Gli album del 2010

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Carlo Maria
00venerdì 22 gennaio 2010 00:17
Topic gemello del precedente!

E i primi due dischi di quest'anno meritano entrambi la copertina!
Sono i nuovi lavori dei Vampire Weekend (che debutteranno al numero 1 della classifica USA da lunedì prossimo) e degli Eels! [SM=x74927]

Eels - End Of Time: è un'altra ottima prova di Mark Oliver Everett, vera mente retrostante a questo gruppo. Ritmi pacati, una voce molto evocativa, andamenti a cavallo tra blues, rock e ballate intimistiche. Il solito ottimo mix, che questo gruppo propone ormai da 15 anni a gran livello.

Vampire Weekend - Contra: il secondo disco di questo gruppo americano era assai atteso; il primo era un gioiellino di pop-rock ritmato reggae e dava un grande senso di ottimismo e di solarità. Ad un mix ormai già riconoscibilissimo e personale, aggiungono un tocco di elettronica, ma senza strafare, solo per arricchire gli ingredienti. Decisamente piacevole, non stanca.
Carlo Maria
00venerdì 12 marzo 2010 00:53
Gorillaz - Plastic Beach: un album brillante decisamente!
Ricco di collaborazioni e di influenze differenti, dal pop al rock al rap. Il gruppo cartoon più famoso del mondo, giunto al terzo album, sforna quello che è probabilmente il proprio gioiello!

Spoon - Transference: buon album, molto solido e convincente. Il ritmo è sostenuto, i brani hanno una certa varietà, ma non emergono a sufficienza dal panorama dell'alternative rock. Credo che saranno un piacevole ascolto di un paio di mesi.

Carlo Maria
00sabato 3 aprile 2010 20:41
Al nostro Sash, se non ricordo male amante dei Guns, segnalo che è uscito il primo album di Slash e che è mooolto meglio di quello di Axel!
Ad un primo ascolto, coinvolge la voglia ancora di rock che lo pervade!!
Le collaborazioni sono molte e furbette: di solito non amo questi giochini, studiati a tavolino e che portano solo ad album dal grande successo commerciale (vedi Santana 10 anni fa...), palesemente cercato anche in questo caso, però qui ce ne sono di azzeccate: da Ozzy Osbourne a Andrew Stockdale dei Wolfmother, da Iggy Pop a due vecchi compagni come Duff e Izzy e molti altri.
Non esprimo ancora un giudizio definitivo, ho ascoltato troppo poco l'albo, però diciamo che si capisce subito che non irrita come la patacca creata un anno fa dal suo ex compagno e frontman di band!
Carlo Maria
00sabato 24 aprile 2010 01:44
Oggi è uscito l'inedito dei Litfiba, Sole Nero:




Che dire? Pensavo molto peggio!
Ovvio che non possa soddisfare ozy, non è certo la new wave degli esordi. E non è neanche un rock coinvolgente come quello di El Diablo e Terremoto, ma è molto meglio dei brani di Infinito e Mondi sommersi. E' di facile ascolto, ben ritmata, piacevole. Un brano che penso potrà dare il suo meglio live.


Quanto agli album, invece, è un sacco che non riporto nuovi commenti, ma questo dev'essere, dannazione, l'anno delle delusioni, perchè per ora quasi tutti gli album che suscitavano in me grandissima attesa, mi hanno poi causato un'altrettanto grande delusione.

Intanto modifico le recensioni dei primi due citati: gli Eels reggono discretamente anche dopo qualche mese perchè Everett è veramente un grande, ma il disco è un po' troppo pacato. Quello dei Vampire Weekend, invece, è inutile: mi coinvolge sicuramente molto meno del loro disco d'esordio.

Stessa sorte per

-Basia Bulat - Heart of My Own: lo attendevo davvero tanto, il suo disco d'esordio del 2007 mi piace un casino e lo riascolto anche in palestra, per caricarmi mentre corro. Tanto mi coinvolge quello, tanto mi lascia freddo questo, in cui l'artista canadese si ripresenta cercando di bissare il successo, ma con brani meno accattivanti e con soluzioni musicali meno varie. Alla fine, da bizzarra mescolanza rock/folk/celtica, risulta rimanere quasi solo l'ultima influenza, quindi l'albo è un po' ridondante, ma emotivamente non mi scalda.

