DD: Prime Recensioni su RED CARPET MASSACRE

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Stefy63
00venerdì 28 settembre 2007 13:30
ALICE MUSICA

Duran Duran: nuovo singolo prodotto da Timberlake
'Falling Down' anticipa l'uscita dell'album 'Red Carpet Massacre'
Si intitola Falling Down il singolo che annuncia l'arrivo imminente di un nuovo album dei Duran Duran. In radio a partire da venerdì 28 settembre, il brano sarà pubblicato su cd singolo il 26 ottobre. L'uscita dell'album Red Carpet Massacre è invece fissata per il 9 novembre.

Per il loro ritorno, i Duran Duran hanno chiamato a raccolta personalità del calibro di Timbaland, Nate "Danja" Hills, Jimmy Douglass e persino Justin Timberlake, che ha collaborato in veste di produttore alla realizzazione del primo singolo.

Falling Down è stata realizzata in un solo weekend mentre Justin si trovava in tour in Gran Bretagna e la band si preparava a consegnare il disco. Il brano è nato da una sfida lanciata da Justin a Simon, John, Roger e Nick: scrivere una ballata in mid-tempo che, come la memorabile Ordinary world potesse catturare le schiere dei fedelissimi e al tempo stesso conquistare nuovo seguito.

Simon Le Bon racconta: "Sono andato a trovare Justin in occasione di uno dei suoi concerti nel Midlands e mi ha chiesto se poteva ascoltare un assaggio di quello che avevamo registrato. Alla fine mi ha detto: 'hai bisogno di una Ordinary World per far quadrare il cerchio', aggiungendo che quello era stato uno dei suoi brani preferiti quando era un quattordicenne fanatico di pop".

musica.alice.it/gallery/duran_duran_falling_down.html




Stefy63
00venerdì 28 settembre 2007 16:46
TISCALI MUSICA:

Torna una delle band simbolo del pop radiofonico anni '80, una delle più amate in Italia. Si intitola Falling Down il singolo che annuncia l'arrivo imminente del nuovo album dei Duran Duran. Il brano andrà in radio da venerdì 28 settembre e sarà pubblicato il 26 ottobre. L'uscita dell'album Red Carpet Massacre è invece fissata per il 9 novembre.

Dopo il grande successo di Astronaut, l'album del 2004 che in Italia si è aggiudicato il disco di platino, i Duran Duran hanno preparato con particolare impegno il loro ritorno, chiamando alla produzione personalità di calibro straordinario come Timbaland, Nate "Danja" Hills, Jimmy Douglass e niente meno che Justin Timberlake. Il primo singolo Falling Down infatti vede la collaborazione di Justin Timberlake in veste di produttore, oltre che di grande fan dei Duran Duran.

Falling Down è stata l'ultima traccia scritta e registrata per il nuovo album, nonchè una delle prime produzioni soliste di Timberlake, realizzata in un solo weekend mentre Justin si trovava in tour in Gran Bretagna e la band si preparava a consegnare il disco. Il brano è nato da una sfida lanciata da Justin a Simon, John, Roger e Nick: scrivere una ballata in mid-tempo che, come la memorabile Ordinary World potesse catturare le schiere dei fedelissimi e al tempo stesso conquistare nuovo seguito.

A proposito della collaborazione con Timberlake, Simon Le Bon racconta: "Sono andato a trovare Justin in occasione di uno dei suoi concerti nel Midlands e mi ha chiesto se poteva ascoltare un assaggio di quello che avevamo registrato. Alla fine mi ha dettoche avevamo di una Ordinary World per far quadrare il cerchio. Aggiungendo che quello era stato uno dei suoi brani preferiti quando era un quattordicenne fanatico di pop".


musica.tiscali.it/articoli/07/settembre/27/duran_duran_singolo_...



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Stefy63
00domenica 30 settembre 2007 19:12
INIZIATIVA

Duran Duran: Falling down
Scritto da Alessandro Mazzoni
Saturday 29 September 2007

La scommessa era questa: scrivere una ballata mid- tempo che potesse catturare l’attenzione dei “fedelissimi” e allo stesso tempo far breccia nei confronti di un pubblico “nuovo”.

A lanciare questa sfida è stato niente meno che il pluri-premiato Justine Timberlake.

Il folletto di Menphis, ha deciso di mettere le mani sul nuovo singolo della band britannica più famosa degli anni Ottanta, quei famosi Duran Duran che in oltre venticinque anni di carriera hanno venduto qualcosa come 70 milioni di dischi.


Simon Le Bon ci spiega come è nata Falling down, in rotazione da oggi e anticipatrice dell’ultimo lavoro in studio del gruppo di Birmingham che si intitolerà “Red carpet massacre” disponibile in Italia dal prossimo 9 novembre:"Sono andato a trovare Timberlake in occasione di uno dei suoi concerti nel Midlands e mi ha chiesto se poteva ascoltare un assaggio di quello che avevamo registrato - spiega le Bon - Alla fine mi ha detto: 'hai bisogno di una Ordinary World (brano dei Duran Duran del '93) per far quadrare il cerchiò, e ha aggiunto che quello era stato uno dei suoi pezzi preferiti quando era un quattordicenne fanatico di pop".
Falling down sarà accompagnata anche ad un video in cui Le Bon e soci sono vestiti di bianco e interpretano una sorta di medici.
Il concetto sul quale si basa il clip girato a Los Angeles, città in cui lo scorso 18 settembre è avvenuto il primo ascolto del nuovo album, gioca attorno al “models in rehab” una pratica ultimamente molto diffusa che vede protagoniste modelle (ma non solo) in clinica di disintossicazione.
Il gruppo (sempre sensibile all’argomento top-model, ricordate “Girls on films”?!) pare si sia ispirato ad un servizio apparso di recente su un numero dell’edizione italiana di “Vougue”.
La band (senza Andy Taylor) dovrebbe tornare a farci visita la prossima primavera e chissà se il buon Timberlake avrà vinto la sua sfida.

