ROMA (20 febbraio) - Justin ha pochi mesi, gode di ottima salute e sa già fare il caffé. Ma nel futuro, la sua capacità di muovere le due mani lo farà diventare un ottimo chirurgo. Nascita, storia e sviluppo di un robot raccontata al simposio internazionale organizzato dall'Accademia dei Lincei in collaborazione con la Scuola di Robotica, la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, l'Università Federico II di Napoli, l'Università La Sapienza di Roma e il Consiglio Nazionale delle ricerche. Insieme a Justin ci sono anche i mini-robot del progetto Aracne che partirà a maggio e cheprevede un esercito di mini-robot in grado di scivolare per lo stomaco attraverso una ragnatela e operare sotto il comando di un joystick.
Un esercito di umanoidi in crecita. Secondo il World Robotics Report dell'Unece International Federation Robotics, la presenza dei robot nella nostra vita mostra una crescita a due cifre, sia per la robotica di servizio sia nel ramo professional che nel personal. Bruno Siciliano dell'Università Federico II di Napoli, e Raja Chatila, Direttore di Ricerca del Cnrs di Parigi, hanno sottolineato che i robot si stanno sempre di più trasformando in un vero proprio compagno di lavoro hi-tech in grado di assicurare un adeguato livello di sicurezza e affidabilità nei confronti del personale.
Roboetica. Gianmarco Veruggio, ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche e Presidente della Scuola di robotica, è stato tra i primi a parlare di roboetica e di robot che riescono a comprendere sempre di più la tipologia di ambiente in cui opera con una crescita del livello di autonomia decisionale. La Biorobotica è stata presentata da Paolo Dario della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa spiegando lo sviluppo del settore della robotica che studia l'interazione con i sistemi biologici. Dal Giappone invece arrivano i primi umanoidi presentati da Yoshihiko Nakamura dell'Università di Tokyo nel cui laboratorio sono prodotti vari
tipi di umanoidi, fino a gruppi di robot che esibiscono un comportamento cooperativo emergente.
Justin, dal caffè al tavolo chirurgico. Il robot in grado di preparare il caffé fa parte del progetto europeo Dexmart. L'obiettivo è quello di mettere a punto robot capaci di fare movimenti precisi usando due mani. «Una delle nostre sfide è costruire un robot capace di infilare un filo nella cruna di un ago», ha spiegato Bruno Siciliano. I passi successivi verranno fatti nella medicina realizzando macchine con una percezione molto simile a quella tattile e capaci di riconoscere, toccando un tessuto, eventuali anomalie. Il progetto Dexmart è finanziato dalla Commissione Europea con 6,3 milioni di euro in quattro anni. Degli otto partner coinvolti, tre sono italiani. Per realizzare il progetto sono necessari nuovi materiali «intelligenti».
Spider Man robot nello stomaco. Si chiama Aracne il progetto europeo guidato dall'Iatlia che prevede la realizzazione di una sorta di ragnatela alla quale, nello stomaco del paziente, sono collegati i mini-robot, ognuno specializzato in un compito, come dilatare, insufflare aria, vedere, tagliare. L'esercito di robot E.R. scalzeranno anche le incisioni della laparoscopia. Prenderanno il posto dei bisturi e il chirurgo potrà controllarli dall'estero attraverso un semplice joystick. I mini robot chirurghi hanno dimensioni di pochi millimetri (al massimo 10-15) e possono viaggiare nel sangue come i protagonisti del film del 1966 «Viaggio allucinante». Ha spiegarlo è stato l'esperto di Robotica biomedica Paolo Dario, della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa. Dario coordina il progetto Aracnes con il chirurgo scozzese Alfred Coschieri, sempre della Scuola Sant'Anna, venuto in Italia dalla Gran Bretagna sei anni fa.Il progetto, finanziato dalla Commissione Europea con otto milioni di euro in cinque anni.
