Curioso come la confezione del cioccolato non sia mai cambiata molto, negli ultima sessantina d' anni.
E probabilmente, da prima.
Me lo ricordo da sempre in carta stagnola ed involucro esterno di carta.
Solo qualche eccezione in questi " tempi moderni ", per alcuni marchi minori che ricorrono alle buste sigillate termicamente, in materiale sintetico.
Qualche scatola di cartoncino anche, ma in questo caso per la fascia alta.
Quando avevo forse cinque anni, mi ricordo di una mia zia che me ne comperava regolarmente una tavoletta, ma che poi me lo lasciava mangiare a rate, due quadratini per volta a larghi intervalli.
Questa cosa mi faceva imbestialire, non ne comprendevo il motivo, e se è per questo neppure oggi.
La tavoletta di cioccolato era una delle possibili merendine da mangiare a scuola durante l' intervallo, quello verso le 10.30 ( ? ), alle elementari.
Qualche altra volta erano le patatine con regalino, ma trovavo questa possibile alternativa, eccessivamente macchinosa, per dire così.
Non ho mai verificato la percentuale di cacao.
Ho sempre selezionato per marca, in base al fatto che l'una o l'altra mi piacesse più o meno, dopo averla provata.
Chiaramente, il risultato dipendeva proprio dal dosaggio degli ingredienti.
Ho avuto i miei periodi di gradimento, parecchio tempo fa per il fondente più amaro, da un certo momento in poi, mi sono riconvertito a quello al latte.
Possibilmente con le mandorle, e da qualche tempo quello con il riso soffiato.
Che mi riporta al " Cioccorì " pure quello del mio personale periodo classico, tanto tempo fa, e davvero " in una galassia lontana lontana ", per quello che mi riguarda.
Non mi ha mai fatto impazzire il cosidetto cioccolato bianco, quello al latte, che in teoria dovrebbe fare caso a se, visto che con le tavolette di cioccolato dovrebbe condividere giusto la forma.
Anche se occasionalmente posso mangiare pure quello.
Un paio di immagini dal mio archivio personale dei ricordi