Lo vedremo ai concerti, se i palazzetti e gli stadi saranno riempiti da splendide quarantenni con figlie al seguito allora Justine avrà di nuovo fatto centro.

Staremo a vedere.

www.iniziativa.info/index.php?option=com_content&task=view&id=2579&I...


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Stefy63
00lunedì 1 ottobre 2007 18:46
MTV.IT

www.mtv.it/news/news_page.asp?IDNEWS=21464

DURAN DURAN A BROADWAY

Simon LeBon e soci presenteranno il nuovo disco al Barrymore Theater.
Il nuovo disco dei Duran Duran ha finalmente una data di uscita.

"Red Carpet Massacre" sarà disponibile nei negozi a partire dal prossimo 13 novembre. Simon LeBon e soci stanno preparando un lancio in grande stile di questo ultimo lavoro. Il gruppo inglese terrà ben nove show al Barrymore Theater di Broadway a New York. Gli spettacoli si svolgeranno nei primi giorni del mese prossimo.

I Duran Duran presenteranno per intero il nuovo album, che sarà anticipato dal singolo "Falling Down", che vanta la partecipazione di Justin Timberlake. Il pop idol americano ha collaborato sia nella scrittura sia nella produzione di questo pezzo.

Da ricordare anche il featuring di Mr Timberlake e Timbaland nel brano "Skin Divers".

LeBon ha dichiarato che la band è veramente orgogliosa di quest'ultima fatica discografica e proprio per questo hanno deciso di presentarla al pubblico in un modo mai visto prima. L'idea di fare una performance a Broadway era in cantiere da diverso tempo e finalmente è giunta l'ora di realizzarla.

Questa la trackslit di "Red Carpet Massacre":
"The Valley"
"Red Carpet Massacre"
"Nite-Runner"
"Falling Down"
"Box Full o'Honey"
"Skin Divers"
"Tempted"
"Tricked Out"
"Zoom In"
"She's Too Much"
"Dirty Great Monster"
"Last Man Standing"





Stefy63
00giovedì 15 novembre 2007 18:25
NEWSIC.IT

RED CARPET MASSACRE il nuovo album dei Duran Duran in uscita il 16 novembre rappresenta un importante traguardo, la suprema espressione della creatività della band in ventinove anni di illustre carriera.

Nel maggio 2006, dopo un tour di due anni a supporto del precedente album ASTRONAUT (disco di platino in Italia), i Duran Duran hanno completato 14 brani per un disco provvisoriamente intitolato ‘Reportage’.

Tuttavia, come racconta il cantante Simon LeBon, “Quando ci siamo seduti ad ascoltare quello che avevamo creato con le nostre sole forze, abbiamo avuto l’impressione che mancasse una traccia guida, così abbiamo contattato Timbaland, l’unico produttore tra quelli in auge che piaceva a tutti.”

Timbaland, uno dei più geniali produttori pop sulla scena americana, si dimostra ben lieto di collaborare.

Viene fissata una sessione ai Manhattan Center Studios di New York per il settembre dello stesso anno.

Ciò che i membri della band sembrano ignorare prima di imbarcarsi in questa nuova avventura, è che uno dei loro più esaltati ammiratori, Justin Timberlake, è altrettanto desideroso di essere coinvolto nel progetto.

Quando i ragazzi arrivano negli Stati Uniti, Justin ritaglia un po’ di tempo dalle attività per la pubblicazione del suo nuovo album per passare un po’ di tempo in studio con loro.

Come se questa nuova collaborazione non bastasse a rivoluzionare totalmente le cose, il chitarrista Andy Taylor lascia la band: i restanti quattro componenti decidono di cambiare tattica e cominciare tutto da capo.

“Lavorare con produttori che conoscono a fondo il ‘groove factor’ è stata una vera rivelazione” racconta il tastierista Nick Rhodes “Questo ha davvero riacceso il battito e il vero spirito dei Duran Duran. Una squadra straordinaria che riesce ad innescare in studio una chimica fantastica.”

“Con questi ragazzi a bordo è stato come se i Duran Duran fossero stati revisionati e rimessi a nuovo,” aggiunge il bassista John Taylor.

“In passato ci spostavamo spesso nelle grandi città per lavorare con professionisti legati ai grandi successi del dance floor,” spiega il batterista Roger Taylor. “Quando siamo arrivati a New York l’anno scorso abbiamo ritrovato quel tipo di suggestione.”

Con in tasca tre memorabili track come bottino (Nite-Runner, Skin Divers e Zoom In), i ritrovati Duran lasciano le coste americane per riapprodare in UK dove si mettono al lavoro per realizzare un album che sarà diverso da ‘Reportage’, con una nuova squadra di produzione guidata dal braccio destro di Timbaland, Nate ‘Danja’ Hills e da Jimmy Douglass, storico collaboratore di Timbaland.

Roger Taylor racconta: “La prima volta che abbiamo incontrato Timbaland siamo rimasti molto colpiti da quel tipo che se ne stava seduto in un angolo, Nate Hills. Non solo si trattava di uno dei più incredibili talenti del beat che avessimo mai incontrato, era anche un eccellente musicista. E’ lui che successivamente ha riempito il vuoto che avrebbe altrimenti lasciato la partenza di Andy. Così, dopo le sessioni iniziali a New York, l’abbiamo praticamente rapito e trascinato a Londra. E’ una fonte inesauribile di idee. Ha un talento sconfinato.”

