il Poeta 1
00domenica 7 marzo 2010 11:39
LO SCAPOLO * A. Stifter
Scampagnata di primavera, paesaggio ricco di verde meraviglioso, un gruppetto di amici risalivano un bel declivio verde ricco di alberi e di usignoli...
Uno di lor disse: < È ben sicuro che io non mi sposerò in eterno.>
< A chi può saltar in mente di sposarsi?! > disse uno.
- Tollerare le pastoie ridicole di una donna e starsene come un uccello appollaiato sulle cannucce della gabbia? >
- Già bello mio; però ballare, prendere una cotta... quello sì va bene > esclamò un terzo: e gli fecero eco allegre risate.
< Tanto, te nessuna ti vorrebbe! >
< Ma neanche te! >
< E che me ne importa? >
...
Nei loro occhi brillava la fede incrollabile nella vita.
Li circondava la Primavera, come loro fiduciosa e inesperta.-
< Buona notte, salutami Rosina. >
< Buona notte, salutami Augusto e Teobaldo. >
…
< Vittorio è proprio vero che sei deciso di non sposarti? >
< Debbo proprio dirti > rispose l'interrogato < che io non prenderò mai moglie e che sono molto infelice. >... -
- Rientrando dalla cucina la vecchia si pose di fronte a Vittorio e gli disse:
< Ora che ti sei ristorato, stammi a sentire. Se io fossi davvero la tua mamma, come sempre tu mi chiami, sarei proprio in collera con te... è ingiusto quel che tu hai detto poco fa, che cioè nulla più ti dà gioia...
Guardami, Vittorio; io ho quasi 70 anni, eppure non dico ancora che nulla più mi dà gioia... il mondo si fa più bello quanto più a lungo si vive...
É necessario che tu faccia questo viaggio sin da tuo zio, prima di assumere l'ufficio...>.
< Hai veduto Rosina ieri?>
< No, mamma; siam tornati la sera tardi e il tutore ha pur riconosciuto l'opportunità di obbedire a questo desiderio dello zio, un viaggio di cinque giorni a piedi su e giù per boschi e montagne >
< Vittorio, risali in camera tua sistema la valigia, fa bene attenzione nel riporli i vestiti, ascolta ancora una preghiera: se oggi o domani t'incontri con Gianna (la sorellastra), dille una parola buona; è un peccato che non siate andati sempre d'accordo tra voi.> -
Le montagne corolle di vita dove brilla talvolta un luccichio d'argento o un pezzo di cristallo...
- Dopo colazione, Vittorio s'incamminò su verso pendii, attraversando valli, boschi, pinete e montagne mai percorse, ma sempre più in alto. -
La strada era sempre tanta, ma per guadagnar un posto di lavoro sicuro, valeva la pena...
- Il terzo giorno, che stupore quando quella palla bruna, giunta sino a lui, gli balzo addosso improvvisa, rivelandogli il vecchio e fedele spinone della sua vice madre! Gli occhi rossi, mal ridotto, quando volle lanciare ululati di gioia, la sua voce usci roca, e nel tentare balzi festosi andò a ricadere malamente nel fosso.
< Povero vecchio mio! > disse Vittorio accoccolandosi accanto.
< Vedi in che bella impresa ti sei cacciato, testa matta che non sei altro!> …
Arriva dopo traversie all'isolotto dello zio.
- Mentre Vittorio spingeva lo sguardo tra le sbarre del cancello e andava cercando se vi fosse un modo qualunque di aprirlo, un vecchio sbucò di tra i cespugli spiando verso di lui.
< Abbiate la compiacenza > gli disse il giovane di aprirmi e di condurmi dal padrone di casa, se questo fabbricato è proprio la Chiusa.
… < Sei venuto a piedi? >
< Sino alla Hul son venuto a piedi > rispose Vittorio.
< Ma è proprio vero? >
< Se così non fosse, non lo direi > rispose.
… Vittorio, che in vita sua non si era mai sentito parlare così senza riguardo, era ammutolito, in attesa che l'altro aprisse il cancello.
Ma il vecchio disse invece: < Prendi una corda, attaccaci una pietra e affoga quella bestia nel lago, poi torna qui, che io intanto ti aprirò. >
< Chi dovrei affogare? > domandò Vittorio.
< Il cane, si capisce, che ti sei tirato dietro. >
< E se non lo faccio? >
< Allora non t'apro il cancello.>
< Qua, Fido! > gridò Vittorio al suo cane.
E così dicendo si voltò, scese a corsa nell'avvallamento, risalì, riattraversò il giardino degli gnomi, il parco degli aceri... richiamando il barcaiolo per essere riportato indietro...
Romanzo simpatico veloce con poesia...
Lorenzo Pontiggia
il Poeta mary lory