arrampicarsi sugli specchi, ammettere che la Bibbia non è la parola di Dio?




 
 
®@ffstef@n
00martedì 4 maggio 2010 20:30
Credenti o creduloni?


Mario contesta pesantemente l'aggettivo credulone usato per chi pensa che Dio possa ascoltare chi lo prega.
Mi evidenzia che Dio interviene solo per fare del bene, non per evitare il male.

Pullman con 58 fedeli di Padre Pio si schianta al ritorno dal santuario: tutti morti!


Il credente irriducibile ci dice: "Tonino, grande fedele di padre Pio, ieri non è andato in pellegrinaggio perché aveva il mal di pancia, lui che è sempre stato sanissimo. Con quel mal di pancia, Padre Pio ha impedito una tragedia!".

La "soluzione" di Mario è uno di quei tanti escamotage che vengono usati per conservare la propria religiosità intatta dagli attacchi della ragione.

Non è difficile far presente che, umanamente parlando, chi, potendolo, non interviene per evitare il male, proprio buono non è.
Quindi la morale divina sarebbe comunque al di fuori di concetti come bene o male; che senso avrebbe pregarlo di fare il (nostro) bene?

Pensiamo a come sia ingenuo il segno della croce fatto da un calciatore prima di una partita di calcio.

Forse che Dio abbia il tempo e la voglia di seguirla?

E, anche se fosse, cosa accade se due giocatori avversari si fanno il segno della croce?

Dio di che squadra è?
 
Kalos52
00venerdì 7 maggio 2010 14:07
Re:
Jon Konneri, 04/05/2010 18.36:

Raff questo è un sito di gay e lesbiche , sicuramente e poco credibile




Che il letame sia trasportato da un carretto di legno oppure da una rolls royce non cambia, sempre letame rimane.
®@ffstef@n
00lunedì 24 maggio 2010 08:53

Un’istituzione di pervertiti ipocriti, dediti al lucro



La
banca cattolica PAX -s’è scoperto tramite il periodico tedesco “Der Spiegel”- traffica & Lucra in: Tabacco, Armi e Pillole contraccettive. E’ proprio evidente che, tra le puzze clericali di incenso stantio  “pecunia non olet” alla faccia della spiritualità cristiana. Il tabacco, va beh, fa venire il cancro, ma è un “peccato veniale” per così dire, perchè è una tossicodipendenza che ha a che fare con l’arbitrio (libero) del singolo…

Le armi invece? Accidenti…è proprio singolare che l’Istituzione che spaccia un autoritarismo che alla Polonia costa, per fare un esempio, 200 mila aborti clandestini ufficiali all’anno (piu’ quelli non contabili perchè praticati nelle campagne sotto le mani poco igieniche di mammane professioniste e piu’ economiche dei medici che spessissimo sono pubblici “obiettori” e privati “fabbricatori di angeli”) lucri su manufatti industriali che alle potenziali ed attuali madri provocano quello che è descritto (e illustrato) in questo post.

 
Sta a vedere che le fotografie degli “embrioni abortiti” con cui le società “pro-life” spacciano orribili immagini di “feti” le vanno a riciclare direttamente dall’Iraq la cui situazione …ehm…politica è condizionata, tra le altre cose, dalle lucrose attività della banca PAX che, sgamata, come l’accozzaglia di pretazzi ipocriti e zozzi che ha sempre protetto il clero pedofilo, ha chiesto scusa.  

Prendiamo un fanatico a caso, il presidente del Movimento Per la Vita Casini, che si batte contro contraccettivi, educazione contraccettiva nelle scuole, pillola (del giorno prima, del giorno dopo e RU486) e che con la sua organizzazione si vanta di “aver restituito alle donne la libertà di non abortire”   

Chissà che ne pensa di una banca cattolica che impone alle madri dei territori di guerra di non generare o di generare mostri perchè il “telos” delle attività della banca PAX (finanziamento della produzione e vendita di armi n.d.r.) che fa capo a questa istituzione criminale e oscurantista, alla faccia del Vangelo e dei vari “messaggi di Cristo”, si concentra tutto nel profitto, nel guadagno, nella ricchezza, nel conquibus, unico versante tangibile delle “chiacchiere morali” che sostengono politiche di privazione della libertà con cui la chiesa vorrebbe impestare il mondo.  