-Shearwater - Golden Archipelago: Jonathan Meiburg questa volta non mi ha convinto per niente.
Il transfuga dai grandi Okkervil River, al primo disco mi era piaciucchiato assai, ne coglievo influenze e differenze rispetto al gruppo madre da cui s'era staccato per l'ingombrante presenza di Will Sheff [SM=x74995] . Il secondo disco mi è però quasi indigesto perchè troppo tenue, monocorde, sinuoso senza esser passionale. Mi risulta prova un po' algida ed empaticamente lontana dalle mie corde.

-MGMT - Congratulations: terza botta durissima. Gli MGMT mi hanno esaltato col loro disco d'esordio, 2 anni fa: Oracular Spectacular. Diversi signori brani, che ti prendevano e coinvolgevano. Qui hanno voluto far le cose più in grande: meno brani poppeggianti, più giochi d'atmosfere, cori, ricchezza d'esecuzione ed orchestrazione, però alla fine manca l'essenza: i brani portanti. Non ci sono brani forti e trainanti. Lo rileva anche Ondarock, che però attribuisce un 7 al disco, che non condivido per niente: passerà nel dimenticatoio, questo è un disco da 5.

-Beach House - Teen Dream: e QUATTRO!! Altro disco che altrove viene apprezzato assai e ne ignoro il motivo! Anche qui, come per gli altri tre, siamo di fronte al secondo disco, dopo un esordio ottimo. E per me falliscono in pieno. Li ho ascoltati più volte e tuttora i brani non mi entrano per niente.

Cambio genere e tipo d'artista, voglio concluder con Slash:
Il caro ex membro dei Guns esordisce con un albo meritevole d'attenzione. Non fosse altro, per il numero d'artisti coinvolti nel progetto: Ozzy, Kid Rock, Iggy Pop, Izzy, Duff, Chris Cornell, Fergie, Lemmy e altri. Nel complesso è un albo che presenta troppe anime: sembra la compilation di una serie d'artisti contemporanei, ogni brano è differente dal precedente e si spazia tra il pop più commerciale e l'hard rock, fino al trash metal.
Alcuni brani mi risultano praticamente inascoltabili perchè eccessivamente ammiccanti e rallentati, come "Back from Cali" e "Starlight". "Gotten" con Adam Levine è addirittura oltre... eppure faccio ammenda e non riesco a disprezzarlo, proprio probabilmente per la sua piacevole orecchiabilità. Altri hanno sonorità anni ottanta, ma di quelle più furbette, è il caso del brano eseguito con Kid Rock.
Altri, invece, mi piacciono decisamente e virano decisamente più sul rock e l'hard rock.
Nulla di innovativo, ma qualcosa di buono ci scappa!

Slash - Ghost: questa mi prende assai! [SM=x75027]


ozymandias
00sabato 24 aprile 2010 10:13
l'"inedito" dei Litfiba è così banalotto e strasentito che potrebbe essere un brano scartato dalle registrazioni primi anni '90.

magari doveva essere inserito su colpo di coda.

se invece l'hanno scritto adesso che Dio abbia pietà di loro.
Carlo Maria
00sabato 24 aprile 2010 16:06
Re:
ozymandias, 24/04/2010 10.13:

l'"inedito" dei Litfiba è così banalotto e strasentito che potrebbe essere un brano scartato dalle registrazioni primi anni '90.

magari doveva essere inserito su colpo di coda.

se invece l'hanno scritto adesso che Dio abbia pietà di loro.




