Che Guevara

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Pertinax
00domenica 21 maggio 2006 12:27
Che Guevara





Forse se Ernesto Guevara De La Serna non avesse avuto il desiderio e il coraggio di liberare popoli oppressi sarebbe diventato un grande scrittore. Infatti le sue opere politiche, i suoi discorsi, un breve racconto che scrisse su un piccolo cane, denotano talento letterario e sensibilità artistica. Com'è noto il Che era un uomo coltissimo, leggeva correntemente in francese, aveva letto i classici e le opere romanzesche del suo tempo, conosceva a fondo le opere di Sigmund Freud, che stimava, e moltissimi saggi. Quando fu necessario per ragioni politiche divenne un economista esperto nell'arco di un tempo brevissimo. Il Che appare in questo sito, sia chiaro, come persona " particolare " e non era gay. Amò due donne, le sue mogli, ebbe cinque figli e fama di essere un asceta, implacabile verso coloro che aggredivano e violentavano o importunavano e dileggiavano le ragazze e le donne. Sono passati trentasette anni da quando il Che venne catturato in Bolivia, in un agguato, e il giorno dopo barbaramente ucciso, senza processo, dai militari boliviani che erano consigliati dai rangers statunitensi e da un criminale nazista fuggito in Sudamerica nel '45. La sua vita, la sua bellezza, il suo coraggio ne hanno fatto sempre di più un simbolo: il Che è stato l'ultimo eroe, nel senso greco del termine, un eroe che ha rischiato e perduto la vita per due popoli che non erano il suo. Appena la notizia della sua morte si diffuse, nell'ottobre di trentasette anni fa, vi fu dolore e sorpresa tra tutti gli amanti della libertà, comunisti e non comunisti. L'immagine del Che apparve nel Maggio francese dell'anno dopo e da allora il suo volto, giovane e fiero, appare in tutti i cortei della sinistra, dei pacifisti e di tutti coloro che si oppongono alla brutalità del capitalismo che vorrebbe rendere macchine gli esseri umani, alla brutalità del fascismo che si fonda sull'odio, di coloro che si oppongono alle guerre e allo sterminio di esseri umani in ogni parte del pianeta. Il Che è la speranza per milioni di donne e di uomini. A lui sono state dedicate poesie e canzoni: dalla lirica di Julio Cortazar, celebre scrittore argentino, in cui lo chiama " hermano " ( fratello ) alla canzone che ricorda la sua " querida presencia " ( amata presenza ). La determinazione, il coraggio, la grande forza vitale di quest'uomo è contagiosa e ridona qualche speranza, in questi tempi crudeli in cui vi è una terribile guerra e in cui buona parte dell'umanità sembra aver perduto la ragione. La famosissima immagine del Che ( un intenso primo piano ) venne scattata quasi casualmente durante un drammatico comizio a Cuba dal fotografo Alexander Korda. L'editore Giangiacomo Feltrinelli la scelse per la prima edizione dei diari del Che in Bolivia e l'immagine divenne subito un simbolo: pubblicata milioni di volte nella stampa, ripresa su magliette, persino su un orologio. Chissà che cosa penserebbe il Che della sua immagine venduta come merce e anche sfruttata ? Ernesto Guevara De La Serna, noto al mondo come Ernesto Che Guevara, era nato il 14 luglio 1928 a Rosario, importante città argentina. Molti testi riportano la data del 14 giugno ma siccome la bella biografia di suo padre, Ernesto Guevara Lynch, dedicata al figlio riporta il 14 luglio è senza dubbio questa la data esatta. Una data simbolica perché il 14 luglio si celebra la Rivoluzione Francese. Nel 1789 il popolo parigino esasperato dal prezzo del pane ( il loro unico alimento ) raggiunse le prigioni della Bastiglia e liberò i carcerati, la cui maggioranza vi era reclusa per ragioni politiche e pochissimi per reati comuni. La famiglia del Che discendeva da spagnoli e da irlandesi. Suo padre era un architetto, sua madre, Celia De La Serna, una donna di grande intelligenza e interessi sociali. Adolescente avrebbe voluto entrare in convento ma l'amore per il giovane Ernesto Guevara Lynch le fece cambiare idea. Si sposarono nel '27: Celia aveva 20 anni, Ernesto 27. Il piccolo Ernestito ebbe il nome del padre, cosa non rara allora, e oltre al cognome paterno prese anche quello materno, cosa possibile nei paesi di lingua spagnola. Il soprannome " Che " gli venne dato dai compagni cubani . La parola Che ( pronuncia all'incirca Cè ) è un tipico intercalare argentino, deriva da una parola guaranè, cioè dalla lingua degli indios, che significa " caro ", ma è classicamente usato nel paese sudamericano solo come intercalare, senza un vero e proprio significato. Siccome Ernesto Guevara De La Serna lo usava spesso mentre parlava, come tutti o quasi gli argentini, venne così chiamato dai cubani a cui questo intercalare era sconosciuto. Il Che adottò " ufficialmente " questo soprannome e con esso firmò le banconote cubane negli anni in cui fu ministro dell'Economia a Cuba. Qualcuno ha ipotizzato che avesse scelto il suo soprannome e non il suo nome per il grande disprezzo che nutriva verso il denaro. Il piccolo Ernesto crebbe in una foresta in cui il