Scene dal film "Com'era verde il mio ramarro"....
Sottotitolo:
Alla conquista del Monte Lesima
Domenica 24 giugno
Vi avevo lasciato domenica scorsa con la mia galoppata (si fa per dire.... ) lunga più di 200 Km., in debito, però, di un giro promesso a
Sergio/Case63.
E i debiti vanno saldati presto. Eccomi quindi a raccontare la cronaca semi-seria di una giornata tanto divertente quanto faticosa.
La giornata inizia con la sveglia alle 6 e un treno che mi porta fino a
Tortona, dove inizio a pedalare per i pochi chilometri che mi separano dal luogo dell'appuntamento.
Pedaliamo verso sud, superiamo la galleria di
Garbagna per entrare in Val Borbera risalendo il caratteristico canyon scavato dal torrente. Certo che il tempo non è granché, ma che volete... mi sono affidata ad un tour-operator di scarso livello
, neanche in grado di prenotare una giornata di sole in Oltrepò.
Da
Cabella Ligure la prima salita di giornata, al confronto di ciò che verrà dopo, solo un antipasto: 17 Km. con 1000 m. tondi di dislivello per arrivare ai
1490 m. di Capanne di Cosola. L'ascesa, mediamente dura, permette comunque di salire chiacchierando. L'unico "traffico" lungo la strada è quello di lucertole e ramarri che attraversano in maniera sconsiderata al nostro passaggio.
Sergio: "Hai visto quel ramarro che bel colore? Proprio un verde smeraldo!"
Grigua: "Beh, trattandosi di un ramarro, tutt'al più sarà stato verde ramarro!"
Sergio: "Non ti ci mettere, era un ramarro verde smeraldo e basta!
"
Grigua: "Allora vorrà dire che alla prima occasione importante dirai a
Paola "Cara, eccoti in regalo questo bellissimo smeraldo... color ramarro!" "
La salita da Cabella Ligure alle Capanne di Cosola:
Scendiamo per il versante opposto, con le nuvole sempre più padrone del cielo, su strade poco trafficate, che attraversano tratti a pascolo e altri boscosi, sempre piuttosto strette e con un asfalto assai rugoso.
Grigua: "L'hai visto? Quello era un ramarro patriottico!"
Sergio: "?????"
Grigua: "Non poteva essere altrimenti.... era un ramarro verde bandiera!
"
Sergio: "Grrrr....%@*#H!
"
Grigua: "E cosa ne penseresti di un ramarro verde oliva?"
Sergio: "Che deve aver mangiato qualcosa che gli è rimasto sullo stomaco"
Tutto questo per esorcizzare l'imminente massacro a cui costringerò le mie gambe: "l'arrampicata" al
Monte Lesima m. 1724.
Siamo ormai al distacco della strada che porta lassù, al radar che campeggia sulla cima brulla, buffamente simile ad un'enorme pallina da golf pronta ad essere lanciata.
Sergio mi dà le ultime istruzioni: l'inizio micidiale, subito al 18/20%, il brecciolino, il primo tornante verticale, mi dice di non spaventarmi quando inevitabilmente sentirò la ruota perdere aderenza e slittare....
Non mi può aiutare oltre, quando lui parte, tocca a me fare il resto.
Mi bastano poche pedalate per capire che oggi le scarpe da mtb mi torneranno molto utili
. E sia: una volta di più capisco che non ho la testa per cimentarmi su queste pendenze. Alterno tratti a piedi
ad altri in cui per un minimo di orgoglio provo a risalire in sella: ogni pedalata è una stantuffata, 40 rpm significano 40 ripartenze da fermo, un suicidio muscolare
.
Arrivo così al tratto in piano dove
Sergio mi sta aspettando, giusto per scoprire che il bruciore che sentivo sul polpaccio era dovuto ad un tafano che mi stava praticando un salasso da almeno due minuti, prontamente "giustiziato", anche se ormai il danno è fatto.
