Dialogo fra Fernando De Angelis e Bruno Burzi
Caro Fernando, (16/4/10)
l’A.T. è caratterizzato dal ricorrente ricorso al sangue di animali, usato per l’espiazione dei peccati del popolo o delle singole persone, oltre che per ogni patto di alleanza tra Jahvè e gli uomini. Il primo che ricordo è quello di Abele, che i primogeniti del suo gregge. Anche Caino faceva delle offerte, ma si trattava di prodotti della terra che non spargevano sangue e perciò non furono graditi. Forse perché non erano offerti con l'animo giusto.
La cultura ebraica era pienamente consapevole del significato religioso, culturale e sociale di questa prassi, perciò Gesù è in assoluta sintonia con il suo popolo quando esprime al massimo il significato del sacrificio e dell’offerta di se stesso a Dio. Il Nuovo Testamento non mi pare che parli di questo “sistema” dei sacrifici, anche perché sottolinea l’unicità e l’irripetibilità del sacrificio di Gesù, che ha reso di fatto inutili ulteriori offerte di questo tipo. Anche i popoli pagani offrivano sacrifici agli dei e in qualche cultura si offrivano perfino sacrifici umani. I “gentili”, corrispondenti grosso modo ai cittadini dell’impero, avevano cognizione dei sacrifici, che tuttavia praticavano in forma molto ritualizzata e simulata.
A mio avviso oggi si è completamente persa (e rinnegata) questa cultura, poiché richiama significati estremamente negativi, legati a pratiche di stregoneria o sataniche, o comunque cruente e perciò disdicevoli, anche se coinvolgenti soltanto animali. Il rito cattolico, nel ricordare l’evento della morte e resurrezione di Gesù, ripropone il concetto del sacrificio e dell’offerta per l’espiazione dei peccati con il sangue dell’Agnello, riallaciandosi così al significato che anticamente era attribuito al sangue.
Ecco il punto: come possiamo comprendere, noi gente di oggi che sostanzialmente ignoriamo l’antica cultura ebraica e quella biblica dell’Antico Testamento, il significato profondo di queste cose? E soprattutto, al di là della situazione di fatto riportata nel testo biblico, perché c’era bisogno di sangue? Forse perché l’uomo ritiene che Dio richieda sangue? Cosa significa il sangue? Significa forse la vita, che Dio ci ha dato e che dobbiamo essere pronti a restituirla? Come Giobbe che dice: Dio ha dato e Dio ha tolto?
A volte ho l’impressione che noi “Gentili” ci siamo abusivamente appropriati di una cultura che non ci appartiene, o che comunque è stata travasata nel nostro sistema in modo non corretto, non sostenuta dai pilastri necessari. Cosicché molti hanno difficoltà a credere e fingono, o si adeguano, aggrappandosi a tradizioni o a teologie tanto raffinate quanto incredibili.
Bruno Burzi