RED CARPET MASSACRE è stato quasi interamente registrato in tre sessioni: la prima con Timbaland, con capatina di Timberlake come ospite, ai Manhattan Center Studios di New York; la seconda fase negli studi della band, gli Sphere Studios di Wandsworth (Londra) nel Natale 2006, capitanata da Nate Hills e Jimmy Douglass.

E la volata finale ai Metropolis Studios di West London, con la produzione di Hills e Douglass all’inizio del 2007.

Tutto si sarebbe concluso a questo punto, se Simon Le Bon non avesse casualmente incontrato di nuovo a Birmingham Justin Timberlake che qui faceva tappa col suo tour inglese.

“Justin mi ha chiesto se poteva ascoltare il materiale che avevamo registrato. Alla fine mi ha detto ‘Avete bisogno di un brano come la vostra hit “Ordinary World” per far quadrare il cerchio’. L’intramontabile successo del 1992, rivela Justin, era stato uno dei suoi brani preferiti quando era un quattordicenne fanatico di pop. Lo stesso Le Bon cita con disarmante naturalezza “What goes around, comes around... (Si raccoglie ciò che si semina...)”.

Qualche giorno dopo, quando il tour di Justin approda a Manchester, i Duran Duran e Timberlake si incontrano al Blueprint Studio e qui si barricano per 36 ore, per scrivere e registrare Falling Down, il motivo destinato a distinguersi come una delle più avvincenti canzoni pop degli inizio del 21° secolo, il primo singolo a cui è affidata la presentazione del nuovo album.

“Falling Down”, tra l’altro una delle prime produzioni soliste di Timberlake, è una ballata ritmata che Justin descrive come “molto Duran Duran. Simon ha scritto testi suggestivi, eloquenti ed enigmatici che personalmente considero splendidi,” commenta Justin. “Uno dei testi migliori che Simon ha scritto da molto tempo a questa parte,” concorda Nick.

L’album che ospita il singolo, RED CARPET MASSACRE, è coinvolgente ed audace.

“Con questo lavoro abbiamo dovuto lasciarci alle spalle molte delle nostre tradizionali convinzioni sul concetto di band,” rivela il bassista John Taylor. Ce lo spiega meglio Nick Rhodes: “La maggior parte dei produttori che in questa occasione hanno collaborato con noi non aveva mai lavorato con una band, e noi non avevamo mai lavorato senza un chitarrista.” “Abbiamo dovuto mettere completamente da parte il nostro egocentrismo,” aggiunge Roger Taylor. “In passato siamo sempre stati molto indipendenti.”

I quattro componenti della band concordano su un fatto: non hanno mai lavorato tanto duramente per un album, prima di RED CARPET MASSACRE.

I risultati, comunque, parlano da soli. Un album stellare, innovativo e attuale, ma al tempo stesso l’espressione più pura dello spirito dei Duran Duran.

“Ogni volta che riusciamo a portare a termine un progetto,” spiega John. “Per me la sensazione è sempre la stessa... ‘wow’… abbiamo scritto una nuova pagina. Questo rappresenta in effetti un nuovo fondamentale capitolo nella storia della band. Abbiamo realizzato un disco che entusiasma davvero tutti noi.”

(red)
(15/11/07)

Fonte: www.newsic.it/php/2body_news.php?num=20111521577


MRSC74
00venerdì 16 novembre 2007 13:59
TGCOM
www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/articolo3882...

16.11.2007

Duran Duran, ritorno con Timberlake
Esce "Red Carpet massacre"


Ci sono anche il produttore cult americano Timbaland e Justin Timberlake tra i collaboratori del nuovo disco di inediti dei Duran Duran, "Red Carpet massacre". "Justin mi ha chiesto se poteva ascoltare il materiale che avevamo registrato. - confessa Le Bon - Alla fine mi ha detto Avete bisogno di un brano come la vostra hit 'Ordinary World' per far quadrare il cerchio". Così dopo 36 ore chiusi in uno studio è nata "Falling Down".


“Falling Down”, tra l’altro una delle prime produzioni soliste di Timberlake, è una ballata ritmata che Justin descrive come: "Molto Duran Duran. Simon ha scritto testi suggestivi, eloquenti ed enigmatici che personalmente considero splendidi. "Uno dei testi migliori che Simon ha scritto da molto tempo a questa parte", concorda Nick.

“Con Red Carpet massacre abbiamo dovuto lasciarci alle spalle molte delle nostre tradizionali convinzioni sul concetto di band", rivela il bassista John Taylor. Ce lo spiega meglio Nick Rhodes: “La maggior parte dei produttori che in questa occasione hanno collaborato con noi non aveva mai lavorato con una band, e noi non avevamo mai lavorato senza un chitarrista".

“Abbiamo dovuto mettere completamente da parte il nostro egocentrismo- aggiunge Roger Taylor-. In passato siamo sempre stati molto indipendenti".

Nel maggio 2006, dopo un tour di due anni a supporto del precedente album "Astronaut" (disco di platino in Italia), i Duran Duran hanno completato 14 brani per un disco provvisoriamente intitolato "Reportage". Tuttavia, come racconta il cantante Simon LeBon: “Quando ci siamo seduti ad ascoltare quello che avevamo creato con le nostre sole forze, abbiamo avuto l’impressione che mancasse una traccia guida, così abbiamo contattato Timbaland, l’unico produttore tra quelli in auge che piaceva a tutti".

Timbaland si dimostra ben lieto di collaborare. Viene fissata una sessione ai Manhattan Center Studios di New York per il settembre dello stesso anno. Ciò che i membri della band sembrano ignorare prima di imbarcarsi in questa nuova avventura, è che uno dei loro più esaltati ammiratori, Justin Timberlake, è altrettanto desideroso di essere coinvolto nel progetto Quando i ragazzi arrivano negli Stati Uniti, Justin ritaglia un po’ di tempo dalle attività per la pubblicazione del suo nuovo album per passare un po’ di tempo in studio con loro. “Con questi ragazzi a bordo è stato come se i Duran Duran fossero stati revisionati e rimessi a nuovo", dice il bassista John Taylor.