padre era stato chiamato a lavorare, a contatto con una natura selvaggia e di straordinaria bellezza e con i contadini oppressi. Allora governava l'Argentina Juan Domingo Peron. Peron era un militare di destra che sarebbe eccessivo definire fascista ma piuttosto un populista, la cui notorietà molto doveva alla moglie Evita, amatissima dalla gente, bionda, intelligente, personaggio su cui la storia non ha ancora le idee chiare. Evita era una " ragazza del popolo ", aveva fatto l'attrice senza grande successo, si diceva che avesse avuto vari amanti fino a quando aveva conosciuto Peron. Nel 1952 morì di tumore, poco più che trentenne. L'Argentina era un paese con una grande presenza di immigrati, soprattutto italiani. Era reputato il più occidentalizzato dei paesi sudamericani e aveva importato nel mondo un ballo, il tango, che è sempre celebre. Vent'anni dopo l'Argentina sarebbe precipitata in un atroce dittatura, quella del generale Videla, una dittatura fascista che ha sterminato migliaia di persone, poi denominati i desaparecidos. Oggi si sa che ragazze e ragazzi accusati di essere avversari politici venivano gettati, dopo torture, dagli aerei nell'oceano. Anche una falsa denuncia, una frase qualunque pronunciata all'università, un modo di vestire poteva determinare la cattura, la tortura e la morte. La " meglio gioventù " argentina morì così negli anni '70. E così migliaia di operai e di intellettuali. Il Che , adolescente, negli anni '40, seguiva con vivo interesse gli eventi della Seconda Guerra mondiale che divampava in Europa. Il suo interesse politico era già molto forte. Era un ragazzino vivace nonostante dall'età di due anni fosse tormentato da un'asma con attacchi violentissimi. Ancora non esisteva il cortisone che è l'unico farmaco in grado di controllare una malattia per molti versi misteriosa ed estenuante per il malato. Quando un medico disse al Che, che aveva dodici o tredici anni, che avrebbe dovuto condurre una vita tranquilla, riposarsi e stare gran parte del tempo a letto il Che andò ad iscriversi ad una squadra giovanile di rubgy. Solo con la volontà e la pazienza sopportava una malattia che lo afflisse per tutta la vita. Dopo la morte di un'amata nonna decise di iscriversi a medicina. In pochissimo tempo si laureò e si specializzò come allergologo. Durante gli studi universitari compì il famoso viaggio in Sudamerica su una vecchia motocicletta insieme all'amico Alberto Granado, oggi ricordato in un film. Viaggiando il Che si rese conto concretamente della terrificante miseria e dell'oppressione che vi era nel suo continente: miseria e oppressione che derivavano dalle tirannidi e dalla politica statunitense. Dopo la laurea lavorò in Messico con un eminente professore e lì conobbe Hilda Gadea, una coetanea del Guatemala, che divenne sua moglie. Ma una notte, in casa di un'amica, il Che conobbe un altro coetaneo, un avvocato cubano che aveva il sogno di liberare la sua patria dal tiranno Fulgencio Battista: il nome dell'avvocato era Fidel Castro. Riflessivo e con grande carisma Castro aveva un piano per liberare Cuba. Cuba, splendida isola caraibica, era allora un luogo di divertimento per statunitensi ricchi, era il centro della prostituzione e del gioco d'azzardo. Battista, il dittatore, faceva torturare gli oppositori o presunti tali e viveva da re. Il popolo, composto da discendenti degli spagnoli e degli africani era ( ed è ) un crogiolo di culture e di colori della pelle e da questo dipendeva ( e dipende ) la bellezza della gente. Il Che aderì all'idea di Fidel Castro e dopo varie vicende un gruppo numericamente piccolo di libertari ottenne l'appoggio della maggior parte del popolo. Fidel Castro e i suoi uomini (ma vi erano anche donne ) presero il nome di guerriglieri. Il primo gennaio 1959 entravano vittoriosi all'Avana, capitale di Cuba. Il dittatore Battista era fuggito, il suo esercito sbaragliato. Il Che , che poco prima aveva liberato la città di Santa Clara, vi entrò con un braccio ingessato. Era stato ferito ma si era salvato perché come scrisse scherzosamente ai genitori " Dio è argentino ". Il carattere del Che è descritto come profondamente umano, pieno di volontà, assetato di giustizia, a volte introverso, a volte socievole, spiritoso, suscettibile, rigoroso, incorruttibile. La lotta a cui aveva aderito era una lotta di intellettuali e proletari contro un tiranno. Tutti rischiavano la vita. Senza mezzi termini il Che condannò il terrorismo che invece non è mai rivoluzionario. E questo tanto per chiarire, ai faziosi ipocriti della destra, che tra guerriglia e terrorismo non vi è alcuna parentela. La guerriglia è simile alla lotta partigiana che nella Resistenza riscattò il popolo italiano da vent’anni di abiezione fascista. Durante la guerriglia il Che aveva conosciuto una donna cubana, Aleida March, e si erano innamorati. Chiese alla prima moglie il divorzio e vedendo il dolore di lei le disse:" Avrei preferito essere morto nella Sierra ". A Cuba il lavoro era molto e il Che lavorava instancabilmente, era il ministro con il più