Bari, le inchieste che agitano il Pd

pedrodiaz
00domenica 5 luglio 2009 10:15

C’è l’inchiesta sulle ragazze pagate per le feste tra Palazzo Grazioli e Villa La Certosa. E c’è l’inchiesta-madre sul presunto giro di tangenti nella sanità che chiama in causa esponenti di spicco del Pd barese e della giunta del governatore Vendola.Trait d’union nei due filoni d’indagine l’imprenditore Giampaolo Tarantini, fino a qualche mese fa titolare della Tecnohospital, società specializzata in protesi ortopediche.

Accade in Puglia, il feudo di Massimo D’Alema che nell’intervista a Lucia Annunziata aveva vaticinato “possibili scosse” in arrivo per il premier Berlusconi. Ma le “scosse” sono arrivate anche per alcuni autorevoli esponenti del suo partito -  e su ben altri piani - finiti nelle intercettazioni telefoniche ora al vaglio dei magistrati.  E infatti nel dossier sulle feste non c’è Silvio Berlusconi, ma Gianpaolo Tarantini indagato per induzione alla prostituzione ed è lui l’uomo-chiave nella “sanitopoli” pugliese. Secondo i magistrati avrebbe messo in piedi un giro di ragazze che pagava per partecipare ad eventi mondani con politici. Obiettivo: ottenere un trattamento di favore nella sua attività di imprenditore e in particolare per l’assegnazione di appalti di forniture ospedaliere.  In ambienti giudiziari si parla anche di avvisi di garanzia per politici della sinistra pugliese.

Ieri il magistrato ha convocato in procura il governatore Vendola  come persona informata sui fatti. Dovrà riferire sull’indagine interna avviata e conclusa dalla Regione sugli appalti assegnati per le forniture sanitarie al gruppo Tarantini. Ma da Vendola gli inquirenti si aspettano chiarimenti anche sulla posizione dell’assessore regionale alla sanità Alberto Tedesco (Pd), costretto a dimettersi alcuni mesi fa perché coinvolto in un’altra indagine che ruota attorno al capitolo appalti sui rifiuti ad Altamura. Tedesco è stato indagato dal pm Desiree Digeronimo per associazione a delinquere e corruzione insieme ad altre dodici persone (funzionari Asl e fornitori di assistenza e riabilitazione domiciliare) e alla direttrice generale della Asl di Bari Lea Cosentino, anche lei considerata vicina al centrosinistra che governa la Puglia.

L’uscita di Tedesco dalla giunta Vendola, ha permesso al governatore di sostituirlo con un suo fedelissimo, Tommaso Fiore, che di recente ha ordinato una serie di ispezioni nelle Asl per ricostruire il giro d’affari tra la sanità pugliese e Tarantini con l’obiettivo di scovare eventuali irregolarità. Ma per Tedesco la strada della politica non si è chiusa, anzi si è spalancata visto che un anno fa l’esponente Pd si classificò primo dei non eletti nelle liste Pd al Senato. Ed ora che il senatore pugliese Paolo De Castro, ex ministro del governo Prodi e - si dice - molto vicino a D’Alema  ha preso la via di Strasburgo dopo il voto per le europee, per lui c’è pronto uno scranno a Palazzo Madama.

Ma il governatore pugliese che rientrerà dal Canada martedì, dovrà sbrogliare anche un’altra matassa che rischia di annebbiare ulteriormente l’immagine della compagine di governo. Riguarda il suo numero due in Regione, Sandro Frisullo (Pd)il cui nome compare nelle intercettazioni al centro dell’inchiesta del pm Scelsi su presunte irregolarità nella sanità dalla quale poi è scaturita quella su un presunto giro di escort ad eventi mondani con politici che sarebbero avvenuti anche a Bari (nelle carte ci sarebbero riferimenti ad un appartamento nel capoluogo pugliese come luogo degli incontri). Frisullo che non è indagato, ammette di aver conosciuto i fratelli Tarantini “attraverso alcuni amici comuni” ma nega di aver avuto con loro una frequentazione assidua e di aver mai partecipato a feste “né in Sardegna né a Bari”.  

Dunque sarà Vendola in persona a sostenere “un necessario faccia a faccia con Frisullo” come avrebbe indicato personalmente ai suoi uomini durante un summit nella sede della Regione convocato d’urgenza per analizzare la situazione. In collegamento telefonico, il presidente della Regione avrebbe dettato la linea del silenzio fino al suo rientro a Bari. Una mossa dettata dalla prudenza in una fase così delicata ma che denota il livello di preoccupazione che tutta questa storia sta creando nei piani alti della Regione.

Nell’intreccio di nomi e inchieste figura anche l’ex parlamentare della Margherita Gero Grassi : non è iscritto nel registro degli indagati ma viene citato in alcune intercettazioni telefoniche. Anche lui nega categoricamente qualsiasi coinvolgimento nei due filoni d’indagine aperti dalla procura.

Un fatto è certo: i magistrati vogliono vederci chiaro sulle frequentazioni politiche di Tarantini. C’è un particolare (riportato dal quotidiano Libero)  che emerge dalle intercettazioni e che conduce a Massimo D’Alema, tirato in ballo dal vicesegretario regionale del Pd Michele Mazzarano. Durante una conversazione telefonica il reggente regionale del Pd (il leader pugliese Michele Emiliano sindaco uscente di Bari poi riconfermato al ballottaggio,  si era è autosospeso durante la campagna elettorale) parla con Gianpaolo Tarantini di una cena elettorale in un ristorante barese, lo scorso 24 marzo, che l’imprenditore avrebbe finanziato. Un summit politico al quale presero parte, Mazzarano e Frisullo insieme ad altri esponenti del partito e numerosi imprenditori . E sul finire della serata si materializzò anche D’Alema.

Nei prossimi giorni sono attesi sviluppi nelle inchieste aperte su quello che sta diventando un “caso Puglia” e che sul piano politico potrebbero portare a nuove “scosse” nel feudo del governatore comunista e del leader post-comunista.

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