I contraccettivi, poi, non vanno bene perchè distolgono dall’ordine provvidenziale del mondo: se dio vuole che una sedicenne partorisca non è giusto che questa assuma, che so, per esempio la pillola Wyeth, che impedirebbe il libero espletarsi della volontà diddio sulla vita che potrebbe nascere da quel giovane corpo.  Ma se la pillola Wyeth porta lauto lucro alle casse della banca PAX allora alla volontà diddio di perseguire il suo piano si puo’ tranquillamente porre una deroga e la sedicenne puo’ tranquillamente godersi il suo rapporto sessuale protetto, con la benedizione (segreta eh…) della chiesa, in chiave di doppia morale.

Doppia, appunto. La morale dei gonzi che si bevono stronzate del tipo: prega, obbedisci e imponi il tuo credo anche a chi pensa diverso e quella del “fa quel caxxo che vuoi, purchè il tuo condursi frutti ‘emolumento per la santa romana chiesa“.

E il guadagno va in ogni caso a coloro che, scoperti, come i preti pervertiti che sodomizzano i bambini, chiedono scusa.
Jon Konneri
00lunedì 24 maggio 2010 11:22
Re: Re:
Kalos52, 07/05/2010 14.07:




Che il letame sia trasportato da un carretto di legno oppure da una rolls royce non cambia, sempre letame rimane.




Dovrebbero guardare prima la trave del loro occhio prima di togliere la pagliuzza degli altri
®@ffstef@n
00lunedì 24 maggio 2010 14:25
La santissima Cupola   

di Marco Damilano e Denise Pardo


I legami tra Balducci e alti prelati. Gli scambi di favori. E il ruolo di Propaganda Fide. Che ora il Papa pensa addirittura di commissariare   

  

Questa volta, si teme nelle sacre stanze del Pontefice, non basterà la Provvidenza 

Bisognerà passare a qualcosa di più terreno, per esempio a un commissariamento per riportare sotto controllo l'allegra e disordinata, a esser buoni, gestione della Sacra Congregatio.

Eppure era andata di lusso mica per poco, per quasi quattro secoli ad evangelizzare fino ai confini della Terra, con missioni, donazioni, patrimoni immobiliari, chiese, tutto era filato liscio come l'olio. 
 

Poi, più che il diavolo, potè un Angelo. Nel senso di Balducci, presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, l'uomo capace di trascinare in uno scandalo intrecciato di sacro e di mondano, San Pietro e Salaria Sport Village, faccendieri e missionari, elemosine e conti segreti, tonache e grembiulini, nell'affaire Cricca, Protezione civile, Anemonegate e altre amene inchieste, quello che viene chiamato Oltretevere "l'unico ministero con portafoglio".

Propaganda Fide, patrimonio stimato intorno ai 9 miliardi di euro, la sola congregazione vaticana con il privilegio di un bilancio autonomo dal controllo della Santa Sede. E che bilancio! 
 

Per anni, però, affidato a un consultore laico, il suddetto Balducci, battezzato da un ruolo davvero centrale per elargire, amministrare, far fruttare quel ben di Dio, altro che gentiluomo di Sua Santità, carica perlopiù utile per far prendere aria al vecchio frac.  

Per capirci, il capo di Propaganda è detto il "papa rosso" perché non ha il papa sopra di lui.  E Balducci, che oggi giace dietro le sbarre e scrive la sua memoria difensiva, mentre tutti i giornali titolano sul suo conto corrente allo
Ior, era niente meno che il suo vicario.

E così ci mancava anche la lista-memorandum di
Diego Anemone, il molto servizievole imprenditore intimo e sodale di Balducci, finito in manette nell'inchiesta sugli appalti G8 e affini.  