Ovviamente ti attendevo al varco! [SM=x74933]
Il tuo parere in effetti lo davo per scontato, in merito. [SM=x74931]
A me ricorda più il periodo di Spirito, tanto per intenderci.
Condivido: è sicuramente strasentita. Però rimango della mia idea: è un brano orecchiabile, piuttosto facile (cioè banalotto, alla fine anche in questo non hai torto), ma identificabile con facilità e gradevole. Insomma: non è certo il meglio che hanno composto, ma ribadisco che non è il peggio e che hanno cercato di rifarsi ad un sound di metà anni novanta, che a me ancora piaceva (mentre a te no, e lo so).
Carlo Maria
00domenica 2 maggio 2010 18:58
Jeff Beck - Emotion & Commotion: lo vedrò tra pochi mesi in concerto, poichè è l'ospite speciale del concerto di Lucca degli ZZ Top, ma quest'album certo non è il miglior biglietto da visita per un grandissimo artista come Jeff: anni dopo il suo ultimo lavoro solista, rientra ed esordisce 11° nella classifica americana delle vendite, miglior risultato dal 1975, eppure... l'album è brutto forte!
Innanzitutto le cover sono almeno 6 e tenendo conto che il disco conta 10 tracce... significa che in sette anni non si è proprio spremuto le meningi per inventare nuovi brani.
In secondo luogo, nelle rimanenti 4 canzoni, Beck dà un suo apporto solo in due casi ed è solo parziale, in quanto i quattro brani in questione sono tutti creati dal suo tastierista, Jason Rebello.
In essi come altrove, Beck dà sfoggio di leziosità.
Dimenticabilissimo.
Carlo Maria
00venerdì 6 agosto 2010 12:35
Arcade Fire - The Suburbs
Il terzo album dell'ottima band canadese (che auto o non auto andrò ad ammirare il 2 settembre a Bologna) è inferiore agli altri due, ma contiene lo stesso perle molto apprezzabili. [SM=x74968]
Ciò che incide negativamente su quest'album è la presenza più che altro di diversi brani inutili, ad allungare un brodo che invece sarebbe stato piatto molto saporito se il gruppo avesse puntato sulla presentazione di un album un po' più breve.
Come sempre, l'alternative pop di questa band si presenta corale, armonioso, ricco: non per niente questo gruppo, nato attorno alla coppia (marito e moglie) che formano il nucleo iniziale ha ricevuto elogi innumerevoli negli anni sia dai fan (in continua crescita) sia dalla critica e sono riusciti a smuovere pure il Duca Bianco David Bowie che qualche anno fa volle andare in tournée con loro per cantare qualche brano proprio e altrui. Live vengono elogiati: sono molti e sul palco sono grintosi.
Vedremo!

Intanto eccovi due bei brani dall'ultimo album: Half Light I e Half Light II, una perfetta contrapposizione che ben li potrebbe caratterizzare agli occhi di chi non li conosca!



Carlo Maria
00mercoledì 8 settembre 2010 11:52
Premiata Forneria Marconi - A.D. 2010 - La Buona Novella: dopo due anni di tour praticamente continui, in cui la PFM ha portato in giro per l'Italia la propria collaborazione di 30 anni prima con De André, ecco uscire un nuovo disco in cui riarrangiano per intero il capolavoro di Faber, l'albo dalle liriche forse più ispirate del gigantesco artista genovese.
Il risultato mi ha in parte spiazzato e ne espongo subito la motivazione: ciò che provo per De André ha connotazioni di sacralità e quindi storco sempre un po' il naso all'idea che qualcun altro (sia il figlio, siano i vecchi collaboratori come in questo caso oppure sia un terzo estraneo) tocchi i suoi brani e provi a darne altre versioni. Morgan, qualche anno addietro, complice anche la sua voce particolare, fece un buon lavoro però con Non all'amore non al denaro nè al cielo e questo mi ha consentito di sospendere per un attimo la sfiducia.
Dico subito che gli arrangiamenti, secondo me, ci mostrano una band ancora molto tonica, che evidenzia tutto l'alto tasso tecnico di cui dispone. Il risultato è per altro sicuramente rispettoso dell'originale, vi è cioè il desiderio di valorizzare questo grande disco, ma anche di farlo proprio. Per me non ci sono riusciti appieno, ma alcuni episodi sono meritevoli. La prima stonatura si ha già ad inizio album, laddove a Laudate Dominum la PFM sostituisce un'intro strumentale di loro creazione. Piacevole, certo, però spezza quel cerchio perfetto che è il disco in questione: quel brano introduttivo, che brano in effetti nemmeno è, si ricollega come ben sappiamo al termine del disco in Laudate Hominem ed escludendola viene a cadere questa contrapposizione.
I brani, nella tradizione progressive che i nostri ben rappresentano e nobilitano, sono quasi tutti dilatati e posseggono inserti strumentali anche ben calati nel contesto. Una pecca però che si riscontra fin da subito è l'assenza di un cantante di spessore: Franz Di Cioccio alle volte non mi convince appieno. Mussida ha una voce preferibile, a mio avviso, ma fra tutti e due non sempre sono in linea con la tematica e il timbro da dare.
I brani che più mi convincono, non ne dubitavo, sono quelli che il gruppo già conosceva bene, cioè Maria nella bottega del falegname e Il testamento di Tito. Quest'ultima, diviene più snella e ancora più grintosa della versione di 30 anni prima e va avanti per sette minuti con un crescendo costante e concitato.
I brani che mi piacciono meno? Via della croce e Laudate Hominem, che sono tra i miei preferiti in assoluto (cioè non solo tra i brani di quest'albo o tra quelli composti da Faber, proprio in una classifica totale): la prima inizia con una serie di versi che Di Cioccio recita, ma sembra una poesiola imparata a memoria e cantilenata da un bambino delle elementari, manca cioè totalmente la capacità di recitarla e laddove l'intento era probabilmente quello di darle valenza di vero e proprio testo poetico, si ottiene invece l'esito di dar un fastidioso senso irritazione. Poi il brano parte, varierà anche più volte, ma la grinta rock (specialmente nella strofa finale dedicata ai ladroni) mal si addice alle dolentissime liriche. Laudate Hominem diviene invece un brano rock: il ritmo è piacevole, ma l'originale mette i brividi e non c'è confronto.
Carlo Maria
00giovedì 9 settembre 2010 12:47
Sufjan Stevens - All Delighted People:

Quando si parla di Sufjan Stevens non deve stupire se fa uscire un EP ed è di 60 minuti. Sufjan è un cantautore folk rock tra i più dotati e sensibili emersi nel corso del decennio appena trascorso, le sue liriche sono minimaliste e intense, parlano di storie di vita quotidiana e spesso la visione è influenzata dai valori cattolici dell'artista. Tuttavia, di certo, non si può dire che abbia il dono della sintesi: il suo album capolavoro, Illinois, del 2005, constava di 22 brani più altri 2 bonus track per un totale di 74 minuti.
Artista barocco, spesso arricchisce le sue composizioni con un'orchestrazione di tutto rispetto, con cori e con arrangiamenti molto densi e stratificati.
Gli otto brani che compongono questo nuovo lavoro non sono da meno delle opere precedenti: Stevens alterna il tocco lieve delle sue composizioni più intimistiche alla coralità di quelle più ambiziose.
Il risultato, come sempre coerente e poliedrico, è notevole e presenta un artista decisamente in buona forma.
Tre brani sono sopra gli otto minuti e tra questi Djohariah valica i 17 primi.
Ve ne propongo due: il primo è una suonata minimale, la seconda (direttamente dal sito dell'artista) decisamente no.
Confido nel parere di ozy! [SM=x74968] [SM=x74927]




Djohariah

Sashimi
00mercoledì 22 settembre 2010 00:23
il ritorno dei Soundgarden

Dopo circa, vediamo.... 13 anni dallo scioglimento.

La canzone e' in realta' un vecchio pezzo mai pubblicato e non mi dice granche' (sembra Bruce Dickinson che canta i Led Zeppelin! in teoria grandioso, in pratica no) pero' il megalomane video animato e' davvero bello.


BlackholeSash
rimatt1
00mercoledì 22 settembre 2010 16:42
Ah, i Soundgarden... Quanto mi piacevano!
Carlo Maria
00mercoledì 22 settembre 2010 23:50
I Soundgarden... [SM=x74967]
Li adoravo!
Ho il loro album, ma devo ancora sentirlo.


Nel mentre, ho molto gradito la nuova prova dei The Black Keys: Brothers. E' un disco di indie blues rock anni duemila, dai toni freschi e dai ritmi coinvolgenti. [SM=x74927]

Il primo video che propongo è veramente brutto [SM=x74933] ma il brano mi piace un sacco, nella sua semplicità.