basso stipendio del mondo, da lui voluto, e collaborava alla raccolta dello zucchero, il principale prodotto dell'isola. Nel poco tempo libero leggeva, scriveva, giocava a scacchi di cui era appassionato o scattava fotografie. Un giorno ricevette il filosofo scrittore francese Jean Paul Sartre e la sua compagna, la scrittrice Simone De Beauvoir, che erano venuti da Parigi all'Avana, per vedere che cosa stava accadendo nell'isola. Assai nota è la foto in cui il Che, durante il colloquio, accende gentilmente un sigaro a Sartre. Il Che divenne “ ambasciatore “ per Cuba: ebbe colloqui con il Nahru in India, Mao in Cina, Tito in Jugoslavia e molti altri.Era il tempo della guerra fredda tra Usa e Urss e non essere schierati da una parte o dall'altra era impossibile. Dopo alcuni anni dalla vittoria Fidel Castro si schierò con l'Unione Sovietica e fu per i missili russi a Cuba che, nel 1962, il mondo occidentale si trovò sulla soglia della Terza guerra mondiale. Per alcuni giorni la paura dilagò in Europa e in America. In Usa era presidente John Fitzgerard Kennedy, democratico, viziatissimo rampollo di una ricchissima famiglia di Boston e in Urss Nikita Krusciov, un grasso contadino che aveva denunciato in un drammatico Congresso a Mosca nel 1956 i crimini di Stalin e picchiato con una scarpa sul banco delle Nazioni Unite perché durante un discorso non lo ascoltavano troppo. A Roma era papa Giovanni XXIII, che il popolo chiamava, a ragione, " il papa buono " e che aveva iniziato la riforma della chiesa con il Concilio Vaticano II. La guerra nucleare non scoppiò. Negli anni Sessanta il Che lasciò Cuba. Oggi si sa che combatté con il Movimento di Liberazione in Africa e che preparò la sua rivoluzione: quella che dalla Bolivia sarebbe dovuta arrivare all'Argentina. Se il progetto del Che fosse riuscito tutto il Sudamerica sarebbe insorto. In quasi ogni nazione vi era un tiranno e il controllo politico ed economico degli Usa. Si è parlato di scontri ideologici tra il Che e Fidel Castro. Comunque il Che nel 1966, completamente irriconoscibile fisicamente ( senza barba, con i capelli rasati e gli occhiali ), con un falso passaporto entrò in Bolivia. Qui, insieme ad alcuni boliviani, cubani e ad una ragazza tedesca, Tania, incominciò la lotta di liberazione. La Bolivia non era Cuba però. I contadini, nonostante una miseria estrema e vessazioni da mondo antico, non si unirono alla guerriglia. In più la presenza di un intellettuale francese, Regis Debray, complicò le cose. Debray e due guerriglieri catturati dai soldati diedero, costretti o no, informazioni per trovare il Che. Il Che era intrepido e si esponeva al fuoco nemico e giunto in un villaggio abbandonato non comprese che lì gli tendevano un agguato. Era stremato: la mancanza di cibo, le lunghe marce, la mancanza, da mesi, di cortisone per alleviare l'asma. Non aveva più scarpe e un compagno gli aveva fatto delle scarpe artigianali simili alle " ciocie " della campagna romana. Tuttavia il diario boliviano non contiene nessun lamento ma un'attenta analisi quotidiana della situazione. L'ultima pagina del diario che era un'agenda tedesca è stata scritta dal Che, nella sua bella e fluente calligrafia, il 7 ottobre 1967. Il mattino dopo in una gola montuosa, Quebrada del Yuro, presso il villaggio di Higueras, centinaia di soldati aspettavano i guerriglieri. La lotta fu estrema. Catturato con altri compagni il Che trascorse le ultime ore della sua vita, aveva 39 anni, in una scuola elementare requisita. Sembra che ebbe un breve colloquio con la maestra, che i soldati gli diedero un'aspirina contro le ferite ( ! ), che fu depredato del suo orologio e di quello che gli aveva donato Fidel Castro. Ovviamente era impensabile che il Che facesse nomi o rivelazioni sulla guerriglia o su Cuba. Il 9 ottobre mattina il governo boliviano diffuse, via radio, la falsa notizia che il Che era morto. Verso le 13 un soldato, Mario Teran, gli sparò vari colpi di pistola. Si dice che il soldato avesse avuto l'ordine dal dittatore boliviano e non dal presidente Usa Johnson che avrebbe avuto molto più interesse ad un Che Guevara vivo e prigioniero. La terribile foto del Che morto a cui nessuno aveva pietosamente chiuso gli occhi, tra i militari boriosamente fieri del loro omicidio, fece il giro del mondo. Colpì l'analogia con un famoso quadro di Mantegna che ritraeva Cristo morto. Il Che conservava un'espressione ironica. I contadini boliviani dicono che dove è stato ucciso il Che non crescono più fiori e che gli animali muoiono. E' vero oppure è una leggenda, di quelle magiche che fioriscono in un continente intessuto di magia ? Nessuno forse più di Ernesto Che Guevara seguì la frase che Socrate, il grande filosofo greco, aveva detto secoli e secoli addietro: " Ciascuno è l'artefice di se stesso ". Nel mondo tecnologico, materialista, disumano ed integralista di questo inizio del XXI secolo grande è la nostalgia di un comunista che nella splendida lettera di addio ai genitori scrisse di essere " un piccolo condottiero del XX secolo ".
Cronologia minima