Una lista pasticciata con indirizzi, elenchi di case, affitti, vendite, ristrutturazioni, benefici e beneficiati, con nomi che c'entrano e nomi che non c'entrano, con lavori o favori, fatturati o neri, che ha trascinato Propaganda, proprietaria di alcuni stabili, dall'altare ai polveroni terra terra, dalle stelle divine della Cappella Sistina a quelle stelle che al Salaria Sport Village di proprietà di Anemone, la brasiliana Monica fa vedere a Guido Bertolaso con il suo celeste, a quanto pare, massaggio (di pura natura postural-cervicale, ha specificato serio il sottosegretario).  

In effetti, un commissario avrebbe il suo daffare per riportare Propaganda Fide, una volta per tutte, nei ranghi dell'Apsa, l'amministrazione del patrimonio pontificio, estremo rimedio a cui pensa Benedetto XVI per arginare quello di cui tutta Roma parla.  

Il
Vaticano finito, urbi et orbi soprattutto, nella gelatina di un sistema vischioso, dell'ordinario e intercettabile scambio di do ut des di una città corrotta.

Nel racconto, manca la grandiosità demoniaca dello scandalo dello
Ior ai tempi di monsignor Paul Marcinkus. Non c'è traccia dell'entità sterminatrice del ponte dei frati neri. E nemmeno il terrorismo visionario dei Lupi grigi dell'attentato a papa Wojtyla per mano di Alì Agca 

Nessun ingrediente del menù di avvelenamenti, segreti di Fatima, sepolture di boss della Magliana nell'ombra delle basiliche romane. Dal banchiere di Dio, Roberto Calvi, a don Bancomat, Evaldo Biasini, prete, missionario e cassa continua di Anemone.  

Questa volta la
Chiesa, "il potere senza potere, la realtà senza realtà" di cui scriveva Leonardo Sciascia, si fa mattone, piastrella, metro cubo, tramezzo, androne. Materia, insomma, peggio, edilizia che accoglie ministri, sottosegretari, anchorman, gran commis, quella Capitale "porta a porta" ammanicata e impunita, quella fiesta mobile di "piaceri" e di servizi, segreti, deviati o no, così radicata da essere riuscita a fare un Tevere più stretto tra le due Rome, quella del Palazzo, quella del Cupolone. E di una Propaganda, un Condominio Fide.

Per esempio, che invidia, che beatitudine, chissà a chi è toccata la strepitosa terrazza sospesa verso San Pietro di via della Conciliazione 44. 
 

Qui, nel palazzo di Propaganda, l'ultimo prima del sacro Stato, il più vicino al colonnato, vivono l'ambasciatore croato presso l'ordine di Malta (e ci vorrebbe John Le Carrè), l'avvocato rotale Ettore Boschi, fortunato sposo di Giovanna Ralli e legale di Serena Grandi (e ci vorrebbe Ennio Flaiano), il venerando cardinale Tomko cecoslovacco, ex papa rosso (chiamate Dan Brown!) i portieri indossano la marsina, e sull'occhiello luccicano chiavi dorate, mica chiavi da qualunque portiere d'albergo a cinque stelle, macché, sono quelle di San Pietro cioè del Paradiso.  

È quello che pensa di meritarsi Giancarlo Innocenzi, commissario dell'Agcom, quando torna a casa stremato dagli ordini perentori e di prima mattina del premier ("Caccia Michele Santoro, zittisci Serena Dandini").  

Quell'appartamento e quella terrazza sono il sigillo del suo potere, capace di sorpassare e di lasciarsi due palazzi più indietro persino l'attico della famiglia simbolo della politica romana, devota e papalina, i Rebecchini, surclassati da un trentino baciapile, dice lui, e si capisce, un attico del genere val bene una messa, no? 

Quale cornice migliore per ospiti d'onore e di gran rango? 
 

Il prefetto Giannni De Gennaro, per esempio. E soprattutto l'onore degli onori, Lui in persona, il Cavaliere che ogni volta rimane senza fiato alla vista del tramonto sul Cupolone.  

