Belisario

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Soga
00sabato 17 giugno 2006 14:59
Belisario




Gioventù


Belisario nacque probabilmente a Germane o Germania nei pressi del confine con Illiria, Tracia e Macedonia. Alcuni ipotizzano che i suoi avi fossero Slavi romanizzati e osservano che il suo nome è simile allo slavo "Beli Tsar" ("Bianco Principe"), ma i più rifiutano questa "etimologia facile" in quanto la parola tsar fu usata per la prima volta solo nel X secolo, ben dopo cioè la sua morte.

Da giovane entrò nell'esercito bizantino facendo parte delle guardie del corpo di Giustino I. A seguito della morte di quest'ultimo, avvenuta nel 527, il nuovo imperatore Giustiniano I lo nominò comandante delle esercito Bizantino della parte orientale con il compito di respingere le incursioni provenienti dalla Persia. Dette immediata prova di abilità ed efficienza sconfiggendo il più grande esercito Persiano grazie alla sua superiore abilità tattica. Nel giugno del 530 Belisario condusse l'esercito Bizantino a una vittoria sui Persiani nella Battaglia di Dara, seguita però dalla sconfitta nella Battaglia di Callinicum sull'Eufrate nel 531. Questi scontri portarono alla negoziazione di una pace perpetua con i Persiani.

L'11 gennaio del 532 era un ufficiale quando a Costantinopoli, all'inaugurazione dei giochi, scoppiarono gli scontri della (rivolta di Nika) tra le fazioni degli appassionati delle corse dei carri nel Circo. I disordini che ne scaturirono durarono 6 giorni, e quasi rovesciarono il trono dell'imperatore Giustiniano I. Belisario, con l'aiuto del magister militum dell'Illiria, Mundus, represse la ribellione in un bagno di sangue, uccidendo, si dice, da 30.000 a 50.000 persone.





Campagna contro i Vandali


Le sue capacità gli valsero il comando di una grande spedizione contro il regno dei Vandali, organizzata nel 533-534. I Bizantini avevano ragioni sia politiche sia strategiche per organizzare tale campagna. Il re vandalo Ilderico, favorevole a Costantinopoli, era stato deposto e assassinato dall'usurpatore Gelimero, fornendo a Giustiniano I un pretesto legale per intervenire. In ogni caso Giustiniano I voleva il controllo del territorio dei Vandali nel Nord Africa, che era vitale per garantire ai Bizantini l'accesso al Mediterraneo occidentale.


Nella tarda estate del 533, Belisario salpò per l'Africa e sbarcò nella città di Leptis Magna, oggi in Libia, dalla quale marciò lungo la costa verso la capitale dei Vandali, Cartagine. A dieci miglia da Cartagine le forze di Gelimero (che aveva appena ucciso Ilderico) e Belisario si scontrarono nella Battaglia Ad Decimum il 13 settembre 533. I Bizantini rischiarono la sconfitta. Gelimero aveva scelto bene la posizione e raccolse alcuni successi lungo la strada principale. I Bizantini comunque sembravano dominare su entrambi i lati della strada per Cartagine. Al culmine della battaglia Gelimero fu distratto dalla notizia della morte di suo nipote in battaglia. Lo sbandamento consentì all'esercito di Belisario di ricompattarsi, di vincere la battaglia e di conquistare Cartagine, dove entrò Domaenica 15 Ottobre 533 accompagnato dalla moglie Antonia, risparmiando Cartagine da sacheggio e massacro. Una seconda vittora nella battaglia di Ticameron il 15 dicembre costrinse Gelimero alla resa, che avvenne all'inizio del 534 sul Monte Papua. Le province del Nord Africa ritornarono così sotto dominio romano. Per questo successo Belisario, fu chiamato a tornare a Costantinopoli, con l'onore del trionfo.




