APPELLI ELETTORALI

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Pertinax
00venerdì 7 aprile 2006 20:22

Berlusconi a Napoli per la manifestazione che chiude la campagna
«Vinceremo perché non siamo coglioni»
Il premier arringa la folla: «Volete affidare il vostro futuro agli eredi di Stalin? Con la sinistra più tasse per le clientele»



Da sinistra Casini, Fini, Berlusconi e Maroni sul palco di napoli per la festa finale (Ansa)
NAPOLI - Il colpo di teatro arriva alla fine, quando il «suo» sipario si è già chiuso. E come i grandi attori rieccolo che torna sul palco a strappare applausi, con un bis del tutto inaspettato: «Grazie a tutti, siete commoventi e state sicuri, domenica e lunedì vinceremo perché non siamo coglioni». Con queste parole Silvio Berlusconi termina il suo comizio a Piazza del Plebiscito a Napoli davanti ai militanti della Cdl riuniti per la festa del Polo in chiusura della campagna elettorale. Sul podio dopo il Cavaliere sono saliti gli altri leader del centrodestra: Maroni (Bossi è a Milano per il gran finale della Lega), Casini e Fini. Discorsi brevi e molti slogan per chiamare l'applauso e far crescere l'entusiasmo della folla.

L'ARRINGA - Il premier esordisce aulico, con una citazione manzoniana memoria: «Siamo stretti l'uno all'altro come un vero esercito di libertà: ci ascoltano in tutta Italia, dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno...» . Poi passa ad arrigare il popolo del centrodestra con una serie di domande a cui la piazza, piena soltanto per metà, ha risposto a gran voce «no». «Volete essere governati - ha chiesto Berlusconi - da chi è stato complice della peggiore tirannia che la storia ricordi? Volete affidare il vostro futuro agli eredi di Stalin, Mao, Pol Pot e a quelli che oggi sono gli amici di Castro?». La folla ha risposto più volte «no», intervallando gli applausi con cori «chi non salta è comunista» e inneggiando «Silvio Silvio».

«I VOSTRI SOLDI ALLE CLIENTELE» - «Togliere meno soldi dalle tasche dei cittadini è il contrario di quello che vuole fare questa sinistra... Berlusconi ha ribadito «l'impegno di abolire l'Ici, lo faremo subito». «Noi ci impegniamo a togliere la tassa sulla prima casa, subito nella Finanziaria 2007, nessuna tassa sulle donazioni, un prelievo del 12,50% sui risparmi e non del 23% come vuole la sinistra». Berlusconi ha poi accusato l'opposizione di fare un uso distorto dei soldi pubblici: «Nei cinque anni di governo della sinistra avete visto che fine hanno fatto i soldi degli italiani: sono serviti solo a estendere i loro privilegi e offrire posti e mangiatoie per le loro clientele». «Noi diciamo a questa sinistra - ha aggiunto - che gli italiani hanno gli occhi aperti e sanno che noi abbiamo contrastato le nuove tasse che loro vogliono introdurre».

«SCELTA TRA DUE MODI DI VEDERE LA VITA» - Domenica gli elettori non sono posti davanti «una scelta tra Berlusconi e Prodi. È una scelta fondamentale tra due modi di vedere la vita, lo Stato e la società» ha sentenziato Berlusconi. «La sinistra risente delle sue radici ideologiche, un 30% si chiama ancora comunista. Intende la politica come qulacosa finalizzata a ridistribuire la ricchezza, il reddito».
Prima di cedere il podio al leghista Roberto Maroni, dopo un intervento durato 22 minuti, il Cavaliere sottolinea che «il 9 aprile l'Italia è chiamata a una scelta di campo e di destino: tra la nostra Italia e l'Italia della sinistra, delle tasse, degli insulti e delle menzogne, delle porte spalancate ai clandestini, dei no-global che bruciano le bandiere delle potenze amiche, che vuole togliere il crocifisso dalle scuole sà solo passare». Berlusconi sottolinea ancora: «Vogliamo continuare nei prossimi cinque anni a lavorare, a costruire uno stato più moderno ed efficiente, chiediamo agli italiani un prolungamento della fiducia per altri cinque anni così da costruire l'Italia che abbiamo sempre avuto in mente. Il 9 aprile scegliamo l'Italia dei diritti, della tolleranza, del rispetto verso tutti, del benessere, un'Italia che sa anche e soprattutto amare. Questa Italia è l'Italia della Cdl. È una scelta di campo e di destino. Domenica e lunedì scegliamo di non tornare indietro, di andare avanti per la libertà».


