Re: Re:
Vedo23, 07/09/2010 19.18:
E mi sembra più che giusto!...
Non so...
Non sono un gran fisico (non dal punto di vista atletico, ma della Fisica
), ma credo che se si vada a valutare lo sforzo e l'energia necessaria per superare una determinata salita, queste vadano in maniera quasi direttamente proporzionale al dislivello della stessa.
A logica, temo che l'energia necessaria per far superare ad una biglia un piano inclinato, dipenda solo dall'altezza dello stesso e non dal suo grado d'inclinazione.
Pronto ad essere smentito.
Ma se dovesse essere così, la classifica delle salite con maggior "dispendio energetico" non sarebbe molto diverso dalla classifica del loro dislivello.
Vero: io quando "studio" una salita guardo innanzitutto il suo dislivello, e considero lo Stelvio più "ostico" del Mortirolo (chiaro: bisogna avere rapporti adeguati).
Però probabilmente chi ha pensato all'indice di DIFFICOLTA' ha pensato alla "difficoltà a rimanere in sella", a quella sensazione di "non ce la faccio più" che certi drittoni al 15% ci fanno penetrare nel cervello...
Insomma: 500m al 10% + 500m al 20% sono più "difficili" di 1000m al 15%. Anche se alla fine il dispendio energetico sarà sostanzialmente lo stesso, 500m al 20% non tutti sono in grado di superarli.
L'indice di difficoltà prende quindi in considerazione la pendenza in maniera finanche esagerata, ma giustamente - a mio parere - se lo si vuole differenziare dall'energia spesa e (in pratica) dal dislivello.
Per intenderci.
Le salite del Tour sono chiaramente più "facili" di quelle del Giro, eppure riescono a far più selezione - perché più lunghe ed "impegnative".
Non seguo il ciclismo professionistico da anni, ma non mi pare che "mostri sacri" come lo Zoncolan abbiano mai fatto troppa selezione: probabilmente perché sì "difficile", ma non eccessivamente "impegnativo" (insomma: watt più o watt meno, i prof ci possono perdere pochi minuti...).
Quindi, Giorgio, non vorrei che si confondessero i due parametri.
Se io dovessi indicare una delle salite più "impegnative" che abbia fatto, senz'altro lo
Stelvio occuperebbe i primi posti.
Ma se dovessi indicare la più "difficile" probabilmente direi
Grindel Alp (con innumerevoli e terrificanti strappi tra il 25% e il 30%).
Quando comincio lo Stelvio so che, in una maniera o nell'altra, alla cima ci arrivo (magari andando in "crisi" ed impiegandoci 30 minuti in più dell'anno precedente... ma ci arrivo...).
Quando comincio Grindel Alp non so mai come andrà a finire (ribaltoni a 3km/h, piede a terra, dietrofront per manifesta incapacità, eccetera...). Anche se alla fine, in 40 minuti son su (anche perché, se ci metti di più, vuol dire che vai a meno di 4km/h e che sei caduto a terra
).
In conclusione, credo che l'indice di difficoltà debba tener conto di queste "difficoltà ciclistiche" (ahimé molto soggettive, pertanto poco quantificabili, ed in gran parte dipendenti dal mezzo - e soprattutto dai rapporti - che abbiamo a disposizione), proprio per differenziarlo da un parametro "prettamente fisico" che - vedrai - sarà sostanzialmente proporzionale al dislivello finale della salita.
O no?...
Emiliano