Il mal di testa è una vera malattia

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xvalentino
00giovedì 9 novembre 2006 16:59

Il mal di testa non è un semplice sintomo, ma una vera e propria malattia che comporta piccole riduzioni di sostanza grigia in alcune aree cerebrali coinvolte nella regolazione del dolore. Lo hanno dimostrato, per la prima volta al mondo, i ricercatori del Centro Cefalee dell' Università di Torino. In più, è stato dimostrato che esiste una corrispondenza biunivoca tra mal di testa e obesità, nel senso che una favorisce l’altra.



L’equipe, guidata da Lorenzo Pinessi, vice-presidente della Società Italiana Studio Cefalee (SISC), ha realizzato uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica americana “Headache” e svolto all’ospedale torinese delle Molinette, nella Clinica neurologica II, diretta da Pinessi. Gli studiosi hanno utilizzato una innovativa tecnica di risonanza magnetica cerebrale che si avvale di una particolare analisi morfometrica (voxel-based-morphometry - vbm).



''Si tratta di un'analisi matematico-statistica - ha spiegato Walter Valfré, collaboratore di Pinessi - che per confronto è in grado di evidenziare anche piccolissime alterazioni della sostanza grigia o bianca cerebrale non percepibili ad occhio nudo con una risonanza magnetica tradizionale''. Questa ''riduzione focale'' è stata osservata nella corteccia cingolata anteriore, che presiede alla modulazione del dolore. ''Il mal di testa, che colpisce in Italia 6-7 milioni di persone, per lo più di sesso femminile - ha spiegato il neurologo torinese - è sempre stato considerato una 'malattia' fra virgolette, un disturbo legato al cattivo funzionamento dei centri cerebrali del dolore. Recentemente, con la risonanza magnetica, si era visto che gli emicranici mostravano piccole lesioni ischemiche cerebrali, ma erano spiegate come una conseguenza del mal di testa”. Solo gli ultimi sviluppi della scienza e in particolare l'analisi morfometrica applicata ai dati della risonanza, hanno permesso agli esperti di dimostrare l'esistenza di piccole riduzioni di sostanza grigia, non solo in chi soffre di emicrania cronica, e sono questi i casi più gravi, ma anche in coloro che hanno attacchi episodici.



Lo studio è stato condotto su 54 persone, 27 affette da emicrania e su un gruppo di controllo di altre 27 assolutamente sane. Sul fatto che da questa scoperta possano derivare cure per chi soffre di questo disturbo, Pinessi è cauto. ''Difficile dirlo, al momento - ha risposto -. Visto che abbiamo scoperto una riduzione di sostanza cerebrale, verrebbe da pensare che un fattore neurotrofico potrebbe essere la possibile soluzione, ma è solo un'ipotesi, la stessa ipotizzata, ancora senza risultati, con l'Alzheimer''.



Un'altra recente scoperta dello stesso gruppo torinese ha dimostrato inoltre una stretta correlazione tra emicrania e obesità. Fra chi soffre di emicrania c’è infatti un 30% di persone obese o in sovrappeso. Percentuale più elevata di quanto si riscontra tra la popolazione normale, in cui l’incidenza è del 10-15% In Italia, secondo i dati forniti dal neurologo, sono obesi o in sovrappeso almeno 3 milioni di emicranici. Questo è dovuto anche al fatto che molti dei farmaci utilizzati nella profilassi dell'emicrania, come i betabloccanti e i calcioantagonisti, provocano, durante un trattamento di sei mesi, un aumento del peso corporeo medio di 3-6 chili. E nell'emicrania con obesità vi è una stretta relazione: in pratica, l'una favorisce l'altra. L'aumento del peso corporeo infatti aumenta la gravità e la frequenza degli attacchi di mal di testa che rischiano di diventare cronici, mentre l'emicrania stessa è causa di obesità. Pinessi e collaboratori hanno allora concentrato la loro attenzione sul metabolismo del glucosio nelle persone affette da emicrania e hanno scoperto che questi pazienti mostrano “insulinoresistenza”, ossia una minor capacità di utilizzare il glucosio a livello cellulare e una richiesta sempre maggiore di insulina al pancreas. Questo stato costituisce uno dei componenti della cosiddetta “sindrome metabolica” ed è in pratica l'anticamera del diabete.

Che cosa deve fare un paziente che si trovi in questa condizione? ''Noi sottoponiamo tutti i nostri emicranici al test del metabolismo del glucosio e agli altri esami per la profilassi cardiovascolare. Poi consigliamo loro una dieta combinata”. In pratica oltre ad adottare un’alimentazione povera di grassi saturi per prevenire le malattie del metabolismo, bisogna anche tenersi alla larga da alcuni alimenti come formaggi, cioccolata, vino, banane, crostacei, frutta secca, agrumi e pomodori.

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