Campagna contro gli Ostrogoti


Giustiniano decise allora di restaurare quanto più possibile dell'Impero Romano d'Occidente. Nel 535, ordinò a Belisario di attaccare gli Ostrogoti. Ancora una volta egli fece la scelta giusta, dal momento che Belisario con solo 15000 soldati, conquistò rapidamente la Sicilia e poi penetrò nell'Italia (penisulare), dove a Napoli e a Roma, veniva acclamato come un liberatore e gli furono aperte le porte, nonostante la presenza delle guarnigioni dei Ostrogoti nel 536. nel marzo del 337 fino al 338 il re Ostrogoto Vitige attacco Roma, ma senza risultati per gli Ostrogoti che non riuscivano a espugnare la città, e Belisario con un esercito di gran lunga inferiore riuscì a tener testa a Vitige, finchè fortunatamente arrivarono truppe da Costantinopoli in suo aiuto; in quel periodo Belisario depose Papa Silverio. Dopo di chè si diresse vero nord, assieme ad un altro esercito Bizantino comandato da Giovanni, per prendere Mediolanum (Milano) e attaccò nel 540 Ravenna, capitale degli Ostrogoti. Il re ostrogoto Vitige fu catturato e inviato assieme a sua moglie a Costantinopoli dove morì nel 540. Gli Ostogoti offrirono a Belisario il titolo di Imperatore d'Occidente ma egli rifiutò.

L'offerta dei Ostrogoti forse accrebbe i sospetti nella mente di Giustiniano I e Belisario fu richiamato in Oriente per contrastare la conquista persiana della Siria, una provincia determinante per l'Impero. Belisario scese in campo e condusse una breve campagna contro i Persiani nel 541-542, dove ci fu un altro successo. Infine organizzò una tregua (aiutata dal pagamento di una cospicua somma di denaro: 5.000 (libbre d'oro), per la quale i Persiani concordarono di non attaccare il territorio bizantino per i seguenti cinque anni.

Belisario tornò nel 544 in Italia, dove trovò che la situazione era cambiata considerevolmente. Nel 541 gli Ostrogoti avevano eletto Totila loro nuova guida e avevano organizzato una vigorosa campagna contro i Bizantini, riconquistando tutto il settentrione d'Italia e costringendo i Bizantini ad evacuare Roma. Belisario fondò anche l'esarcato di Italia.
Belisario si organizzò per riprendere il controllo di Roma entro breve tempo ma la sua campagna in Italia si dimostrò perdente, grazie anche al fatto di essersi trovato a corto di rifornimenti e rinforzi da parte di un geloso Giustiniano I. Nel 548, Giustiniano I lo rilevò dal suo posto a favore di Narsete. E fece imprigionare Belisario con l'accusa di tradimento, in realtà quella accusa fu emanata perché Belisario voleva che l'Italia fosse territorio Imperiale, mentre Giustiniano I oltre alla sua forte gelosia, voleva che l'Italia fosse un semplice dominio. Gli storici del tempo ci raccontano in vece che il traditore era Narsete, che per gelosia aveva accusato Belisario con l'approvazione di Giustiniano I.





Ultima parte della vita e campagne militari


Nel 549 Giustiniano I "perdonò" Belisario, ma in realtà le preuccupazioni di Giustiniano I erano ben altre perché i Bulgari erano comparsi per la prima volta oltre il Danubio, e i suoi ufficiali non erano riusciti a fermarli; mentre Belisario al comando dell'esercito Bizantino li fece pentire col sangue di aver oltrepassato il Danubio. Fu un enorme vittoria, mentre Giustiniano I era pieno di gelosia.

Nel 559 Giustiniano I gli affidò il comando delle guardie Imperiali, per difendere Costantinopoli dagli Unni; e fu l'ultima grande vittoria del generale Belisario, che riuscì ancora una volta a servire bene l'Impero.