Dall'altra parte del Tevere, un altro miracolato, chi se non Bruno Vespa che, per mesi, ha puntato l'ultimo piano di un palazzo di via Gregoriana, prima di riuscire a traslocare lui e il capo Dipartimento per gli Affari di Giustizia di via Arenula, il magistrato Augusta Iannini, al secolo sua moglie. 

Per forza, che poi non c'è pellegrinaggio o visita apostolica, fuso orario o notte in bianco, che lo fermi e non lo veda pio, le palpebre abbassate a intermittenza in una sorta di estatico raccoglimento in diretta. Propaganda semina e poi raccoglie: tutte le manifestazioni religiose, in questi anni, dai viaggi papali fino al quarto centenario della nascita di San Giuseppe da Copertino, sono entrate nell'elenco Grandi eventi della Protezione civile 

Nella lista di Anemone sono apparsi come affittuari del generoso ente conduttrici come Cesara Bonamici, grand commis come l'ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio, installati in edifici nelle strade pregiate del centro di Roma, a due passi dal quartier generale della Congregazione, piazza di Spagna, naturalmente.  

Ma chi è riuscito nel colpo grosso è stato Pietro Lunardi che, all'epoca in cui era ministro delle Infrastrutture, si è accaparrato un intero palazzo di via dei Prefetti.  Un affarone per l'uomo dei tunnel, capace di aprire un varco (data la specializzazione) in una tradizione secolare: Propaganda non molla (quasi) mai un intero stabile, perché il suo obiettivo è fare condominio.

Fatto sta che lo straordinario evento ha il suggello del papa rosso in persona, il cardinale Crescenzio Sepe al tempo in cui guidava Propaganda, presente, udite, udite all'atto dell'acquisto.

È una Roma da marchese del Grillo. È una rappresentazione dell'equilibrismo fra poteri che si sostengono a vicenda, che padroneggiano reciprocamente informazioni riservate, i mille rivoli dei priviegi, le mille tentazioni della nomenklatura. 
 

È proprio l'ambizioso Sepe, oggi cardinale di Napoli, a nominare Balducci consultore, ad avviare la gestione creativa del patrimonio e a dare il là a una poderosa campagna immobiliare nelle diocesi asiatiche, africane, perfino in Mongolia: chiese e cattedrali, da erigere in ogni angolo del globo 

Fonda una scuola di formazione politica per giovani africani, docenti anche Giulio Tremonti e Francesco Cossiga, con il sogno favoloso di una Dc subsahariana, la Balena bianca del Continente nero. 

Qui da noi, a dirigere le danze, ci sono i consultori: non solo Balducci, anche Francesco Silvano, uomo del Bambin Gesù e ciellino, e Pasquale De Lise, potente presidente del Tar Lazio. 

Nelle sede di piazza di Spagna, Sepe fantastica di un mega-museo: lo inaugurerà il papa per l'Immacolata concezione, il prossimo 8 dicembre.  In corsa per aggiudicarsi gli effetti multimediali una società legata a Mario Maffucci, l'ex patron di Sanremo per conto della Rai, e quindi oggi meritato membro del Comitato per i 500 anni della Basilica di San Pietro per conto del ministro Bondi.

Tout se tient, anche canzonette e madonnine nell'incredibile mondo della Capitale. Sepe ora è a Napoli, ma gli altri dell'entourage continuano a frequentarsi, dietro ai separè. Il cardinale argentino
Leonardo Sandri riceve nella rinomata pizzeria in viale Giulio Cesare, Napul'è, dove si incontrava con Balducci, prima della sua disavventura giudiziaria.  

Sfortunato, il prelato: dove c'è lui, per puro caso, prima o poi arrivano anche le manette. Scattarono ai polsi anche del banchiere del Banco Provincial de La Plata Francisco Trusso, in epoca Menem, non certo un epigono di Mani Pulite.  

Sfortunatamente, il banchiere custodiva nei suoi depositi i soldi dell'arcidiocesi di Buenos Aires. Ancora più sfortunatamente, si era rifugiato in casa della sorella di Sandri, richiamato prontamente a Roma.  Oltre a Sepe e Sandri, l'altro amico di Balducci è il cerimoniere pontificio Franco Camaldo.
Super-fotografato: accanto al papa nelle celebrazioni liturgiche e nelle feste della Capitale. 
 