Il secondo riprende il brano da studio, altro pezzo che mi piace assai:

Carlo Maria
00domenica 26 settembre 2010 16:07
Hot Chip - One Life Stand
Un albo che decisamente non lascia il segno, per la band techno che due anni fa si era fatta apprezzare per brani come Hold On, mescolanza di generi piuttosto interessante. Questa nuova prova è fiacca, ruffiana, scarsa sotto ogni profilo e ricerca spesso il brano orecchiabile, magari per l'esigenza di diventare gruppo noto e lasciare il mondo dell'indie. Nulla da segnalare.
Carlo Maria
00giovedì 30 settembre 2010 18:07
Janelle Monae - The Archandroid: un misto notevole di generi (dal funk al popo, passando dal rithm & blues e dalla dance per finire in momenti soul) per un album freschissimo ed un'artista in ascesa continua.
Una voce potente e ricca e un sound vario coronano un progetto molto riuscito e che mi ha strappato diversi piacevoli ascolti!
Ecco un paio di brani:







Carlo Maria
00venerdì 1 ottobre 2010 22:00
The Gaslight Anthem - American Slang: un bel disco di roots rock all'americana, e anche un disco palesemente derivativo: che l'idolo di questo gruppo, giunto al terzo lp, sia Bruce Springsteen è palese!
Ci danno dentro, il ritmo si mantiene quasi sempre molto alto e rockettaro, e quando rallenta lo fa in modo semplice e molto ben riuscito, sempre all'ombra del Boss.
Ecco un paio di brani:

Quello d'apertura



E quello di chiusura:
Sashimi
00sabato 2 ottobre 2010 14:16
Non e' (ancora) un album ma...

L'Uomo Ragno in musical!

Ovvero: della decadenza del pop-rock [SM=x74926]

Leggendola attentamente, mi conferma una sensazione che ho da parecchio: nel mondo della musica commerciale c'e' sempre meno trippa per gatti, o meglio non c'e' piu' la trippa enorme cui si erano tutti quanti abituati nei decenni precedenti - i canali tradizionali vendono poco, quelli nuovi (iTunes, Guitar Hero) non saprei quanto compensino, i veicoli pubblicitari come MTV mi sembra che ormai si occupino di tutto fuorche' di musica, ed ecco che gli artisti oltre a pompare sugli eventi dal vivo nel contempo devono (in modo assolutamente spontaneo!) "esplorare nuovi territori".

Ed ecco allora questo fiorire di musical da film, film da musical, album che diventano musical, fumetti che diventano videogiochi che diventano musical che diventano film, in un continuo rimbalzo fra un medium e l'altro, nella speranza di massimizzare sinergie e ritorni di cassa.

Non e' un fenomeno veramente nuovo, certo, ma mi pare che la novita' stia nel suo intensificarsi oltre misura. Almeno Cocciante, un precursore, alla fine degli anni '90 si era scritto delle musiche originali per Notre Dame. Per l'Uomo ragno, tanto per iniziare riciclano il pezzo della colonna sonora di un film di 15 anni fa...

Sulla rivista XL di questo mese scopro che Carmen Consoli ha una rubrica della posta. Mi sa che e' un altro indizio della mancanza di trippa.

Sash
Carlo Maria
00lunedì 4 ottobre 2010 12:49
Re: Non e' (ancora) un album ma...
Sashimi, 02/10/2010 14.16:


L'Uomo Ragno in musical!

Ovvero: della decadenza del pop-rock [SM=x74926]

Leggendola attentamente, mi conferma una sensazione che ho da parecchio: nel mondo della musica commerciale c'e' sempre meno trippa per gatti, o meglio non c'e' piu' la trippa enorme cui si erano tutti quanti abituati nei decenni precedenti - i canali tradizionali vendono poco, quelli nuovi (iTunes, Guitar Hero) non saprei quanto compensino, i veicoli pubblicitari come MTV mi sembra che ormai si occupino di tutto fuorche' di musica, ed ecco che gli artisti oltre a pompare sugli eventi dal vivo nel contempo devono (in modo assolutamente spontaneo!) "esplorare nuovi territori".

Ed ecco allora questo fiorire di musical da film, film da musical, album che diventano musical, fumetti che diventano videogiochi che diventano musical che diventano film, in un continuo rimbalzo fra un medium e l'altro, nella speranza di massimizzare sinergie e ritorni di cassa.

Non e' un fenomeno veramente nuovo, certo, ma mi pare che la novita' stia nel suo intensificarsi oltre misura. Almeno Cocciante, un precursore, alla fine degli anni '90 si era scritto delle musiche originali per Notre Dame. Per l'Uomo ragno, tanto per iniziare riciclano il pezzo della colonna sonora di un film di 15 anni fa...

Sulla rivista XL di questo mese scopro che Carmen Consoli ha una rubrica della posta. Mi sa che e' un altro indizio della mancanza di trippa.

