Re:
Telemaco77, 14/01/2010 11.32:
La ricerca che Neropece ha linkato è molto interessante. Ovviamente ne può essere messa in dubbio la scientificità perchè dichiaratamente di parte, ma alcuni punti mi paiono interessanti:
alla fine del secondo secolo la scelta era finita. Noi possediamo un documento preziosissimo che lo prova: il Canone di Muratori, chiamato così dal nome dello studioso modenese che lo scoprì nella Biblioteca Ambrosiana e lo pubblicò nel 1740. Questo documento è un semplice catalogo, un indice dei libri della Sacra Scrittura, risalente a circa il 180 e redatto in Roma. Esso dimostra che a quell'epoca la Chiesa Romana aveva il medesimo Canone della Chiesa Odierna (eccettuate la lettera agli Ebrei, quella di San Giacomo e la seconda di San Pietro che essa rigettava
Insomma, il canone era praticamente fissato più di un secolo
prima dei concilii cui generalmente gli apologeti cattolici e ortodossi si riferiscono. E' interessante tra l'altro che al frammento muratoriano mancano delle righe, nelle quali, secondo alcuni studiosi tra cui Geoffrey Mark Hahneman (cfr. The Muratorian Fragment and the Development of the Canon, Oxford University Press, 1992), sarebbe “ragionevole ipotizzare che il Frammento possa aver contenuto altri riferimenti ora perduti, e che Giacomo ed Ebrei possano essere stati fra questi”.
Giuseppe Flavio - Contra Apionem 1, 8 - I sec E.V)
“Non possediamo miriadi di libri incoerenti, in conflitto fra loro. I nostri libri, quelli giustamente riconosciuti, sono solo ventidue, e contengono la storia di tutti i tempi.
Questi 22 sono i 39 accettati nelle Chiese Protestanti. E' evidente che all'epoca di Giuseppe Flavio i deuterocanonici (o apocrifi) esistevano già, ma gli ebrei non li consideravano Sacra Scrittura, parte della Tanakh.
il tanto menzionato Concilio di Cartagine (397) in realtà non ha nessun valore decisionale per tutti i cristiani, come alcuni ci vogliono far credere quando parlano di decisioni conciliari. Era un concilio regionale che esponeva semplicemente l’opinione della Chiesa africana e non aveva alcuna efficacia autoritativa dato che non era un concilio ecumenico. Anzi, era talmente poco autoritativo che nel Concilio Trullano II, di tre secoli successivo (692), riemerge l’ambiguità del canone dell’AT perché in quel caso il canone corto, quello senza gli apocrifi, venne affiancato al canone lungo di Cartagine, come quasi a dire: che ognuno si pigli quello che preferisce . Altro che decisioni conciliari che mettono ordine al caos! Come tutti sanno invece, la prima vera decisione vincolante sui canoni viene presa nel Concilio di Trento del 1546.
Se questo è vero, l'unica pronuncia ex-cathedra della chiesa non è di 1700 anni fa (come vorrebbe farci credere l'amico ADO), ma di 464 anni fa, e tra l'altro
dopo la Riforma Protestante.
Bene, fin qui le prove addotte da una parte. Resto con la mente aperta in attesa di quelle della controparte.
P.S.: le mie considerazioni sono da considerarsi un commento avalutativo volto a verificare la comprensione del testo che ho letto.
Con amicizia
Mi perdonerai se ti dico che questo discorso del canone non mi appassiona particolarmente, ognuno di noi ha argomenti che lo appassionano di più rispetto ad altri.
Detto questo volevo ricordare che se non fosse stato per la grande chiesa del primo millennio, tutte queste cose che noi stiamo esaminando sarebbero e rimarrebbero chiacchere, perchè è stata essa a tramandare la sacra scrittura dalle origini al giorno d'oggi, senza di essa chissà quali libri avremmo oggi in quella che chiamiamo bibbia.
Se esaminiamo infatti la vulgata di Gerolamo e la confrontiamo con i maggiori ritrovamenti che ci sono stati fino al giorno d'oggi, possiamo affermare tranquillamente che le differenze trovate sono veramente marginali, ringraziare la chiesa per questo mi sembra il minimo.
Ora uno studio alquanto scientifico e imparziale è stato fatto qui:
http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=20&page=8
Per quanto riguarda il canone muratoriano volevo ricordare che esso oltre a non contenere i libri sopra elencati (il resto sono ovvie speculazioni di chi vuole vedere il canone completo gia all'epoca) mi chiedo come mai non è stato detto che quel canone riportava anche l'apocalisse di Pietro e la lettera di sapienza come parte del canone del NT!
Bisogna essere precisi quando si espongono determinate prove.
Ricapitolando:
* Tra il III ed il V sec. abbiamo un periodo di dubbi e di discussioni sui libri che dovrebbero appartenere al canone.
* Le controversie sul canone si chiarirono notevolmente già verso la fine del IV secolo. Furono accettati come canonici 27 libri ritenuti di origine apostolica.
* Alla fine del secolo V i dubbi scomparvero, sia nelle Chiese latine che in quelle greche. Perdurarono, invece, nelle Chiese della Siria, dove l'accordo si stabilì all'inizio del secolo VI.
* Da allora e fino al XV secolo non ci furono più controversie sul canone.
* Lutero riprese le discussioni ed il Concilio di Trento ribadì l'elenco tradizionale dei libri ufficiali.
Conclusione:
Ritenere che la "norma di fede" sia la sola Scrittura senza la tradizione della Chiesa è un errore logico, perché non è scritto nella Bibbia quali siano i libri della Bibbia
.
È solo la comunità cristiana che può stabilire quali libri sono conformi alla tradizione orale, che era preesistente ai libri stessi.
Infatti il Cristianesimo sorse verso gli anni 30, mentre i primi libri cristiani sorsero dopo il 50.
Quindi per almeno 20 anni il cristianesimo esisteva già, mentre i libri cristiani non esistevano ancora. Se pensiamo inoltre che le lettere di Giovanni e presumibilmente la lettera agli ebrei e quelle attribuite a Pietro (il fatto che nel canone muratoriano non compaiano è degno di nota) sono state scritte all'inizio del II secolo, ecco che la differenza di anni ammonta a quasi un secolo.
Dunque il cristianesimo non può fondarsi sui libri, ma sulla tradizione che poi si è fissata negli scritti.
Saluti