* 1928 - Nasce a Rosario
* 1951 - Inizia una serie di viaggi in motocicletta con l'amico Alberto Granado lungo il Sudamerica
* 1953 - Si laurea in medicina a Buenos Aires e si avvicina all'ideologia comunista
* 1956 - Aderisce alla rivoluzione cubana
* 1959 - Diventa cittadino cubano
* 1961 - Partecipa alla conferenza degli stati americani a Punta del Este
* 1964 - Inizia un lungo viaggio in Africa
* 1965 - Ultima apparizione in pubblico. Si dimette da ogni carica e da cittadino cubano. Viaggia in Congo e prepara atti di guerriglia in Bolivia
* 1966 - Inizia a scrivere il "Diario"
* 1967 - Viene catturato nella foresta boliviana da truppe dell'esercito e ucciso senza processo

=Caesar86=
00domenica 21 maggio 2006 12:31
vorrei leggermi di Che Guevara il "Manuale della Guerriglia"...potrebbe essermi utile in futuro... [SM=x751542]
qualcuno lo ha letto? sa dirmi com'è? se non sbaglio Perinax ha curato la Prefazione all'ultima edizione...
Pertinax
00domenica 21 maggio 2006 13:07
Guerra di Guerriglia, è un manuale militare
=Caesar86=
00domenica 21 maggio 2006 13:10
Re:

Scritto da: Pertinax 21/05/2006 13.07
Guerra di Guerriglia, è un manuale militare




questo l'avevo intuito... [SM=x751539]
=strategos=
00domenica 21 maggio 2006 14:25
Come ti smonto il Che

Lo scrittore Alvaro Vargas Llosa contesta, in 10 punti, le tradizionali ragioni di ammirazione di Guevara.
L'ultima volta che ho visitato il Museo d'arte moderna a New York uno studente americano che indossava una maglietta di Che Guevara e un berretto ha attirato il mio sguardo.Gli ho chiesto gentilmente che cosa esattamente avesse ammirato così tanto in quell'uomo.Ecco le 10 ragioni che ha menzionato e le mie risposte.