Sash




In effetti è piuttosto bassino, come progetto...
E però di riflessioni sullo stato (pessimo) della musica se ne possono fare diverse: da un lato c'è un ristagno evidente, dovuto a scarsità d'idee: i gruppi più commerciali (e gli U2 ne sono la summa) non brillano per inventiva da decenni; i gruppi underground (a parte i tanti che vorrebbero accedere al mucchio ristretto di quelli commerciali) invece ricercano una propria strada commistionando i generi esistiti nelle decadi precedenti, per trovare una propria via più originale. Sono pochi quelli che creano qualcosa di anomalo o particolare (tipo gli Xiu Xiu) e comunque, purtroppo, questi ultimi sono ormai distanti dal rock come lo intendo io.
Nel contempo va anche rilevato che in questi anni, grazie ad internet, c'è possibilità di accedere ad un numero di gruppi tale da perdersi nel mare delle proposte. Solo l'altro giorno ho scaricato per curiosità due raccolte americane di indie-rock: c'erano in totale 286 brani di 253 gruppi diversi (quindi 33 comparivano su entrambe). Di questi, io che mi ritengo abbastanza aggiornato ne conoscevo 36!!
Degli altri non sapevo nulla e alcuni, tipo i The Mint Chicks, esistenti da un decennio, mi hanno colpito abbastanza da far in modo che io rimediassi subito dopo la loro discografia.
Troppa roba, troppa alternanza, quindi per forza scarse vendite (anche perchè per lo più la gente scarica in rete).
Carlo Maria
00lunedì 4 ottobre 2010 12:54
Sashimi
00lunedì 4 ottobre 2010 22:29
Re: Non e' (ancora) un album ma...
Carlo Maria, 04/10/2010 12:49:


E però di riflessioni sullo stato (pessimo) della musica se ne possono fare diverse: .



Infatti penso che, se non cambia nuovamente la tecnologia in senso restrittivo (cosa tutt'altro che impossibile), si andra' verso una situazione con da una parte una manciata di super big di affermazione antica o recente (quelli nati con i talent show televisivi); e dall'altra infiniti musicisti non professionisti, nel senso che suoneranno massimo per un rimborso spese o per compensi tipo cantante_da_matrimoni, e il loro principale motore sara' la passione.

Sash


Carlo Maria
00venerdì 8 ottobre 2010 00:55
The Futureheads - The Chaos: il quarto album della formazione inglese è decisamente piacevole e coinvolgente, tra l'indie-rock e il post punk.
Vario nel ritmo, ha diversi brani che mi attraggono e sonorità dark che mi prendono. Eccone un brano:





Grinderman - Grinderman 2: diavolo d'un Nick Cave! [SM=x74927]
Decisamente un albo ben riuscito!!! Ritmi rock senza eccessive riflessioni, un gruppo notevole alle spalle e brani forse ancora più coinvolgenti rispetto al disco d'esordio di un paio d'anni fa!
E' sicuramente uno degli ascolti più continui di queste settimane! [SM=x74874]
Ecco un brano anche qui:

ozymandias
00sabato 9 ottobre 2010 08:44
Re: Re: Non e' (ancora) un album ma...
Sashimi, 04/10/2010 22.29:



Infatti penso che, se non cambia nuovamente la tecnologia in senso restrittivo (cosa tutt'altro che impossibile), si andra' verso una situazione con da una parte una manciata di super big di affermazione antica o recente (quelli nati con i talent show televisivi); e dall'altra infiniti musicisti non professionisti, nel senso che suoneranno massimo per un rimborso spese o per compensi tipo cantante_da_matrimoni, e il loro principale motore sara' la passione.

Sash




non si andrà...
ci siamo già!


Carlo Maria
00lunedì 11 ottobre 2010 13:00
Re: Non e' (ancora) un album ma...
Sashimi, 02/10/2010 14.16:


L'Uomo Ragno in musical!

Ovvero: della decadenza del pop-rock [SM=x74926]

Leggendola attentamente, mi conferma una sensazione che ho da parecchio: nel mondo della musica commerciale c'e' sempre meno trippa per gatti, o meglio non c'e' piu' la trippa enorme cui si erano tutti quanti abituati nei decenni precedenti - i canali tradizionali vendono poco, quelli nuovi (iTunes, Guitar Hero) non saprei quanto compensino, i veicoli pubblicitari come MTV mi sembra che ormai si occupino di tutto fuorche' di musica, ed ecco che gli artisti oltre a pompare sugli eventi dal vivo nel contempo devono (in modo assolutamente spontaneo!) "esplorare nuovi territori".

