Nella foto proteste No-Tav (Infophoto)Roma, 13 feb. (Adnkronos/Ign) - Realizzare l'alta velocità fa parte del programma di governo dell'Unione. Anzi, ''la Tav si farà punto e basta''. Parola di Romano Prodi, che liquida con queste parole la polemica nata attorno al mancato riferimento alla Tav nel programma dell'Unione.
Polemiche che il Professore bolla come ''fuori posto'', perché, spiega, ''il programma è una cornice, il quadro lo decido io''. ''Le grandi infrastrutture europee - scandisce poi il candidato premier del centrosinistra - vengono portate avanti, e tra queste c'è il Corridoio numero 5 e quindi la Torino-Lione''. E a chi gli chiede se accoglierà la richiesta della presidente Mercedes Bresso di integrare il programma dell'Unione con la Tav, Prodi risponde che non ce n'è bisogno,
''perché le speculazioni non hanno alcun peso né giustificazione''.
Del resto, a confermare che ''non c'è alcuna derubricazione'' dell'alta velocità nel 'manifesto' dell'Unione è anche il segretario dei DsPiero Fassino che parlando a 'Radio anche noi', ribadisce come nel programma della coalizione ''c'è una formulazione che forse poteva essere più esplicita, ma è chiara: priorità all'integrazione cone le grandi rete europee''. La pagina incriminata nel piano 'Per il bene dell'Italia', è la numero 138, dove si recita: ''Dare priorità alle direttrici già vivine alla saturazione dei traffici, come ad esempio queli verso il Gottardo e il Brennero''. Dunque, rimarca Fassino, la Tav sulla Torino-Lione è ''un'opera strategica che il centrosinistra intende realizzare, ma nel modo più sicuro, interloquendo con la gente''.
E sempre per la Quercia, Pierluigi Bersani conferma: ''Quando nel programma scriviamo che le reti europee sono una priorità di interventi su scala europea che coinvolgono anche l'Italia, facciamo riferimento anche ai passaggi nelle Alpi, compresa la Torino- Lione". Il responsabile dei Ds del programma dell'Unione puntualizza che tuttavia occorre ''verificare l'impatto di quell'opera in termini di assolute certezze sanitarie, di impatto ambientale e territoriale, di operatività del cantiere e così via dicendo. Perché certamente lì si è aperta una ferita nei rapporti con la popolazione di cui bisogna assolutamente tenere conto''.
Ma nelle fila del centrosinistra, Fausto Bertinotti fissa precisi paletti sulla questione dell'alta velocità. ''C'è un testo - fa notare il leader di Rifondazione comunista - nel quale, come hanno lamentato il sindaco di Torino e il presidente del Piemonte, la Tav non c'è e non c'è perché si è scelto di indicare solo un metodo con cui affrontare la questione. Oggi noi siamo per rispettare quello che c'è scritto''. Perciò, taglia corto Bertinotti riferendosi alla presenza della Tav nel programma dell'Unione, ''questo tema è rimasto fuori perché non ha ancora la maturità per una scelta. La divisione c'è ed è inutile mostrare ora uno stupore per una cosa che si sapeva benissimo''. ''Realisticamente - aggiunge il segretario di Rifondazione - l'argomento non è stato affrontato, immaginando di poter fare un confronto utile più avanti. Chi pretende invece di mettere nel programma qualcosa che non c'è va incontro a una forte opposizione perché il programma è stato già firmato e presentato. Prodi - conclude il segretario del Prc - ha detto una cosa che ritengo utile ossia che questi problemi si risolvono con il consenso, chi invece pensa a Torino o altrove di risolverli militarmente sbaglia''.
Per la Cdl, invece, interviene sulla vicenda della Torino-Lione anche Gianfranco Fini, sottolineando che nell'Unione qualcuno ''abbaia alla luna''. ''Come può Prodi - ha affermato il vicepremier - dire l'alta velocità Torino-Lione si fa punto e basta? E' uomo d'onore, ne prendo atto. Si dà il caso che pochi minuti prima Pecoraro Scanio, leader dei Verdi; Diliberto, dei Comunisti italiani; Bertinotti di Rifondazione comunista, avessero detto non se ne parla proprio. Uno dei due - conclude il presidente di An - abbaia alla luna''.
Gli fa eco il ministro per l'Ambiente Altero Matteoli spiegando che ''sulle infrastrutture, e sulla Tav in particolare l'Unione è divisa. Penso che alla fine non farebbero nessuna realizzazione e di questo i direttori devono tener conto''. E sempre per il partito di via della Scrofa, Maurizio Gasparri incalza: ''La sinistra è incapace di indicare qualsiasi scelta per il futuro dell'Italia per evitare di rompersi in mille pezzi''. A giudizio dell'ex ministro delle Comunicazioni, ''la verità è che semmai dovessero governare l'Italia bloccherebbero qualsiasi opera pubblica, stradale, ferroviaria e di altra natura condannandola all'emarginazione, alla arretratezza ed al sottosviluppo''.
''Il programma dell'Unione non esiste'', sottolinea invece per l'Udc Pier Ferdinando Casini. ''La Tav - spiega il leader centrista - è solo l'ultimo esempio: una grande opera bloccata sul campo dei no-Tav e anche nel programma dai partiti estremisti del centrosinistra. Come anche la centrale di Civitacecchia, bloccata dalla giunta di centrosinistra''. ''Il programma dell'Unione è carta straccia, loro stessi l'hanno reso tale come dimostrano questi due incidenti'', ha aggiunto l'esponente del partito di via Due Macelli. E' invece categorico il commento di Pietro Lunardi. ''Per le opere come la Tav - dice il ministro per le Infrastrutture - sarebbe un disastro se ci fosse un governo della sinistra. Non sono d'accordo su nulla, non sappiamo a chi dare ascolto, a quelli che sono favorevoli o quelli che sono contrari''.
Nella foto il leader dell'Unione, Romano Prodi (Infophoto)Non sta a guardare Forza Italia, che con il vicecoordinatore Fabrizio Cicchitto fa notare: ''Sulla Tav cascò l'asino''. ''L'altro ieri - spiega l'esponente azzurro - è uscito il programma del centrosinistra ed è già in corso la lotta per la sua interpretazione, il che ci dice che nell'Unione la confusione regna sovrana''. In tale contesto Cicchitto si chiede ''cosa accadrebbe se con queste contrapposte visioni l'Armata Brancaleone del centro-sinistra dovesse governare''.