Infaticabile organizzatore di serate riservate, in case private e salette appartate, per esempio l'esclusivo ristorante dell'ex istituto Paolo VI solo per ecclesiastici ma solo, solo su prenotazione, dove appare insieme all'amico padre Leonardo Sapienza, altro curiale amante dei misteri gaudiosi.

Un sistema in cui ora
Ratzinger in persona vuole vederci chiaro. Per l'attuale papa rosso, l'indiano Ivan Dias che pure non è uno sprovveduto, un passato in segreteria di Stato a occuparsi di Urss, decifrare le mosse della Cricca è stato più complicato che interpretare le mosse del Kgb.  

Intanto si è messo a studiare la voluminosa rassegna stampa sull'incresciosa vicenda, in vista del probabile commissariamento. Ma, in Vaticano, vista la situazione, sono in molti a pensare che invece di un commissario, ci vorrebbe un esorcista. Non uno qualunque.  

Un esorcista coi fiocchi, almeno.
_Rossini_
00mercoledì 2 giugno 2010 21:46

martedì 1 giugno 2010

Tutte le case del Vaticano:
tesoro da 115mila proprietà



Il Giornale del 31 maggio 2010
Gian Marco Chiocci


Casa e Chiesa, Vaticano real estate: fa impressione l’elenco completo del più vasto patrimonio immobiliare al mondo, sfuggito a ogni serio censimento, sin qui noto solo agli addetti ai lavori delle segrete stanze pontificie.

Stando alle stime (non ufficiali) il 20 per cento dell’intero patrimonio immobiliare italiano farebbe riferimento alla Chiesa di Roma che nella Capitale vedrebbe salire percentualmente la sua potenza edilizia fino a un quarto dell’intero comparto: ventitremila fra terreni e fabbricati (appartamenti, negozi, uffici eccetera) intestati a centinaia di entità diverse fra enti, diocesi, istituti, congregazioni, confraternite, società, tutte realtà comunque riconducibili al Vaticano.

Un numero imprecisato di appartamenti per migliaia di unità.
Quasi
600 palazzi fra istituti e conventi,
50 monasteri, più di
500 chiese,
22 conventi,
400 immobili fra case generalizie, cliniche private, ospizi, case di riposo, residenze private, scuole, seminari, oratori, una quarantina di collegi e via discorrendo.

Un patrimonio continuamente aggiornato e incrementato dal trading immobiliare e da sempre crescenti lasciti e donazioni dei fedeli (su Roma, nel 2008, se ne registrarono la bellezza di 8mila).

Calcolando per difetto gli esperti contano inoltre 115mila proprietà il vero tesoro vaticano in tutta Italia.

Da brividi il suo controvalore di mercato. Secondo i responsabili del «Gruppo Re» (Re non sta per Real Estate bensì per Religiosi ecclesiastici) che assiste i ministri del culto nella gestione del loro immenso tesoro immobiliare «se a metà degli anni novanta i beni delle missioni si aggiravano intorno agli 800 miliardi di vecchie lire, oggi dovrebbero valere dieci volte di più.

Il patrimonio nazionale immobiliare della Chiesa raggiunge quasi il 22 per cento del totale italiano, proprietà all’estero escluse».

Secondo un’approfondita inchiesta del Mondo del 2007 la vera svolta sul business del mattone in Vaticano arriva alla fine del 2002 con la nomina del cardinale Attilio Nicora alla presidenza dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della sede apostolica) che si divide la gestione del potere finanziario con la banca pontificia dello Ior (l’Istituto per le Opere di religione) e con il Fondo pensione per i dipendenti vaticani.

«L’holdingApsa, che a Roma risulta proprietaria di beni per pochi milioni, perché iscritti a bilancio al costo storico, e accatastati sempre come popolari o ultrapopolari, pur situandosi in pieno centro (...). Ma che invece ha un potere di indirizzo enorme sull’immenso patrimonio che fa capo alla Chiesa e agli oltre 30mila enti religiosi che operano sul territorio».