Ed ecco allora questo fiorire di musical da film, film da musical, album che diventano musical, fumetti che diventano videogiochi che diventano musical che diventano film, in un continuo rimbalzo fra un medium e l'altro, nella speranza di massimizzare sinergie e ritorni di cassa.

Non e' un fenomeno veramente nuovo, certo, ma mi pare che la novita' stia nel suo intensificarsi oltre misura. Almeno Cocciante, un precursore, alla fine degli anni '90 si era scritto delle musiche originali per Notre Dame. Per l'Uomo ragno, tanto per iniziare riciclano il pezzo della colonna sonora di un film di 15 anni fa...

Sulla rivista XL di questo mese scopro che Carmen Consoli ha una rubrica della posta. Mi sa che e' un altro indizio della mancanza di trippa.

Sash




Sempre a proposito della diversificazione in cui si sono lanciate molte star, per mantenersi ad un certo livello, apprendo che il glorioso Slash è diventato produttore cinematografico!
Ecco, da rockol:

"Slash ha creato una nuova azienda di produzioni cinematografiche. Il chitarrista, sia solista sia membro dei Velvet Revolver, gruppo peraltro a riposo dall'aprile 2008, è entrato in partnership con la Scout Productions e ha creato la Slasher Films. L'impresa si specializzerà nel campo dell'horror che trae ispirazione dai thriller degli anni Settanta e Ottanta. "Sono sempre stato un grandissimo fan dell'horror e una cosa che ho sempre voluto fare è quella di riportare il pubblico ai tempi in cui i film horror facevano veramente una paura pazzesca", ha detto l'ex Guns N'Roses. Il primo titolo sarebbe "Nothing to fear"; la pellicola, secondo indiscrezioni non commentate dal rocker, narra le vicende di una famiglia di un piccolo paese del Kansas che viene tormentata da un antico demone. Shaun Redick e Ray Mansfield sarebbero i produttori esecutivi. Primo ciak ad inizio 2011."

Questa news mi ricorda questo [SM=x74933] :



Carlo Maria
00mercoledì 13 ottobre 2010 14:59
Neil Young - Le Noise: in rete ne ho letto pareri discordanti, seppur tutti positivi. Per alcuni è un disco medio, da 6, con buoni spunti, ma una realizzazione non convincente fino in fondo; per altri è invece proprio un gran disco. A me non convince, invece. [SM=x74996]
Lo trovo sostanzialmente un album inutile, senza idee nuove, ma neanche con qualche idea riciclata bene. Ho provato ad ascoltarmi parecchie volte Love and War, cercando di farmela entrare. Non nego che la ballata sia forse ciò che preferisco del disco, però nulla di sensazionale.



Iron Maiden - The Final Frontier: gli assegno già la palma di copertina più brutta del 2010! Veramente orrida! [SM=x74935]
Ciò detto, il disco invece non è per niente male, anzi!
A sorpresa (per me) anche i fan lo hanno sostanzialmente bocciato, ma non concordo per niente: è solo troppo lungo!
La prima metà del disco è orecchiabile, ma la seconda metà secondo me è davvero potente e convincente! Bizzarra la scelta di mettere tutti i brani migliori verso il fondo, di solito avviene il contrario (cioè gli artisti bruciano le proprie cartucce subito). Nel complesso, mi sembra che il gruppo sia in buona forma!
Carlo Maria
00giovedì 14 ottobre 2010 13:38
SONO TORNATI!!! E a febbraio non me li farò sfuggire: tutti all'Alcatraz! [SM=x75027]


Il video è di una pacchianeria mica male (e resta ciò nonostante di gran lunga il loro migliore assoluto), ma c'è tutto l'easy-listening metal, melodico e accessibile di cui m'innamorai 13 anni fa, unito ad una certa abilità. [SM=x74967]

Carlo Maria
00sabato 23 ottobre 2010 12:01
Belle & Sebastian - Write About Love: un disco che a me invece è piaciuto, kark! I B&S sono ottimi costruttori di melodie e questo disco mi è piaciuto più dei precedenti. Non tutto, però: diciamo che ci sono 3-4 singoli di spessore, tra cui svetta sovrano secondo me il brano numero 4, I Want The World To Stop. Nel complesso, un lavoro sicuramente sufficiente e piacevole, non mi ha affatto annoiato!


