Correva l'anno 1990 (2)

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La Redazione
00martedì 3 aprile 2007 13:40
Correva l'anno 1990 (2)
Italia Ornitologica Anno XVI giugno - LUglio 1990




Considerazioni sull’Assemblea Straordinaria FOI

UNA MAGGIORANZA SILENZIOSA


E venne il giorno della Assemblea Straordinaria, in cui rivoluzionarie Mo¬difiche Statutarie avrebbero dovuto rifondare la F.O.I, ma Essa non ebbe luo¬go perchè il 46% delle Associazioni non si è presentata alla convocazione e il 20% dei presenti lo era per delega, il che significa una indifferenza, peggiore della assenza. Perchè la delega, in una circostanza come questa, in cui è in bal¬lo lo Statuto, cioè il mezzo con il quale e nel quale si vive la vita associativa, dovrebbe essere l'espressione di un im¬pedimento fisico eccezionale, una di¬sgrazia, una malattia o qualcosa di vera¬-mente straordinario, mentre, grazie a Dio, questo 20% risulta essere in buona salute e, per quel giorno, in vacanza in luogo più ameno di Genova.
I commenti di reazione sono stati di¬versi per tono e contenuti, ma uno il predominante: "le Associazioni se ne fregano, vogliono solamente gli anellini e le mostre".
• qui io non sono d'accordo a liqui¬dare, con un luogo comune, una realtà, che sicuramente è diversa, più seria, una realtà che qualifica le Associazioni, anzichè screditarle.
Esse hanno votato, eccome!
• il loro voto, silenzioso e determi¬nante, è stato una bocciatura totale a tutti i tentativi di voler cambiare uno Statuto che, così come è fatto, è tutt'ora giovane, attuale e funzionale.
Nè esso fu il frutto di un parto (si fa per dire) frettoloso o superficiale. L'allora C.d.F. si giovò dell'opera qualificata dei suoi Membri; di,cui il dr. Meneghello e l'ing. Carboni e quest'ultimo, accantonata l'artificiosa veste di contestatore accanito, sotto la quale ama nascondere sue ben più valide risorse, fu certamente un mediatore valido, cucendo proposte e dissensi fra le varie Associazioni. E ne è nato un prodotto tale che i vari critici, cui lo abbiamo mostrato, lo definiscono perfetto.
Vale la pena dover ricordare che que¬ste pretese necessità di riforma, affiora¬no nella Assemblea soltanto ogni tre an¬ni?... E che la richiesta viene ogni vol¬ta, alternativamente, da un gruppetto sparuto, anzichè essere plebiscitaria? Vale la pena di ricordare che, andan¬do a ritroso con il solito dividendo di 3, ci ritroviamo a Frascati, nel 1984, dove, da una invocata cancellazione di "tutto" non uscì (sempre con falcate triennali) una sola, dico una sola, proposta inno¬vativa e sensata?
E allora facciamo il punto.
Abbiamo un anno davanti fino alla prossima assemblea di Roma, per essere un pò più responsabili e un pò più con¬creti.
Lasciamo lo Statuto dentro la sua ve¬trina, dove può continuare a brillare della sua luce decò (che va di moda) e che ci fa fare bella figura.
Accetti il Contestatore Accanito e chi con lui, non importa se al nord o al sud, se ad est o ad ovest dell'Italia Ornitolo¬gica, la responsabile, sincera, umile ma dignitosa e ripetuta offerta di collabora¬zione che il C.D.F. offre e chiede.
Mettiamo mano al Regolamento e non allo Statuto, mettiamo mano a que¬sto ed anche al Regolamento mostre, che sono strumenti più che sufficiente¬mente adatti per correggere qualche pic¬cola difficoltà di percorso. Dall'epoca Carboni a oggi, la F.O.I. si è dilatata in maniera imprevedibile. Negli ultimi dieci anni le Associazioni sono passate da 131 a 183; i soci da 9.000 a 15.000; il bilancio di previsione da 80 a oltre 720.000.000. Ordiniamo 2.000.000 di anellini all'anno!
Sicuramente qualcosa va aggiornato, sia nell'aspetto amatoriale che nell'aspetto azienda, ma gli strumenti ci sono, e sono quelli che ho citato più so¬pra e che invece nessuno sembra voler considerare.
Ritorniamo all'inizio della strada: i Coordinatori dei Raggruppamenti pos¬sono tentare di fare di più.
Ma lo spirito comune deve essere di¬verso.

E’ bello e ameno colloquiare di Criti¬ca: lo fece Kant nel 1880 e da li venne fuori la "ragione storica" e le "metodo¬logie (spirito, natura ecc.)", ma sta bene farlo solo nel Tuo o nel mio salotto, at¬torno al caminetto. Alla F.O.I. no, non serve. Serve un discorso meno erudito, meno fantasioso, ma con una finalità più realizzabile. Poi mi sta bene pure se è nel mio o nel Tuo salotto anzichè at¬torno al tavolo della Segreteria: mi ba¬sta che indossiamo tutti la stessa veste e che il reciproco darsi la mano non sia considerato un segno di resa o di fragi¬lità, ma una testimonianza di volontà comune, nell'interesse di tutti.

Bruno Scottoni

[Modificato da psitta 03/04/2007 13.45]

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