Nel 562 Belisario subì un processo a Costantinopoli accusato di corruzione. L'accusa era chiaramente inventata, e indagini moderne suggeriscono che il suo peggior nemico, il suo antico segretario Procopio di Cesarea, l'autore della Storia segreta, [1] possa essere stato incaricato da Giustiniano I di giudicare il caso. Belisario fu ritenuto colpevole e imprigionato. Tuttavia, non molto dopo il suo incarceramento, il senato di Costantinopoli si ribellò contro Giustiniano I, e quest'ultimo fu costretto a liberarlo, Giustiniano I fu anche obbligato a riconfermare il suo favore nella corte imperiale, e rimetterlo a capo delle guardie Imperiali.





Il mito di Belisario


Secondo una leggenda sviluppatasi nel medioevo, Giustiniano I avrebbe ordinato di accecare Belisario riducendolo ad un mendicante condannato a chiedere l'elemosina ai viandanti presso Porta Pinciana a Roma. A testimoniarlo esisteva una pietra graffita sulla quale secondo Antonio Nibby era inciso :«Date obolum Belisario». Sebbene la maggioranza degli storici moderni abbia smentito la leggenda, dopo la pubblicazione del racconto Bélisaire (1767) di Jean-François Marmontel la storia della cecità divenne un soggetto popolare per i pittori del XVIII secolo che videro un parallelismo tra gli atti di Giustiniano I e le repressioni dei governanti del tempo.

A Belisario viene anche attribuita la costruzione della chiesa di Santa Maria in Trivio a Roma come ex-voto di espiazione per la deposizione del papa Silverio.





Belisario in film, romanzi, opere d'arte


Belisario fu rappresentato in numerosi lavori artistici prima del 20° secolo. Il più antico è la dissertazione storica del suo segretario personale, Procopio, ossia gli Anecdota, più noti come gli Arcana Historia o la Storia segreta. Si tratta di un'ampia accusa a Belisario, accusato di essere una persona accecata dall'amore, e a sua moglie Antonia, accusata di essere infedele e bugiarda. Opere più tarde includono il poema del 17° secolo di Friedrich de la Motte Fouque, Beliar, il dramma di John Oldmixon La vita e la storia di Belisario, che conquistò l'Africa e l'Italia, con una considerazione della sua disgrazia e dell'ingratitudine dei Romani e un parallelo fra lui e un eroe moderno, il dramma del 18° secolo di William Philips Belasarius (1724), il romanzo Belisarius di John Downman (1742), il romanzo Bélisaire di Jean-François Marmontel (1767) e l'opera del 19° secolo Belisario, di Gaetano Donizetti.

La vita di Belisario è stato il soggetto del romanzo storico Count Belisarius (1938) del noto studioso di argomenti classici Robert Graves. Questo libro, chiaramente scritto dal punto di vista dell'eunuco Eugenio, servo della moglie di Belisario (ma di fatto basato sulla storia di Belisario del suo antico segretario Procopio), ritrae Belisario come un solitario uomo d'onore in un mondo corrotto, e dipinge a vivide tinte non solo le sue iniziali gesta militari ma anche gli avvenimenti coloriti e gli eventi del suo tempo (quali la selvaggia politica delle gare di carri nel Circo di Constantinopoli, che regolarmente poroseguiva in scontri aperti nelle strade fra i sostenitori delle opposte fazioni, o gli intrighi fra l'Imperatore Giustiniano e l'Imperatrice Teodora).

Il celebre scrittore di fantascienza Isaac Asimov, che conosceva molto bene la storia romana, inserì nel suo Ciclo della Fondazione il personaggio di Bel Riose, ultimo dei grandi generali dell'Impero galattico, il quale tentò una campagna di riconquista dei territori perduti nella periferia galattica finendo tuttavia incriminato per sospetto tradimento e giustiziato dal suo imperatore Cleon II.

Belisario compare nel famoso romanzo storico di science fiction di storia "possibile", Lest Darkness Fall, (1939) di L. Sprague de Camp. Qui egli è il primo Bizantino co-protagonista del viaggiatore nel tempo Martin Padway che tenta di diffondere la [[[scienza]] moderna e le invenzioni nell'Italia gotica. Infine Belisario diventa generale nell'esercito di Padway e gli assicura il controllo dell'Italia.