1.ERA CONTRARIO AL CAPITALISMO
In effetti Guevara era per un capitalismo di stato.Si oppose al sistema salariale dell'"appropriazione del plusvalore"(nel gergo marxista)solo quando questo andava alle imprese private.ma lui mutò l'"appropriazione del plusvalore dei lavoratori"in un sistema di stato.Un esempio di ciò è riscontrabile nei campi di lavori forzati che appoggiò, a partire da Guanahacabibes nel 1961.
2.HA RESO CUBA INDIPENDENTE
in realtà ha permesso la colonizzazione di Cuba da parte di un potere straniero.E' stato strumento della trasformazione di Cuba in una temporanea testa di ponte del potere nucleare sovietico(firmò gli accordi di Yalta).Come responsabile per l'industrializzazione di Cuba fallì non arrestando la dipendenza del paese dallo zucchero.
3.HA COMBATTUTTO PER LA GIUSTIZIA SOCIALE
In realtà ha contribuito alla rovina dell'economia distraendo risorse alle industrie che poi fallirono e ridussero la raccolta dello zucchero, sostegno di Cuba, della metà in 2 anni.Il razionamento iniziò sotto al sua amministrazione dell'economia dell'isola.
4.SI OPPOSE A MOSCA
In realtà ha obbedito a Mosca finchè Mosca decise di chiedere qualcosa in cambio dei suoi massicci trasferimenti di denara all'Havana.Nel 1965 criticò il Cremlino poichè aveva adottato ciò che lui chiamò "legge del valore".Quindi si rivolse alla Cina alla vigilia della Rivoluzione Culturale, uno degli orrori del vebtesimo secolo.Scambiò semplicemente alleanze nel campo totalitario.
5.SI UNI' AI CONTADINI
In realtà morì proprio perchè non si unì mai a loro."Le masse contadine non ci sostengono affatto", scrisse nel suo diario boliviano prima di essere catturato, un modo adatto per descrivere il suo viaggio attraverso la Bolivia tentando di sollevare una rivoluzione che non avrebbe potuto neanche annoverare l'aiuto dei comunisti boliviani(che erano realisticamente abbastanza per notare che i contadini non volevano la rivoluzione del 1967;ne avevano già fatta una nel 1952).
6.E' STATO UN GENIO DELLA GUERRIGLIA
Fatta eccezione per Cuba, ogni episodio di guerriglia a cui collaborò fallì miseramente.Dopo il trionfo della rivoluzione cubana Guevara creò eserciti rivoluzionari in Nicaragua, nella Repubblica Dominicana, a Panama e ad Haiti e tutti vennero schiacciati.Infine convinse Jose Ricardo Masetti a guidare un'incursione fatale in quel paese dalla Bolivia.Il ruolo di Guevara nel Congo del 1965 fu tragicomico.Si alleò con Pierre Mulele e Laurent Kabila, 2 macellai, ma si impelagò in molti disaccordi con loro e le relazioni tra il cubano e i combattenti congloesi furono così tese che dovette fuggire.Infine, la sua incursione in Bolivia terminò con la sua morte.
7.HA RISPETTATO LA DIGNITA' UMANA
In realtà ebbe l'abitudine di appropriarsi delle cose altrui.Incitò i suoi seguaci a svaligiare le banche("le masse combattenti concordano di svaligiare l banche perchè nessuno tra loro vi ha un penny") e nonappena il regime di Batistta cadde occupò una residenza e se ne appropriò:un eminente caso di rapido dominio rivoluzionario.
8.LE SUE AVVENTURE FURONO UNA CELEBRAZIONE DELLA VITA
Invece furono un'orgia di morte.Giustiziò molti innocenti a Santa Clara, nella prate centrale di Cuba, dove stazionava la sua colonna nell'ultima parte della lotta armata.Dopo il trionfo della rivoluzione tenne la prigione de "La Cabana" per 6 mesi.Ordinò l'esecuzione di centinaia di prigionieri che in precedenza erano stati uomini di Batista, di giornalisti, di uomini d'affari e di altri.Alcuni testimoni, tra cui Javier Arzuaga, che era il cappellano de La Cabana, e Josè Vilauso, che era membro del corpo che si occupava del giudizio sommario, mi hanno recentemente affidato le loro dolorose testimonianze.
9.ERA UN VISIONARIO
La sua visione dell'America Latina era alquanto sfocata.Si consideri, ad esempio, il suo punto di vista relativo al fatto che la guerriglia doveva svolgersi nelle campagne perchè era lì che vivevano le masse combattenti.In verità già dagli anni '60 la maggior parte dei contadini abbandonarono pacificamente le campagne in parte a causa del fallimento della riforma terriera, che ostacolò lo sviluppo di un’agricoltura basata sulla proprietà e di economie di scala con regolamentazioni assurde col divieto di qualsiasi sorta di disposizioni dei privati.
10.DICEVA IL GIUSTO SUGLI STATI UNITI
Aveva predetto che Cuba avrebbe superato il PIL pro capite degli USA nel 1980.Oggi l’economia di Cuba può a mala pena sopravvivere grazie all’aiuto del petrolio venenzuelano (circa 100.000 barili al giorno), una forma di elemosina internazionale che non dice nulla di buono sulla dignità del regime.


Traduzione di un articolo di Alvaro Vargas Llosa, Senior Fellow e direttore del Center on Global Prosperity presso The independent Institute.Sul tema si legga anche The killing machine:Che Guevara from communist firebrand to capitalist brand.

[Modificato da =strategos= 21/05/2006 14.27]

Pertinax
00domenica 21 maggio 2006 14:29
a beh! che illuminazione... se lo dice un giornalista della bbc certamente è oro colato [SM=x751532] QUI
=strategos=
00domenica 21 maggio 2006 15:01
ho solo postato un'altra campana..in fondo l'unica cosa che penso che non si possa negare è che il Che ha fatto passare il popolo cubano da un dittatura ad un'altra!e il popolo non ha ricevuto molti benefici!anche Castro ha fatto la sua brava repressione contro i suoi avversari politici e attualmente esiste un movimento di RESISTENZA cubano-ovviamente anticastrista!
per carità,non voglio dire che Vargas Llosa ha ragione-anzi in molti punti è inconcludente-però ho pensato a queste cose..
Pertinax
00domenica 21 maggio 2006 15:07
il popolo cubano ha ricevuto benefici dalla rivoluzione socialista ed è innegabile non che facente parte della storia ufficiale borghese. per quel che riguarda la repressione politica... non è normale? a me sembra di si, anche in italia i sovversivi vengono incarcerati cosi come in ogni nazione esistente.
=strategos=
00domenica 21 maggio 2006 15:30
Re:

Scritto da: Pertinax 21/05/2006 15.07
il popolo cubano ha ricevuto benefici dalla rivoluzione socialista ed è innegabile non che facente parte della storia ufficiale borghese. per quel che riguarda la repressione politica... non è normale? a me sembra di si, anche in italia i sovversivi vengono incarcerati cosi come in ogni nazione esistente.


se ritieni beneficio essere da un bel pò sotto embargo e avere auto americane degli anni '50 rattoppate perchè i pezzi non ci sono più..i fratelli socialisti sovietici e cinesi non ci sono più o non aprono più il portafogli dato che cuba non interessa più come base strategica..
si,in italia i sovversivi vengono incarcerati,non fucilati.e in italia non c'è una resistenza.non c'è stata nemmeno durante il regime!i partigiani hanno fatto la resistenza dopo l'8 settembre,a regime concluso e "resistevano"non contro il dittatore,ma contro l'invasore tedesco!
Pertinax
00domenica 21 maggio 2006 15:35
l'embargo su cuba, la grande tragedia di quel popolo che dura da decenni, è una decisione unilaterale statunitense, vuoi accollarla alla rivoluzione socialista o al popolo cubano? non condanni l'embargo ma anzi lo approvi?

sulla resistenza... resistenza? castro li chiama terroristi e la CNN la chiama resistenza, la CNN chiama terroristi tutti i guerriglieri iracheni senza distinzione e chiamava resistenza anche i movimenti ceceni, ora li chiama terroristi.

sulla fucilazione... a cuba esiste la pena di morte? malissimo, cattiva eredita del precedente regime, cuba affianca gli usa in questa barbara usanza.

sulla resistenza italiana... molto divertente ma non mi sembra il caso di reincominciare la solita revisione storica che qui non centra nulla.
=strategos=
00domenica 21 maggio 2006 15:47
l'embargo deve essere assolutamente approvato per ogni paese in cui sia presente una dittatura!infatti sono assolutamente contrario alla riapertura americana a gheddafi!e sono contrario al disinteresse generale di tutti verso le guerre africane o le dittature estremo orientali!
il popolo cubano è vittima di castro che si è imposto e dell'embargo posto a castro.togliere l'embargo significa rafforzare un dittatore.mandare aiuti internazionali alla popolazione sarebbe una idea,ma il governo sottrarrebbe tutto al popolo!
castro chiama terroristi chi resiste ad una dittatura.io non vivo in una dittatura,non sono americano ma li chiamo patrioti,perchè odio le dittature!
non puoi ascrivere la colpa al regime precedente!chi è al potere ha sempre scelta.castro ha scelto dittatura e pena di morte.il paragone non ha senso,perchè noi parliamo di cuba.degli usa non mi importa!se invece vogliamo farne,diciamo che cuba affianca la cina in questa barbara usanza!ma io in realtà parlavo di eliminazione di dissidenti politici,non di sistema di punizione!gli usa non friggono chi si oppone al congresso..
Pertinax
00domenica 21 maggio 2006 15:54
fammi capire... tu per abbattere le dittature ti auguri che le popolazioni soggette vengano poste sotto embargo totale? e cosa speri di ottenere spiegami... non capisco proprio. [SM=x751596]

la dittatura di castro è la dittatura del proletariato sui borghesi, io sono per quella dittatura perchè non è castro a comandare ma è il popolo direttamente ed infatti il tuo discorso degli aiuti defraudati dai governi vale solo per i paesi capitalisti e non per il socialismo.

il paragone con gli usa invece è azzeccatissimo, sai perchè? perche la morte è morte. poi gli usa sono un impero e i "dissidenti politici", o meglio le nazioni dissidenti dalla politica imperiale, vengono sistematicamente macellate, poste sotto embargo, dittaturizzate e via dicendo.
Matteo Bonaparte
00domenica 21 maggio 2006 16:38
Re:

Scritto da: =strategos= 21/05/2006 15.47
l'embargo deve essere assolutamente approvato per ogni paese in cui sia presente una dittatura!



e chi deve decidere il criterio per il quale un paese è una ditttura? gli stati uniti? a me sembra che gli stati uniti siano una dittatura, almeno a livello internazionale, visto che fanno quello che vogliono impunemente.
comunque allora mettessero sotto embargo tutti i paesi mediorientali e cercassero forme di energia alternativa.
Pius Augustus
00domenica 21 maggio 2006 17:30
Sopratutto...per quale cavolo di motivo una nazione deve essere giudicata dalle altre in base alle sue usanze politiche interne!
solo 100 anni fa questo sarebbe stato possibile solo da quei pazzi di americani,ma 40 anni di guerra fredda ci hanno costretti ad assumere questo stupido punto di vista.


Per Cuba io penso questo:è stato uno scambio tutto sommato vantaggioso quello di Castro al posato di Batista,infatti il regime comunista di Cuba -che pure non giudico affatto bene- è molto migliore di quella sanguinaria dittatura militare appoggiata dagli USA.
Economicamente senza dubbio non stanno messi bene,ma facendo un raffronto con le altre nazioni del sudamerica le cose sono diverse,e va considerato l'embargo.

