Ma che crisi e crisi
2008-12-26 17:18
NATALE: NON C'E' STATO CROLLO CONSUMI, SPESI CIRCA 3 MLD
ROMA - Valgono circa 3 miliardi di euro i cibi e le bevande consumati a tavola dalle oltre 23 milioni di famiglie tra il cenone della vigilia e il pranzo di Natale, che per nove italiani su dieci sono trascorsi a casa con parenti o amici. E' questo il bilancio stimato dalla Coldiretti sui consumi alimentari delle festività durante le quali, a fronte di una "sostanziale tenuta" del cibo e vino Made in Italy, si registra l'abbandono delle mode esterofile del passato.
Meno caviale e ostriche, salmone dunque e champagne centellinato, mentre a tavola hanno campeggiato - sottolinea la Coldiretti - più bollito, cappelletti in brodo, pizze rustiche. Secondo le prime stime della Cia, "non c'é stato il temuto crollo dei consumi".
La spesa alimentare per le ricorrenze - secondo la Cia - è stata così ripartita: in 1,1 miliardi di euro per carni e pesce, 600 milioni per primi piatti e per il pane, di 450 milioni per dolci (con panettoni e pandori che hanno fatto la parte del leone); 400 milioni per vini e spumanti (per il 94 per cento italiani), 300 milioni per formaggi e salumi (molti dei quali a denominazione di origine) e 180 milioni per frutta fresca o secca; per un totale che secondo Confederazione italiana agricoltori arriva a 3 miliardi di euro.
Anche per la grappa, il distillato da meditazione che scandisce il dopo-pasto, "sembra che le vendite stiano tenendo", sottolinea oggi il presidente dell'Istituto Nazionale Grappa Cesare Mazzetti. Ma c'é chi ha fatto un Natale light a tavola: secondo Contribuenti.it il 24 sera e il 25 a pranzo, il consumo di pasta di grano duro, per effetto dello sciopero della pasta di grano duro organizzato dall'associazione "é calato del 58,2 rispetto al Natale scorso".
All'indomani della festa, comunque sette italiani su 10 si dichiarano "vittime dello stress natalizio", secondo l'Aduc. E anche il brindisi può diventare un rompicapo. L'Associazione Diritti Utenti e Consumatori sottolinea come una selva di sigle sulle etichette degli spumanti e di prezzi possano disorientare il consumatore.