Con in tasca tre canzoni ("Nite-Runner", "Skin Divers" e "Zoom In"), i Duran lasciano le coste americane per riapprodare in Inghilterra dove si mettono al lavoro per realizzare un album che sarà diverso da "Reportage’" con una nuova squadra di produzione guidata dal braccio destro di Timbaland, Nate ‘Danja’ Hills e da Jimmy Douglass, storico collaboratore di Timbaland. Roger Taylor racconta: “La prima volta che abbiamo incontrato Timbaland siamo rimasti molto colpiti da quel tipo che se ne stava seduto in un angolo, Nate Hills. Non solo si trattava di uno dei più incredibili talenti del beat che avessimo mai incontrato, era anche un eccellente musicista. E’ lui che successivamente ha riempito il vuoto che avrebbe altrimenti lasciato la partenza di Andy. Così, dopo le sessioni iniziali a New York, l’abbiamo praticamente rapito e trascinato a Londra. E’ una fonte inesauribile di idee. Ha un talento sconfinato".

"Red Carpet massacre" è stato quasi interamente registrato in tre sessioni: la prima con Timbaland, con capatina di Timberlake come ospite, ai Manhattan Center Studios di New York; la seconda fase negli studi della band, gli Sphere Studios di Wandsworth (Londra) nel Natale 2006, capitanata da Nate Hills e Jimmy Douglass. E la volata finale ai Metropolis Studios di West London, con la produzione di Hills e Douglass all’inizio del 2007.


Stefy63
00venerdì 16 novembre 2007 17:51
Duran Duran, è uscito "Red Carpet Massacre"
Tra Timbaland e Timberlake, il grande ritorno del quartetto britannico
A quasi 30 anni dal loro esordio, i Duran Duran sono tornati con un nuovo disco, Red Carpet Massacre, che hanno presentato dal vivo nei giorni scorsi con una serie di concerti a New York.

Senza il chitarrista Andy Taylor, che ha da poco lasciato la band, il quartetto britannico ha chiamato a raccolta personalità del calibro di Timbaland, Nate "Danja" Hills, Jimmy Douglass e persino Justin Timberlake, che ha collaborato in veste di produttore alla realizzazione del primo singolo, Falling Down.

A proposito del brano, Simon Le Bon racconta: "Sono andato a trovare Justin in occasione di uno dei suoi concerti nel Midlands e mi ha chiesto se poteva ascoltare un assaggio di quello che avevamo registrato. Alla fine mi ha detto: 'Hai bisogno di una Ordinary World per far quadrare il cerchio', aggiungendo che quello era stato uno dei suoi brani preferiti quando era un quattordicenne fanatico di pop". E così è nata Falling Down, il cui video-shock ci ha mostrato i Duran Duran alle prese con modelle in terapia di riabilitazione e naturalmente è stato subito seguito da un coro di polemiche.

Il nuovo album è uscito negli Stati Uniti martedì 13 ed è in vendita nei negozi italiani da venerdì 16 novembre, sia in versione standard che in versione Deluxe completa di dvd.

Fonte: musica.alice.it/gallery/duran_duran_falling_down.html




Stefy63
00mercoledì 21 novembre 2007 17:16
LA VOCE D'ITALIA

21-11-07

Presente anche Justin Timberlake
Red Carpet Massacre, il nuovo album dei Duran Duran
Nei negozi in versione standard e deluxe con cd e dvd


Red Carpet Massacre. E’ il titolo del nuovo album e costituisce un importante traguardo nella lunga carriera dei Duran Duran. Troppo spesso considerato un complesso degli anni ’80, la storia dei Duran Duran è invece caratterizzata da una continua evoluzione, giunta, dopo ventinove anni, alla suprema espressione della creatività artistica.

Presenti anche il produttore cult americano Timbaland e Justin Timberlake alle registrazioni del nuovo album, effettuate quasi interamente in tre sessioni: la prima con Timbaland, con capatina di Timberlake come ospite, ai Manhattan Center Studios di New York; la seconda fase negli studi della band, gli Sphere Studios di Wandsworth (Londra) nel Natale 2006, capitanata da Nate Hills e Jimmy Douglass. E la volata finale ai Metropolis Studios di West London, con la produzione di Hills e Douglass all’inizio del 2007.

“Justin mi ha chiesto se poteva ascoltare il materiale che avevamo registrato. - racconta Le Bon - Alla fine mi ha detto: Avete bisogno di un brano come la vostra hit “Ordinary World” per far quadrare il cerchio". Così dopo 36 ore chiusi in uno studio è nata anche “Falling Down”, il primo singolo a cui è affidata la presentazione del nuovo album: una ballata ritmata molto Duran Duran e una delle prime produzioni soliste di Timberlake.

“Con Red Carpet massacre abbiamo dovuto lasciarci alle spalle molte delle nostre tradizionali convinzioni sul concetto di band”, rivela il bassista John Taylor. “La maggior parte dei produttori che in questa occasione hanno collaborato con noi - spiega Nick Rhodes - non aveva mai lavorato con una band, e noi non avevamo mai lavorato senza un chitarrista”.

Con 85 milioni di dischi, oltre venti singoli nella hot 100 americana dei brani più venduti Billboard, e trenta nella Top 40 del Regno Unito, i Duran Duran tornano così sulla cresta dell’onda, con questa nuova uscita, stellare, innovativa e attuale, ma al tempo stesso l’espressione più pura dello spirito della band; un nuovo fondamentale capitolo nella storia di questo gruppo, un disco che entusiasma in vendita nei negozi in doppia edizione, standard e deluxe con cd e dvd.