Su una cosa sul Che non sono daccordo:Cuba non era "colonizzata" dai sovietici,semplicemente per ottenere e mantenere l'indipendenza della sua nazione dagli USA Guevara ha dovuto appoggiarsi ad una grande potenza,come aveva fatto Cavour con la Francia e come era chiaro che dovessero fare tutte le nazioni in cerca di indipendenza sin dal 1848.
=Caesar86=
00domenica 21 maggio 2006 18:19
Re:

Scritto da: Pius Augustus 21/05/2006 17.30
Sopratutto...per quale cavolo di motivo una nazione deve essere giudicata dalle altre in base alle sue usanze politiche interne!
solo 100 anni fa questo sarebbe stato possibile solo da quei pazzi di americani,ma 40 anni di guerra fredda ci hanno costretti ad assumere questo stupido punto di vista.


Per Cuba io penso questo:è stato uno scambio tutto sommato vantaggioso quello di Castro al posato di Batista,infatti il regime comunista di Cuba -che pure non giudico affatto bene- è molto migliore di quella sanguinaria dittatura militare appoggiata dagli USA.
Economicamente senza dubbio non stanno messi bene,ma facendo un raffronto con le altre nazioni del sudamerica le cose sono diverse,e va considerato l'embargo.

Su una cosa sul Che non sono daccordo:Cuba non era "colonizzata" dai sovietici,semplicemente per ottenere e mantenere l'indipendenza della sua nazione dagli USA Guevara ha dovuto appoggiarsi ad una grande potenza,come aveva fatto Cavour con la Francia e come era chiaro che dovessero fare tutte le nazioni in cerca di indipendenza sin dal 1848.




concordo...a prescindere dalle loro condizioni economiche, questo popolo ha compiuto l'insigne impresa di scrollarsi dalle palle gli americani...contando che a tanto erano giunti solo i vietnamiti, che però stavano dall'altra parte del pacifico, bisogna far tanto di cappello... [SM=x751562]
=strategos=
00lunedì 22 maggio 2006 14:01
Re:

Scritto da: Pertinax 21/05/2006 15.54
fammi capire... tu per abbattere le dittature ti auguri che le popolazioni soggette vengano poste sotto embargo totale? e cosa speri di ottenere spiegami... non capisco proprio. [SM=x751596]

la dittatura di castro è la dittatura del proletariato sui borghesi, io sono per quella dittatura perchè non è castro a comandare ma è il popolo direttamente ed infatti il tuo discorso degli aiuti defraudati dai governi vale solo per i paesi capitalisti e non per il socialismo.

il paragone con gli usa invece è azzeccatissimo, sai perchè? perche la morte è morte. poi gli usa sono un impero e i "dissidenti politici", o meglio le nazioni dissidenti dalla politica imperiale, vengono sistematicamente macellate, poste sotto embargo, dittaturizzate e via dicendo.


la dittatura del proletariato sui borghesi??e quali borghesi ci sono mai a cuba scusa??il popolo comanda??allora perchè non ci sono libere elezioni?la base essenziale per la libertà di un popolo è la libertà di espressione e la libertà di eleggere i propri rappresentanti!
castro viola entrambe!infatti la censura e la morte inflitta ai dissidenti-avversari politici negano la libertà di espressione del popolo!mi spiace pertinax ma non sono d'accordo!per quanto accese possano essere le dispute politiche,solo nelle dittature vengono incarcerati ed eliminati gli avversari politici.e questo limità la libertà.
=strategos=
00lunedì 22 maggio 2006 14:10
Re: Re:

Scritto da: Matteo Bonaparte 21/05/2006 16.38


e chi deve decidere il criterio per il quale un paese è una ditttura? gli stati uniti? a me sembra che gli stati uniti siano una dittatura, almeno a livello internazionale, visto che fanno quello che vogliono impunemente.
comunque allora mettessero sotto embargo tutti i paesi mediorientali e cercassero forme di energia alternativa.


premesso che non mi importa nulla degli usa-e concordo,tanto di cappello per aver eliminato la dittatura di batista-ti rispondo ricordandoti che:
Dittatura:regime politico caaratterizzato dalla concentrazione di tutto il potere in un solo organo,monocratico o collegiale,che lo esercita senza alcun controllo.
questo lo dice una enciclopedia e non gli americani!dittatura di destra o di sinistra non importa.essa è la negazione di libertà del popolo!
gli alleati nella II guerra mondiale decisero che l'italia era una dittatura.
in campo internazionale hai ragione,gli yankee fanno i loro comodi,ma sono 80 anni che lo fanno..io vi sto parlando dal punto di vista oggettivo!
=strategos=
00lunedì 22 maggio 2006 14:15
Re:

Scritto da: Pius Augustus 21/05/2006 17.30
Sopratutto...per quale cavolo di motivo una nazione deve essere giudicata dalle altre in base alle sue usanze politiche interne!
solo 100 anni fa questo sarebbe stato possibile solo da quei pazzi di americani,ma 40 anni di guerra fredda ci hanno costretti ad assumere questo stupido punto di vista.