07 aprile 2006




«Governeremo col dialogo. Vogliamo più benessere, equità e felicità»
Prodi: «Almeno sabato rispettino le regole»
Il leader dell'Unione chiude la campagna elettorale in piazza del Popolo a Roma. «Faremo un governo per tutti gli italiani»



Prodi sul palco di piazza del Popolo con Fassino (Reuters)
ROMA - In una cornice che definisce «spettacolosa» Romano Prodi ha preso la parola dal palco di piazza del Popolo, a Roma, dove l'Unione ha chiuso la campagna elettorale per le politiche del 2006. Il leader del centrosinistra, accolto da un tripudio di bandiere e dai cori «Romano, Romano!» dei sostenitori della coalizione, ha ricordato che la campagna elettorale è stata particolarmente difficile e ha citato il rapporto dell'Osce secondo cui su Mediaset è stata sbilanciata a favore del centrodestra per far capire quanta tensione ci sia stata in questo ultimo mese che ha preceduto l'appuntamento con le urne. Prima di parlare alla sua gente, Prodi ha invitato indirettamente la Cdl al rispetto delle regole almeno nelle 24 ore che precedono il voto e che dovrebbero essere dedicate al silenzio e alla riflesisone. Il Professore ha parlato di sistematica violazione delle regole da parte dei suoi avversari e ha puntato il dito contro il cambio della legge elettorale, avvenuto «a pochi giorni dalla fine della legislatura» e in spregio al referendum elettorale con cui gli italiani si erano espressi a favore del maggioritario.

«UN GOVERNO PER TUTTI» - Prodi ha ringraziato poi il popolo dell'Ulivo e ha rivolto un pensiero «anche a coloro che non ci voteranno»: dall'11 aprile «il nostro governo sarà un governo per tutti gli italiani», ha detto Prodi quasi a marcare la differenza tra i giudizi sprezzanti lanciati da Berlusconi sugli elettori del centrosinistra in quest'ultima settimana.

SOCIETA' E UGUAGLIANZA - Il leader ulivista ha anche annunciato il proprio impegno a recuperare il valore dell'europeismo messo in discussione dagli strappi compiuti dal governo della Cdl. E ha criticato il continuo ripetersi di annunci di taglio delle tasse, di riduizioni di contributi ai comuni, di riduzione all'osso di servizi alla popolazione: «E' un'idea di società in cui non tutti sono uguali: i ricchi potranno sempre curarsi, chi ha meno risorse no. Questa è la società che vogliono loro». E richiamando un intervento di Berlusconi, Prodi ha detto: «Ci accusano di volere uguaglianza tra i figli dell'operaio e i figli dei profesionisti. Ebbene, è proprio così».

«LE REGOLE SI SCRIVONO INSIEME» - «Non promettiamo cose impossibili, ma solo cose che si possono mantenere - ha detto ancora il Professore -. E in particolare mettiamo in campo un impegno speciale e una rigorosa coerenza per il più grande progetto per rilanciare l'Italia dal dopoguerra ad oggi». Prodi, ricordando di essere intervenuto sia all'assise della Cgil sia a quella di Confindustria e rivendicando questo come un merito, ha fatto riferimento alla necessità di dialogo e ha richiamato il confronto avvenuto tra De Gasperi, Nenni e Togliatti all'indomani del conflitto bellico mondiale per la rinascita del Paese. «Dobbiamo tornare ad avere quell'amore per la nostra Patria - ha spiegato Prodi -. Per questo dopo aver vinto le elezioni, dopo aver festeggiato la ricorrenza della Liberazione e dopo aver cancellato con il referendum la riforma costituzionale preparata in fretta e furia in una baita di montagna noi non faremo riforme a colpi di maggioranza. Perché le regole della democrazia si scrivono insieme».

«BENESSERE E FELICITA'» - «Dobbiamo ritrovare l'orgoglio di essere italiani - ha infine ribadito Prodi concludendo il suo intervento -. Dobbiamo lavorare per avere più benessere e più equità. E possiamo avere per noi, per tutti noi anche un poco di felicità». Uno slogan accolto tra gli applausi e con il sottofondo della «Canzone popolare» accompagnata sul palco da tutti i leader dell'Ulivo.
07 aprile 2006

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[Modificato da Pertinax 07/04/2006 20.25]

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