Daniele Orlandi

www.voceditalia.it/articolo.asp?id=2851&titolo=Red%20Carpet%20Massacre,%20il%20nuovo%20album%20dei%20Duran...


P2K!
00lunedì 26 novembre 2007 09:23
Trovata su Rockol
Bene, bene, bene....

Il nuovo album è uscito, ed è interessante leggere in giro valutazioni... La prima che ho beccato è su Rockol...
Ecco il mio copia e incolla...

E' finito il tempo dei revival anni '80. Almeno per i Duran Duran. Il loro ritorno del 2004 fa con “Astronaut” non era un ritorno vero e proprio, ma era stato accolto con interesse dai nostalgici perché ripresentava la formazione originale, dopo anni di attività a mezzo servizio con praticamente solo Simon LeBon a tirare avanti la baracca. Tre anni dopo la festa è finita: uno dei tre Taylor – Andy, il chitarrista – se ne è andato. Sono rimasti gli altri due, John e Andy, insieme a Simon e Nick Rhodes. Ma soprattutto se ne è andata ogni scusa per pensare al passato.
I Duran Duran odierni non hanno più nulla di retrò, tanto nell'immagine quanto nella musica. “Red carpet massacre” è un tentativo di essere odierni, quanto più si può.
Come ha notato qualcuno, i Duran Duran non hanno mai avuto un vero e proprio suono loro, un tratto distintivo che non fosse la voce di Simon LeBon. Hanno avuto successo con brani che spaziavano dalla ballatona alla canzone tecno-pop. Così non stupisce che questo disco provi a trovare un nuovo suono, alla moda, coinvolgendo in diverse canzoni (come “Skin diver”) anche il duo più cool del momento, Timbaland e Justin Timberlake. Il tentativo è lodevole, per carità. Ma è riuscito?
Si può ripetere quello che si disse di “Astronaut”: questo album ha qualche momento pregevole, ma è comunque discontinuo. I dischi degli anni '80, nostalgia a parte, erano più completi, oltre che dotati di grandi singoli. Qua c'è qualche idea, ma si rischia di scontentare tutti: i nostalgici, che non troveranno traccia del passato, e i modaioli, che forse preferiscono andarsi ad ascoltare direttamente i dischi dei “gggiovani” prodotti da Timbaland, piuttosto che una band di ultraquarantenni che cerca di suonare come una di ventenni, rischiando in diversi momenti di ereditare sopratutto il difetto peggiore dell'ultima generazione dei cantanti pop: la tendenza a saturare le canzoni con ogni effetto sonoro possibile, lasciando in secondo piano la melodia.
Insomma: rimandati. Agli anni '80, possibilmente: se non nei suoni, almeno nello spirito.

(Gianni Sibilla)
manumanu.
00lunedì 26 novembre 2007 11:45
RED CARPET MASSACRE....MASSACRATO!!!!
Yeh, yeh, ce l'ho fatta!!!!! Finalmente sono riuscita ad iscrivermi!!!!Yeh, yeh, doppio yeh.... [SM=x976007] Di cosa parlo lo sanno Stefy, Carla, e Pk2...
Ok, dopo questa doverosa premessa, parlo brevemente di me per coloro che non mi conoscono [SM=x975998] , non sono una fans vera e proprio, ma un'amica trentennale di Stefy, e quando eravamo bimbe, cioe' ieri, seguivo Stefy che a sua volta seguiva i Duran, Lei perchè vera fans io perchè mi divertivo, e un po' mi piaciucchiava Simon, molto acchiapposo [SM=x976002] !!!!Comunque ascoltavo le loro canzoni, che ho ben ricordato alla festa per l'uscita di Red...
E proprio dell'ultimo album vorrei parlare.Premesso che non sono vera fans, e che non sono una intenditrice di musica, ma Vero consumatore finale, dico e dichiaro che a me sto' Album mi e' proprio piaciuto, e al primo ascolto!!!!! [SM=x975985] Tanto da assillare Stefy, con richieste di invii dei testi, video ecc...
Alla fine ha ben pensato di regalarmi il cd...(beh tra un po' e il mio compleanno!!)molto bello, credo che Stefy sia rimasta un po' sorpresa del mio entusiasmo, [SM=x975993] , per non parlare di Consuelo incontrata il Lunedi dopo la festa (sempre quella di Stazione Birra) per caso in metropolitana...entrambe con cuffie alle orecchie, ad ascoltare cosa???Manco a dirvelo!!!!!La recensione? In parte è corretta, perchè tecnica, quello dei Duran è un nuovo tentativo ma è un tentativo ben riuscito.Non hanno una identità???? Forse, non so, pero' mica tutti la devono avere!!! Reiventarsi non è facile, e saper cavalcare l'onda in ogni "epoca" adattandosi e assimilando nuove tendenze mica è da tutti!!!! Forse è questa la loro identità, e comunque sono sempre originali..Io continuo a fargli la pubblicità, esempio:durante la mia lezione di Inglese la mia insegnate si scopiazzava il cd...E' piaciuto pure a Lei!!!
Che sto diventando una di Voi??? NNoooo tranquille... [SM=x975977] [SM=x975979] [SM=x975979] Ah..le ragazze fondatrici del Sito sono proprio brave...il sito è stupendo (inserimento account a parte) e loro sono brave organizzatrici...e non sono di parte!!! [SM=x975983] [SM=x975971]
Stefy63
00lunedì 26 novembre 2007 13:26
Allora tanto per restare in tema di "Massacre" ... prima inizio con una bacchettata sulle mani a tutti e due .. P2K e Manu! (visto che sono i miei amici più intimi me lo posso permettere no?)
Dico io co sto Forum già divento matta, mo ve ce mettete pure voi?
P2K mi metti il post nella cartella Feste e Compleanni? Ah te possino! [SM=x975969]
Per non parlare di Manu che per iscriversi ieri mi ha creato un nuovo Forum! [SM=x975977]

Vabbè adesso passo ai bacetti... grazie dell'articolo Paolo, anche se quello che lo ha scritto oltre ai soliti scambi di persona (dice che Andy se n'è andato poi di seguito dice John ed Andy insieme....), mi da l'impressione di uno che sia sia trovato lì a scribbacchiare a capocchia, per non dire altro.