Venticinque anni fa il non ancora baciapile Francesco Rutelli prese la parola in parlamento sul dibattito che seguì l’approvazione della legge che istituiva i fondi di culto, e snocciolò una quantità gigantesca di numeri e indirizzi «per lasciare agli atti della Camera una tale imponente messe di proprietà degli enti ecclesiastici (...).

La consistenza gigantesca di questi beni è sotto i nostri occhi, e noi riteniamo di doverla evidenziare al Parlamento mentre si discute di quali oneri lo Stato debba fronteggiare per assicurare la sussistenza degli enti ecclesiastici e il sostentamento del clero».

Venticinque anni dopo quell’exploit, con Rutelli diventato cattolicissimo dopo la folgorazione sulla via del Campidoglio e i successivi finanziamenti a grandine per il Giubileo (3.500 miliardi), un altro parlamentare radicale, Maurizio Turco, s’è messo d’impegno per venire a capo del più vasto patrimonio immobiliare mondiale.

E giorno dopo giorno, fra il 2006 e il 2007, facendo la spola fra gli uffici del partito invia di Torre Argentina e gli archivi del catasto, ha ricostruito casa per casa le proprietà della Chiesa.

Un lavoro immenso. Pazzesco. Sfiancante. Reso complicato dalle non sempre corrette descrizioni degli stabili e degli enti di riferimento riportate sul registro degli immobili. Un lavoro che non tiene però conto del grande affare del turismo religioso (con l’Opera romana pellegrinaggi a farla da padrone) a cui si ricollegano le migliaia di «case per ferie» seguite direttamente dai religiosi per un fatturato annuo da 4 miliardi di euro.

Ci si dovrebbe soffermare inoltre sul business delle alienazioni dei sacri palazzi - attraverso il cambio di destinazione d’uso - a holding immobiliari, enti istituzionali, attività commerciali e compagnie alberghiere: in tre anni numerosi conventi o seminari sono stati riconvertiti e trasformati in hotel oppure in condominii da 30/40 appartamenti l’uno ceduti o affittati, per un giro d’affari da centinaia di milioni di euro.

Un business reso più fruttuoso dalle tante agevolazioni fiscali di cui gode la Chiesa, a cominciare dall’esenzione dell’Ici fino alla detassazione sulle imposte da versare sugli affitti riscossi passando per un migliore trattamento tributario nei confronti degli enti religiosi proprietari dei palazzi storici.

Il tesoro immobiliare del Vaticano scoperto dal radicale Turco è da guinness dei primati.

Per pubblicarlo tutto occorrerebbe un giornale intero.

Ci limitiamo a segnalare le «sigle» religiose con il più alto numero di proprietà fra Roma e provincia:


la Cei ne ha 16,
l’Opera romana per la preservazione della fede e la provvista di nuove chiese in Roma 54,
l’Abbazia di Subiaco 102,
l’Apsa 306 (comprese le varie sigle)
 le Ancelle francescane del Buon pastore 55,
ArcipreturaValmontone 350,
Arcipretura in Vallepietra 97,
Beneficio parrocchiale del capitolo di San Pietro-Vaticano 164+201 (oltre a 114 beni amministrati da Hoerner Arturo),
capitolo Subiaco 575,
Canonici Albano Laziale 171,
Canonici Ariccia 518,
Capitolo Basilica S. Maria Maggiore 101,
Caritas 70,
Vicarie Castel Madama 158,
Vicariato di Roma 276,
Suore domenicane Santa Caterina 20,
Sottocura Sant’Andrea Gallicano 92,
Società cattolica di assicurazioni Verona 33,
Suprema congregazione sant’Ufficio 133,
Santa Sede Città del Vaticano 178,
Reverenda Fabbrica di San Pietro 139,
Propaganda Fide e suoi istituti di riferimento (1.139, come pubblicato ieri dal Giornale),
Congregazione di S. Vincenzo Pauli 161,
Pontificio istituto teutonico 211,
Pontifica opera per la preservazione della fede 683.