Adesso c'è solo l'ultima rampa verticale per arrivare a conquistare la "pallina da golf". L'unica grazia è quella di vedere la striscia nera di un asfalto rifatto recentemente.
Sergio va, io arranco dietro, ci provo a resistere, percorro 3/4 della rampa, penso di potercela fare
, e poi, d'improvviso, l'istinto di sopravvivenza prevale sull'orgoglio e mi ritrovo a fare gli ultimi metri di nuovo a piedi.
Le nuvole lasciano intravvedere solo sprazzi di panorama, per consolarmi di una "conquista" un po' ingloriosa
, anche se sono comunque contenta di essere arrivata fin lassù in un modo.... o nell'altro!
L'ultimo tratto della salita alla vetta del Monte Lesima (dal sito di Pedra)
Eccolo là, il Monte Lesima, avvolto tra le nuvole sembra ancora più minaccioso
Venghino, signori venghino ad ammirare questo grandioso panorama dalla vetta.... se solo si vedesse qualcosa!
Giglio di San Giovanni
I conquistatori della vetta
La rampa finale del Lesima vista dall'alto: anche la discesa non è stata uno scherzo.... per me!
Credevo di aver terminato con i "mostri" per oggi, non avevo capito che anche la salita successiva sarebbe stata così bastarda.
Ma
Sergio aveva fatto il possibile per disegnarmi un giro "allenante" in vista della
MGC: voleva farmi capire cosa significa affrontare una salita dura. Una salita dura tutta, dall'inizio alla fine, senza requie, mai sotto il 10%, e spesso sopra il 14-15% e con punte al 17-18%. Così per 5 Km.
Soffro, ogni singola fibra di me grida vendetta. Un senso di rifiuto. Ogni volta che la strada si alza in una nuova impennata ricevo un pugno nello stomaco. Ma questa volta mi faccio violenza e resisto fino alla fine della sofferenza. E alla fine devo ringraziare
Sergio (anche se durante la salita ho rinnegato più volte la nostra amicizia
) che "obbligandomi" ad affrontare questo "moloch", ha voluto aumentare la mia fiducia nelle mie possibilità. Mi servirà, ne farò tesoro.
Le fatiche son finite. Adesso c'è solo discesa fino al
Brallo e dolci avvallamenti, prima dell'ultimo tratto pianeggiante attraverso la
Val Curone, a cui sono legati dolci ricordi d'infanzia, quando qui trascorrevo le vacanze estive in un mondo che aveva ritmi decisamente diversi.
Alle porte di
Tortona ci salutiamo, a me restano pochi chilometri fino alla stazione,
Sergio ne ha per almeno 15 fino a casa.
Ma uno sguardo caduto sul copertone anteriore mi lascia perplessa: lì per lì pensavo ad una "rumentina" appiccicata alla ruota, ma passandoci su la mano mi sono accorta che era invece la camera d'aria fuoriuscita da un taglio laterale del copertoncino (da genovese, aggiungo quasi nuovo
). E così
Sergio ha preferito scortarmi per sicurezza fino alla stazione: lui non è stato in grado di "organizzarmi" una giornata di sole, ma io gli ho servito i suoi 200 Km, su un piatto d'argento!!
La salita da Zerba ai Piani di Lesima (dal sito di Pedra)
Vista su Zerba (?), base della micidiale salita ai Piani di Lesima
Sopravvissuta (in qualche modo) all'inferno la vista si apre di nuovo sulla cima
Grazie
Sergio per la pedalata insieme, per la fatica "sana", per la bellezza dei posti "conquistati" nel vero senso della parola, per il più esilarante cazzeggio e per i mille motivi di riflessione che scaturiscono invece da chiacchiere un po' più profonde.
Spero di ricambiare presto, prestissimo la giornata che mi hai regalato, magari aggiungendoci il sole!
Per quanto mi riguarda:
Distanza: Km. 161,23
Dislivello: m. 2788
Media: Km/h.: 19,23
Ciao!