Per Manu, so bene che la passione per i DD non attecchirà come per me e ma forse è anche meglio così, però... prima o poi dovrai venire ad un concerto... il prossimo in Italia ti trascino a forza!


[SM=x975971]



Stefy63
00lunedì 26 novembre 2007 15:09
EXITE ITALIA - MUSICA:

Duran Duran - Red Carpet Massacre
12:40 lun 26 novembre 2007
Etichetta: EMI
Voto: 4
Brano migliore: The Valley


La storia dei Duran Duran, costellata da continui rimpasti del line-up, nel 2003 aveva fatto piacevole scalpore con la reunion della formazione originale dopo i molteplici accanimenti per tenere vivo un gruppo che, di fatto, non ha mai smesso di pubblicare dischi. Oggi la storia continua e dopo aver cominciato a registrare le canzoni per il seguito di Astronaut (che si sarebbe dovuto intitolare Reportage), il chitarrista John Taylor ha di nuovo lasciato la band. Questo nuovo divorzio ha costretto il gruppo a rivedere tutto per cercare soluzioni diverse, nuovi session men e produttori di grido e fare in modo che il disco nuovo, che nel frattempo ha cambiato titolo diventando Red Carpet Massacre, potesse rivelarsi come un prodotto all’avanguardia con caratteristiche attuali e competitive. In realtà il bel titolo cela nella parola “massacre” l’unica grande verità sull’album e a subirne i maggiori effetti sono solo i nostri testicoli.

La noia, l’inutile reiterarsi di tematiche tra il revivalistico e il furbastro regge per pochi minuti, quelli di The Valley, il brano di apertura che ad onor del vero qualche carta interessante se la gioca. Subito dopo, a partire dalla title track fino all’ultimo dei 49 minuti dell’album, a prendere il sopravvento è solo una tediosa e ronzante ricerca di un sussulto che, lasciandoci sgomenti di fronte a cotanta aridità di idee, non riesce mai ad arrivare. Anche le collaborazioni con Timbaland e Nate Hills suonano fuori tempo massimo. I due geni della produzione pop miliardaria degli anni 2000 sembrano aver esaurito ogni brillantezza, applicando alle consuete trame duraniane quei gingilli elettronici che ormai non stupiscono e non interessano più nemmeno il più accanito dei fans e che, soprattutto, da soli non potrebbero comunque bastare a far decollare un disco di musica leggera privo di qualsiasi leggerezza.

Sebbene sia chiaro che grazie ad una promozione in grande stile ci sia di sicuro anche chi riesce ad ascoltare Red Carpet Massacre divertendosi – e questo deve rimanere sacrosanto per tutti, sempre – insisto nel non transigere: questo disco è l’esempio evidente dell’esaurimento artistico di una band che ha lottato con unghie e denti per mantenersi a galla con grande onestà ed intenzione ma che è ufficialmente giunta al capolinea esangue di idee e di ispirazione.

di Joyello

***********


NdS: altro articolo mediocre scritto tanto per scrivere, anche qui si continua imperterriti a confondere ANDY con JOHN, ma è mai possibile che dopo 30 anni ancora non si riesca a distinguere uno dall'altro?
Evidentemente sono troppi i Taylor per questi scribbacchini da quattro soldi!

[SM=x975971]
mamy5
00lunedì 26 novembre 2007 16:33
Un poveraccio incompetente... [SM=x976022] come diceva uno che di scrivere se ne intendeva....:"Non ragionar di lor ma guarda e passa" !
mamy5
00lunedì 26 novembre 2007 16:44
Tanto per tranquillizzare l'autore dell'articolo: i nostalgici sono ben contenti di ascoltare qualcosa di nuovo, così forse la smetteranno di chiamarci nostalgici! Saremo anche 40enni o quasi, ma mica siamo rimasti appiccicati agli anni 80! [SM=g27825] Io giuro che ho buttato le spalline imbottite e indosso jeans a vita bassa! [SM=g27828] Ciao! Approfitto per ringraziare lo staff per l'ottimo lavoro che svolge nel tenerci sempre aggiornati. [SM=g27811]
Donatella
manumanu.
00lunedì 26 novembre 2007 19:17
PER COMPENSAZIONE!!!!!!!!
Trovato su Music Map (wwww.musicmap.it)a recensioni.
Ho quasi la vaga impressione che l'autore sia un po' un fans,
pero' è un' impressione e la recensione è simpatica, compensiamo con quelle di prima!!!! [SM=x976005]

DURAN DURAN "Red carpet massacre"
(2007 )