Per Cuba io penso questo:è stato uno scambio tutto sommato vantaggioso quello di Castro al posato di Batista,infatti il regime comunista di Cuba -che pure non giudico affatto bene- è molto migliore di quella sanguinaria dittatura militare appoggiata dagli USA.
Economicamente senza dubbio non stanno messi bene,ma facendo un raffronto con le altre nazioni del sudamerica le cose sono diverse,e va considerato l'embargo.

Su una cosa sul Che non sono daccordo:Cuba non era "colonizzata" dai sovietici,semplicemente per ottenere e mantenere l'indipendenza della sua nazione dagli USA Guevara ha dovuto appoggiarsi ad una grande potenza,come aveva fatto Cavour con la Francia e come era chiaro che dovessero fare tutte le nazioni in cerca di indipendenza sin dal 1848.


sono d'accordo con te,castro è meglio di batista,ma io sono in principio contrario alla forma dittatoriale!cuba libre?mica tanto!
il discorso delle usanze politiche interne non può reggere invece proprio perchè l'italia nella seconda guerra mondiale è stata considerata una dittatura-e naturalmente lo era!
anche io penso che più di colonizzazione,i sovietici abbiano solo fatto gli affari loro per far dispetto agli amerikanci!
Pertinax
00lunedì 22 maggio 2006 18:49
Re: Re:

Scritto da: =strategos= 22/05/2006 14.01

la dittatura del proletariato sui borghesi??e quali borghesi ci sono mai a cuba scusa??il popolo comanda??allora perchè non ci sono libere elezioni?la base essenziale per la libertà di un popolo è la libertà di espressione e la libertà di eleggere i propri rappresentanti!
castro viola entrambe!infatti la censura e la morte inflitta ai dissidenti-avversari politici negano la libertà di espressione del popolo!mi spiace pertinax ma non sono d'accordo!per quanto accese possano essere le dispute politiche,solo nelle dittature vengono incarcerati ed eliminati gli avversari politici.e questo limità la libertà.




puoi non essere daccordo ma il problema che hai è di tipo informativo: a cuba vige la democrazia diretta e il popolo governa tramite il sistema consiliare, conosci di cosa parlo? mi sembra proprio di no. [SM=x751530]

per quanto riguarda le carcerazioni politiche: quindi l'italia è una dittatura? a quanto pare si visto che anarchici e eversivi sono in galera per reati politici.
Pius Augustus
00lunedì 22 maggio 2006 19:44
è vero,a Cuba esiste la democrazia diretta,e ciò è sufficiente a renderla migliore della dittatura di batista,nulla più di una semplice tirannia di militari.
Ciò non toglie che la democrazia diretta valga ben poco visto che Fidel ha semplicemente accaparrato per se tutto il potere che conta.
Pertinax
00lunedì 22 maggio 2006 19:54
non proprio, fidel è il presidente del consiglio di stato e il presidente del consiglio dei ministri ma come ben sai, spero, in un sistema a democrazia popolare i poteri demandati a rappresentanti sono minimi se non nulli, la maggior parte delle faccende legislative e "statali" è gestita territorialmente dai consigli, dall'alto arriva la pianificazione generale di un determinato arco di tempo ma niente ordini o cose simili.
Pius Augustus
00lunedì 22 maggio 2006 19:59
Re:

Scritto da: Pertinax 22/05/2006 19.54
non proprio, fidel è il presidente del consiglio di stato e il presidente del consiglio dei ministri ma come ben sai, spero, in un sistema a democrazia popolare i poteri demandati a rappresentanti sono minimi se non nulli, la maggior parte delle faccende legislative e "statali" è gestita territorialmente dai consigli, dall'alto arriva la pianificazione generale di un determinato arco di tempo ma niente ordini o cose simili.



Esatto,e a me sembra sempre che questa deformazione del comunismo derivi dal fatto che questo si è affermato in nazioni con quasi nessuna tradizione democratica.
Nessuno mi toglie dalla testa che se il comunismo si fosse affermato in GB o in Francia invece che in stati con tradizione di caudilli o zar le cose sarebbero state diverse.
Pertinax
00lunedì 22 maggio 2006 20:12
lo stesso marx si augura che il socialismo cresca in condizioni di massima civilizzazione e cultura [SM=x751532]
=strategos=
00martedì 23 maggio 2006 12:16
Re: Re: Re:

Scritto da: Pertinax 22/05/2006 18.49




per quanto riguarda le carcerazioni politiche: quindi l'italia è una dittatura? a quanto pare si visto che anarchici e eversivi sono in galera per reati politici.


loro attentano allo stato,non al potere personale di qualcuno.e noi non li fuciliamo!
poi per il resto vi quoto in pieno!sono anch'io d'accordo che se si fosse sviluppato in altri paesi ci sarebbero stati degli esiti differenti!
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