IVA non dovuta (secondo tentativo).
Un mio amico ,profesionista iscritto all'albo ing.,ma senza partita IVA ,perchè dipendente di un ente ,effettua una prestazione occasionale di CTU.
Effettuata la prestazione,presenta schema di parcella al giudice per le valutazioni del caso.
Nella nota di accompagno fa presente di non essere soggetto IVA e che l'importo è inferiore alla soglia dei 5.000 euro per cui non necessita (anche secondo revcente circolare inps )nessun contributo inps,ma solo il 2% dell'inarcassa.
Decreto del giudice, e al posto di es: 102 viene decretato 122 (cioè comprensivo di IVA).
L'avvocato della parte che ha promosso il giudizio,molto correttamente trasmette al Ctu un'assegno non trasferibile congruente con il dispositivo del giudice.
Il collega riceve per posta l'assegno e si accorge che è più alto di quanto richiesto.
A questo punto che fare ?
a)fare presente che il decereto del giudice è erroneo,farlo correggere ,mitigandone l'importo e restituendo l'assegno all'avvocato ,chiedendogli di emettere altro assegno per importo inferiore non appena il decreto sia stato corretto.
b)incassare l'assegno più alto (non trasferibile) e nel contempo restiture all'avvocato con altro assegno l'importo coriispondente all'IVA non dovuta nè percepibile ,unitamente alla ricevuta (non fattura ovviamente ) per l'importo di 102?
Secondo voi ci sono altre opzioni più corrette sotto l'spetto procedurale,e soprattutto fiscale ?
grazie