Ci sono cose che non possono essere discusse. La mamma, ad esempio: può essere bella o brutta, grassa o magra, ma nessuno può dirne male. La squadra per cui si tifa, "Dio ci liberi dal male e dalla retrocessione". E i Duran Duran, per chi in quei tempi ci sguazzava, ed era disposto a comprarsi un qualsiasi "Ciao 2001" per un poster di Saaaaimon da offrire alla bella della classe, sperando se non altro in un bacino sulla guancia. Non si discute, punto, perchè si rischierebbe la blasfemia. E poter scrivere il loro nome, con accanto un anno che non sia il 1986, ma addirittura il 2007, dovrebbe già essere motivo di orgoglio, gioia e commozione. Perchè esistono ancora, sebbene la reunion a 5 (i tre Taylor, Le Bon e Rhodes) sia poi durata l'arco di un album: Andy se ne è andato, come già fece, per primo, ai bei tempi, ma gli altri quattro sono sempre loro. Con la produzione di un Timbaland che, per fortuna di noi amanti dell'epoca, riesce a non rendere il loro sound particolarmente attuale, se non in "Skin divers" e in qualche altro episodio sparso, permettendo un meraviglioso viaggio nel tempo ai ragazzi di ieri. C'è una "Nite runner" che sarebbe andata bene anche nel loro primo lavoro, una "Fallin' down" che meriterebbe airplay continui, una "Last man standing" duraniana se ce n'è una: insomma, il prodotto musicale merita, anche se a tratti il paragone con "Hungry like the wolf" potrebbe essere impietoso, e ai critici si può giustamente rispondere con il più omerico dei chissenefrega. E allora? Il dramma è ammetterlo, per una generazione che a volte si imbarazza nell'aver avuto come miti non tanto Jim Morrison o John Lennon, ma Simon Le Bon: qui però non si parla di cambiare il mondo, ma solo di far parte di una cultura. E quella degli '80s era anche lacca e spalline, questo è vero. Ma anche musica fatta con criterio, con cuore, e non solo con ripetitività allucinante degli stessi stereotipi. Tenetevi i vostri Finley, i vostri Fibri e robacce del genere: un "Red carpet massacre" non si discute, si ama. E, se anche fosse una boiata, riuscirebbe comunque a spezzare le reni a tutto il panorama attuale, per un solo motivo: è dei Duran Duran. (Enrico Faggiano)



mamy5
00lunedì 26 novembre 2007 22:45
Questo è un fan di sicuro, però fa piacere. Però poveri Finley, sono così carini... [SM=g27813]
P2K!
00martedì 27 novembre 2007 09:19
Egli è decisamente un fan, o comunque un estimatore.
Ieri ho letto la recensione anche su Sorrisi E Canzoni che tesse le lodi per questo Red Carpet Massacre, anche se accentua troppo l'accento sui meriti della produzione (che strano, invece a me è solo la produzione a lasciarmi interdetto mentre il resto lo trovo ben fatto).

Della serie "Non conosciamo vie intermedie... O si ama o si odia!!!"
Stefy63
00mercoledì 28 novembre 2007 15:39
ONDA ROCK

DURAN DURAN
Red Carpet Massacre(Sony-epic) 2007 pop
di Davide Sechi

Un giorno ti guardi allo specchio e capisci che il tuo tempo è passato. Provi a giustificarti, ma non è storia. Semplicemente bisogna prenderne atto e decidere. Se indossare le pantofole o ancora una volta i calzoni alla moda. Opti per questa seconda opzione, ma ce la metti tutta perché l’operazione di vernissage non venga scambiata per patetico aggrapparsi a un’attualità che non ti appartiene. Dopo tutto, gli amici te lo ricordano sempre: il più è fatto da tempo, si può anche vivere di rendita, mica è vietato.
Cicli e ricicli la stessa pappa, provi ad accontentare quante più persone e vedrai che qualche risultato lo si porta sempre a casa. Un passo di danza qua, un abbraccio romantico là, in più qualche strizzatina d’occhio maliziosa e seducente. Magari ci scappa pure un party, di quelli super-fotografati. Giusto per dire: ehi, c’ero anche io. Ci sono sempre. E invece no. Al party ci vuoi andare, e ci mancherebbe, ma vuoi entrare passeggiando su tappeto rosso. Acclamato, rispettato e in pace con te stesso. Soprattutto se sei da una vita una popstar.

I Duran Duran sono un paio di decenni che queste parole se le raccontano e se le ripassano, per non asservire mente e istinti all’arteriosclerosi che si nasconde dietro angoli apparentemente gratificanti. Così, giusto un paio di anni fa, pare quasi di vederli, tutti stretti attorno al tavolo della cucina di Simon Le Bon mentre aprono la scatola del Risiko e studiano le coordinate del nuovo come back. Magari più orientato alla chitarra? E’ giù insulti, a letto senza cena. Facciamo allora una replica dei vecchi Duran, visto che in giro ci sono un sacco di cloni che raccolgono dollari e applausi a non finire. Si ritrovano il giorno dopo a colazione e prendono a scrivere il materiale.
Sembrano entusiasti. Ma giurerei di aver visto un smorfia sul viso di John. Mal di stomaco? Nick se ne accorge e prova a consolarlo con promesse sottovoce. Andy Taylor origlia e la prende male. Il piccolo di Newcastle ci vede dietro la congiura. Ne ha la certezza quasi matematica quando in studio si presentano Timbaland, Timberlake e forse anche Christina Aguilera. Crede anche di scorgere qualcuno che gli manomette gi amplificatori. Sapete che c’è? Me ne vado. Novello Steve Hackett (acquistato nel 1980 leggendo un annuncio sul Melody Maker, finito fuori dai giochi nel 1986 con tanto di porta sbattuta), il Taylor più basso ha subdorato un cambio di rotta non incline al suo temperamento.
Che si fa? Si opta per un pellegrinaggio direzione Ibiza, dove risiede il nanerottolo e lo si prega in ginocchio di ritornare? Ma non scherziamo. Piuttosto si prova ridisegnare un storia, così, su due piedi, con il rischio che non ci sia lo spazio materiale per aprire il classico paracadute…

And then there were four. Decisi, combattivi e, diciamocelo, liberi dalla zavorra rockettara di Andy. John, Nick e Roger, dal 1979 con quel chiodo fisso: punk e Chic, art e disco-funk, Studio 54 e bionde da sballo. Una filosofia di vita che deve necessariamente essere lucidata da qualche guru odierno. Eccolo, allora, il sogno proibito Timbaland, innovatore dance hip-hop non refrattario al ritornello pop. Un po’ il Nile Rodgers dei nostri tempi. Ma siccome l’esperienza con la mente disco-funky dei 70-80 era finita a suo tempo in un mezzo fallimento ("Notorious" o della perdita d’identità, nonché delle classifiche), facciamo che questa volta le carte le danno i quattro superstiti, mentre il Timbo controlla giudiziosamente che si giochi corretto. E affinché il lavoro non deragli sotto la spinta del sempiterno ego, ecco l’occhio di falco Danja Hills. Mentre l’astuto Justin continua a sorridere dalle retrovie.