Rhapsody of Fire - The Frozen Tears of Angels: non potevo esimermi!
I Rhapsody furono il gruppo che, sul finire degli anni novanta, mi portarono verso le sonorità metal, tra cui pascolai per 6-7 anni. Sono un gruppo autodefinitosi di "hollywood metal" per la ricchezza dell'orchestrazione sinfonica. In realtà, questi arrangiamenti pomposi e magniloquenti, uniti a testi sempre fantasy e di qualità non eccelsa li rendono un gruppo estremamente easy listening, orecchiabile, una sorta di lato commerciale del metal. I primi due dischi ed il quarto mi piacquero moltissimo, al tempo li adorai, mentre il terzo, dalle sonorità più asciutte e pesanti, mi lasciò più freddo. Vennero poi due dischi veramente orrendi, in cui davano ampio sfoggio di becero spirito commerciale: sonorità addolcite, la voce di Christopher Lee, rallentamenti ammiccanti nell'intenzione e per me invece solo irritanti. Questo disco, finalmente, ci mostra un gruppo in salute, che torna ad accelerare ed a mostrare che con gli strumenti ci sa fare (coi video no: sono tra i peggiori in assoluto! ). Il disco in questione presenta tutto ciò che sono sempre stati i Rhapsody (On Fire...): la prima è un'accelerazione notevole in cui Fabio Lione mostra la sua voce, ma Luca Turilli aspetta il suo turno e si fa notare per la pulizia del suo suono e la rapidità. Il gruppo segue disciplinatamente. Il quarto brano rilancia i desideri dark di un gruppo che già ci aveva provato 12 anni fa, con un brano all'interno del secondo disco (il brano 6, se non erro). La voce di Fabio Lione diventa isterica, non scream, ma quasi, uno strillato efficace, mentre i toni si fanno cupi. Anche qui, però si tratta di un episodio fine a se stesso e che non avrà emuli nel corso del disco. La quinta, ahimé, è la prima canzone lenta, marchetta a cui ormai sono abituato. Sul disco se ne troveranno almeno altre 2, di cui una in italiano.
In definitiva, è un disco con pregi e difetti, ma che mi fa riaffezionare ad amici dei tempi dell'università, che da diversi anni si erano decisamente persi per strada.


Everything Everything - Man Alive: un ottimo disco d'esordio! Di genere pop mescolato ad elettronica e con qualche accelerazione rock, risulta comunque non classificabile fino in fondo per il buon lavoro della sezione ritmica: la batteria ha molte variazioni che mostrano il possesso di una buona tecnica, il basso varia di genere con frequenza, passando anche al funky, mentre gli inserti di chitarra trascinano gli ascoltatori e la voce passa in modo disinvolto al falsetto senza eccedere. I brani risultano orecchiabili e al contempo elaborati e curati. Il risultato finale è decisamente positivo!
Carlo Maria
00sabato 23 ottobre 2010 12:07
Belle & Sebastian:





Everything Everything:

Schoolin'



MY KZ, UR BF

Sashimi
00domenica 24 ottobre 2010 12:32
Mike Patton - Mondo cane

Versione di canzoni italiane dei Sixties, da Morricone a Buscaglione passando per Paoli e Celentano, arrangiate per voce e orchestra.

Nonostante l'inflessione un po' da paisa' (ma comunque buona per un americano, del resto vive in Italia da molti anni), mi hanno colpito per energia, istrionismo ed estensione vocale a livelli assurdi.

Urlo negro



Deep Deep Down




Storia d'amore
, nel live con un grande Roy Paci che rifa' per tromba l'assolo finale che era per fisarmonica




Il CD merita assai ma contiene neanche la meta' delle canzoni che porta in giro dal vivo: spero esca prima o poi un "parte seconda", sul tubo comunque si trovano tutte.

Sash
rimatt1
00sabato 20 novembre 2010 11:26
Anche se è strano parlarne come di un album del 2010, qualcuno sta ascoltando The Promise?
ozymandias
00sabato 20 novembre 2010 18:56
sì, ve!
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