Juventus - Ajax = 1-0
La sesta vittoria di fila in Champions per i bianconeri già qualificati agli ottavi. Gli olandesi sono fuori dalla coppa. Decide Zalayeta, è il quinto 1-0.
E' la Juve dei record. Con gli ottavi in cassaforte da un pezzo, potrebbe passeggiare, rifiatare, pensare all'Inter che l'attende domenica sera e invece no, invece scende in campo in versione "mista" e con una bella prova di carattere, di concretezza e compattezza, sbatte fuori l'Ajax dalla Champions con l'ormai "classico" 1-0. E' il quinto su sei vittorie di fila, sempre in coppa, dal 25 agosto ad oggi, un record: Djurgarden (4-1 in trasferta), poi Maccabi, due volte Bayern e due (con questa) Ajax. E senza subire reti, da 523', dal Djurgarden appunto. Questa volta decide Zalayeta, la pantera re delle riserve, che non è più solo un bravo ragazzo, silenzioso e forte fisicamente. Ora corre con personalità e segna con il cinismo e la precisione dei grandi: tutte le volte che serve e senza fiatare. Ne ha fatti cinque in questa stagione e tutto fa pensare che a gennaio, per una volta, non farà il pacco postale.
Schiacciasassi, insaziabile. Poteva prenderla alla leggera Fabio Capello, fare turnover pesante come in coppa Italia, ma Champions è un'altra cosa, quella coppa a Torino manca da troppo tempo. Meglio i record, meglio urlare la propria forza, spazzare via tutti. Se poi riesci anche a ricaricare qualche escluso e far ritrovare il ritmo (dopo la sosta) a qualche titolare... Stravince Capello. Lascia a casa, a lavorare in vista dell'Inter, Zebina, Del Piero, Pessotto. Ritrova il Montero e il Tacchinardi dei vecchi tempi, dà minuti di Juve a chi gioca meno (Kapo e Zalayeta), ma anche a chi (come Emerson, Camoranesi, Cannavaro, Ibrahimovic) è fermo da Lecce. Il mix funziona.
La Juve parte forte, nel suo tipico 4-4-2, ordinato, compatto: insuperabile in difesa con Thuram capitano, il redivivo Montero, il solito Zambrotta a sinistra e l'onesto Birindelli. Veloce sulle fasce con Nedved e Camoranesi e tosto in mezzo con lo strepitoso Emerson e l'orgoglioso Tacchinardi (che piace al Barcellona). L'ex e tranquillo Ibrahimovic e Zalayeta in attacco, uguale movimento, numeri e gol. L'Ayax ha il batticuore per venti minuti almeno, soffre, incassa e non riesce a reagire. Camoranesi rovina la serata a Maxwell che piace alla Juve e che alla Juve regala il pallone dei tre punti. Moggi ringrazia, ma forse cambia obiettivo. Ibra, suo amcio, lo difende. Lui alla fine si riscatta, quando salva sulla linea un tiro da fuori di Emerson.
Il preferito 4-3-3 degli olandesi funziona poco: o meglio si vede solo Rosales sulla destra (che per un tempo costringe Zambrotta a fare solo il terzino), Babel ha 17 anni e un futuro che promette bene, si piace un po' troppo e non riesce a saltare il muro Juve. Dall'altra parte, largo a sinistra, fa solo falli Boukhari. Meglio quel Mitea che lo sostituisce nella ripresa, ma il risultato non cambia. Davanti alla corazzata Juve, che controlla senza rischiare e riparte velocissima, creando, sprecando e cadendo spesso (anche troppo) nella trappola del fuoriogioco, serve ben altro. L'Ajax lo cerca piazzando Van der Vaart (il migliore in mezzo per Koeman) dietro alla prima punta Babel: è sua l'occasione più ghiotta degli olandesi, un sinistro insidiosissimo su punizione centrale che fa volare ma non cadere Buffon. Sarebbero anche pericolosi gli ospiti quando partono in velocità e verticalizzano, ma mancano sempre negli ultimi metri, concludono poco. E la Juve senza fatica riprende la sua marcia record. Ora testa alta e solo all'Inter. Capello dice che Del Piero rischia di non farcela, ma la Juve non si spaventa. Questa Juve non dipende da nessuno.