I sapori hip-hop scelti come scusa per tornare nell’ambito club, l’high energy ristrutturato, consci che le radici del moderno r’n’b debbano non poco all’electro-synth di moroderiana memoria. Un po’ come chiudere un cerchio. Timberlake-Timbaland come raffigurazione del 21esimo secolo di Jackson-Jones. Ma se "Future Sex" appare come un progetto, quand’anche prezioso, plastico, essenzialmente legato alla contemporaneità, privo di radici, l’inedita commistione duraniana unisce idealmente e praticamente le due ere. Un crossover pop che si abbevera alla sorgente bianca, il ritmo spogliato del soul, rivestito per l’occasione, luccicante ma mai esagerato. Piuttosto scarno, a volte fino all’osso, con la voce lasciata in primo piano, agile, nuda, con l’unica coperta rappresentata da uno sfondo che fa il filo a essenziali sapori techno, ma senza rinunciare al classico abbecedario pop.

"Red Carpet Massacre", che fustiga ironicamente la futile vita della starlette media, si muove su coordinate produttive che spingono verso un mix magmatico ma lucido, una colata di lava fredda dove il basso sembra una linea synth, la batteria è filtrata e passa vorticosamente da un suono che ricorda il rumore di scatole di latta alla percussione ovattata, atmosferica. Dominano le tastiere rhodesiane e rendono i ritmi incalzanti anche quando il singolo brano non spingerebbe per forza di cose al dancefloor. Non si rinuncia alla ballata popolare che serve quasi a far decantare l’entusiasmo e a proporne uno nuovo, riempiendo l’ambiente di effetti, eleganti, suggestivi, notturni.
Si era vociferato di una svolta piaciona (quando mai i Duran hanno provato a inimicarsi le masse?), ma paradossalmente la nuova release mostra i quattro procedere senza freni, disarmati dell’antico cerchiobottismo, quell’equilibrio pregiato ma spesso deriso che rende commestibile il pop. Stavolta si rischia, sempre con la calcolatrice in mano, provando a far quadrare i conti con un singolo buonista, simpatico riempitivo (la tenue e prevedibile "Falling Down"). E’ l’unica concessione.

I Duran non sono ventenni assetati alla Timberlake e neanche matusa adorati come i Rolling-U2. Se ne sono accorti da un bel pezzo. Sono i baluardi, forse i definitivi, della musica artificiale fatta artigianalmente. E allora nelle sabbie mobili ci si gettano senza ritegno. O la va o la spacca. Dodici pezzi dodici, mascherati ma duraniani fino al midollo, new romantic europeista sfregiato con dolcezza ed equilibrio dai rumori della nuova metropoli. E' come se John e Nick fossero tornati nella loro cameretta addobbata di poster: ci sono i Buggles più cartoon che mai ("Tricked Out", "Zoom In"), gli Ultravox (l’incipit della conclusiva "Last Man Standing", con il moog che fa romanticamente capolino), il Bowie electro-white-soul ("Dirty Great Monster" con sax malato e perforante), l’euro-disco aggiornata ("Skin Divers", "Tempted", il break sonnambulo che arricchisce "Nite-Runner"), ci sono i retaggi semi-acustici di "Rio" ("Box Full O’Honey", "She‘s Too Much") e la foga di "Careless Memories" ("Red Carpet Massacre"), c’è la vecchia scuola art-pop dance che si fa epica e cavalcante (l’opening "The Valley" con solo di basso slap stordente).

Ci sono i Duran, insomma, con tutto il loro bagaglio di ricordi, ma senza nostalgia. A bordo di un suono finalmente coeso, tendente allo scuro, che colora un songwriting lineare. Senza darsi per vinti neanche di fronte alla rimostranze degli aficionados, fedele legione, sempre più risicata, fisiologicamente invecchiata e quindi conservatrice. Ebbene sì, oggi è possibile incontrare al bar il 40enne affezionato duraniano intento a ragionare come i detrattori di un tempo, alla ricerca della performance strumentale "vera", di una misteriosa idea di interpretazione adulta, di un qualcosa che finalmente rassicuri sulle scelte fatte e troppe volte spernacchiate, che provochi l’agognata accettazione dei propri eroi tra i classici di ogni tempo.
E invece no: i Duran erano, sono e saranno sempre un progetto scomodo, vecchio di 25 anni, ma sempre alla ricerca dell’eterna giovinezza, nello sprezzante rifiuto di apparire caricaturale. Un modo elegante per evitare l’applauso serioso ma geriatrico. Per non precipitare nel mare magnum del revival. Per sentirsi vivi e, segretamente, invidiati.

Voto 7/10

www.ondarock.it/recensioni/2007_duranduran.htm


mamy5
00mercoledì 28 novembre 2007 16:43
Ma insomma, a questo Davide Sechi, l'album è piaciuto o no? [SM=g27833]
manumanu.
00mercoledì 28 novembre 2007 16:58
BEH SI....
Complicato il bimbo!!!! Se non era per il voto finale, che tira le somme, sarei rimasta con il dubbio!!!! [SM=x976006]
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