Belisario è anche il protagonista principale della serie su Belisario (Belisarius series) di science fiction scritta da Eric Flint e David Drake, una storia alternativa che si occupa di cosa sarebbe potuto accadere se Belisario (e un rivale) avessero potuto conoscere gli avvenimenti futuri e le relative tecnologie. Nella serie (the General series) di romanzi di science fiction militare di S.M. Stirling e David Drake, la trama mostra buona parte della vita e delle campagne militari di Belisario; il protagonista principale, Raj Whitehall, cerca di riorganizzare il pianeta unificare di Bellevue dopo il crollo della civiltà galattica.

L'unica completa biografia resta The Life of Belisarius (1829) di Philip Henry Stanhope, 5° conte di Stanhope. Herman Melville scherzosamente assegna il soprannome "my Belisarius" al primo isolano di Samoa che incontra a bordo del vascello abbandonato "Parki," nel suo romanzo del1849 novel Mardi.

Nel gioco per PC di simulazione spaziale Freespace 2, la Belisario è una corvetta neo-terrestre che è immediatamente distrutta da un incociatore vasudano nella sua prima missione.

Dante di Belisario ne fa l'esempio del perfetto guerriero di Dio.

Soga
00sabato 17 giugno 2006 15:01


Belisarius, di Jacques-Louis David (1781)
Soga
00sabato 17 giugno 2006 15:02


Bélisaire di François André Vincent (1776).
Belisario, cieco e mendicante, è riconosciuto da uno dei suoi soldati
-Giona-
00lunedì 19 giugno 2006 13:18
Alla corte bizantina, e nell'antico oriente in genere, molti personaggi con alti incarichi presso il sovrano erano definiti "eunuchi". Questo non significa che lo fossero tutti: molti "uomini validi" erano chiamati cosí perché il loro stesso incarico era tradizionalmente assegnato ad eunuchi. Ma Belisario e il suo successore Narsete lo erano?
Pius Augustus
00lunedì 19 giugno 2006 14:21
Re:

Scritto da: -Giona- 19/06/2006 13.18
Alla corte bizantina, e nell'antico oriente in genere, molti personaggi con alti incarichi presso il sovrano erano definiti "eunuchi". Questo non significa che lo fossero tutti: molti "uomini validi" erano chiamati cosí perché il loro stesso incarico era tradizionalmente assegnato ad eunuchi. Ma Belisario e il suo successore Narsete lo erano?



io sapevo che narsete lo fosse ma belisario no.
Soga
00lunedì 19 giugno 2006 18:55
Re:

Scritto da: -Giona- 19/06/2006 13.18
Alla corte bizantina, e nell'antico oriente in genere, molti personaggi con alti incarichi presso il sovrano erano definiti "eunuchi". Questo non significa che lo fossero tutti: molti "uomini validi" erano chiamati cosí perché il loro stesso incarico era tradizionalmente assegnato ad eunuchi. Ma Belisario e il suo successore Narsete lo erano?



Belisario non era eunuco, era sposato e padre... anzi, secondo Procopio da Cesarea era succube della moglie.
Narsete invece era eunuco.
giuliomagnoxxx
00venerdì 23 giugno 2006 13:21
Non lo sapevo il fatto di Porta Pinciana...ma adesso lì la pietra non c'è più?
Soga
00venerdì 23 giugno 2006 14:49
Re:

Scritto da: giuliomagnoxxx 23/06/2006 13.21
Non lo sapevo il fatto di Porta Pinciana...ma adesso lì la pietra non c'è più?



Credo proprio di no.
Cmq te che sei di Roma puoi andare a controllare [SM=x278632]
giuliomagnoxxx
00domenica 2 luglio 2006 11:55
[SM=x278629]
Comunque ci passo spesso e non l'ho mai notata...
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