God Of War
Possente come Riddick, spietato come Hitman e motivato come Max Payne. Kratos è molto probabilmente un protagonista troppo stereotipato per spingerci a salutare la nascita di una nuova stella tra i personaggi più memorabili degli action game. Fortunatamente, però, è stato posto al centro di un gioco che ha il suo punto forte proprio nella rielaborazione degli stereotipi.
Zoom
Realizzato presso gli studi di Santa Monica di Sony Computer Entertainment, God of War è uscito a seguito di un battage pubblicitario e di un chiacchiericcio in seno alla comunità videoludica decisamente inferiore rispetto a quello che ha accompagnato progetti made in SCEE come The Getaway o Killzone. Questo non vuol dire che non sia un titolo altrettanto ambizioso. God of War vede infatti la luce dopo tre anni di intenso sviluppo con il chiaro intento di fare la voce grossa in ambito action game. Un sforzo produttivo da kolossal e un gameplay che esplora praticamente tutto quello che è stato detto negli ultimi anni in fatto di giochi d'azione sono indizi inequivocabili sulla sua voglia di dare guerra alla lunga schiera di produzioni simili apparse finora su PlayStation 2.
Gameplay
God of War inserisce su una struttura portante fondata sul combattimento una serie di interferenze platform e puzzle, riservando loro alcune digressioni avventurose sulla falsariga di Soul Reaver o, nei casi migliori, integrandole direttamente nell'azione. Il protagonista affronta orde di nemici servendosi di un paio di lame attaccate a delle catene, da usare con scioltezza attingendo a un repertorio di combinazioni che si fa via via più esteso man mano che si ottengono potenziamenti. Quattro tipi di magie, una modalità berserk e alcune azioni speciali da eseguire alla stregua di un laser game, chiudono il novero degli strumenti offensivi a disposizione del giocatore. Abbastanza per dare vita a scontri serrati e appaganti, che raggiungono il loro apice nei duelli con i mastodontici boss.
Tecnica
Grazie a qualche compromesso, God of War offre uno degli spettacoli migliori mai visti su PlayStation 2. La regia predefinita ha permesso di costruire architetture imponenti e di mantenere il frame-rate generalmente ancorato ai sessanta fotogrammi al secondo. L'impatto, già di per sé notevole, viene esaltato da una telecamera spesso impegnata a sottolineare la dinamicità di certe azioni o la suggestività di determinati scorci, mentre lo streaming quasi costante dei dati dona un senso di continuità che rende la rappresentazione ancora più immersiva. Pollice alto anche per la fluidità delle animazioni e per le riflessioni di alcune superfici. Il rovescio della medaglia è dato dalla povertà di diversi modelli poligonali e da una definizione dei rivestimenti sovente sacrificata.
galleria screenshot
gallery