_Rossini_
00domenica 6 giugno 2010 17:47
giugno 5, 2010, 10:35 am



 “NON C’E’ PIU’ RELIGIONE”

Cripta d’oro per Padre Pio

 

di Paolo Farinella, prete


Una mia amica di Facebook ha creato una pagina contro la nuova cripta di padre Pio da Pietralcina. Mi era sfuggita la notizia che fosse inaugurata, ma ancora di più mi era sfuggita la notizia che il nuovo «loculo» (si fa per dire) di 2.000 metri quadrati (sì, sic!), cioè l’equivalente di 25 appartamenti di 80 metri quadri.


Non c’è che dire, come inno alla povertà francescana e alla supposta semplicità del festeggiato, era il minimo che si potesse fare. 2000 metri quadrati non si negano a nessuno e se poi questo loculo così discreto è tutto ricoperto d’oro massiccio e di mosaici, siamo pari e patta.


Tutto è logico e tutto si tiene: il vangelo che lascia in eredità i poveri (li avrete sempre con voi), che chiede di non portare due tuniche e borse con denaro, tutto è coerente, anzi l’oro scintillante servirà da specchio per le coscienze dei frati perché vedano il nero che le copre.



I frati hanno angariato p. Pio quando era in vita, lo hanno spiato, lo hanno tradito, lo hanno esiliato, lo hanno fatto soffrire e ora gli stessi lo onorano, lo celebrano e lo seppelliscono sotto una montagna di oro massiccio che grida vendetta al cospetto di Dio.

La gerarchia cattolica che ha perseguitato p. Pio imponendogli ogni sorta di sopruso e di umiliazione, fino alla proibizione della Messa, oggi come se niente fosse lo additano come modello di santità e di umiltà e di povertà.

Veramente non c’è più religione!


La mia impressione è che dietro quest’uomo mite e anche strano, vi sia oggi più che mai un enorme processo di marketing, una macchina per fare soldi facili facili per ingannare chi si lascia drogare da una religione che è la negazione della santità e del buon senso.

Lasciamo stare il vangelo da parte che non c’entra nulla in questo come in tanti altri affari della bottega religiosa a buon mercato, anzi a peso d’oro.


Io mi chiedo come possa venire voglia di pregare in una cripta d’oro massiccio e chi è quell’imbecille che possa pensare che una cosa simile possa dare «gloria a Dio».

Chi ha pensato una cosa del genere, chi crede che un simile delitto possa confondere Dio, si sbaglia di grosso perché quell’oro poteva e doveva essere impegnato per alleviare le sofferenze, nella ricerca medica, nell’aiuto ai poveri.



Nell’anno di grazia 2010, mentre migliaia di famiglie sono sul lastrico per mancanza di lavoro e altre migliaia perdono la casa per impossibilità di onorare gli impegni ipotecari; mentre una miriade di miriade di giovani sono senza lavoro e senza futuro, mentre bambini, uomini e donne muoiono di fame, letteralmente anemici e disidratati, mentre la chiesa cattolica manda gli spot per la raccolta dell’8×1000, mettere su una cripta d’oro massiccio per onorare un morto, già decomposto visto che è deceduto nel 1968, è un insulto a Dio, alla fede, alla dignità dei poveri, a San Francesco e allo stesso p. Pio.



Un nuovo vitello d’oro è nato e così chi è aduso a fare orge di religione a buon mercato, può andare con tranquilla coscienza a farsi fotografare nella cripta d’oro di p. Pio, stando attento però a che tutto quell’oro non gli accechi l’anima.

Quando la religione si trasforma in mercato delle vacche, tutto è possibile, anche che Dio non esiste, come afferma lo stolto del salmo.


Personalmente prendo un impegno per la vita: non sono mai stato a San Giovanni Rotondo e mai andrò perché non credo in quei fenomeni che vogliono fare passare per straordinari e non credo nelle apparizioni. Mi basta e avanza Gesù Cristo e credetemi, ne avanza anche tanto. (Tratto da Micromega)
 
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